Sintesi
La manipolazione delle coscienze


di Menchi Martina, dal VB del Liceo Socio-Psico Pedagogico di Fermo


Introduzione

La società in cui viviamo è ormai dominata dalla logica del potere, ravvisabile in particolar modo nella politica. Non si può, comunque, arrivare in cima senza il consenso della parte più importante di un Paese: il popolo. È per questo che i potenti utilizzano diversi metodi per ottenere l’approvazione delle masse, tra i quali uno dei più influenti è sicuramente la manipolazione delle menti, messa in atto nella maggior parte dei casi in modo celato e subdolo.
È questo il tema centrale del mio lavoro, sviluppato passando per diverse discipline che toccano l’argomento in maniera più diretta o meno.


La manipolazione delle menti attraverso i mass media

I mezzi di comunicazione di massa sono oggi gli strumenti più utilizzati per catturare il consenso della popolazione, in quanto sono ormai fondamentali nella vita degli uomini che, ingenuamente, si credono immuni dall’influenza che questi strumenti esercitano sulle loro scelte. Proprio quest’inconsapevolezza da parte delle persone riguardo i rischi che si corrono rappresenta il maggior successo della manipolazione. In passato i potenti, per inculcare le loro idee nelle menti delle persone, facevano leva sulla religione e sulla politica e ricorrevano addirittura alla violenza. Oggi abbiamo a disposizione qualcosa di molto più potente e discreto della violenza, ovvero l’annullamento inconscio delle facoltà critiche dell’individuo, sulle ceneri delle quali si possono addirittura costruire nuove ideologie.
Un posto particolarmente rilevante tra i mass media è occupato dai sistemi di telecomunicazione. Lo studioso Vladimir Volkov, occupatosi attentamente dell’argomento, scrive in un suo libro che la manipolazione come distruzione del senso critico ha gli scopi principali di avvilire la nazione distruggendo i gruppi attraverso cui si struttura, di screditare le autorità e di evitare che le masse attuino comportamenti in contrasto con l’ordine stabilito. Secondo questo studio, come per molti altri, la manipolazione dell’informazione attraverso i mass media è utilizzata dallo Stato ed indirizzata verso la società.
Ma come agisce la manipolazione? Per rispondere a questa domanda bisogna fare una distinzione tra suggestione e persuasione. Mentre la suggestione consiste nell’insinuarsi di un’idea nella mente umana sotto forma di sentimenti ed emozioni e perciò senza la partecipazione della parte attiva della persona (l’informazione viene acquisita passivamente), la persuasione lavora sulla parte attiva dell’essere umano e gli fornisce argomentazioni e spiegazioni che può capire ed accettare o rifiutare.
I media, in particolar modo la televisione, utilizzano delle caratteristiche peculiari per attirare l’attenzione delle masse:
• La ripetizione del messaggio
• Un’attenta scelta delle parole utilizzate
• La musica
• Particolar immagini
Le conseguenze che la manipolazione ha sulle persone sono troppo spesso sottovalutate, nonostante siano estremamente serie:
• La persona perde la sua individualità, la sua specificità, per conformarsi alla massa
• Gli istinti e le emozioni prendono il posto della razionalità
• I valori morali vanno scomparendo
• Il livello di responsabilità si abbassa fortemente
Tutti questi effetti rendono la persona ancora più debole ed esposta a manipolazioni.
Le informazioni trasmesse dai mass media possono essere suddivise in due gruppi: informazione estetica e informazione semantica. La prima non passa sotto il vaglio della logica e va a colpire la sfera delle emozioni e dei sentimenti, mentre la seconda è indirizzata alla ragione, mira a far scegliere la persona consapevolmente.
La lingua utilizzata dai mass media
Alcune ricerche hanno rilevato che la natura umana è attratta dalle argomentazioni semplici; è per questo che la lingua utilizzata dai mass media è estremamente chiara e diretta e si serve di un vocabolario molto basilare e conosciuto. Un altro metodo utilizzato per rafforzare l’effetto dell’idea che si vuole trasmettere è la ripetizione, che la fa diventare come un’ ”idea fissa”.
C’è anche la tendenza a dare esagerato rilievo a certe notizie, magari per nasconderne altre.

Una domanda che sorge quasi spontanea a questo punto è: “Perché la gente si fida così tanto dei mass media da prendere per vere tutte le informazioni che essi trasmettono?” La risposta sta nel fatto che i mass media sono fonti di informazioni ufficiali, e di conseguenza si pensa che non possano mentire riguardo ciò che dicono. Così le masse danno credito a ciò che essi diffondono, senza preoccuparsi di accertare la veridicità dei dati.


La televisione e i suoi effetti sulla personalità
Esperimenti condotti in diversi Paesi hanno dimostrato che la televisione può causare cambiamenti nella personalità dell’individuo. Nella maggior parte dei casi un singolo spettacolo televisivo non lascia tracce durature, ma una serie di programmi televisivi può influenzare gli atteggiamenti in maniera stabile. Ciò può verificarsi perché l’individuo assorbe una determinata visione della realtà oppure, vedendo uno spettacolo che in quel determinato momento ha successo, pensa che i comportamenti visti nello spettacolo siano stati legittimati dal successo stesso di esso.
La televisione induce pigrizia e passività mentale, in quanto produce un sistema di espressione vago e indefinito e utilizza un linguaggio limitato e semplificato, a differenza ad esempio della radio e della stampa che esprimono concetti in maniera più ricca.
Si è visto inoltre che la televisione può incoraggiare atteggiamenti aggressivi, in particolar modo nei giovani, che vengono influenzati dalle scene violente trasmesse.



George Orwell, 1984
“Nineteen Eighty-Four” is one of Orwell’s most famous works together with “Animal Farm”. It was written in 1948 and the title (1984) is the reversal of the last two digits of the year in which it was written, 1948. It is a dystopian novel as the world represented is completely negative.

Ways to control people's lives in 1984

In the world of the future, there are three superpowers involved in a constant war: Oceania, Eurasia and Estasia. Oceania is dominated by the Party and the Big Brother, a dictator that keeps totally under his control all people's lives. The novel is thus set in a world ruled by totalitarianism.
In Oceania everything is controlled. There’s no freedom at all; people has no liberty to express their own opinions and do what they want, as everything they do and even everything they think is constantly recorded and monitored. In every household there’s a “telescreen”, a camera that controls every movement and hears every sound in the house. By being constantly watched, people can’t have a private life and can’t behave as they want. The telescreen also captures every person’s emotion through his/her facial expressions; the party is in fact aware that what people don’t say is often the most revealing about their lives.
Furthermore, the party tries to expand its control over citizens by creating the “Thought Police”, that has the function to eliminate those who are against the Party and commit “thoughtcrime”. Another way to control citizens’ lives is through helicopters that spy on people’s houses.
The Party even controls the past, the present and the future. Anything written before the party came to power has been destroyed or rewritten again and again and everyone seems to have lost awareness of their past. Another way to control people is by brainwashing their children, that are pushed to spy on their parents. According to the party, marriages have to be loveless and friendships false. People don’t have to feel attracted to those who want to marry. Even the act of sex is accepted only for the aim of making children and has to be joyless.

Newspeak

“Newspeak” is a language created by the Party to better control the people. It’s the official language of Oceania. It consists of a restricted and basic vocabulary. In this way the Party wants to limit every citizen’s language by taking away their ability to think and express their own opinions.

Doublethink

It’s another principle of Oceania’s society. According to it, people believe in two ideas at the same time, even if they’re contradictory. So everyone simply accepts every idea presented by the Party without contradict it.

I totalitarismi del ‘900

Quando si parla di totalitarismi, spesso si tende a trascurare l’importante ruolo ricoperto dalle doti carismatiche dei dittatori e dalla loro abilità a raccogliere consensi tra le masse. Viene normalmente sottolineata, invece, la dimensione riguardante la violenza esercitata dai tiranni. Di fondamentale aiuto per la propaganda attuata dai regimi totalitari del ‘900, e di conseguenza per la diffusione delle loro ideologie, è stato sicuramente l’imporsi dei mezzi di comunicazione di massa. Soprattutto attraverso essi, i totalitarismi operavano una vera e propria manipolazione delle coscienze, mettendo in luce gli aspetti ritenuti più positivi e celando i più “scomodi”. Coloro che non erano d’accordo con il regime venivano invece messi a tacere attraverso la violenza.

Il regime fascista

La dittatura fascista vera e propria ebbe inizio nel 1925, quando una legge attribuì al primo ministro Mussolini pieni poteri. Nel 1926 vennero emanate le “leggi fascistissime”, che portarono all’eliminazione del diritto di sciopero, alla possibilità di svolgere attività sindacale solo ai sindacati fascisti e alla limitazione della libertà di stampa, e dichiararono illegale ogni altro partito che non fosse il PNF (Partito Nazionale Fascista).
Sotto il regime fascista venne inoltre reintrodotta la pena di morte, vennero istituiti il Tribunale Speciale per la difesa dello stato (organo contro gli oppositori del fascismo) e l’OVRA, una polizia segreta formata da spie con il compito di trovare gli antifascisti.
Coloro che non erano d’accordo con il regime ed esprimevano il loro dissenso venivano malmenati, mandati in esilio o fatti morire. Oltre a ciò, era portata avanti un’azione di manipolazione delle coscienze. Nacquero a tal proposito l’Istituto Fascista di cultura e il Ministero per la stampa e la propaganda, lo scopo dei quali era quello di inculcare nelle menti l’ideologia fascista attraverso il controllo degli intellettuali, della scuola e persino del tempo libero. Si voleva favorire la diffusione delle idee fasciste a cominciare dai bambini, venne così istituita l’ONB (Opera Nazionale Balilla), un’organizzazione che forniva ai bambini e ai giovani dai 6 ai 18 anni un’educazione ginnico-sportiva e un indottrinamento ideologico. Per gli adulti venne invece creata l’OND (Opera Nazionale del Dopolavoro), un’associazione col compito di occuparsi del tempo libero dei lavoratori. Il fascismo organizzò il consenso dei cittadini non solo con la propaganda e l’immagine di un regime vicino al popolo, ma anche con la creazione di vere e proprie occasioni di partecipazione, come adunate, marce, inni, feste di regime, manifestazioni di massa, sfilate di reduci, vedove e mutilati. Ciò tendeva a far nascere nelle persone un senso di appartenenza alla nazione.

Il regime nazista


Uscita sconfitta dalla Prima Guerra Mondiale e costretta a pagare le pesanti riparazioni di guerra ai paesi vincitori, la Germania aveva ricevuto aiuto finanziario dagli Stati Uniti. Nel 1929 essi smisero però di finanziare la Germania, che entrò in crisi; in questo periodo si contarono livelli altissimi di disoccupazione e non c’era più fiducia nella Repubblica. Si fece avanti a questo punto il Nazismo, con la promessa di una ripresa economica attraverso il taglio delle spese di riparazione ai vincitori del primo conflitto mondiale e con l’intenzione di costituire una grande nazione. Il 30 gennaio 1933 ad Hitler venne affidato il comando della cancelleria e questo determinò la fine della Repubblica di Weimar, costituitasi dopo la sconfitta della Germania nella grande guerra. Il 27 febbraio ci fu un incendio nel Reichstag; venne ritrovato all’interno uno slavo, a cui venne data la colpa dell’accaduto. Più tardi si scoprì che fu in realtà opera dei nazisti. Dal 14 luglio venne dichiarato lo Stato totalitario e tutti coloro che volevano portare avanti un’attività politica differente dal nazismo furono costretti ad emigrare.
Tra gli oppositori di Hitler ci furono anche i cattolici. Nel '33 il Fuhrer firmò un accordo con Pio XII, ma non lo rispettò mai e proseguì nel suo tentativo di eliminare ogni elemento estraneo allo Stato-Partito e quindi anche i partiti cattolici stessi. Il 29 giugno del '34, durante quella che viene chiamata la “notte dei lunghi coltelli”, Hitler eliminò tutti i suoi oppositori, primo fra tutti Rhom, il capo delle SA (squadre d’assalto), e coloro che ne facevano parte. Hitler emanò inoltre leggi contro i malati mentali, affinché fossero resi sterili e rinchiusi; lo stesso trattamento era riservato ai portatori di malattie ereditarie.
Nel settembre del 1935 Hitler emanò le “leggi di Norimberga”, leggi antiebraiche che prevedevano la proibizione di matrimoni misti e l’eliminazione dei diritti civili degli ebrei. Nel 1938, in quella che è chiamati la “notte dei cristalli”, i nazisti organizzarono una devastazione (pogrom) contro gli ebrei; migliaia di negozi ebraici e sinagoghe vennero distrutti o incendiati. Centinaia di ebrei vennero maltrattati e uccisi, molti furono addirittura spinti al suicidio. Iniziarono le deportazioni nei capi di concentramento.
A questo punto sorge spontaneo chiedersi come mai Hitler ricevette tanti consensi dalle masse.
Innanzitutto la sua promessa di risollevare la Germania dalla crisi ebbe un ruolo fondamentale nel processo di manipolazione. Anche Hitler, come Mussolini, seppe sfruttare al meglio i mezzi di informazione per la propaganda dell’ideologia nazista, della quale si occupò Joseph Goebbels, che introdusse l’antisemitismo e la concezione della razza tedesca come superiore alle altre. Il cinema, ma soprattutto la radio offrirono al nazismo uno straordinario strumento per l'esaltazione del Führer e del regime. Un altro fedelissimo collaboratore di cui Hitler si servì fu Goering, che raccolse approvazioni arruolando nelle SS una gran quantità di persone disoccupate.
Il Fuhrer non si servì solo del terrore, ma coinvolse e mobilitò le masse nel suo progetto. Al potere del terrorismo si aggiunse il potere di attrazione di una martellante propaganda condotta per mezzo della radio, della stampa, del cinema, del controllo sulle scuole e sui ragazzi per annunciare la rinascita nazionale della Germania. Hitler voleva irregimentare la popolazione, facendo leva soprattutto sui giovani, che venivano indottrinati. Gli studenti, fin dalle elementari, venivano selezionati secondo una logica meritocratica e la razza. Bambini e ragazzi dovevano portare e bruciare i libri considerati "sgraditi", o portarli al riciclaggio, dove si sarebbero trasformati in testi "adatti". La ginnastica divenne l`attività scolastica principale.
Hitler non voleva comunque controllare le giovani menti solo all’interno delle mura scolastiche, ma anche al di fuori. Nacquero così associazioni giovanili, le quali si assumevano compiti divertenti per i ragazzi, come campi estivi, attività sportive, feste e manifestazioni.
La principale associazione di partito fu la celebre Gioventù Hitleriana, attraverso cui venivano inculcati nel giovane tedesco il culto di Hitler e del partito.
Per quanto riguarda le donne, sorsero le associazioni della Lega delle Fanciulle e delle Giovani Tedesche, in cui le giovani venivano educate alle pratiche domestiche e ad atteggiarsi in un determinato modo. Anche l’aspetto fisico era ritenuto molto importante.

Il regime stalinista

Nel 1924, alla morte di Lenin, il potere passò a Stalin, che si sbarazzò con la forza di ogni avversario, dando inizio alla cosiddetta “grande purga”. Rivale di Stalin per il potere, ma anche sul piano politico, era Trotskij. Dal 1921 era in atto la NEP (Nuova politica economica), un sistema di riforme economiche orientate al libero mercato. Stalin voleva portarla avanti, mentre Trotskij voleva abolirla.
Così Stalin cacciò dal partito i suoi oppositori, tra cui Trotskij.
I metodi adottati da Stalin risentivano molto della sua personalità, molto paranoica; si circondò di un apparato burocratico e militare in sua difesa, in quanto aveva bisogno di consensi. Inoltre Stalin voleva rafforzare l’economia dell’URSS e superare le altre potenze europee; puntò così all’industrializzazione, potenziando in particolar modo le industrie pesanti.
Mise in primo piano l’agricoltura, che venne nazionalizzata attraverso l’eliminazione della NEP.
Il dittatore adottò anche un sistema di repressione molto sanguinoso nei confronti dei kulaki, contadini agiati che si opponevano alla collettivizzazione della terra. Vennero completamente annientati come classe sociale e portati nei gulag.
Come il regime nazista e quello fascista, anche lo stalinismo si affidò alla manipolazione delle coscienze degli individui, volendo ottenere un annullamento della loro capacità critica. L’uomo doveva semplicemente attenersi alle direttive del regime e ai modelli di comportamento decisi da esso.


Don Lorenzo Milani

Un importante contributo alla lotta contro l’annullamento delle capacità critiche dell’individuo è costituito dall’attività svolta in campo pedagogico da Don Lorenzo Milani.
Lorenzo Milani nasce a Firenze nel 1923 da una famiglia benestante di origini ebree. Durante la sua infanzia non viene a contatto con la religione cattolica, ma successivamente si convertirà al cristianesimo e diverrà sacerdote.
Deciso a voler rendere i ragazzi protagonisti delle proprie vite e capaci di discernere la realtà che li circonda, e determinato a sviluppare in loro un senso critico, Don Milani fonda prima a San Donato, poi a Barbiana la scuola popolare per giovani operai e contadini, partendo dall’opinione che la vera povertà non è quella materiale, ma quella della mente.
Il suo motto è “I care”, letteralmente “mi importa, mi interessa, ho a cuore” (in dichiarata contrapposizione al "Me ne frego" fascista), breve frase che riassume le finalità educative di una scuola orientata ad una presa di coscienza dei suoi allievi.
Nel 1958 pubblica “Esperienze pastorali”, una severa critica delle istituzioni e dei metodi del cattolicesimo del suo tempo, per cui viene attaccato. Il libro verrà successivamente ritirato dal commercio.
All’inizio degli anni ’60 Don Milani interviene sulla questione dell’obiezione di coscienza. Un gruppo di cappellani militari toscani attacca in un giornale gli obiettori di coscienza, definendo l’obiezione un insulto alla patria e un atto di viltà. A questo punto il sacerdote risponde scrivendo una lettera insieme ai suoi ragazzi in cui critica “l’obbedienza ad ogni costo” e afferma di approvare come uniche armi lo sciopero e il voto, strumenti nobili e incruenti. Pone però particolare attenzione sull’obiezione di coscienza e sul fatto che la mancanza di essa abbia portato nella storia ad eventi dannosi e negativi (un soldato, ad esempio, che uccide solo perché ha ricevuto un ordine superiore). Milani viene rinviato a giudizio, ma non riesce a partecipare al processo, essendo gravemente malato di tumore. Conferma però le sue posizioni attraverso una lettera ai giudici. Verrà assolto, per poi essere condannato per il reato obiezione di coscienza dopo la sua morte, avvenuta nel 1967.
Don Milani dedica tutta la sua vita ai ragazzi, affinché possano concepire l’obiezione di coscienza come una democrazia fondata sulla non violenza e sulla partecipazione di tutti, anche dei più svantaggiati, e affinché si rendano conto che l’obbedienza non è una virtù; tutti devono assumersi le proprie responsabilità e avere il coraggio di opporsi alle azioni dei potenti quando ritenute negative. L’ultima testimonianza dell’amore di Don Milani per i suoi allievi ci viene da “Lettera a una professoressa”, libro scritto da alcuni ragazzi della scuola di Barbiana sotto la supervisione di Don Lorenzo.
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