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“
Mi duole che le donne si struggano di lacrime. Esse
dicono di essere vittime.
Ma vittime di che?
Della loro ignoranza che le rende cieche; del loro ozio, che
le abbandona alla noia;
5 della loro debolezza d’animo che le fa schiave…
Lasciate i gesti, gli atteggiamenti e gli accenti
supplichevoli:
levatevi e marciate con passo fermo verso la verità”
George Sand
10
15
20
25 Qose Leonisa 1
Liceo Scientifico I.Alpi
30 Indirizzo Linguistico
Classe V^B
Anno scolastico 2009-2010
Introduzione
35 I tempi sono cambiati ma la donna, a
volte, è ancora succube dell’uomo.
Nella genesi viene spiegata in modo allegorico l’uguaglianza tra l’uomo
e donna : Dio tolse una costola all’uomo e plasmò la donna. L’uomo
allora disse : “Ella è carne della mia carne, ossa delle mie ossa”.
40 Eppure nella storia la donna è sempre stata considerata inferiore e ha
dovuto occuparsi dei lavori domestici e dell’allevamento dei figli, non
ha avuto diritto alla vita politica e nel medioevo è stata spesso
accusata di stregoneria, e per questo messa al rogo.
Nell’800 l'ideale romantico voleva che l'uomo proteggesse e amasse le
45 donne, ma non erano alla pari degli uomini. In Dracula, noto romanzo
dell'epoca, si leggeva (riferito ad una donna): “Ella ha cervello da
uomo”, come se in genere le donne fossero invece meno intelligenti. A
fine ‘800 e inizio ‘900, le donne iniziarono ad opporsi a queste
ingiustizie, basti pensare alle “suffragette” , nomignolo (inizialmente
50 dispregiativo) delle donne inglesi che chiedevano il voto (appunto il
'suffragio') con manifestazioni e a volte con battaglie violente; tuttavia
il voto gli venne concesso come diritto solo nel 1946. In molti pensano
che di donne importanti nella storia ce ne sono poche.
Sono meno degli uomini, ma nessuno si ricorda mai di
55 Cleopatra,
che fu la prima donna a volare,
Giovanna d’Arco, Amelia Earhart, Anna
che guidava il partito socialista all’epoca delle “suffragette”,
Kuliscioff, la prima donna nello spazio nel 1963;
Valentina Tereshkova, Rosa
politica, teorica socialista e rivoluzionaria tedesca di origini
Luxemberg,
polacche ed ebraiche. Per Rosa Luxemburg, il compito del partito è
60 quello di indicare la via, ma l'iniziativa storica non spetta ad esso, bensì
alle masse: anche i passi falsi di un reale movimento operaio sono
storicamente più utili dell'infallibilità del miglior comitato centrale.
delle prime donne a laurearsi in medicina presso
Maria Montessori,una montessoriano
l’università “La Sapienza”. Nasce Il metodo che parte
65 dallo studio dei bambini con problemi psichici, espandendosi allo studio
bambino
dell'educazione per tutti i bambini. Il suo pensiero identifica il
come essere completo, capace di sviluppare energie creative e
possessore di disposizioni morali (come l'amore), che l'adulto ha ormai
compresso dentro di sé rendendole inattive. donna politica
70 Golda Meir,
israeliana, quarto premier d'Israele (1969) e prima donna a guidare il
governo del suo Paese, quarta a ricoprire tale posizione a livello 2
internazionale. Diresse la politica israeliana in periodi particolarmente
difficili, trovandosi ad affrontare varie crisi internazionali, come la crisi
petrolifera successiva alla guerra del Kippur, i contrasti militari con
75 Egitto e Siria e, soprattutto, il massacro di Monaco alle Olimpiadi del
1972, quando un commando di terroristi palestinesi sequestrò ed
uccise undici tra atleti e allenatori israeliani. Per il suo carattere
risoluto, è stata spesso paragonata al primo ministro britannico
Margaret Thatcher, ottenendo il soprannome di "lady di ferro" della
80 politica israeliana. Il suo piglio deciso era celebre anche in patria: gli
israeliani, secondo una battuta ricorrente, solevano definirla "l'unico
vero uomo in Israele. Nonostante questa nomea, verso la fine della sua
carriera, Golda Meir ha saputo mantenere un'aura materna, che la
faceva apparire come "la nonna del popolo israeliano". È tuttora
85 considerata una delle figure femminili più importanti del XX secolo.
Molte hanno anche vinto premi Nobel: per la
Madre Teresa di Calcutta
pace, che scoprì il fattore di crescita nervoso negli
Rita Levi Montalcini
anni ‘50, due volte Nobel per la fisica e per la chimica, fu
Marie Curie,
anche la prima professoressa in un’università francese.
90 Queste sono solo alcune tra le più conosciute ma la lista è lunga.
Numerosi sono oggi anche i nomi di autrici presenti nei programmi dei
corsi universitari, così come molti sono i progetti di ricerca avviati che
hanno per oggetto il recupero di testi scritti dalle donne.
95 La speranza è quella di giungere ad una sua ridefinizione che
contemperi anche la presenza di un “oggetto femminile” negato dalla
storia e dalla tradizione e che oggi emerge con maggiore
autorevolezza. Una tale formazione consentirebbe di attivare
100 trasversalmente a tutte le discipline una riflessione sul “maschile” e sul
“femminile”, aiutando ragazze e ragazzi a riflettere su di sé, sulla
propria identità e sui ruoli assunti da uomini e donne nella società sia
passata che contemporanea. Ne conseguirebbe una maturazione più
equilibrata e consapevole.
105 Questo lavoro vuol essere un modesto contributo per far sì che venga data voce al
Queste donne sanno dare
silenzio a cui sono state costrette molte donne.
testimonianza di coraggio , di determinazione, piene di speranza, di
sogni, di desideri inespressi che confessano ai segreti scrigni delle loro
anime. Si tratta di donne inserite nel mondo del lavoro, in qualità di
110 maestra, di impiegata, di istitutrice, spesso giovanissime, sole di fronte
ai pregiudizi, alle convenzioni sociali, vittime di ingiustizie, di soprusi,
di violenze e molestie sessuali. Talvolta la ferita della violenza è così
lacerante da lasciare la vittima piena di vergogna, senza più né sogni
né quelle speranze che avevano nutrito la sua anima tenera e
115 romantica. Il 69% degli stupri sono opera di partner, mariti o fidanzati.
In Europa il 12-15% subisce quotidianamente violenze domestiche: la
prima causa di morte ancora prima di cancro, guerre e incidenti!
5 3
Personalmente credo che la gente debba sapere queste cose, le donne
non sono oggetti, chi lo pensa è un ignorante. Senza la presenza delle
120 donne, senza diritti civili e sociali alla pari degli uomini nella vita
sociale, mancherebbe molto.
È stata proprio una donna quella che seppe dire «no, basta» e convinse
i suoi concittadini ad attuare una ribellione lenta e costante contro le
leggi americane che negli anni '50 discriminavano i residenti di colore:
125 il simbolo dei diritti civili che aveva dato il via alla protesta
Rosa Parks,
guidata da Martin Luther King contro la segregazione razziale negli
Stati Uniti. la madre del Movimento dei Diritti Civili americano
La sua storia comincia 54 anni fa. Siamo in Alabama, è il 1955, nello
stato vigono le leggi sulla segregazione razziale. Rosa Parks ha 42 anni,
130 lavora a Montgomery. E' sarta in un grande magazzino. Ma è nera, e il
colore della sua pelle rappresenta il discrimine tra un cittadino di serie
A e uno di serie B. Rosa sale sull'autobus, al termine del lavoro. Dopo
tre fermate, arriva un uomo bianco e, come richiesto dal regolamento,
lei dovrebbe cedergli il posto.
135 «No, sono stanca di essere trattata come una cittadina di seconda
classe» dice al conducente James Blake, che visto il suo rifiuto e quello
di altri tre passeggeri di colore di alzarsi, chiama la polizia. Agli agenti
venuti ad arrestarla, la Parks oppone queste parole: «Non penso di
doverlo fare. Ho pagato il biglietto come chiunque altro». Il suo rifiuto
140 segna una svolta epocale in ciò che fino a quel momento era sembrato
normale.
Quattro giorni dopo l'episodio, Parks fu condannata ad una multa di 10
dollari più altri 4 di spese processuali. Lo stesso giorno i residenti di
colore iniziarono a boicottare il servizio degli autobus, guidati da un
145 pastore sino ad allora sconosciuto, Martin Luther King jr. Ne nacquero
marce, proteste, sit-in che portarono gradualmente i neri ad acquisire
sempre più consapevolezza e visibilità. La protesta durò 381 giorni,
oltre un anno, e la sfida legale sfociò in una sentenza della Corte
Suprema che impose a Montgomery di abolire le discriminazioni sugli
150 autobus e mise fine alle leggi di segregazione nei servizi pubblici in
tutto il sud.
155 INDICE
160 4
Storia
“La condizione della donna nella società fascista,
tra leggi discriminatorie e diritti
negati”…………………………. pag. 5
“La donna oggi nel mondo del lavoro:
parità di diritti e di trattamento
economico”……………………… pag. 7
Francese
170 Simon de Beauvoir …………………………………………….
pag. 8
Le deuxiéme sexe
Filosofia
175 Sartre, ……………………………………………………
pag. 11-13
La nausea
180 Inglese
Virginia Woolf ……………………………………………………
pag. 15
A Room of One’s Own
185 Italiano
Sibilla Aleramo …………………………………………….
pag.16-18
Una Donna pag.
190 Spagnolo
Garcia Lorca
…………………………………………...pag. 19-21
La casa de Bernarda Alba
195 La figura de Adela y de Bernàrdà 5
10
200 La condizione
della donna nella
205 società fascista,
tra leggi discriminatorie e diritti negati
P er consolidare il proprio regime improntato sull’autoritarismo,
Mussolini adottò una politica anti-femminista, che impose alla donna
l’esclusivo ruolo di madre casalinga e facendo così della maternità
210 oggetto di pubblica esaltazione, a sostegno della forza nazionalista
dello Stato.
Le donne, intese come portatrici di interessi privati (familiari), furono
così escluse da tutto ciò che aveva attinenza con la sfera pubblica.
Anche la questione demografica fu affrontata in nome del superiore
215 interesse dello Stato, in termini di
quantità anziché di qualità.
Allo scopo di incrementare le nascite lo
stato fascista vietò l’uso di
anticoncezionali e il ricorso all’aborto,
220 nonché qualsiasi forma di educazione
sessuale.
Ogni aspetto della vita delle donne fu
subordinato agli interessi dello Stato, al
punto da negare, in assoluto, ogni
225 forma di emancipazione femminile.
Le femministe storiche, in testa alle
quali si ricorda Anna Kuliscioff per la
sua coraggiosa battaglia a favore del
voto alle donne, dopo la sconfitta del
230 1925, furono costrette a volgere il loro impegno nel volontariato sociale
o nell’attivismo culturale, ma con crescenti ostacoli e limitazioni. Il
diritto di famiglia, basato sulla supremazia maschile, precludeva alle
donne ogni decisione di natura giuridica o commerciale (atti legali e
notarili, stipule, contratti, firme di assegni e accensioni di prestiti),
235 senza l’autorizzazione del marito o del padre. La stessa tutela dei figli
era esclusiva prerogativa maschile.
Dal 1926, con la soppressione di tutti i partiti politici, fenomeno che
imbavagliò la stampa nonché l’attivismo femminista delle socialiste e
delle giovani militanti del P.C.I., il regime riconobbe solo due movimenti
240 femminili: quello fascista, che venne incoraggiato, e quello cattolico,
che fu tollerato. 6
“Lo scopo di ogni donna è il figlio: la sua maternità psichica e fisica non
ha che questo unico scopo”. Così si legge in un manuale di igiene
divulgato dal regime alla fine degli anni ’30.
245 Le madri più prolifiche ottenevano addirittura riconoscimenti ufficiali e
privilegi.
La funzione procreativa femminile determinò un progressivo
allontanamento della donna dalla sfera pubblica. La riforma della
scuola fascista, che ai giorni nostri è ricordata ancora con il nome del
250 suo promotore, Giovanni Gentile, Ministro dell’Educazione Nazionale
dal 1922 al 1924, produsse una vera e propria defeminilizzazione del
corpo insegnante, negando alla donna qualsiasi capacità come
educatrice. Le donne non poterono accedere ai concorsi pubblici per
insegnare lettere, latino, greco, storia e filosofia nei licei o italiano negli
255 istituti tecnici.
Un decreto legge del ’38, infine, impose una riduzione al 5% del