Anteprima
Vedrai una selezione di 12 pagine su 52
Lato magico del mondo Pag. 1 Lato magico del mondo Pag. 2
Anteprima di 12 pagg. su 52.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Lato magico del mondo Pag. 6
Anteprima di 12 pagg. su 52.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Lato magico del mondo Pag. 11
Anteprima di 12 pagg. su 52.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Lato magico del mondo Pag. 16
Anteprima di 12 pagg. su 52.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Lato magico del mondo Pag. 21
Anteprima di 12 pagg. su 52.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Lato magico del mondo Pag. 26
Anteprima di 12 pagg. su 52.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Lato magico del mondo Pag. 31
Anteprima di 12 pagg. su 52.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Lato magico del mondo Pag. 36
Anteprima di 12 pagg. su 52.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Lato magico del mondo Pag. 41
Anteprima di 12 pagg. su 52.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Lato magico del mondo Pag. 46
Anteprima di 12 pagg. su 52.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Lato magico del mondo Pag. 51
1 su 52
Disdici quando vuoi 162x117
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Sintesi
Italiano: Dante Alighieri (Divina Commedia, canto XX Inferno)

Storia: Adolf Hitler; il nazismo esoterico

Filosofia: le interpretazioni moderne della magia (Malinowsky, Mauss, De Martino)

Latino: L'asino d'oro di Apuleio; Plinio il Vecchio; le leggi delle XII tavole

Fisica: Copernico; Gilbert; Newton

Inglese: the tragicall history of Doctor Faustus by C. Marlowe

Storia dell'arte: lo studiolo alchemico di Francesco I de' Medici; la pittura visionario-fantastica di Goya, Fussli e Blake
Estratto del documento

Cosa è la magia, perché l’uomo ne sente il bisogno, l’origine magica della scienza

I

l M

e d i o e v

o

La cultura magica medievale si espresse soprattutto nell’alchimia, cioè nell’arte della

trasformazione. Secondo il pensiero medievale, fondato sui principi aristotelici che la materia fosse

formata dai quattro elementi (aria, acqua, terra e fuoco), gli elementi potevano essere isolati oppure,

messi insieme, potevano formare la “materia prima” costitutiva di tutte le cose. Quest’ultima poteva

essere ottenuta per mezzo della fusione dei metalli o la distillazione di sostanze organiche.

Fu elaborata una teoria di operazioni per lo studio della fusione

dei metalli: l’opera alchemica si suddivideva in alcune fasi

distinte da diversi colori; il processo aveva inizio quando la

materia, attraverso alcuni trattamenti, assumeva il colore nero,

mentre terminava nel momento in cui diventava di colore rosso.

Tuttavia l’ambizione più grande degli alchimisti era la

creazione della pietra filosofale, che avrebbe permesso di

creare l’oro attraverso altri metalli, oltre che donare

l’immortalità, e avrebbe conferito l’onniscienza, ossia la

conoscenza assoluta. Dunque l’oro degli alchimisti univa la

tradizione orientale sull’elisir di lunga vita e quella occidentale

sulla pietra filosofale.

La visione del mondo degli alchimisti si scontrò duramente con

Joseph Wright of Derby la Chiesa cattolica che al tempo era la custode del sapere

L'alchimista in cerca della pietra filosofico. Nel 1317 Papa Giovanni XXII emanò la bolla

filosofale

Spondent quas non exhibent, dove accusava gli alchimisti di promettere ciò che non si poteva

ottenere, in particolare la falsificazione dell’oro. Nonostante ciò, erano presenti alchimisti

appartenenti al cattolicesimo; il più importante fra questi fu il benedettino Teofilo Presbitero che,

nel XII secolo, riuscì ad ottenere attraverso l’unione di diversi metalli l’ottone.

Furono numerose anche polemiche antimagiche di alcuni scrittori cristiani, come Origene e

Tommaso d’Aquino. In particolare d’Aquino, nella Summa Teologica contra Gentiles, condannava

le arti magiche in quanto contrastanti col messaggio di Cristo. Da tale visione si distaccò

Sant’Agostino che nei suoi scritti fece distinzione tra stregoneria e magia benefica: quest’ultima per

il teologo di Ippona avrebbe avuto caratteri positivi, cioè sarebbe stata capace di purificare le anime

e di prepararle a ricevere gli angeli, entità che le avrebbero condotte alla visione di Dio. (“Libro

La cultura magica medievale si espresse anche con la diffusione di testi quali il Picatrix

delle Leggi o degli esperimenti”) Abū l-Qāsim Maslama Ahmad al-Majriti,

di il Tetrabiblos di

Claudio Tolomeo e l’Introductorium di Albumasar. Questi testi furono influenzati dalla magia e

della medicina naturale provenienti dal mondo islamico e da quello greco-bizantino e avranno

grande fortuna nella speculazione magica dell'età rinascimentale.

E’ solo con Ruggero Bacone e Alberto Magno, che si inizia a distinguere la magia naturale dalla

magia intesa come idolatria. Le leggende che legano Alberto alla magia sono numerose: in realtà è

stato dimostrato come questo personaggio fu particolarmente interessato a recuperare le false storie

6

Il lato magico del mondo

alla magia. E’ noto infatti che egli disprezzasse tutte le materie legate all’arte magica:

legate

sosteneva che fosse impossibile trasformare in oro i metalli attraverso pratiche alchemiche o creare

l’elisir di lunga vita, tanto desiderato dagli alchimisti.

D a

n

t

e e l a m a

g

i

a : c

a

n t

o X X d e l l ’ I

n

f e r n o

«Canto XX, dove si tratta de indovini e sortilegi e de l’incantatori, e de l’origine di Mantova, di che

trattare diede cagione Manto incantatrice; e di loro pene e miseria e de la condizione loro misera,

ne la quarta bolgia, in persona di Michele di Scozia e di più altri»

Anonimo commentatore dantesco del XIV secolo

Nel XX canto dell’Inferno, che si svolge nella quarta bolgia

dell'ottavo cerchio, Dante descrive la condizione di maghi e

indovini condannati ad avere per l’eternità il collo travolto

all’indietro perché “volse veder troppo davante, / di retro

cioè perché hanno preteso di vedere

guarda e fa retroso calle”,

ciò che non potevano.

Dante, come tutti ai suoi tempi, credeva negli influssi degli

astri sugli uomini; gli astrologi diventano per lui fraudolenti nel

Emilio Mazzola, Canto XX Inferno momento in cui pretendono di prevedere il futuro e di trarre

dagli astri norme di vita. Del resto, tutta la struttura del Paradiso è astrologica: i beati appaiono al

viaggiatore distribuiti nei cieli dei vari pianeti che avevano influito sulla loro indole; e tutto il

poema è pieno di riferimenti astrologici. Quello che egli respinge è l’astrologia cosiddetta

“giudiziaria”, cioè divinatoria. Dante pone nella quarta bolgia essenzialmente indovini, maghi e gli

astrologi in quanto indovini.

Dante, dopo una descrizione generale, indica tra i peccatori, attraverso le parole di Virgilio, alcuni

indovini e maghi, di cui i principali sono:

 Anfirao: uno dei sette re di Tebe narrati nella Tebaide di Stazio che prevedendo la propria

morte si nascose prima dell'assedio di Tebe. Egli però venne scovato e convinto a partire in

battaglia, dove fu sconfitto e costretto alla fuga. Per impedire che venisse ucciso dai

Tebani, Giove gli aprì la terra sotto i piedi, facendolo precipitare col suo carro direttamente

al cospetto di Minosse (“s'aperse a li occhi d'i Teban la terra; / per ch'ei gridavan tutti:

“Dove rui, / Anfïarao? perché lasci la guerra?” / E non restò di ruinare a valle / fino a

Minòs che ciascheduno afferra”);

 Tiresia: il mago che per aver percosso con la sua verga due serpenti in amore, da maschio

divenne femmina, e restò tale per sette anni, finché con la medesima verga non ripercosse i

medesimi serpenti (“di maschio femmina divenne, / cangiandosi le membra tutte quante”).

La sua colpa risulta essere la pretesa di dominare il destino degli altri; 7

Cosa è la magia, perché l’uomo ne sente il bisogno, l’origine magica della scienza

 Arunte: leggendario indovino attinto dalla Pharsalia di Lucano, dove egli predice la vittoria

di Cesare durante le guerra civile;

 accusato da Dante di “magiche

Michele Scotto: astrologo di Federico II frodi”;

 Guido Bonatti: noto astrologo contemporaneo di Dante che, attraverso la semplice

osservazione degli astri, aveva preteso di indicare a Guido da Montefeltro il momento

propizio per le sue imprese militari.

I

l R i n

a

s

c

i m e n

t

o

Nel Rinascimento la magia e la stregoneria vennero seguite e praticate con determinazione e

abbondanza, tanto che si verificò la grande rinascita della magia, in sostanziale parallelismo con il

crescere degli interessi scientifici. La magia rinascimentale fu dominata dal tentativo di cogliere

l’unità delle forze del Cosmo e dall’esigenza di conciliare le contraddizioni della realtà. In questo

senso le pratiche magiche vennero generalmente intese come delle arti, praticate solamente da

individui con capacità straordinarie e in grado di penetrare le realtà visibili ed invisibili

infinitamente complesse del cosmo, realtà che rimandavano al tutto e dentro le quali il tutto era

racchiuso. L'inizio di questa rinascita

Ermete Trismegisto, “Tre volte grande, ma mai magica può essere considerata

esistito” l'opera di traduzione del Corpus

Ficino nel 1463 venne incaricato da Cosimo de’ Medici di Hermeticum, degli Oracoli

tradurre il Corpus Ermeticum, e disse che il suo autore era un Caldaici e degli Inni Orfici,

certo Ermete Trismegisto, fondatore della religione egiziana e attribuite rispettivamente a

contemporaneo di Mosè. Ermete Trismegisto, Zoroastro e

Il Corpus Ermeticum divenne il Orfeo. Fu questo il motivo della

testo di riferimento degli grande abbondanza di maghi in

alchimisti e sul suo artefice questo periodo: i più importanti

sorsero numerose leggende, furono indubbiamente Pico della

anche se, non fu mai esistito. Il Mirandola (1463-1494),

suo nome, che significa “tre Cornelio Agrippa di Nettesheim

volte grande” ha probabilmente (1486-1535) e Teofrasto

origini romane: deriva dalla Paracelso (1493-1541).

fusione di Ermes (messaggero Ermete Trismegisto, pavimento Il primo fu molto interessato alla

del Duomo di Siena

degli dei) e Thot (dio egizio tradizione esoterica ebraica della

delle lettere e delle arti). cabala, che venne da lui intesa

come una fonte di sapienza fondamentale per poter decifrare il mistero del mondo. La magia risulta

essere strettamente legata alla sapienza cabalistica: per Pico della Mirandola il mago opererebbe

attraverso particolari simboli di una realtà che va oltre il visibile, e dunque, partendo dalla natura,

può giungere a conoscere tale sfera invisibile attraverso la conoscenza della struttura matematica

8

Il lato magico del mondo

che è il fondamento simbolico-metaforico della natura stessa. La magia per Pico non sarebbe

nient’altro che il “totale compimento della filosofia naturale”.

Agrippa nella sua opera principale, il De occulta philosophia, definisce la magia come la scienza

più perfetta: «Coloro che vorranno dedicarsi allo studio della Magia, dovranno conoscere

a fondo la Fisica, che rivela la proprietà delle cose e le loro virtù occulte;

dovranno essere dotti in Matematica, per scrutare gli aspetti e le immagini

degli astri, da cui traggono origine le proprietà e le virtù delle cose più

elevate; e infine dovranno intendere bene la Teologia, che dà la conoscenza

delle sostanze immateriali che governano tutte queste cose. Perché non vi può

essere alcuna opera perfetta di Magia, e neppure di vera Magia, che non

Theodor de Bry, racchiuda queste tre facoltà»

Agrippa di Nettesheim

Inoltre Agrippa suddivise la magia in tre diversi gruppi: naturale, celeste e cerimoniale, dove i primi

due rappresentano la magia bianca, e il terzo quella nera o negromantica.

Altra importante figura nel contesto magico-alchemico rinascimentale fu quella

di Teofrasto Paracelso, che risentì della simbiosi tra magia naturale e scienza

sperimentale, tipica del XVI secolo. Paracelso rovesciò la teoria aristotelica dei

quattro elementi, sostenendo che tutti i corpi, organici e inorganici, fossero

costituiti da sale, zolfo e mercurio. Inoltre affermava come lo stato di salute

dipendesse dalla perfetta unità di queste sostanze; la malattia dipende così dalla

separazione e dallo squilibrio fra queste. Paracelso sosteneva:

«Sono stato eletto da Dio per estinguere e cancellare tutte le fantasie di Ritratto di Paracelso

complicate e false opere, siano esse le parole do Aristotele, Galeno o i loro

seguaci».

Nel 1484 Papa Innocenzo VIII promulgò la bolla pontificia del Summis desiderantes, con la

quale affermava la necessità di sopprimere la stregoneria nella regione della Valle del Reno. Inoltre

nel documento si esprimevano i timori della diffusione della

stregoneria, si denunciavano come eretiche tutte le pratiche magiche e

si ratificava l’operato degli inquisitori, religiosi e laici che operavano

in gran parte dell’Europa.

Due anni più tardi due frati domenicani, Kramer e Sprenger,

(“Il Martello delle Streghe”),

pubblicarono il Malleus Maleficarum una

sorta di manuale inquisitoriale della caccia alle streghe. In particolare

questo spiegava quali comportamenti adottare in ogni singola

occasione di presunta stregoneria. L'emissione di questa bolla scatenò

una delle più feroci cacce alle streghe della storia europea.

A questo documento seguirono numerosi altri testi di vari dottori della

di fra’

Chiesa e inquisitori: tra i più noti il Tractatus de Strigibus

Prima pagina del Malleus Bernardo Rassegno, databile al primo decennio del Cinquecento. 9

Cosa è la magia, perché l’uomo ne sente il bisogno, l’origine magica della scienza

Il tribunale dell’Inquisizione

L'Inquisizione è l'istituzione ecclesiastica fondata dalla Chiesa cattolica per indagare e punire,

mediante un apposito tribunale, gli eretici.

Storicamente, l'Inquisizione si può considerare stabilita

Dettagli
Publisher
52 pagine
126 download