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Sintesi
astrogeo- stromatoliti inizio della vita grazie a l mare
italiano- leopardi, verga, dante
inglese- ernest hemingway
francese- charles baudelaire
arte - viandante in un mare di nebbia David friedirch
Estratto del documento

2012-2013

LA VITA è MARE ILIANA SALCEDO

LICEO SCIENTIFICO LEONARDO DA

VINCI

QUINTA G

Ancor più che nel passato gli oceani e i mari richiamano l’attenzione

della scienza, dell’economia, della politica; ed è sempre più chiaro che

nel futuro essi potranno contribuire a soddisfare in misura sempre

maggiore i bisogni dell’intera umanità.

Circa 3,5 miliardi di anni fa, in quel periodo che gli scienziati

chiamano Archeano, proprio quando cominciavano a manifestarsi le

prime forme di vita, quello che caratterizzava la Terra era un

paesaggio dominato da enormi vulcani in piena attività, e da un

enorme mare color rame, esalante vapore, sotto un cielo d’un rosso

spietato.

Quel meraviglioso ma inospitale spettacolo era caratterizzato dalla

presenza delle stromatoliti, un tipo di roccia batterica che riempiva i

bassi fondali della Terra primordiale. In assenza di un’atmosfera, i

raggi ultravioletti provenienti dal sole, per quanto debole esso fosse,

avrebbero potuto strappare qualsiasi legame tra le molecole; eppure

all’interno delle stromatoliti c’erano organismi quasi in superficie.

Anche se non sappiamo com’era il reale aspetto della Terra miliardi e

miliardi di anni fa, siamo certi che non era un ambiente adatto alla

vita come la conosciamo noi. All’epoca la Terra non conteneva più

ossigeno di quanto ce ne sia oggi su Marte. Il nostro pianeta, saturo di

vapori nocivi derivanti dall’acido cloridrico e dall’acido solforico, per

circa due miliardi di anni permise la vita soltanto a organismi di tipo

microbico.

A un certo punto, durante il primo miliardo di anni dalla comparsa

della vita, un nuovo tipo di organismi, che comunque non aveva

l’interesse di evolvere verso forme di esistenza più impegnative e

interessanti, cominciò a utilizzare la risorsa più abbondante e

disponibile, l’anidride carbonica. I cianobatteri, organismi unicellulari

procarioti, fotoautotrofi, assorbendo molecole d’acqua insieme all’anidride

carbonica , liberavano ossigeno come prodotto di rifiuto, dando vita in

questo modo alla fotosintesi ossigenica.

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Con l’aumentare della presenza delle alghe azzurre aumentava anche

la presenza di O con grande danno per gli organismi per cui esso era

2,

nocivo; in un ambiente anaerobico, praticamente a tutti.

L’ossigeno dei cianobatteri non si accumulò subito nell’atmosfera, ma si

combinò con il ferro per formare ossidi ferrici, che sprofondarono nei fondali

dei mari primitivi, formando quei depositi che oggi determinano gran parte

del metallo estraibile.

Ovunque ci fossero bassi fondali cominciarono a formarsi delle strutture;

infatti, mentre svolgevano i loro processi chimici, i cianobatteri divennero

leggermente vischiosi al punto tale da intrappolare microparticelle di

polvere e sabbia cementandole e formando in questo modo strutture buffe

ma solide che avevano varie forme e dimensioni, le stromatoliti, che,

qualunque fosse la loro forma, erano una sorta di roccia viva e

rappresentavano la prima “joint venture” della storia stipulata tra organismi

primitivi che vivevano alcuni in superficie altri a basse profondità, traendo

reciproco vantaggio gli uni dagli altri. Il mondo ebbe il suo primo

ecosistema. Stromatoliti, Shark bay (Australia)

Gli scienziati conoscevano le stromatoliti fossili da molti anni ma la scoperta

di una comunità di stromatoliti viventi a Shark Bay, lungo la remota costa

nordoccidentale australiana, avvenuta nel 1961, lasciò tutti sorpresi. È come

compiere un viaggio nel tempo e vedere com’era la Terra 3,5 miliardi di anni

fa.

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Alghe verdi-azzurre o cianobatteri

Se noi osservassimo le stromatoliti da vicino ci renderemmo conto che

liberano ossigeno sotto forma di minuscole collane di bollicine che salgono

in superficie. Forse se la vita impiegò tanto tempo ad assumere forme più

complesse fu perché il mondo dovette aspettare che gli organismi più

semplici avessero ossigenato l’atmosfera; tuttavia nel corso di due miliardi

di anni questi minuscoli contributi innalzarono il livello di ossigeno del 20%

preparando il contesto per lo stadio successivo della storia della vita.

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La vita è mare per il suo essere incontenibile, per non accettare una forma

esatta

La vita è mare per il suo essere imprevedibile, mai sapere fin dove arriverà

la prossima onda,

La vita è mare per il non poterla stringere tra le tue dita,

La vita è mare per il sale con cui brucia e guarisce le tue ferite,

La vita è mare per quel suo suono che non si confonde con null’altro.

“Le parole che il mare non dice”

Sembra una struttura quasi circolare il fatto che la vita sia nata nel mare e

che nel passato, così come nel presente, esso sia diventato metafora di vita

La penisola italiana è circondata quasi interamente dal mare, dal Tirreno

all’Adriatico, dallo Ionio a mar Ligure e fa parte del Mar Mediterraneo, culla

di civiltà e di culture diverse. Tuttavia è solo fino al Cinquecento, e cioè fino

alla conquista del Nuovo Mondo, che il Mediterraneo è rimasto il “mare

nostrum”. In precedenza, persino l’Ulisse di Dante ebbe l’ordine di arrestarsi

di fronte alle colonne d’Ercole e di non affrontare l’ignoto. Quel primo e

unico mare, considerato luogo di origine della civiltà e della storia, è

protagonista nell’Odissea delle fatiche di Ulisse, desideroso di ritornare ad

Itaca dopo la vittoria su Troia; molto più tardi sarà il mare dell’Eneide e

dell’esule troiano Enea alla ricerca di una nuova patria per la futura stirpe

latina.

Sicuramente la presenza del mare è stata determinante tanto nella storia

della penisola italiana quanto nella sua letteratura. Ma di quale spettacolo

marino hanno bisogno gli autori per produrre letteratura: di un mare calmo

o agitato? O forse hanno bisogno della vastità e dell’inconoscibilità

dell’Oceano? Leopardi nello Zibaldone, nei pensieri 1827/28 del 3 Ottobre

“le idee relative al mare sono vaste e piacevoli…, ma

1821, sostiene che

non durevolmente, perché mancano di due qualità, la varietà, e l’esser

pronte e vicine alla nostra vita quotidiana, agli oggetti che ci circondano,

alle assuefazioni rimembranze”. Il fatto è che il mare agitato offre una

molteplicità di spettacoli che non può che causare un certo fascino in colui

che guarda. Inoltre la varietà del mare richiama anche il coraggio, come

dimostra ancora una volta Ulisse di Dante, sul quale peraltro il mare si

richiuse come una trappola. Ma il coraggio non è mancato neanche a

Leopardi perché ne ha bisogno colui che, resosi conto che la vita è tragedia

e pianto, non rinuncia alla protesta e alla denuncia, nonostante sia cosciente

del proprio destino di sconfitta. Ecco allora che il mare e il marinaio

diventano metafora della vita e del poeta che la cerca e la desidera, ma che

la vede sfuggirgli inesorabilmente. Allora la vita diventa mare, per la sua

fugacità, per il non poterla stringere tra le proprie dita.

I Malavoglia,

Più tardi il siciliano Verga, con il romanzo dimostrerà che il

mare può incutere paura e minaccia e che il quieto Mediterraneo di un

tempo non sembra più umano e controllabile. Per quella famiglia di

pescatori, i Toscano, sottoposti alla legge della natura, il mare è fatica e

il mare non ha paese

insicurezza e, come ribadisce lo steso Verga, “

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nemmen lui”; così la loro unica certezza rimane la terra. I Malavoglia

rappresentano l’uomo che lotta contro potenze a lui enormemente superiori,

l’uomo che, nonostante i propri sforzi, è sottoposto alla inesorabile legge

naturale.

Ma il mare è anche il luogo dove l’uomo vede se stesso e dove la sua

l’anima si specchia, come afferma il poeta parigino Charles Baudelaire ne

“L’homme et la mer” del 1857 :

L'Homme et la mer Ô lutteurs éternels, ô frères

implacables!

Homme libre, toujours tu chériras L’uomo e il mare

la mer!

La mer est ton miroir; tu Uomo libero, tu amerai sempre il

contemples ton âme mare!

Dans le déroulement infini de Il mare è il tuo specchio;

sa lame, contempli la tua anima

Et ton esprit n'est pas un gouffre Nello svolgersi infinito della

moins amer. sua onda,

E il tuo spirito non è un abisso

Tu te plais à plonger au sein de ton meno amaro.

image;

Tu l'embrasses des yeux et des Ti piace tuffarti nel seno della tua

bras, et ton coeur immagine;

Se distrait quelquefois de sa L’accarezzi con gli occhi e con le

propre rumeur braccia e il tuo cuore

Au bruit de cette plainte Si distrae a volte dal suo battito

indomptable et sauvage. Al rumore di questa distesa

indomita e selvaggia.

Vous êtes tous les deux ténébreux

et discrets: Siete entrambi tenebrosi e discreti:

Homme, nul n'a sondé le fond Uomo, nulla ha mai sondato il

de tes abîmes; fondo dei tuoi abissi,

Ô mer, nul ne connaît tes O mare, nulla conosce le tue

richesses intimes, intime ricchezze

Tant vous êtes jaloux de garder Tanto siete gelosi di conservare i

vos secrets! vostri segreti!

Et cependant voilà des siècles E tuttavia ecco che da

innombrables innumerevoli secoli

Que vous vous combattez sans Vi combattete senza pietà né

pitié ni remords, rimorsi,

Tellement vous aimez le carnage Talmente amate la carneficina e la

et la mort, morte,

O eterni rivali, o fratelli implacabili!

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