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Sintesi

Introduzione Movimento e Istituzione, tesina



La seguente tesina di maturità tratta del tema del movimento e istituzione. La tesina abbraccia anche i seguenti argomenti nella varie discipline scolastiche: vita e forma di Pirandello in Italiano; apollineo e dionisiaco di Nietzche, la dialettica di Marx , La figura di Abramo in Kierkeegard, la teoria degli impulsi di Freud in Filosofia; l'Entropia in Fisica; 1984 di Orwell in Inglese; Klimt in Arte.

Collegamenti


Movimento e Istituzione, tesina



Italiano: vita e forma di Pirandello
Filosofia: apollineo e dionisiaco di Nietzche ,la dialettica di Marx ,La figura di Abramo in Kierkeegard, la teoria degli impulsi di Freud
Fisica: l'Entropia
Inglese: 1984 di Orwell
Arte: Klimt
Estratto del documento

- Sommario:

1. I due Stati del Sociale → Nietzche, Pirandello, Marx

2. Lo Stato Nascente

3. Eros e Thanatos, l’Istituzione e l’ambivalenza → Freud,

Klimt

4. La Dinamica dello Stato Nascente

a) La Tolleranza all’ambivalenza → l’Entropia

Il Sovraccarico depressivo e l’Alternativa

b)

5. Il Dilemma etico → Kierkegaard

6. L’Istituzionalizzazione

7. L’Asservimento morale → Totalitarismo, Orwell: 1984

1. I due stati del sociale

Nella storia della filosofia, e non solo, molti pensatori, descrivendo le dinamiche

del sociale e delle sue strutture hanno distinto due momenti, due diversi modi

con cui l’uomo si rapporta con la realtà. Basta ricordare la distinzione di

Apollineo e Dionisiaco tra vita e

Nietzche tra o l’opposizione Pirandelliana

forma.

Vi è quindi un momento nel quale un individuo o un gruppo permangono nella

staticità e nel mantenimento dello status quo e dei valori precostituiti e un

secondo momento dove subentra un impulso alla vita, che implica il divenire e

una fluidità nei rapporti sociali.

Ora, incentrando il discorso su un piano sovra-individuale e lasciando le

dinamiche interne al soggetto ai capitoli successivi, chiameremo il primo

momento istituzione, cioè i rapporti e le forme sociali nella loro staticità (leggi,

morale e valori) e il secondo movimento, che implica il dinamismo e che mette

in discussione le forme istituzionali.

I due momenti sono legati in un processo unitario in modo simile a quanto

affermava Marx riguardo alla dialettica tra forze produttive e rapporti di

produzione. Infatti i secondi, in quanto statici a un certo punto diventavano

obsoleti rispetto alle forze produttive che regolavano, che al contrario sono in

continuo sviluppo, , e venivano cosi sostituiti dopo un conflitto sociale.

Sempre Marx aveva sviluppato una seconda dialettica nella quale al progredire

delle forze produttive la classe sociale oppressa dai rapporti di produzione(per

esempio privata del possesso dei mezzi di produzione) e inconsapevole della

situazione(cioè alienata),acquistava coscienza di se e si ribellava alla struttura

oppressiva(appunto incarnata dai rapporti di produzione).

Allo stesso modo l’istituzione si indebolisce quando non riesce più a

soddisfare, di fronte al mutare delle condizioni storiche, le istanze dei soggetti

che la compongono ,e entra in crisi quando un gruppo o un movimento,

diventato consapevole della situazione, propone un alternativa strutturale.

2. Lo stato nascente

Nella storia del marxismo, nel cercare di classificare i movimenti reali basati su

un progetto preciso distinguendoli dalle rivolte accidentali si è usato il criterio

dell’ utilità alla causa rivoluzionaria.

Questo però non è un criterio oggettivo, basti pensare alle Jacqueries (rivolte

scoppiate nella plebe per mancanza di condizioni di vita umane) della

rivoluzione francese e al loro importante contributo alla stessa. Cosa è quindi

ciò che divide un movimento reale da uno nato per soddisfare bisogni

particolari? stato nascente

Questo elemento è lo ,la cui dinamica verrà chiarita

successivamente. A questo punto dell’esposizione lo si può definire come un

momento di discontinuità che provoca nell’individuo una modificazione nel suo

modo di intendere la realtà e di rapportarsi ad essa, e che nel caso si presenti

in più soggetti contemporaneamente da origine ad un movimento.

A sua volta il movimento agirà sulle istituzioni precostituite trasformandole. Lo

stato nascente è quindi uno dei modi attraverso il quale la società si trasforma.

Precisazioni da fare adesso sono che lo stato nascente non compare

improvvisamente, ma solo dopo un determinato processo psichico e che esso

consiste in una esplorazione che il soggetto fa riguardo al possibile e nel quale

l’individuo è mosso da forze, anch’esse psichiche, particolari.

3. Eros e thanatos, l’istituzione,

l’ambivalenza

Abbiamo detto che lo stato nascente si manifesta quando la solidarietà sociale

corrente entra in crisi di fronte al mutare delle condizioni strutturali, è cioè una

forma di transizione, che si manifesta nel movimento, che assume il sociale nel

passaggio da un assetto strutturato all’altro.

Le sue forme dipendono dal periodo storico in cui si sviluppa e dalle strutture

istituzionali che ha di fronte, ma si può comunque definire l’esperienza nelle

sue forme generali. teoria dualistica degli impulsi,

Per farlo bisogna prima considerare la elaborata

da Freud. Secondo essa nella psiche umana agiscono due forze opposte, una

Eros, Thanatos,

che tende a unire, l’ e l’altra a dividere e distruggere, la Morte.

La seconda forza rappresenta tutti quegli impulsi aggressivi che albergano

nell’uomo, che sono da ostacolo a un rapporto con il prossimo e obbligano la

civiltà a un grande dispendio di energie per trattenerle, in quanto spesso gli

impulsi irrazionali sono più forti della razionalità.

Al Thanatos si oppone quindi l’Eros, pulsione che incanala le energie degli

individui verso obiettivi costruttivi.

Il compito dell’istituzione è di regolare le due forze per porle a beneficio

dell’edificio sociale. Infatti parte dell’ aggressività è incanalata verso attività

produttive, il resto in parte è riversato su oggetti persecutivi(il nemico, il

diverso) e in parte è respinto sul soggetto attraverso le norme e leggi che si

super-io.

presentano nella sua mente come

In generale le energie aggressive sono dirette verso chi provoca la frustrazione

della libido(ricerca del piacere) e le energie attrattive verso gli oggetti di

piacere. Inoltre lo sfogo dell’aggressività causa piacere, mentre la sua

frustrazione provoca uno stato depressivo, in quanto essa non può che essere

riversata sul soggetto stesso.

Basandosi su questa teoria dualistica è inoltre possibile definire il fenomeno

dell’ambivalenza, secondo il quale il soggetto, in particolari condizioni riversa

sia energie attrattive sia aggressive verso uno stesso oggetto, che diventa così

ambivalente.

Il concetto freudiano di ambivalenza ha avuto molte influenze nella cultura di

inizio novecento, basti ricordare la pittura di Gustav Klimt, e in particolare

Giuditta e Oloferne ,nel quale sono rappresentati nello stesso momento Eros e

Thanatos.

(D’ora in poi per semplificare il discorso parleremo invece che di Eros, di

cariche positive, e invece di Thanatos, di cariche negative)

La dinamica dello stato nascente

4.

La tolleranza all’ambivalenza

Nel capitolo precedente era stato affermato che l’istituzione norma gli oggetti

collettivi, cioè definisce cosa per il soggetto deve essere oggetto positivo e

cosa negativo, ponendo delle barriere(norme, leggi, etc.).Quando queste

barriere vengono meno gli oggetti diventano ambivalenti.

Ora, assumendo come postulato di base che il soggetto opera ricercando il

piacere, sia soddisfacendo l’Eros, sia sfogando l’aggressività, si può spiegare

come egli fissi le cariche sugli oggetti.

Innanzitutto, normalmente, le cariche positive e negative investono gli oggetti

dello stesso segno.

Il soggetto, inoltre, tende a investire di cariche positive gli oggetti che gli

forniscono piacere, ed investono lui stesso di eros, e a fissare cariche negative

sugli oggetti che lo aggrediscono. In questo modo il soggetto, nel liberare le

cariche psichiche trova la sua identità in quanto in questo modo si rapporta con

la realtà e proprio grazie a questo rapporto il soggetto trova il suo essere.

Però, sia gli oggetti positivi che quelli negativi, hanno un potere frustrante sul

soggetto, direttamente proporzionale alla dipendenza che lui ha rispetto ad

essi. Da qui deriva l’ambivalenza, in quanto anche un oggetto di piacere ha

effetti negativi sul soggetto, che essendo dipendente da esso, nel perderlo

sarebbe distrutto psicologicamente.

Il compito dell’Istituzione è quello di fissare gli oggetti collettivi, in modo da

fornire al soggetto delle certezze riguardo agli oggetti da cui è dipendente.

Infine, maggiore è la dipendenza che un soggetto ha rispetto ad un oggetto e

minore sarà la tolleranza all’ambivalenza, la quale ora si può definire come

entropia, cioè come il grado di disordine di un sistema.

La chiave dello stato nascente è proprio l’ultima affermazione. Esso, infatti,

compare quando l’entropia raggiunge il grado di non tollerabilità, e da cosi

inizio ad una ristrutturazione del campo d’esperienza del soggetto.

Il sovraccarico depressivo e l’alternativa

Prima si era affermato che il ruolo dell’istituzione era di dare certezze al

soggetto fissando gli oggetti collettivi. Questo però comporta che questi

oggetti, avendo un carattere sovrapersonale diventano più importanti del

singolo, nella cui mente si manifestano come super-io dando origine ad una

schiavitù morale, in quanto il soggetto, la cui ricerca di piacere sfrenato è

frustrata dagli oggetti collettivi , deve liberare un flusso di aggressività che può

sfogare solo su se stesso.

Il soggetto accetta, seppur inconsciamente, questo meccanismo perché gli

fornisce certezze.

Ma l’uomo che, nascendo trova davanti a se questo meccanismo precostituito

deve cercare di renderlo proprio. Ma, poiché ciò che va bene oggi non è detto

che vada bene domani, ad un certo punto le istituzioni entrano in crisi in

quanto diventano obsolete (cap.1) e mantenerle diventa per il soggetto un

sovraccarico depressivo.

compito immane. Ha così inizio il

Il soggetto è costretto a trasferire su di se tutta l’aggressività che si forma a

causa dell’oppressione di queste istituzioni che pero a lui appaiono come un

qualcosa di sacro e indiscutibile. Il processo continua fino a quando il soggetto

non si autodistrugge, cioè fino a quando l’aggressività è talmente repressa da

indurre il soggetto a una crisi.

Oltre l’autodistruzione non si può più andare, e a questo punto il soggetto si

accorge che ciò per cui si era sacrificato non sono altre che costruzioni umane

e l’ambivalenza che si era costituita diventa manifesta e il soggetto diventa

consapevole. Gli oggetti positivi iniziano ad apparire negativi, mentre quelli

negativi assumono i tratti di una possibile alternativa positiva. La violenza

repressa investe l’ oggetto d’amore fatiscente, è lo stato nascente, una vera e

propria esperienza liberativa.

Come già detto, se ciò avviene in più individui contemporaneamente si ha un

movimento, che mette in discussione le istituzioni correnti.

Il dilemma etico

5.

Ciò che causa lo stato nascente oltre ad una liberazione del soggetto è un vero

e proprio dramma, il dilemma etico, che come molti meccanismi psichici si

manifesta inconsciamente.

Questo dilemma è causato dal fatto che le strutture istituzionali entrate in crisi

con la comparsa dello stato nascente sono ancora parte integrante dello

schema psichico del soggetto, poiché il loro smantellamento non è immediato.

Il soggetto deve quindi scegliere tra l’ alternativa che lo ha liberato e le

strutture che lo opprimevano ma che sono parte integrante del suo io. Si forma

così nel soggetto una frattura, un dramma quasi esistenziale poiché la scelta è

tra due strade esistenziali opposte, ma che per il soggetto hanno lo stesso

valore.

Quindi caratteristica fondamentale dello stato nascente è la presenza del

dilemma etico, simile a quello a cui era sottoposto l’Abramo descritto da

Timore e tremore.

Kierkeegard in La soluzione proposta dal filosofo danese è la

stessa dello stato nascente: la fede. Avendo fiducia in una alternativa che ha la

possibilità di essere migliore della realtà esistente, il soggetto la sceglie

sperando di poter in questo modo migliorare la realtà.

L’istituzionalizzazione

6.

Lo stato nascente non è uno stato eterno, ma una forma di transizione. Per

questo è destinato o a dissolversi o ad istituzionalizzarsi.

Possiamo paragonare il sociale ad un grande iceberg immerso nell’oceano. La

massa di ghiaccio è l’istituzione, che è in maggior parte sommersa dall’acqua,

cioè i suoi meccanismi sono inconsci e nascosti. La massa dell’ acqua che

circonda il ghiaccio rappresenta nella sua potenzialità distruttiva la possibile

fluidità del sociale.

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