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Introduzione Selfie tesina
Il termine selfie è una storpiatura del termine inglese self “se stesso". Più comunemente conosciuto come autoscatto, che viene realizzato di solito con smartphone o webcam, e successivamente caricato sui social network. Si tratta di una delle novità lessicali più in voga degli ultimi tempi; è indubbiamente la parola dell’anno, nell’agosto 2013, infatti, entra a far parte dell’Oxford dictionary. È già un tormentone globale, social e mediatico che spopola in rete investendo tutte le fasce d’età.
Ho scelto questo tema così attuale per la mia tesina, perché senza che nemmeno ce ne rendessimo conto, il fenomeno si è inserito in pochissimo tempo, nelle nostre abitudini quotidiane. Sempre più frequente è l’uso che si fa di questo termine, in tv, alla radio sui giornali; e non solo, sulle pagine del web e dei social network impazzano centinaia e centinaia di autoscatti. Nell’ultimo mese poi, ho notato il crescente numero di selfie caricati dai miei amici, che in vista dell’imminente esame di stato, esprimevano i loro timori, le preoccupazione era come se i loro volti in preda alla disperazione parlassero. E, in effetti, cosa meglio di un selfie può comunicare lo stato d’animo di quel momento? Da li ho avuto l’idea: perché non analizzare proprio questa pratica di cui si sente tanto parlare? Inoltre, la fotografia è un settore che mi ha sempre affascinata; le immagini hanno quel qualcosa in più, sono immediate e suscitano emozioni autentiche, vere, più di quanto le parole possano fare. In fondo il selfie è un nuovo modo di intendere la fotografia più personale, alla portata di tutti, immediato e semplice. Il selfie è dunque inteso come azione individuale segno del crescente narcisismo della società occidentale, o come conseguenza di una moda sociale? La società di oggi esercita indubbiamente forti pressioni sugli individui influenzandoli attraverso la moda, proponendo modelli eccelsi che rasentano la perfezione anche se spesso stereotipati. Ed è per questo che sempre più persone, attraverso il web provano a farsi conoscere, ad emergere puntando sul fatto che sono autentiche e per questo riscuotono molto successo. Vengono alimentate così le speranze di moltissimi che sperano di ottenere quella stessa notorietà. Il selfi e è un valido strumento per rendersi visibili e con l’aiuto dei social network (Facebook, Instagram, Twitter) il riscontro con il pubblico è immediato.
Arrivano così apprezzamenti, commenti e questo genera in noi un senso di appagamento, di soddisfazione. Il selfie, sta rivoluzionando il modo in cui raccogliamo informazioni autobiografi che su di noi, si sta affermando come una forma di espressione della propria personalità. Cerchiamo di affinare e migliorare in continuazione l’immagine di noi che trasmettiamo agli altri; questi autoscatti vengono progettati e prodotti esclusivamente per il pubblico, per essere condivisi e per chiedere ed ottenere approvazione. In fondo nel fenomeno non c’è niente di nuovo, in quanto per citare Marx, gli uomini sono animali sociali che hanno sempre avuto bisogno di approvazione e autostima. La mia tesina di maturità permette anche di effettuare dei collegamenti interdisciplinari.
Collegamenti
Selfie tesina
Inglese- Il ritratto di Dorian Grey di Oscar Wilde.
Italiano- La vita e il Piacere di D'Annunzio.
Storia dell'arte- Frida Kahlo.
Storia - La storia attraverso le fotografie.
Filosofia - La Scuola di Francoforte.
Fisica- Gli specchi.
Geografia astronomica - Il diagramma H-R.
Gabriele D’Annunzio: la vita e il piacere
Un altro grande esteta è D’Annunzio, massimo esponente italiano
di questa corrente letteraria. La sua vita è considerata una delle sue opere
più interessanti; egli puntava a creare l’immagine di una vita eccezionale,
(un vivere inimitabile) fatta di continue avventure galanti, lusso e duelli. A
creargli intorno un alone di mito contribuivano anche i suoi amori, specie
quello con la bellissima attrice Eleonora Duse, la donna più desiderata e
famosa dell’epoca, che probabilmente fu scelta dal poeta per far accrescere
il suo prestigio. Lo scrittore voleva porsi in primo piano all’attenzione pub-
blica, per vendere meglio la sua immagine e i suoi prodotti letterari, cercava
fama e approvazione. A pensarci bene è proprio questo che tendiamo a fare
postando questi autoscatti sui social: vendiamo la nostra immagine.
Il selfie nasconde aspetti più profondi della personalità. L’appetibi-
lità sociale diviene l’unico indice di valutazione nella ricerca del piacere,
costruiamo un’immagine artificiale, appositamente confezionata per su-
scitare ammirazione, arrivando a sacrificare anche i valori più profondi.
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Inoltre questa immagine sempre mantenuta con grande fatica e impegno,
va a dispetto di un’identità reale, fragile ed estremamente debole, legata
al non riconoscimento della propria identità. Spesso dietro l’obbiettivo si
nasconde una profonda crisi dell’individuo. Il protagonista del Piacere di
D’Annunzio ne è un esempio.
Andrea Sperelli è un giovane Dandy, un intellettuale raffinato dotato
di buon gusto nelle opere letterarie e nelle arti figurative, garbato amante,
abile seduttore e squisito poeta. Ma la sua è una vicenda triste, che nasconde
una crisi di valori di ben più ampia portata, il suo amore per Elena Muti lo
porta a dover confrontarsi con una società frivola, mediocre, intenta soltanto
a ricercare nuovi scandali e nuovi diletti mondani, una società edonista e
superficiale in cui contano soltanto l’apparire e la ricchezza materiale, che
Andrea sfrutta e subisce sino alle pagine conclusive del romanzo dove
lo stesso protagonista esaspera l’immagine del piacere inquinando anche
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l’ultima possibilità di redenzione tra le braccia di Maria. Andrea perciò as-
sume all’interno del romanzo l’immagine di un personaggio ambivalente,
in continua alternanza fra la vita mondana e la vita dello spirito. I ricordi
di sublimi vicende d’amore fra le braccia della perduta amante lo portano
a ricercare disperatamente il Piacere all’interno di un mondo insensibile,
frivolo e corrotto di cui la stessa Elena faceva parte, finché si affaccia sulle
soglie della sua vita la possibilità di redenzione fra le amorevoli braccia di
Maria Sperelli è semplicemente un uomo che asseconda la propria natura,
è il figlio di un epoca malata, è l’incarnazione di una società abbietta e per-
bene. Elena rappresenta il lato oscuro del protagonista, colei che conosce la
parte più ingannevole e brutale del suo animo ma che lo ha profondamente
amato, Maria invece potrebbe essere la redenzione, una redenzione che lo
stesso protagonista preferisce evitare poiché sedotto da un vizio antico che
lo porta a trarre piacere soltanto dall’eccesso. Il conte Sperelli che sino
all’ultimo momento aveva la facoltà di scegliere la via del Piacere o la via
della redenzione si trova di fronte allo sfacelo. Elena si concede ad un’altra
persona, Maria invece lo abbandona per sempre e ciò che resta al Conte
Andrea Sperelli è quell’esistenza che lo ha sedotto e tradito.
Quanto più la cosa da un uomo posseduta suscita negli altri l’invidia
e la brama, tanto più l’uomo ne gode e n’è superbo. Il Piacere non lo si può
cercare, riprodurre o inseguire. il vero piacere lo si ottiene soltanto mediante
l’amore verso ciò che si possiede, senza avere la pretesa di possederlo per
sempre. Il vero piacere potrebbe durare soltanto un attimo ma profumare
un’intera vita. 9
FRIDA KAHLO
Il selfie è una nuova forma d’arte perché è un modo con cui esprimere
se stessi e comunicare agli altri le proprie emozioni istantanee. Nel corso
della storia questo ruolo è stato svolto dall’autoritratto, inteso come opera
figurativa che ha per oggetto la rappresentazione del suo autore. Cogliendo
la propria immagine riflessa in uno specchio o in un obiettivo, l’autore cerca
di compiere una lenta indagine su di sé, giungendo con immenso sforzo a
dire “io sono questo”. Un artista che ha fatto dell’autoritratto una caratte-
ristica peculiare della sua arte è Frida Kahlo; il suo è un universo nutrito
da ritratti e autoritratti anche fotografici, è una virtuosa anticipatrice della
recente ossessione del selfie.
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Frida è una pittrice messicana dalla personalità molto forte, che ebbe
una vita travagliata sin dalla nascita, poiché era affetta da spina bifida. Un
terribile incidente stradale all’età di 18 anni cambiò drasticamente la sua
esistenza; riportò numerose fratture alla schiena e in altre parti del corpo;
subirà ben 32 operazioni chirurgiche. Il drammatico evento la costringe ad
anni di riposo nel letto di casa, col busto ingessato; le arrecò una profonda
solitudine che ebbe solo l’arte come
unica finestra nel mondo. Durante
il suo prolungato immobilismo, i
genitori le regalano un letto a bal-
dacchino, con annessa l’installazio-
ne di uno specchio; questo regalo
portò l’artista al ricorrente tema
dell’autoritratto.
Frida dipinge il riflesso visce-
rale della propria natura tormentata
e vivace; nei ritratti affiorano gli
aspetti drammatici della sua vita, il
rapporto ossessivo con il suo corpo
martoriato caratterizza uno degli
aspetti fondamentali della sua arte.
Frida cercò di reinterpretare nei suoi dipinti il passato indigeno del suo paese
e le tradizioni della cultura popolare messicana attraverso un immaginario
composto soprattutto di colori, in genere vivaci. Si pensa che appartenga
«Pensavano che
al surrealismo, in realtà la pittrice smentisce queste voci:
anch’io fossi una surrealista, ma non lo sono mai stata. Ho sempre di-
pinto la mia realtà, non i miei sogni» il suo è un realismo magico.
12 La colonna rotta fu dipinto da Frida Kahlo nel 1944, dopo che le
sofferenze per le innumerevoli operazioni chirurgiche l’avevano costretta
a lunghi periodi di degenza. Dal mento fino all’inguine il corpo di Frida
Kahlo appare squarciato, aperto da uno strappo violento del busto che
sembra tenuto solo dal corsetto bianco. Dentro allo squarcio vediamo una
colonna ionica rotta in più punti. La colonna rappresenta la spina dorsale,
che non riesce più a tenere in piedi Frida e che, infatti, proprio in quel
periodo è costretta a rimanere per lunghe ore distesa e immobile. Le spac-
cature e le lacerazioni del corpo trovano un riverbero nel paesaggio dietro
alla sua figura. È un panorama desolato, solcato da spaccatura che servono
a ricordare come la sofferenza interiore influenzi il modo in cui sentiamo e
percepiamo ciò che ci circonda. Il corpo di Frida è punteggiato da decine di
chiodi conficcati ovunque e che ricorderebbero, secondo alcuni interpreti, il
martirio di San Sebastiano. Comunque sia, la sofferenza, che viene ripresa
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da più simbologie, è per l’artista il modo per esprimere il proprio dolore
che diventa martirio, il suo martirio, che non è sacrificio, conseguenza
della fede e dell’amore per Cristo, ma che ricorda, invece, la sofferenza
dei martiri. Tanto che l’iconografia cristiana è richiamata in questo quadro
dal sudario bianco che avvolge Frida e, come si è detto, dai chiodi che ne
trafiggono tutto il corpo. Frida Kahlo, non era credente messicani, tuttavia
utilizza i simboli e il linguaggio figurativo del cristianesimo per comunicare
il proprio dolore.
The Frame. In questo quadro Frida, mostra il suo talento, la sua
passione per la vita e per se stessa come testimonianza di un’esigenza
incontrastabile e incontenibile di dipingere. Il ritratto di Frida Kahlo e lo
sfondo azzurro sono stati dipinti su una lastra di alluminio mentre i fiori e
gli uccelli sono stati dipinti su pezzi di vetro realizzati in un altro momento
e in seguito applicati sul quadro.
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La scuola di Francoforte
la critica dei mass media
Il selfie è un nuovo mezzo di comunicazione, valido strumento
pubblicitario. Molte sono le star che caricando questi autoscatti sui social,
influenzano i loro fans che tendono ad assumerle come icone e ne fanno
dei veri e propri modelli. Sedotti per lo più dalla loro immagine sempre
perfetta, comprano i loro stessi vestiti, imitano il taglio di capelli attuando
inconsapevolmente un processo di annullamento della propria persona. Mi
è sembrato opportuno ricollegarmi alla scuola di Francoforte, i cui espo-
nenti sono Adorno, Horkheimer e Marcuse; che sono noti per le loro aspre
critiche al sistema dei mass media e più in generale alla società presente.
I mass media vengono definiti come una vera e propria “industria cultu-
rale” che manipola l’individuo per integrarlo in un sistema di produzione
oppressivo. 15
Secondo Adorno uno degli aspetti più caratteristici e vistosi dell’odier-
na società tecnologica è la creazione del gigantesco apparato dei media. Il più
subdolo strumento di manipolazione delle coscienze impiegato dal “sistema”
Il consumatore
per conservare se stesso e tenere sottomessi gli individui.
non è per nulla, come si vorrebbe far credere, il sovrano, il soggetto di
tale industria, bensì il suo oggetto.
L’industria culturale suscita i bisogni e determina i consumi degli
individui, rendendoli passivi, annullandoli come persone e riducendoli ad
una massa informe. L’idea che muove Adorno è che i mass-media non sono
qualcosa di neutro, non sono contenitori che possono essere riempiti con i
contenuti più vari ma sono essi stessi ideologia. Sono ideologia perché il loro
compito è quello di diffondere un’immagine del mondo che sia accettabile da
tutti, è quello di sviluppare linguaggi uniformi e standardizzati che vadano
bene per tutti e che quindi, inevitabilmente contribuiscono a un conformismo
generale. Nella pubblicità, Adorno ha visto il tipico strumento di manipola-
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zione delle coscienze: la pubblicità sembra uno strumento innocente, ma in
realtà è uno strumento di seduzione delle coscienze, di manipolazione delle
coscienze, di addomesticamento degli individui. La pubblicità, nonostante la
sua forma seducente, è uno strumento diabolico per manipolare la coscienza
individuale, per trasformare gli uomini in robot, in manichini, in qualcosa
che possa servire agli scopi del sistema sociale esistente.
Marcuse, il più accanito contestatore dei mass media, afferma che
nella nostra società vige una “confortevole non libertà”, segno del progresso
tecnico e della civiltà industriale. Questa non libertà o questa parvenza di
libertà permette attività socialmente necessarie, le quali però, meccaniciz-
zate, sopprimono l’individualità. Secondo Marcuse, sarebbe prodotto dai
mass media, che non permetterebbero l’indipendenza del pensiero, l’auto-
nomia e priverebbero l’uomo della funzione critica. Questa impostazione
della società, teoricamente è in grado di realizzare il massimo benessere
nella libertà; ma, di fatto, l’apparato della società consumistica impone e fa
valere le sue esigenze economiche e politiche su tutte le attività dell’uomo,
da quelle materiali a quelle culturali e intellettuali, si giunge così a un nuo-
vo totalitarismo. Per rompere questi legami di schiavitù, Marcuse elabora
la teoria della contestazione globale, la quale rigetta tutta l’impostazione
attuale della società influenzata dai mass media, che è repressiva, allo scopo
di ristabilire le condizioni di una società migliore. 17
la storia attraverso le fotografie
Si può leggere nel selfie il paradigma di una fotografia dinamica, pron-
ta all’uso, che ha la funzione di fissare l’attimo di una persona nel momento
stesso in cui questa lo vuole. Il selfie è un sentimento che vuoi consegnare
agli altri per far conoscere te stesso in quel preciso momento. Ripercorren-