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Sintesi

Introduzione Modernità e Post-moderno, tesina



La seguente tesina di maturità tratta del tema della modernità e post-moderno. La tesina abbraccia anche i seguenti argomenti nella varie discipline scolastiche: Uno sguardo all’Illuminismo in Italiano e Storia; Mass Media e Telecomunicazioni in Elettronica; Il cinema postmoderno in Linguaggio Audiovisivo; film Memento in Inglese; Metamorfosi dell’arte in Storia dell'Arte.

Collegamenti


Modernità e Post-moderno, tesina



Italiano e Storia
1.1. Uno sguardo all’Illuminismo
1.2. La crisi della modernità
1.3. La ragione illuministica come “bugia necessaria”
1.4. Il postmoderno in letteratura
1.4.1 La crisi dell’Io. Luigi Pirandello innovatore
Elettronica
2.1. Mass Media e Telecomunicazioni
2.2. Le comunicazioni di massa
2.2.1 Cenni sulla storia delle comunicazioni di massa
2.3. Telecomunicazioni
Linguaggio audiovisivo
3.1. Il cinema postmoderno
3.2. Il “film concerto"
3.3. Caratteristiche stilistiche del cinema postmoderno
3.4. Il personaggio nella narrazione del cinema postmoderno
3.5. Analisi del film Memento di Christopher Nolan
3.5.1. Il regista
3.5.2. Il film
3.5.3. Il montaggio: un’immensa frantumazione
3.5.4. Analisi di una sequenza del film
Inglese
4.1. Descrizione di una sequenza del film Memento
Storia dell’arte e Multimediale
5.1. Metamorfosi dell’arte
Estratto del documento

Introduzione

È possibile afermare che negli ultimi trent’anni c’è stato un

cambiamento nel mondo artistico e politico-economico, che ha portato

con se una trasformazione del senso del mondo e della realtà in cui

viviamo. A questa nuova epoca è stato dato il nome di postmodernismo.

Negli ultimi due decenni il postmodernismo è diventato un conceto

con cui confrontarsi, per comprenderne la natura, sia come sistema di

idee sia come condizione storica.

Con questo termine ci si riferisce generalmente a quella tendenza

artistica nata atorno agli anni ‘70 del XX secolo che rifutava la tesi di

fondo della modernità.

L’utilizzo del “post” può generare un mutamento e, al contempo,

una successione, e dunque un legame con la parola stessa. N el caso del

termine “postmoderno” il prefsso non segnala tanto una successione

cronologica col moderno quanto piutosto un diferente rapporto con

esso. Alcuni parlano di postmodernità riconoscendo una serie di eventi

tali da provocare una rotura epocale, altri di semplici trasformazioni

interne al moderno. I n sostanza non si può tracciare una linea reta che

separi moderno e postmoderno, in quanto i processi di trasformazione

sociale e culturale sono lenti ed estremamente disomogenei,

coinvolgono determinati aspeti e non altri. Tutavia si trata di un

legame ambiguo: il postmoderno è segnato dalla contraddizione di

doversi porre come successivo a ciò che ancora è (modernum deriva

dall’avverbio latino “modo”, che signifca “atualmente”).

Il postmodernismo quindi si contrappone alla modernità, intesa

come volontà di costruzione di sistemi e teorie, come sistema che crede

nella razionalità, nel valore positivo della scienza e dell'intervento

tecnologico, nel senso progressivo dello sviluppo storico e del pensiero.

I l postmodernismo al contrario enfatizza la parte ambigua e

contradditoria della razionalità, si pone criticamente nei confronti della

scienza e propone una concezione del sapere priva di quei fondamenti

che erano stati alla base del progeto dell’epoca moderna.

L’uomo contemporaneo si trova immerso in un conceto straniante

ed eccitante dal quale riceve immagini e messaggi in grado di

raggiungerlo in qualsiasi momento e luogo. I l soggeto postmoderno,

inoltre, reagisce alla dispersione che lo circonda con una strana forma

I

d’allegria allucinatoria, un’euforia dominata da alti e bassi, reagisce

sviluppando un’emotività molto simile a quella dello schizofrenico

poiché la propria esperienza percetiva è esaltata da stimoli

estremamente diversi. Il soggeto appare ed è disorientato, poiché nel

postmoderno avviene una vera e propria delegitimazione dei codici e

delle condizioni tradizionali. L’identità diventa sempre più mutevole,

superfciale, volatile: basti pensare all’abbigliamento contemporaneo,

che non è più pensabile come funzionale bensì come un’immagine del

proprio essere.

Il postmoderno è un conceto che si è riscontrato in molti ambiti:

dalla leteratura all’arte, dal cinema al design.

Per questa mia analisi mi sono dedicata in particolare all’ambito

cinematografco, partendo però da alcune considerazioni sul mondo

leterario relativo anche alla condizione storica, per passare

all’eletronica e infne nell’arte. V

Capitolo primo

Italiano e Storia

1.1. Uno sguardo all’Illuminismo

Quando parliamo di modernità e vogliamo defnire le carateristiche

dobbiamo volgere lo sguardo al progeto illuministico che emerse nel XVIII

secolo. Tale progeto aveva come fne la conoscenza e la trasformazione della

realtà, atraverso la costruzione di una scienza obietiva, di una morale e di un

dirito universale.

La ragione, organo di verità e strumento di progresso, era messa alla base e

alla radice di tuto ciò. La ragione illuministica vuole essere una ragione non

astrata, ma una forza che crede nella realizzazione dell'uomo mediante un sapere

vero e utile. D a ciò l'esaltazione della scienza e delle sue capacità di

trasformazione della realtà.

Centro di tale realtà è l'uomo, che con i suoi sforzi, i suoi errori ed i suoi

successi diventa l'autore dell'universo storico: non si ricercano più un Dio o una

Provvidenza quali responsabili dell'ordine degli eventi e la storia non è più

considerata un processo necessario; quest'ultima invece è un ordine problematico,

che può essere afrontato solo dagli strumenti che la ragione e la scienza metono

a disposizione.

1.2. La crisi della modernità

Gli illuministi avevano la convinzione che il mondo potesse essere compreso

e controllato razionalmente. Questa convinzione derivava dalla persuasione che

esistesse un’unica modalità di rappresentazione del mondo, quella proposta dalle

scienze. S i potrebbe parlare del moderno come di quel progeto matematico di

dominio del mondo al cui centro si installa l'uomo che dispone delle cose proprio

perché riesce ad anticiparle e prevederle in quanto oggeti matematici e fsici.

Nonostante la grande crescita dell’industria tra il 1846 e il 1848 si

aggravavano alcuni grossi problemi economici. Il primo problema dell’industria

europea era quello di vendere le merci prodote. Mentre lo sviluppo industriale

aveva aumentato la quantità e la qualità dei prodoti, i lavoratori, sia agricoli che

urbani, non avevano i mezzi per acquistare beni diversi da quelli stretamente

necessari alla sopravvivenza. Il sistema economico produceva più di quanto la

popolazione fosse in grado di consumare.

Le tecniche usate nell’agricoltura, rispeto a quelle dell’industria, erano

rimaste più arretrate e la capacità produtiva, di conseguenza, scarsa. Bastarono

due cativi raccolti (1845-46) che i prodoti agricoli cominciarono a scarseggiare ed

2

il loro prezzo a salire vertiginosamente, getando nella miseria i proletari i quali si

trovarono addiritura incapaci di soddisfare i bisogni alimentari.

I magazzini delle industrie si riempirono di merci che rimanevano

invendute e molte fabbriche furono costrete a chiudere e a dichiarare fallimento.

Ciò provocò un grosso aumento della disoccupazione e quindi un’ulteriore

diminuzione dei consumi.

Questa crisi che interessò tuto il mondo capitalistico, le condizioni

fnanziarie e la sovrapproduzione ebbero come risultato un improvvisa crisi

dell'economia, nella quale il capitale e la forza lavoro non riuscivano a combinarsi

in modo redditizio e socialmente utile. D a ciò nacque una perdita di fducia nel

progresso e nella concezione stessa di ragione.

Questa insoddisfazione derivava in parte anche dal cammino della lota di

classe, sopratuto dopo le rivoluzioni del '48 e la pubblicazione del M anifesto del

Partito Comunista di Marx e Engels. P rima di allora, gli illuministi credevano che

un capitalismo "benevolo" e controllato avrebbe portato a tuti gli uomini dei

vantaggi.

Marx ed Engels si opposero fortemente a questa tesi, sotolineando il

manifestarsi sempre più evidente della disparità di classe all'interno del

capitalismo.

È necessario analizzare brevemente le carateristiche nel modo di

produzione capitalistico individuate da Marx per capire quanto esse siano

presenti e responsabili della perdita di fducia nell'illuminismo:

1) Il capitalismo è orientato dalla crescita; soltanto la crescita, infati, è in

grado di garantire i profti e l'accumulazione di capitale. Questo

comporta che il capitalismo operi per espandere la produzione,

indipendentemente dalle conseguenze di ordine sociale e politico;

2) La crescita dipende dallo "sfrutamento" dei lavoratori nel processo

produtivo. Ciò non signifca che i produtori non guadagnino, ma che

la crescita dipende dal divario tra quanto i lavoratori guadagnano e

quanto producono;

3) Dinamismo tecnologico ed organizzativo: lo scopo dell'innovazione

continua è quello di svalutare e distruggere i vecchi sistemi di

produzione. L 'incessante distruzione, creazione e ricerca

dell'innovazione fanno aumentare l'incertezza.

Se allora il capitalismo è un sistema in perenne cambiamento ed evoluzione,

che rivoluziona costantemente le sue struture organizzative e tecnologiche, e se la

modernità entra in crisi con la perdita di fducia dell'illuminismo, è facile vedere il

nesso tra i due fenomeni.

1.3. La ragione illuministica come "bugia necessaria"

Il XX secolo ha sicuramente dissolto l'otimismo del progeto illuministico:

con le sue due guerre mondiali, il fascismo, il nazismo e il terrore di Hiroshima e

3

Nagasaki, come era ancora possibile credere al progresso, alla giustizia e alla

felicità di tuti gli uomini sulla base del dispiegamento della ragione?

Si iniziò a pensare che il progeto illuministico fosse addiritura destinato a

ritorcersi contro se stesso: la volontà di dominare la natura si trasformava nel

dominio degli esseri.

Nietsche sostiene che soto la superfcie della vita moderna, dominata dalla

fede nella scienza e nella conoscenza, vi è semplicemente la volontà di fuggire il

dolore, l'insicurezza dell'esistenza. La fede nelle verità oggetive, nel senso di

progresso sono solamente delle maschere che ci consolano, indispensabili in

quanto ci aiutano a sopportare l'imprevedibile, ma pur sempre delle maschere. D i

fronte ad una realtà contradditoria e crudele, l'uomo ha dovuto costruire e

credere in un mondo razionale.

Ma vivere senza certezze assolute, senza norme e progeti defnitivi non

signifca distruggere ogni valore: signifca, al contrario, pensare l'uomo stesso

quale fonte di signifcati e valori. Signifca accetare il rischio di dare un senso,

anche se transitorio, al caos in cui consiste la vita stessa, aderire ad essa

reinventandola e ricreandola continuamente.

L 'unica via per l'afermazione di sé consisteva nell'azione e nella

manifestazione di volontà all'interno di questo vortice che N ietsche chiama

distruzione creativa e di creazione distrutiva.

Ma, cosa ne è dell'uomo all'interno di un mondo senza punti di riferimento?

Se era necessario, seguendo le indicazioni di N ietsche, distruggere per creare,

allora l'unico modo per rappresentare qualsiasi verità consisteva in un processo di

distruzione che alla fne doveva liberarsi da quelle stesse verità provvisorie che

aveva raggiunto.?

1.4. Il postmoderno in leteratura

La tendenza leteraria che nasce dopo la seconda guerra mondiale in

relazione alle teorizzazioni del modernismo, viste nei capitoli precedenti, viene

chiamata leteratura postmoderna.

Il citazionismo, cioè il riprendere tecniche della leteratura otocentesca e

tecniche della leteratura moderna, e l’imitazione sono alcuni dei trati

carateristici della leteratura postmoderna.

Riguardo alle modalità di rappresentazione, mentre la leteratura moderna

cercava nuovi modi di raccontare una realtà che comunque era ritenuta

conoscibile, la leteratura postmoderna si pone il problema di raccontare una

“realtà” che non è più oggetiva e solida come quella postulata dal positivismo del

XIX secolo. Inoltre esplora la frammentarietà della narrativa e nella costruzione

del personaggio. Particolare è la posizione di Luigi Pirandello, scritore,

drammaturgo e poeta innovatore italiano, il quale (ribadendo un conceto già

menzionato nei capitoli precedenti) durante il modernismo, scrisse dei romanzi in

cui il senso di frammentazione e di caducità viene riferito anche alla visione del

soggeto il quale non è più un’identità forte, ma un individuo messo in crisi da ciò

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che lo circonda e da se stesso. Ora andremo più chiaramente ad analizzare la

teoria della crisi dell’io.

1.4.1. La crisi dell’Io. Luigi Pirandello innovatore

nostro spirito consiste di frammenti, o meglio di elementi distinti, più o

«Il

meno in rapporto tra loro, i quali si possono disgregare e ricomporre di nuovo,

così che ne risulti una nuova personalità, che pur fuori della coscienza dell’io

normale, ha una propria coscienza a parte, indipendente, la quale si manifesta

viva e in ato, oscurandosi la coscienza normale, o anche coesistendo con questa,

nei casi di vero e proprio sdoppiamento dell’io».

Queste sono delle parole di Luigi P irandello che scrisse in un articolo del

1900 riguardo all’analisi compiuta sull’identità.

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