Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 41
Miracolo economico: l'impatto ambientale e i risvolti letterari - Tesina per Liceo Scientifico Pag. 1 Miracolo economico: l'impatto ambientale e i risvolti letterari - Tesina per Liceo Scientifico Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 41.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Miracolo economico: l'impatto ambientale e i risvolti letterari - Tesina per Liceo Scientifico Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 41.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Miracolo economico: l'impatto ambientale e i risvolti letterari - Tesina per Liceo Scientifico Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 41.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Miracolo economico: l'impatto ambientale e i risvolti letterari - Tesina per Liceo Scientifico Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 41.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Miracolo economico: l'impatto ambientale e i risvolti letterari - Tesina per Liceo Scientifico Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 41.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Miracolo economico: l'impatto ambientale e i risvolti letterari - Tesina per Liceo Scientifico Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 41.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Miracolo economico: l'impatto ambientale e i risvolti letterari - Tesina per Liceo Scientifico Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 41.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Miracolo economico: l'impatto ambientale e i risvolti letterari - Tesina per Liceo Scientifico Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 41.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Miracolo economico: l'impatto ambientale e i risvolti letterari - Tesina per Liceo Scientifico Pag. 41
1 su 41
Disdici quando vuoi 162x117
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Sintesi
Storia: il boom economico degli anni '60

Italiano: letteratura e industria (Ottiero Ottieri, Paolo Volponi, Antonio Pennacchi, Silvia Avallone)

Scienze: inquinamento atmosferico e delle acque

Approfondimenti di attualità.
Estratto del documento

denaro da investire in progetti governativi, sempre sotto il controllo e la supervisione delle autorità

statunitensi. Come contropartita, gli stati europei dovevano fornire le materie prime eventualmente

richieste loro da Washington ed agevolare gli investimenti statunitensi. L’Italia, che era stata

profondamente ferita dai bombardamenti anglo-americani e dalle distruzioni lasciate dai nazisti,

utilizzò quel denaro per ricostruire le nostre fabbriche e ricreare le infrastrutture, le linee ferroviarie,

i porti, gli aeroporti distrutti dalla guerra.

Dalla seconda metà del Novecento il prodotto mondiale lordo, ottenuto dalla somma dei prodotti

interni lordi sei singoli paesi, cominciò a crescere a ritmi sempre più sostenuti. Il Pil cresce in media

del 4,1% all’anno in Europa, in Italia del 5%, per questo motivo si parla nel caso del nostro paese,

così come in Germania, di “boom economico”; il prodotto mondiale lordo cresce del 200% tra gli

anni ’50 e ’70. Tutti gli indicatori economici mostrarono segni positivi: l’inflazione non superò il

4% annuo; il valore delle monete rimase pressoché stabile; la disoccupazione restò mediamente

molto bassa, con un tasso medio inferiore al 2%; il debito pubblico degli stati europei si mantenne

in equilibrio. In sostanza, fu un periodo di veloce crescita della ricchezza, di stabilità monetaria e di

elevata occupazione.

Le condizioni, in sintesi, che resero ciò possibile furono:

 la liberalizzazione degli scambi – il libero scambio era la condizione obbligata per

rilanciare apparati produttivi sovradimensionati a causa della guerra, era questo il caso

soprattutto degli Stati Uniti, i quali temevano una crisi da sovrapproduzione e necessitavano

di mercati esteri che fossero in grado di assorbire le enormi eccedenze della loro produzione.

Inoltre la crisi del 1929 aveva portato all’istituzione di rigide misure protezionistiche che

avevano gravemente penalizzato il commercio mondiale, spingendo le nazioni più

aggressive a cercare nuovi mercati attraverso forme di espansionismo militare; per questo

motivo il protezionismo venne abolito nel dopoguerra, e sostituito con una generale

adesione all’idea di libero scambio. Per questi motivi venne istituito nel 1947 il GATT

(General Agreement on Tariffs and Trade) al fine di stabilire le basi per un sistema

multilaterale di relazioni commerciali, favorendo la liberalizzazione del commercio

mondiale.

 la crescita demografica – se nel 1925 la popolazione mondiale sfiorava i 2 miliardi di

persone, nel 1960 raggiunse la soglia dei 3 miliardi, e nel 1975 superò i 4 miliardi. Questa

crescita era dovuta in gran parte ad un calo della mortalità, che di conseguenza provocò un

aumento naturale dei consumatori ed una crescita della disponibilità di forza-lavoro, fattori

entrambi che contribuirono a stimolare la produzione di beni per una domanda in continuo

aumento su scala planetaria.

 la stabilità monetaria – raggiunta grazie agli accordi di Bretton-Woods, all’istituzione della

Banca Mondiale e del FMI (fondo monetario internazionale).

 il Welfare – si intende l’insieme dei sistemi di protezione sociale. In Inghilterra viene

inaugurato come Welfare State (stato del benessere) subito dopo la guerra, e tra il 1960-70

arriva anche in Italia; è un sistema per cui i lavoratori pagano dei contributi, che vengono

accumulati dallo stato ed utilizzati per fornire dei servizi (assistenza sanitaria, pensioni), atti

a garantire un certo benessere e per permettere anche ai ceti più bassi di avere un certo

potere d’acquisto, ampliando di conseguenza anche il mercato.

 nuove tecnologie – il ventennio 1950-70 fu legato alle prime importanti applicazioni nel

campo dell’elettronica ed alla scoperta di una nuova fonte di energia, l’energia atomica;

negli Stati Uniti e in Unione Sovietica, ma anche in alcuni paesi europei come la Francia,

5

cominciarono, dagli anni sessanta, ad essere costruite centrali nucleari finalizzate alla

produzione di energia elettrica. Importante è stata anche la diffusione della radio, della

televisione e soprattutto l’invenzione del personal computer (1975), grazie alla quale nacque

e si propagò poi Internet, una rete informatica ideata nel 1969 da un gruppo di scienziati e

ricercatori americani, i quali, su iniziativa del Ministero della Difesa, elaborarono un

circuito di comunicazione per fini militari in grado di resistere ad un bombardamento

atomico; esso collegava quattro università (Stanford, Los Angeles, Santa Barbara e Utah).

Nel 1985 Internet si trasformò in un servizio di massa.

 beni di consumo durevoli e loro diffusione (automobili, elettrodomestici, televisione…).

L’automobile per esempio rappresenta la scelta di un modello di vita, che porta in Italia a

depotenziare le reti ferroviarie che, infatti, non subiscono alcuna modernizzazione in questo

periodo; viene invece creata una rete capillare di autostrade, tra le migliori in Europa.

Significativo è anche l’impiego delle materie plastiche, derivate in larga parte dalla sintesi

degli idrocarburi. Nel 1957 prese avvio, su scala industriale, la produzione del polipropilene,

grazie ai metodi di lavorazione messi a punto dallo scienziato italiano Giulio Natta. Questa

resina termoplastica per la sua rigidità, leggerezza, resistenza ed i suoi modesti costi di

produzione e trattamento si impose sul mercato, trovando applicazione nei settori più

svariati.

L’integrazione tra scienza e produzione industriale diede i maggiori risultati nel campo

dell’elettronica. La realizzazione, nel 1947, del primo transistor, un dispositivo elettronico in grado

di amplificare la potenza di un segnale elettrico, provocò una vera e propria rivoluzione nelle

comunicazioni di massa. Venne inaugurata l’era della televisione, che avrebbe modificato

profondamente lo stile di vita e l’organizzazione del tempo libero delle famiglie a livello mondiale,

e del computer (grazie all’applicazione dei transistor). Tuttavia, solo dagli anni ‘70-’80, banche,

imprese ed uffici cominciarono a dotarsi di elaboratori e ad applicare tecniche informatiche alla

gestione della produzione, della contabilità, dei magazzini, dei servizi alla clientela.

Negli anni cinquanta il propulsore delle ricerche scientifiche fu l’industria aerospaziale. In

particolar modo nell'ambito della guerra fredda, Usa e Unione Sovietica si contesero per decenni il

primato dell'esplorazione spaziale. Inizialmente i russi ebbero la meglio, lanciando in orbita il

satellite artificiale Sputnik I (1957); nello stesso anno, inoltre, mandarono nello spazio il primo

essere vivente, Lajka, una cagnetta. Un anno dopo, anche gli americani lanciarono in orbita un loro

satellite, ma poco tempo dopo i sovietici inviarono nello spazio il primo essere umano: Yuri Gagarin

(1961). Nel 1969 gli statunitensi riuscirono ad avere un proprio primato nella storia dell’ industria

aerospaziale, mandando sulla Luna l'Apollo 11, che con il suo equipaggio atterrò sul suolo lunare,

sul quale per la prima volta “passeggiarono” degli esseri umani

La nuova società dei consumi si fondava sulla diffusione della produzione standardizzata, cioè

l’affermazione a livello globale del modello taylorista-fordista che realizzò il passaggio dalla

meccanizzazione all’automazione dei processi lavorativi. Il successo dell’automazione fu dovuto al

fatto che essa fu in capace di garantire una drastica riduzione del costo del lavoro ed un notevole

incremento della produttività. Ciò creò però problemi al mercato del lavoro, dal momento che

produsse una crescita esponenziale della disoccupazione, dovuta all’obsolescenza di interi campi di

attività e di profili professionali tradizionali. Lo scopo dell’automazione fu infatti quello di

sostituire completamente la forza-lavoro umana con sistemi integrati di macchine, non solo nelle

mere funzioni produttive, come era già accaduto con la meccanizzazione, ma anche nelle funzioni

di servizio, cioè di comando e di sorveglianza delle macchine, come anche nella funzione di

controllo dei prodotti. Questo processo riduce a soglie minime il peso sociale del lavoro operaio e

persino di quello impiegatizio, in quanto tutto il potere decisionale si sposta nella gerarchia

manageriale, che detiene il controllo dell’organizzazione tecnica della produzione.

Questo enorme sviluppo industriale non è però omogeneo, nemmeno nello stesso Occidente, dove

infatti non tutti gli stati ebbero la stessa prosperità: per esempio la Russia dovette scontare la sua

inefficienza nell’agricoltura ed il fatto che le nuove scoperte in campo bellico le imponevano di

6

dirottare una parte delle sue risorse sulla ricerca per armamenti pesanti ed atomici, non investendo

nell’industria leggera e non producendo quindi ciò che sostiene il consumo privato. A ciò si

aggiunse un vasto squilibrio a livello mondiale poiché, mentre in Europa, Russia e Stati Uniti è

presente il 32% della popolazione mondiale, ma l’83% del reddito totale, l’America Latina ha il 7%

della popolazione ed il 4,5% del reddito; l’Africa il 7% e il 2%; l’Asia il 54% e l’11%. Si viene a

creare questa diversità in seguito all’organizzazione economica che destina ai paesi più poveri il

ruolo di serbatoi di risorse. Nascono le multinazionali, che collocano le loro strutture proprio nei

paesi del Terzo Mondo, mentre in Europa, USA e URSS restano i centri di controllo e di ricerca. I

paesi poveri finiscono per accettare le condizioni sfavorevoli imposte dalle imprese per ottenere

lavoro. Per evidenziare questo enorme divario è sufficiente il fatto che nei Paesi del cosiddetto

Terzo mondo vi sono meno di 100 televisori ogni 1000 abitanti, a differenza dei 494 in Italia e dei

731 in Giappone. I Paesi poveri hanno poche reti nazionali e molto spesso ascoltano le trasmissioni

provenienti dai canali televisivi dei Paesi più sviluppati; ciò porta al cosiddetto "choc culturale",

causato da questo brusco contrasto tra la loro realtà di vita e quella dei Paesi più ricchi. Nei casi

estremi vi è una vera e propria mitizzazione da parte di queste nazioni verso i Paesi ricchi.

Questo incremento mondiale delle capacità economiche dei singoli paesi ha contribuito a creare un

nuovo forte clima di fiducia intorno alla scienza e alla tecnica, alimentando nuove forme di

positivismo, ma anche aspre critiche da parte di pensatori di stampo esistenzialista.

L’Italia del boom economico

Come per molta parte del mondo occidentale, anche per l’Italia i primi due decenni postbellici

furono caratterizzati da profonde trasformazioni sociali, economiche e culturali, che tuttavia non

cancellarono gravi e radicati squilibri. In particolare, già nella prima metà degli anni Cinquanta,

prese avvio un rapido e crescente decollo economico.

Il settore più interessato fu quello industriale, soprattutto dell’industria meccanica,

elettromeccanica, siderurgica, dei cementi e delle fibre artificiali, mentre l’agricoltura perse

progressivamente peso; infatti, in questi anni, l’Italia si affermò come paese prevalentemente

industriale. Ecco un grafico che illustra in modo chiaro la perdita di importanza del settore agricolo:

Settori percentuale

manodopera

AGRICOLTURA -45%

INDUSTRIA +5%

SERVIZI +27.5%

PUBBLICA +12.5%

AMMINISTRAZIONE

Le grandi imprese – Fiat, Montecatini, Snia Viscosa, Olivetti, Pirelli – ma anche le piccole e medie

aziende poterono avvalersi di una grande disponibilità di manodopera a basso costo e furono in

grado di aumentare la produzione indirizzandola a mercati esteri. Il basso costo del lavoro, infatti,

consentiva di mantenere bassi i prezzi dei prodotti italiani, che risultavano così molto competitivi

sui mercati internazionali. La forza-lavoro che garantì questa fase di intenso sviluppo era

prevalentemente emigrata dall’Italia meridionale: fra gli anni cinquanta e sessanta, infatti, quasi

dieci milioni di italiani cambiarono regione di residenza e la morfologia dell’insediamento sociale

fu profondamente modificata.

Dettagli
Publisher
41 pagine
33 download