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Sintesi

Tesina - Premio maturità  2008

Titolo: Mass media revolution

Autore: Andrea Demurtas

Descrizione: il mio elaborato presenta una descrizione delle origini del web e dell'open source, le applicazioni che questi hanno avuto nell'arte e nella letteratura, e due interviste. inoltre ho realizzato un progetto sull'utilizzo del sistema open source all'int

Materie trattate: inglese, informatica, arte, italiano, fisica.

Area: tecnologica

Sommario: COMUNICAZIONE Il latino ci insegna che l'autentico significato di questo termine, oggi da noi usato e abusato, è riposto nella sua antica origine; "COMMUNIS" vuol dire DI TUTTI, cioè che ciascuno mette ed ha in comune qualcosa con gli altri, più propriamente: CONDIVIDE. E fra i molteplici modi di comunicare di cui oggi l'uomo dispone, paradossalmente quello più rivoluzionario che la nostra epoca ha prodotto è quello più aderente, più fedele al significato etimologico da cui discende. Se comunicazione infatti significa "mettere in comune", cosa c'è di più condiviso di Internet? Questa immensa rete che permette lo scambio di informazioni e messaggi in tutto il mondo, è una giovanissima figlia dei nostri tempi. INTERNET The Internet is considered the most astonishing technological phenomenon of the last decade and, as it often happens for great discoveries, it was born by chance. In 1968 US Defence Department had a very serious problem to solve. It consisted in devising a computer system efficient enough to survive a nuclear attack.

Estratto del documento

Polo Liceale “P.Aldi” sez. Liceo Scientifico GR

a.s. 2007/2008

ESAME DI STATO

:

ELABORATO

“mass media rEvolution”

di Andrea Demurtas

classe V C

1

2

INDICE: Pag.

Introduzione: COMUNICAZIONE ……………...… 4

INTERNET ………………………………………….. 4

OPEN SOURCE …………………………………….. 6

OPEN SOURCE E ARTE ………………………...… 8

Intervista a Lello Masucci ………………………….. 10

Intervista a Francesco Muzzioli ……………………. 11

Progetto ........................................................................ 14

CONCLUSIONI ...…………………………………... 15

RIFERIMENTI ........................................................... 16

3

COMUNICAZIONE

Il latino ci insegna che l’autentico significato di questo termine, oggi da noi

usato e abusato, è riposto nella sua antica origine; “COMMUNIS” vuol dire

DI TUTTI, cioè che ciascuno mette ed ha in comune qualcosa con gli altri,

più propriamente: CONDIVIDE. E fra i molteplici modi di comunicare di

cui oggi l’uomo dispone, paradossalmente quello più rivoluzionario che la

nostra epoca ha prodotto è quello più aderente, più fedele al significato

etimologico da cui discende. Se comunicazione infatti significa “mettere in

comune”, cosa c’è di più condiviso di Internet? Questa immensa rete che

permette lo scambio di informazioni e messaggi in tutto il mondo, è una

giovanissima figlia dei nostri tempi.

INTERNET

The Internet is considered the most astonishing technological phenomenon

of the last decade and, as it often happens for great discoveries, it was born

by chance. In 1968 US Defence Department had a very serious problem to

solve. It consisted in devising a computer system efficient enough to survive

a nuclear attack. A centralized system would be too vulnerable. Experts held

out a striking proposal: information would be accessible simultaneously

from every point of the country with no hierachy. Every system would have

to be able to originate, to pass, and to receive messages. Between New York

and San Francisco one line only would have been considered unsafe. Instead,

more lines with different routes would be more strategically correct. A

system was developed so that various packets of information could be sent

from various places and they would reach San Francisco from different

parts. If one packet would not reach San Francisco id had to be presumed

that something had happened in a city. By this strategy if one part of the

system was destroyed, the rest of the network would remain intact.

In 1969, the US government financed a special project known as ARPANET

(Advanced Research Project Agency Network), which at the beginning was

4

limited only to military matters. Later access expanded, and many

Universities and research networks were connected to facilitate the exchange

of information. The first node started to work 1969 in the University of Los

Angeles thanks to a program devised by Vinton Cerf (considered the father

of the Internet), who was a student attending computer. The Internet then

grew because supercomputer centres were linked with each other and

expanded to mid­level. It stated wide academic networks connecting

universities and research consortiums. For twenty year its use had been

limited to specialized centres. The Internet took off in 1989 with the arrival

of the World Wide Web developed by the staff of CERN of Geneva. But it

was only three years later that the system became popular thanks to an

American student who wrote a program, called Mosaic, which consists in a

point and click interface, a ‘hypertext’ system (text, images, sound and

video) to link documents to each other. Thanks to Mosaic, static texts have

become rich with content, graphics and interactivity. Today it estimated that

the number of people using the Internet regularly are 300m.

Alla immensa rete di comunicazione costituita dal web può oggi essere data

una duplice valenza: essa può essere intesa come strumento attraverso il

quale persone di tutto il mondo possono comunicare istantaneamente

instaurando aree di dibattito e promozione di attività comuni, oppure come

efficace strumento attraverso il quale lobby politico­economiche

manipolano l’informazione e l’utente per ottenere un’efficace

coinvolgimento di questo alle proprie attività lucrative, trasformandolo in

“cliente­elettore”.

Queste due dimensioni, che in realtà ormai coesistono, rappresentano due tipi

di rete: la prima, caratterizzata da una politica sul modello del “grande

fratello” di orwelliana memoria, l’altra, sotterranea, lontana dal potere delle

multinazionali dell’informazione, in cui ogni utente è uguale all’altro e

partecipa democraticamente al contenuto multimediale. Mentre dell’una

conosciamo ormai quasi tutti i meccanismi, l’altra è certamente meno

diffusa, e proprio per questo,oltre che per l’evidente valore sociale che

secondo me rappresenta, merita una certa attenzione.

5

OPEN SOURCE

Si definiscono con questo termine tutti quei software caratterizzati da licenza

libera; si può dire che Open Source nasce insieme all’Informatica perché agli

esordi di questa nuova tecnologia esisteva soltanto il software libero, mentre

solo dalla metà degli anni ’70, con la rapida diffusione dei computers,

cominciò a svilupparsi il software proprietario.

Alla fine del decennio,per contrapporsi al predominio del software

proprietario con licenza a pagamento che era diventato ormai predominante,

si assiste alla formazione di movimenti indipendenti che scelsero di reagire

al sistema di chiusura e segretezza di alcune aziende produttrici di software

proprietari in difesa dei valori etici, filosofici e tecnologici che

caratterizzavano la nascita dell’informatica e i suoi primi grandi successi.

L’importanza dell’Open Source è costituita dalla sua malleabilità, dalla

possibilità per qualsiasi utente di partecipare al suo miglioramento e di

utilizzarlo, senza scopo di lucro, a suo piacimento.

Ovviamente lo sviluppo di un software O.S. è molto più rapido ed efficace

rispetto a quello di un software proprietario, perché ci lavorano un numero

elevato di persone in un affascinante processo di interazione. Nei primi anni

’70 un gruppo di studenti del M.I.T. (Massachussets Institute of Technology)

si cimentò alla costruzione di un computer di dimensioni limitate rispetto a

quelle mastodontiche dei primi, con lo scopo di diffonderne l’uso anche fra i

semplici cittadini, oltre che fra ricercatori e ingegneri e in quel modo dette a

tutti la capacità di partecipare del tutto, dimostrando quanto ciò fosse

importante per lo sviluppo dell’informatica. Con il tempo l’obiettivo di

questi studenti divenne quello di molti altri in tutte le principali università

della California e nel 1975 fu fondato addirittura il Homebrew Computer

Club, cui aderirono studenti, giovani programmatori e ingegneri, che nel

tentativo di riuscire a costruire un computer oltre che più piccolo, anche più

semplice e quindi di facile uso, si scambiarono nozioni, programmi, quesiti,

risposte, riuniti in un garage di Berkeley.

Quando un imprenditore del New Mexico mise in vendita un kit per la

costruzione di un computer di ridotte dimensioni, le strade della rete si

divisero: i soci del Club, comprato il kit, lo montarono, ci lavorarono per

6

migliorarne le ridotte potenzialità e due di loro, un certo Bill Gates e Paul

Allen misero a punto per esso una versione del programma Basic. Gates ed

Allen però, contrariamente agli altri, intravidero in tutto questo la possibilità

di lucrare e lo fecero: era nato il software proprietario.

Le strade del gruppo si divisero e ben presto nacque Microsoft; la neonata

azienda iniziò rapidamente il suo cammino di successo grazie anche alla

diffusione che al sistema di Gates ed Allen fu dato da alcuni appassionati di

Basic che riuscirono a rubarlo.

Gli altri, quelli che avevano scelto di credere nel software libero e non

entrarono nel mondo di Microsoft, salutarono con soddisfazione nel 1984 la

creazione della Free Software Foundation ad opera di Richard Stallman che

aveva stilato anche il Manifesto GNU.

E’ a questa data che va ricondotta la nascita vera e propria del movimento

per il software libero, che fu possibile perché in essa individuarono l’unica

via di uscita tutti quei programmatori che, al servizio delle aziende, si videro

imporre, per ovvi motivi commerciali, limitazioni che impedivano loro di

scambiare opinioni e progetti; il loro lavoro di produzione di software, oltre

che rallentato era peggiorato e loro si scoprirono così spettatori involontari

dell’atrofizzazione e della mortificazione della ricerca. Per questo finirono

per aderire al Manifesto e con la libertà e la tenacia di chi fa libera ricerca,

continuarono i loro studi fino a che, nel 1991 uno studente del secondo anno

dell’Università di Helsinki, Linus Torvalds, progettò il nucleo di un sistema

operativo, cioè un Kernel, perfetto per integrarsi con GNU e lo chiamò

GNU/LINUX.

Gli sviluppi successivi a questo risultato portarono agli attuali progetti O.S.,

pensati in funzione di una comunicazione fra semplici utenti ma in realtà

rivelatisi poi una miniera di smisurate opportunità per molte forme creative.

7

OPEN SOURCE E ARTE

Con Open Source infatti anche gli artisti hanno sperimentato e trovato spazi

di contatto, hanno condiviso idee, hanno dato vita a vere e proprie opere.

Del resto, durante la fase embrionale di Internet, nei primi anni ’90, quando

ancora erano lontani l’ampia diffusione e l’accesso di oggi, essi erano già in

contatto fra loro attraverso la rete, avendo riconosciuto in essa il mezzo

ideale per condividere ogni genere di informazioni, sensazioni, esperienze.

Dal ’95 in poi, quando Internet diviene patrimonio comune, la creazione

realizzata sul web, che negli anni precedenti era fruibile solo attraverso

allestimenti nei musei, esce dal contesto museale (sogno potenziale di tutti

gli artisti) e diventa disponibile per tutti da una qualsiasi postazione,

prendendo vita in uno spazio pubblico, “in un sistema organico di contributi

individuali” (S.d.A. Repubblica).

Così si attua attraverso il web un contrattacco nei confronti di chi, con

l’immagine, attua una politica invasiva e fuorviante di condizionamento che

ha come obiettivo il cliente­elettore.

In questo scenario, nuovo quanto rivoluzionario, nasce la Net.Art e le prime

opere artistiche quali il sito http://www.thefileroom.org/, dove l’artista

Antonio Muntadas ha creato un archivio delle principali censure imposte alle

opere nel corso della storia, che in piena libertà ogni utente può integrare

testimoniando altre censure sperimentate personalmente; la descrizione e la

denuncia di queste, che non sarebbe stata possibile dentro i canali

dell’ortodossia informatica, aprono così una frontiera nuova per la

navigazione sul Web, il cui contenuto oggi è intenzionalmente invaso di

messaggi pubblicitari e subliminali che guidano l’utente sia negli

atteggiamenti che nelle scelte. Questo accade anche perché per abitudine e

per il predominio in ambito informatico di Microsoft, si usa come browser

Internet Explorer, che oggi solo un altro browser, FIREFOX, riesce in

minima parte a contrastare.

Anche altri, opera sempre degli artisti, sono browser alternativi

(SHREDDER, RIOT) che hanno come obiettivo di far conoscere le altre

facce della rete. 8

Mark Napier definisce queste facce “l’intrico di siti sfigurati o defigurati,

ridotti ad una lingua sconosciuta, atavica, di cui non decifriamo i significati

ma distinguiamo pittogrammi isolati che vagano in una complessa balbuzie

di codici e cifre” (S.d.A. Repubblica).In questa ottica il web è visto come una

foresta di segnali della nostra civiltà, immagini, suoni, parole che passano

rapide davanti ai nostri occhi. Anche un altro artista, Alex Galloway, elaborò

una sua critica al sistema controllato con una stravagante performance:

durante l’esposizione “code­cod” al Whitney Museum, dettò le istruzioni per

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