vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Introduzione Muse antiche e contemporanee tesina
La tesina maturità liceo classico descrive le muse. Le Muse, figlie di Zeus, re degli Dei, e di Mnemosine, la Memoria, sono le divinità protettrici delle Arti e delle Scienze, discipline che, con il loro progresso, hanno accompagnato la storia dell’umanità nel corso dei secoli fin dagli albori della civiltà greca. Da sempre queste dee sono state invocate dagli uomini come sostegno di fronte all’immensità di questi due universi così distanti, ma ugualmente affascianti e talvolta misteriosi: quello dell’arte, così passionale e spesso indecifrabile, e quello della scienza, così logico e razionale. Ho deciso di trattare queste due discipline nella mia tesina e in particolare di scegliere una delle infinite sfaccettature di entrambe, perché mi appassionano e mi affascinano, e perché credo che due mondi apparentemente così differenti possano in realtà arricchirsi e completarsi l’un l’altro.
Ma nella società contemporanea esistono ancora delle “dee” che, pur non abitando sulla cima del monte Olimpo, consacrano la loro vita a una particolare disciplina artistica o scientifica? Sicuramente sì. Ne sono un esempio donne come Isadora Duncan e Margherita Hack, che nel secolo scorso con i loro contributi hanno arricchito non solo gli ambiti artistici e scientifici di loro competenza, rispettivamente la danza e l’astronomia, ma tutta l’umanità.
Collegamenti
Musiche antiche e contemporanee tesina
Greco - Esiodo e Omero.
Astronomia - Margherita Hack, variabili pulsanti, sistemi doppi e spettroscopia stellare.
Storia della Danza - Isadora Duncan e la sua Danza.
Martina Carazzato
Classe 3^C
Hewlett-Packard Liceo Classico Paolo Sarpi
Muse antiche e contemporanee Anno Scolastico 2013-2014
Apollo e le Muse sul monte Parnaso, A. R. Mengs, 1760, affresco, Roma,
Villa Albani
Muse antiche e contemporanee
Muse antiche e contemporanee
L’eterna tutela delle protettrici delle Arti e delle
1
Scienze
Introduzione
Le Muse, figlie di Zeus, re degli Dei, e di Mnemosine, la Memoria, sono le divinità
protettrici delle Arti e delle Scienze, discipline che, con il loro progresso, hanno
accompagnato la storia dell’umanità nel corso dei secoli fin dagli albori della civiltà greca.
Da sempre queste dee sono state invocate dagli uomini come sostegno di fronte
all’immensità di questi due universi così distanti, ma ugualmente affascianti e talvolta
misteriosi: quello dell’arte, così passionale e spesso indecifrabile, e quello della scienza,
così logico e razionale. Ho deciso di trattare queste due discipline e in particolare di
scegliere una delle infinite sfaccettature di entrambe perché mi appassionano e mi
affascinano, e perché credo che due mondi apparentemente così differenti possano in
realtà arricchirsi e completarsi l’un l’altro.
Ma nella società contemporanea esistono ancora delle “dee” che, pur non abitando sulla
cima del monte Olimpo, consacrano la loro vita a una particolare disciplina artistica o
scientifica? Sicuramente sì. Ne sono un esempio donne come Isadora Duncan e
Margherita Hack, che nel secolo scorso con i loro contributi hanno arricchito non solo gli
ambiti artistici e scientifici di loro competenza, rispettivamente la danza e l’astronomia, ma
tutta l’umanità.
Muse antiche e contemporanee 2
Mappa Le Muse antiche: Esiodo,
Omero e la tradizione orale
Esiodo, Teogonia (v. 1-115) e
Omero.
breve accenno a Le Muse contemporanee:
l’eredità del passato e il
progresso del futuro
La Scienza: Astronomia L’Arte: Danza
Margherita Hack, Isadora Duncan,
la nuova Urania la nuova Tersicore
variabili pulsanti (Le Cefeidi), sua Danza leggi della
Le La e le
spettroscopia, sistemi binari Natura, Tragedia greca e
la i la il
Coro
Muse antiche e contemporanee 3
Le Muse antiche: Esiodo, Omero e la tradizione orale
Apollo e le Muse, B. Peruzzi, 1514-23, olio su legno, Firenze, Galleria Palatina
(Palazzo Pitti) ῦ ῖ
Nella mitologia degli antichi Greci, le Muse (Μο σαι, in eolico Μο σαι, per contrazione da
Μόνσαι: il nome sembra risalire, come anche quello di Mnemosine, alla radice μεν-μαν, e
letteralmente significherebbe "coloro che meditano, che creano con la fantasia") erano
figlie di Zeus, sovrano degli dei, e di Mnemosine, la Memoria, figlia di Gea e Urano.
Narrava Esiodo nel proemio della Teogonia, un’opera che descrive la genealogia divina
assegnando agli dei denominazioni, onori e arti, che Mnemosine e Zeus giacquero
insieme per nove notti nella Pieria, in Tessaglia, ai piedi del monte Olimpio, e che ella
successivamente partorì nove figlie, le nove Muse, che sempre si dilettavano nella danza
e nel canto e che facevano dimenticare preoccupazioni e affanni. Questo era avvenuto
dopo che il padre degli dei aveva, con la sua vittoria sui Titani, portato un nuovo ordine nel
mondo. La nascita delle Muse eternò dunque la gioia di quel trionfo; e le nove gioconde
fanciulle rinnovavano fra gli dei la letizia della vittoria, ogni volta che facevano risuonare
dei loro canti le sedi dell'Olimpo. Teogonia, (vv. 1-115)
Μουσάων Ἑλικωνιάδων ἀρχώμεθ’ ἀείδειν, 1
Cominciamo il canto dalle Muse
αἵ θ’ Ἑλικῶνος ἔχουσιν ὄρος μέγα τε ζάθεόν τε
eliconie 1
καί τε περὶ κρήνην ἰοειδέα πόσσ’ ἁπαλοῖσιν
che di Elicona possiedono il monte grande e divino
ὀρχεῦνται καὶ βωμὸν ἐρισθενέος Κρονίωνος·
e intorno alla fonte scura, coi teneri piedi
καί τε λοεσσάμεναι τέρενα χρόα Περμησσοῖο ἢ 5
danzano, e all'altare del forte figlio di Crono;
e bagnate le delicate membra nel Permesso
Ἵππου κρήνης ἢ Ὀλμειοῦ ζαθέοιο 5
ἀκροτάτῳ Ἑλικῶνι χοροὺς ἐνεποιήσαντο o nell'Ippocrene o nell'Olmeio divino
καλούς, ἱμερόεντας· ἐπεῤῥώσαντο δὲ ποσσίν.
sulla cima dell'Elicona intrecciavano danze
Ἔνθεν ἀπορνύμεναι, κεκαλυμμέναι ἠέρι πολλῇ,
belle e soavi, e si muovevano con piedi veloci.
ἐννύχιαι στεῖχον περικαλλέα ὄσσαν ἱεῖσαι, 10
Di lì levatesi, nascoste da molta nebbia,
notturne andavano, levando la loro bella voce;
ὑμνεῦσαι Δία τ’ αἰγίοχον καὶ πότνιαν Ἥρην
10
Ἀργεΐην, χρυσέοισι πεδίλοις ἐμβεβαυῖαν, celebrando l'egioco Zeus e Era signora,
Muse antiche e contemporanee 4
e la figlia dell'egioco Zeus, Atena occhi-azzurri,
κούρην τ’ αἰγιόχοιο Διὸς γλαυκῶπιν Ἀθήνην
e Febo Apollo, e Artemide saettatrice,
Φοῖβόν τ’ Ἀπόλλωνα καὶ Ἄρτεμιν ἰοχέαιραν
e Poseidone, signore della terra, scuotitore del suolo,
ἠδὲ Ποσειδάωνα γαιήοχον, ἐννοσίγαιον, 15
15
e Temi veneranda, e Afrodite dagli occhi guizzanti,
καὶ Θέμιν αἰδοίην ἑλικοβλέφαρόν τ’ Ἀφροδίτην
e Ebe dall'aurea corona, e la bella Dione,
Ἥβην τε χρυσοστέφανον καλήν τε Διώνην
e Leto e Giapeto e Crono dai torti pensieri,
Λητώ τ’ Ἰαπετόν τε ἰδὲ Κρόνον ἀγκυλομήτην
e Aurora, e Sole grande e Luna splendente,
Ἠῶ τ’ Ἠέλιόν τε μέγαν λαμπράν τε Σελήνην
e Gaia, e il grande Oceano, e la nera Notte,
Γαῖάν τ’ Ὠκεανόν τε μέγαν καὶ Νύκτα μέλαιναν20
20
e degli altri immortali, sempre viventi, la sacra stirpe.
Αἵ νύ ποθ’ Ἡσίοδον καλὴν ἐδίδαξαν ἀοιδήν,
Esse una volta a Esiodo insegnarono un canto bello,
ἄρνας ποιμαίνονθ’ Ἑλικῶνος ὕπο ζαθέοιο.
mentre pasceva gli armenti sotto il divino Elicona;
Τόνδε δέ με πρώτιστα θεαὶ πρὸς μῦθον ἔειπον,
questo discorso, per primo, a me dissero le dee,
Μοῦσαι Ὀλυμπιάδες, κοῦραι Διὸς αἰγιόχοιο· 25
le Muse d'Olimpo, figlie dell'egioco Zeus:
25 "O pastori, cui
“ Ποιμένες ἄγραυλοι, κάκ’ ἐλέγχεα, γαστέρες οἶον,
la campagna è casa, mala genia, solo ventre,
ἴδμεν ψεύδεα πολλὰ λέγειν ἐτύμοισιν ὁμοῖα,
noi sappiamo dire molte menzogne simili al vero,
ἴδμεν δ’, εὖτ’ ἐθέλωμεν, ἀληθέα γηρύσασθαι.”
ma sappiamo anche, quando vogliamo, il vero
Ὥς ἔφασαν κοῦραι μεγάλου Διὸς ἀρτιέπειαι·
cantare".
καί μοι σκῆπτρον ἔδον δάφνης ἐριθηλέος ὄζον 30
Così dissero le figlie del grande Zeus, abili nel parlare:
e come scettro mi diedero un ramo d'alloro
δρέψασαι, θηητόν· ἐνέπνευσαν δέ μοι ἀοιδὴν
fiorito, 30 dopo averlo staccato, meraviglioso;
θέσπιν, ἵνα κλείοιμι τά τ’ ἐσσόμενα πρό τ’ ἐόντα.
e mi ispirarono il canto
Καί μ’ ἐκέλονθ’ ὑμνεῖν μακάρων γένος αἰὲν ἐόντων,
divino, perché cantassi ciò che sarà e ciò che è,
σφᾶς δ’ αὐτὰς πρῶτόν τε καὶ ὕστατον αἰὲν ἀείδειν.
e mi ordinarono di cantare le stirpi dei beati, che
Ἀλλὰ τί ἦ μοι ταῦτα περὶ δρῦν ἢ περὶ πέτρην; 35
sempre sono;
ma esse per prime, e alla fine, sempre.
Τύνη, Μουσάων ἀρχώμεθα, ταὶ Διὶ πατρὶ
Ma a che tali discorsi sulla quercia e la roccia?
ὑμνεῦσαι τέρπουσι μέγαν νόον ἐντὸς Ὀλύμπου,
35 Orsù, dalle Muse iniziamo, che a Zeus padre
εἰρεῦσαι τά τ’ ἐόντα τά τ’ ἐσσόμενα πρό τ’ ἐόντα,
inneggiano col canto rallegrano la mente grande in
φωνῇ ὁμηρεῦσαι· τῶν δ’ ἀκάματος ῥέει αὐδὴ
Olimpo,
ἐκ στομάτων ἡδεῖα· γελᾷ δέ τε δώματα πατρὸς 40
dicendo ciò che è, ciò che sarà, ciò che fu,
con voce concorde; e instancabile scorre la voce
Ζηνὸς ἐριγδούποιο θεᾶν ὀπὶ λειριοέσσῃ
dalle loro bocche, dolce; ride la casa del padre,
σκιδναμένῃ· ἠχεῖ δὲ κάρη νιφόεντος Ὀλύμπου
40
δώματά τ’ ἀθανάτων. Αἳ δ’ ἄμβροτον ὄσσαν ἱεῖσαι
Zeus tonante, per la voce gaia delle dee
θεῶν γένος αἰδοῖον πρῶτον κλείουσιν ἀοιδῇ
che si diffonde; e risuona la cima dell'Olimpo nevoso
ἐξ ἀρχῆς, οὓς Γαῖα καὶ Οὐρανὸς εὐρὺς ἔτικτεν, 45
e la dimora degli immortali; esse la
divina voce levando
οἵ τ’ ἐκ τῶν ἐγένοντο θεοί, δωτῆρες ἐάων.
degli dei la venerata stirpe per prima celebrano col
Δεύτερον αὖτε Ζῆνα, θεῶν πατέρ’ ἠδὲ καὶ ἀνδρῶν,
canto
ἀρχόμεναί θ’ ὑμνεῦσι θεαὶ λήγουσαί τ’ ἀοιδῆς,
fin dall'inizio: quelli che Gaia e Urano ampio
generarono 45
ὅσσον φέρτατός ἐστι θεῶν κράτεΐ τε μέγιστος.
Αὖτις δ’ ἀνθρώπων τε γένος κρατερῶν τε Γιγάντων 50
ὑμνεῦσαι τέρπουσι Διὸς νόον ἐντὸς Ὀλύμπου
Τὰς ἐν Πιερίῃ Κρονίδῃ τέκε πατρὶ μιγεῖσα
Muse antiche e contemporanee 5
Le partorì nella Pieria, unitasi al padre Cronide,
Μνημοσύνη, γουνοῖσιν Ἐλευθῆρος μεδέουσα,
Mnemosine, sovrana delle alture di Eleutere,
λησμοσύνην τε κακῶν ἄμπαυμά τε μερμηράων. 55
che fossero oblio dei mali e tregua delle
preoccupazioni.55
Ἐννέα γάρ οἱ νυκτὸς ἐμίσγετο μητίετα Ζεὺς
Per nove notti ad essa si unì il prudente Zeus,
νόσφιν ἀπ’ ἀθανάτων ἱερὸν λέχος εἰσαναβαίνων·
lungi dagli immortali, il sacro letto ascendendo;
ἀλλ’ ὅτε δή ῥ’ ἐνιαυτὸς ἔην, περὶ δ’ ἔτραπον ὧραι
ma quando fu un anno e si volsero le stagioni,
μηνῶν φθινόντων, περὶ δ’ ἤματα πόλλ’ ἐτελέσθη,
al decrescer dei mesi, e molti giorni furono
ἣ δ’ ἔτεκ’ ἐννέα κούρας ὁμόφρονας, ᾗσιν ἀοιδὴ60
compiuti,
allora lei partorì nove fanciulle concordi , a cui il
μέμβλεται ἐν στήθεσσιν, ἀκηδέα θυμὸν ἐχούσαις,
canto 60
τυτθὸν ἀπ’ ἀκροτάτης κορυφῆς νιφόεντος Ὀλύμπου.
è caro nel petto, e intatto da preoccupazioni hanno
Ἔνθα σφιν λιπαροί τε χοροὶ καὶ δώματα καλά.
l’animo
Πὰρ δ’ αὐτῇς Χάριτές τε καὶ Ἵμερος οἰκί' ἔχουσιν
poco lontano dalla più alta vetta dell'Olimpo
ἐν θαλίῃς· ἐρατὴν δὲ διὰ στόμα ὄσσαν ἱεῖσαι 65
nevoso;
e là sono i loro splendidi cori e la bella dimora;
μέλπονται πάντων τε νόμους καὶ ἤθεα κεδνὰ
vicino a loro stanno le Grazie e Desiderio
ἀθανάτων κλείουσιν, ἐπήρατον ὄσσαν ἱεῖσαι.]
nelle feste; e loro dalla bocca
Αἳ τότ’ ἴσαν πρὸς Ὄλυμπον ἀγαλλόμεναι ὀπὶ καλῇ,
l'amabile voce levando 65
ἀμβροσίῃ μολπῇ· περὶ δ’ ἴαχε γαῖα μέλαινα