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Sintesi
Introduzione Memoria,ricordo ed esperienza, tesina


Nella tesina si analizza il tema della memoria e del ricordo in Bergson, poi mi sono soffermata su alcuni studi recenti che riguardano la selezione dei ricordi che avvengono grazie a una precisa area del cervello.

Collegamenti


Filosofia - Bergson
Psicologia - Come vengono selezionati i ricordi? Cosa succede dopo un trauma?
Inglese - The stream of consciousness and the interior monologue; accenno a Freud
Storia - La follia nazista applicata alla città di Lidice
Estratto del documento

IN CHE MODO VENGONO

SELEZIONATI I RICORDI?

Ogni giorno il nostro cervello assimila talmente tante informazioni, che la nostra

percezione è obbligata per necessità a selezionarle. Solo una piccola parte degli

impulsi rilevati dagli organi di senso arriva alla coscienza. Come riusciremmo

altrimenti a riordinare tutti questi dati? Non sarebbe più semplice ricordare solo ciò

che ci sembra davvero utile e dimenticare il resto? A proposito di quest’ultimo quesito

sono stati condotti numerosi studi da psicologi di tutto il mondo, in particolare Karl

Bauml, attuale psicologo all’Università di Ratisbona (Germania), che si occupa da anni

dei processi guidati di dimenticanza. Quando viene chiesto all’uomo di dimenticare

qualcosa che si è memorizzato in precedenza, si blocca l’accesso attivo al ricordo.

Diversi studi indicano che la responsabile di questo blocco è una specifica area del

nostro cervello: la corteccia prefrontale dorsolaterale. Durante il blocco, l’attività

della corteccia prefrontale aumenta e allo stesso tempo, la centrale cerebrale dei

ricordi, l’ippocampo, viene inibita. L’attività dei neuroni è così ostacolata: non inviano

più segnali in sincronia ma ognuno per proprio conto. In realtà è proprio la sincronia

stessa di queste correnti cerebrali che ci permette di avere un’ottima percezione ed è

proprio questa regione che influisce sulla memorizzazione. Nel 2006 è stato scoperto

che la regione prefrontale determinava inoltre la qualità con cui le informazioni che

acquisiamo passano dalla memoria operativa o breve termine a quella a lungo

termine.

Durante la rimozione naturale dei ricordi, aumenta quindi l’attività della corteccia

prefrontale e diminuisce l’attività dell’ippocampo. Spesso però l’uomo cerca di liberarsi

dai pensieri spiacevoli, utilizzando qualche distrazione. Secondo gli studi di Bauml e di

altri psicologi, questo processo è in parte analogo alla rimozione naturale: in entrambi

i casi infatti aumenta l’attività della corteccia prefrontale, in particolare in due aree di

essa, ovvero la regione caudale e quella ventrolaterale. Tuttavia in questo caso

l’attività dell’ippocampo aumenta. In questo momento, le aree prefrontali favoriscono

la penetrazione solo di alcuni ricordi, mentre gli altri ne rimangono al di fuori. 5

CHE COSA PUO’ SUCCEDERE

D O P O UN T R AU M A ?

Il blocco da parte della corteccia prefrontale dorsolaterale ha un ruolo cruciale anche

nei traumi. Alcuni medici e studiosi sudcoreani hanno analizzato questa condizione e

hanno scoperto che lo spessore dell’area cerebrale sembra rilevante per quanto

concerne il decorso post traumatico da stress. In particolare, in seguito a un attentato

in metropolitana avvenuto nella città di Daegu (Corea del Sud) nel 2003, numerose

persone hanno sviluppato un disturbo post-traumatico. Dal 2004 al 2007 un gruppo di

ricercatori coordinati da Kyoon Lyoo, del National University College of Medicine di

Seul, ha seguito alcuni di questi pazienti e ne ha esaminato il cervello mediante

risonanza magnetica. Il risultato? La corteccia dorsolaterale destra dei traumatizzati

era più spessa in media del 5% rispetto a quella dei soggetti sani. Nel giro di quattro

anni tuttavia, tornava alle dimensioni normali. Probabilmente quindi, in seguito al

trauma, quest’area aveva subito un’iperattivazione. Si tratta in realtà soltanto di

ipotesi, non è infatti da escludere che la modificazione nel cervello dei pazienti

potesse essere presente già prima dell’incidente. Tuttavia è davvero incredibile la

relazione che intercorre tra la corteccia prefrontale e la persistenza del disturbo post

traumatico: i pazienti che mostravano una corteccia particolarmente sviluppata, negli

anni successivi superavano il trauma con maggior rapidità.

Uno dei sintomi tipici della malattia è la rimozione dei ricordi traumatici. Molte terapie

di cura si basano sul controllo frequente delle immagini traumatiche in sè, anche se

forse, spesso, sarebbe più utile evitare di evocare continuamente questi ricordi

spiacevoli, carichi di paura che possono portare l’individuo a più gravi turbamenti

psicologici.

A questo importante tema ho collegato un libro che ho letto l’anno scorso che si

intitola: 6

“LE COLPE DEI PADRI”, scritto da Alessandro Perissinotto (2014)

Il protagonista, Guido Marchisio è un uomo affermato. Dirige una multinazionale ed è

compagno di una donna molto bella e molto più giovane di lui. Tuttavia una mattina, in

un bar, viene chiamato con un nome che non è il suo, ovvero Ernesto Bolle. L’uomo si

rivolge a Guido e ricorda la loro infanzia trascorsa alla Falchera, quartiere di Torino. Egli

però non ricorda nulla di tutto ciò e considera quindi quell’uomo come un folle, un

pazzo.

L’idea che possa esistere un’altra persona come lui inizia però a turbarlo, non crede

infatti che questa situazione possa essere possibile e reale. Per un breve periodo di

tempo tenta di accantonare il tutto, certo che l’uomo del bar si sia confuso con

qualcun altro. Il tutto diventa presto un’ossessione e decide quindi di indagare a

proposito di questo misterioso Ernesto Bolle. Nel corso della lunga narrazione, egli

incontrerà numerose persone tra cui anche il vero nonno che gli spiegherà il reale

motivo per cui Guido o meglio, Ernesto, non ricorda la sua vera infanzia: da bambino

aveva avuto un grave incidente con i genitori, morti sul colpo. La loro auto, che

viaggiava a elevata velocità si era schiantata a Torino ma lui si era salvato ed era stato

portato in ospedale, aveva sbattuto tuttavia la testa , aveva perso conoscenza e in

seguito anche la memoria. Non si ricordava chi fosse, aveva perso quindi la propria

identità. “La sua memoria era diventata come una <tabula rasa>, priva di

ricordi della sua reale infanzia”. Poco tempo dopo era stato adottato, i genitori gli

avevano cambiato il nome in Guido Marchisio e avevano contribuito alla ricostruzione

di un possibile passato, con “la forza della narrazione domestica e della

ripetizione, come se qualcuno gli avesse iniettato una memoria artificiale, a

tal punto che riusciva addirittura a ricordare ciò che gli era stato raccontato.

Si ricordava le situazioni e gli avvenimenti o solo i ricordi di questi

racconti?” Spesso capita infatti di non riuscire a discernere un evento del passato da

un evento solo immaginato, frutto solo della nostra mente che ha da sempre un

grande potere su di noi e sulla nostra vita. La lesione cerebrale da lui subita in realtà

non ha cancellato i ricordi che aveva della propria infanzia, bensì ha impedito il suo

riemergere, il suo reinserimento nella percezione e quindi la sua funzionalità.

Questo sdoppiamento in realtà prevede la sopravvivenza di entrambe le entità, che si

spartiscono i tempi e i momenti della vita. Nessuna personalità esclude l’altra, perché

entrambe coesistono nello stesso corpo e nella stessa mente. E il protagonista, ha

avuto due possibilità, due vite molto diverse da poter condividere. Ha perso il suo

passato ma ora, questo, vive dentro di lui anche se in realtà “le vite che non

abbiamo vissuto, raramente ci vengono restituite del tutto, ma solo per un

breve, effimero, istante”. 7

THE LANGUAGE OF THE MIND: THE

STREAM OF CONSCIOUSNESS AND THE

INTERIOR MONOLOGUE

The impact of Modernism on the novel was remarkable. The desire to find new

developments in novel writing was stimulated by the influence of Sigmund Freud,

whose studies led to a new concept of the mind and to the discovery of the power of

unconscious that influences man’s actions. This led to the necessity to analyze

consciousness more deeply.

An important contribution came from an American psychologist, William James (1842-

1910) who coined the phrase “the stream of consciousness” to define the

continuous flow of thoughts and sensations that characterize human mind. Thus,

reality cannot be objectively given but is subjectively perceived through

consciousness. The influence of Freud and of Bergson, who introduced the distinction

between inner an external time, is remarkable during this period.

th

At the beginning of 20 century, writers gave more importance to subjective

consciousness and understood it was impossible to reproduce the complexity of

human mind using traditional techniques. They adopted the “interior monologue”

to represent the unspoken activity of the mind in the novel. It differs from the stream

8

of consciousness as the former is the verbal expression of a psychic phenomenon,

while the latter is the psychic phenomenon itself.

The most important features of the interior monologue are:

- Immediate speech, without introductory expressions

- Action takes place within the character’s mind

- Lack of formal logical order

- Lack of chronological order

- The narrator may be present

There are four types of the interior monologue:

1) The narration takes place inside the mind of the characters and the narrator has the

control of the flow of thoughts and is present within the narration (indirect interior

monologue)

2) The narration takes place inside and outside the mind of the characters with two

level of narration

3) The narration takes place inside the mind of the characters, the thoughts flow freely

without any control of the author. Joyce uses it in his masterpiece: “Ulysses”

4) It’s the language of dream. It is also used by Joyce in Finnegans Wake

LIDICE: MEMORIA PER IL FUTURO

Lidice è una città situata vicino a Praga, in Repubblica Ceca. Durante la seconda

guerra mondiale subì una dura tragedia e devastazione. Nel 1942, le forze partigiane

cecoslovacche uccisero il reichprotector Reinhard Heydrich. Egli fu il comandante delle

SS e della Gestapo e fu nominato da Hitler stesso “governatore di Boemia”. È da

considerarsi come il prototipo del perfetto hitleriano, tanto feroce da guadagnarsi,

durante la sua permanenza nella capitale dell’allora Cecoslovacchia, il soprannome di

“boia di Praga”. La sua morte scatenò l’ira di Hitler che in poco tempo attuò la sua

vendetta: scelse a caso un piccolo villaggio a pochi chilometri da Praga, Lidice. Il suo

scopo era quello di cancellarlo dalle carte geografiche, per questo lo rase al suolo,

cospargendolo di sale per impedirne la rinascita e ordinò l’uccisione o la deportazione

di tutti gli uomini del villaggio. 192 uomini furono fucilati sul posto, moltissime donne

furono uccise o deportate a Lager femminili dove furono occupate per i lavori più duri,

come l

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