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Storia dell'arte: Renè Magritte
Italiano: Dante Alighieri (Paradiso, canto II)
Storia: la guerra fredda
Catalogazione: i musei spaziali
Fisica: l'eclissi lunare; il campo magnetico
Storia dell’arte
rené magritte
“L’abito della sera” “Il maestro di
scuola”
luna crescente faccia lontana
René Magritte nasce a Lessines (1898) e muore a Bruxelles nel 1967.
Magritte ha sempre sostenuto che la pittura fosse poesia e che questa
generasse il mistero; il suo scopo è quello di porre enigmi dei quali non ci
offre la soluzione ma ci permette di capire il linguaggio che ci permette
d’interpretarli; ed il linguaggio usato è proprio quello dell’arte stessa.
Magritte scrisse nel 1958 che un quadro deve essere folgorante: deve
suscitare curiosità verso d’esso così da permettere all’osservatore di
interrogarsi sul suo valore nascosto.
I personaggi dei quadri diventano essi stessi spettatori poiché non ci mostrano
il loro volto ma sono assorti nella contemplazione dell’astro celeste,
divenendo a loro volta misteriosi ponendo così la figura umana in secondo
piano. Osservano quella luna, in un cielo limpido e senza stelle (non reale)
ed hanno di fronte un paesaggio che non mostra alcun segno di vita. La luna
simboleggia il sonno, o meglio il sogno, un sogno che ci fa inoltrare nella
libera associazione dei significati: il buio è l’assenza di luce e senza luce i
nostri occhi non vedono; quando apriamo gli occhi ci viene da pensare
all’oblio; allunghiamo le mani verso l’ignoto, il mistero che ci avvolge con il
suo leggero mantello. È lo stesso abito che indossa la donna nel quadro: la
sua camicia è il cielo e la sua gonna è il mare; madre natura, l’essere umano
che entra in comunione con la natura e quindi con la vita. Enigmatico però è
“Il maestro di scuola”,
il titolo poiché sembra non avere alcun rapporto con
la tela.
La luna di Magritte non risponde agli interrogativi di Leopardi, semplicemente
se ne sta lassù, ferma tranquilla, in un cielo che sembra di cartapesta
catturando gli sguardi dei personaggi e degli osservatori.
Italiano
paradiso-canto II
versi 127 -148
Virtù diversa fa diversa lega
«Lo moto e la virtù d’i santi giri, col prezioso corpo ch’ella avviva,
come dal fabbro l’arte del martello, nel qual, sì come in voi, si lega.
da’ beati motor convien che spiri; Per la natura lieta onde deriva,
e ‘l ciel cui tanti lumi fanno bello, la virtù mista per lo corpo di luce
de la mente profonda che lui volve come letizia per pupilla viva.
prende l’image e fassene suggello. Da essa vien ciò che da luce a luce
E come l’alma dentro a vostra polve per differente, non da denso e raro;
per differenti membra e conformate essa è formal principio che produce,
a diverse potenze si risolve, conforme a sua bontà, lo turbo e ‘l
così l’intelligenza sua bontate chiaro.»
multiplicata per le stelle spiega,
girando sé sovra sua unitate.
Dante all’entrata del Paradiso
Le forze angeliche esercitano la loro
Il moto e l’influenza delle sfere influenza sulle stelle attraverso
celesti deriva dalle forze un contatto unico, rendendole
angeliche che le muove con la diverse l’una dall’altra a seconda
stessa forza di un fabbro che con di come si congiunge; è lo stesso
la sua maestria col martello crea fenomeno che avviene quando
dell’arte; le stesse forze un’anima si lega ad un corpo,
angeliche imprimono le proprie rendendoci la vita.
virtù alle molteplici stelle fisse
nell’ottavo cielo, rendendolo Per la loro natura beata, gli angeli,
bellissimo. grazie al legame, sprigionano la
loro essenza attraverso le stelle e
Come la nostra anima che rimarrà la luce che ne deriva è
eterna, mentre il corpo diverrà paragonabile alla gioia di vivere
cenere, e che con il trapasso si che si vede nelle pupille degli
divide in differenti parti per esseri umani.
quante sono le varie facoltà Ma l’influenza che hanno gli angeli è
sensitive, così gli angeli si variabile ed è da questo che
distribuiscono le varie stelle deriva la differenza di luminosità
facendole muovere in cielo come da corpo celeste a corpo celeste ed
unico elemento. è questo il principio dal quale
derivano l’oscurità e la
luminosità
Il Paradiso
Storia
L’UOMO sulla luna
Il primo essere umano ad atterrare sulla luna fu Neil Armstrong,
sull’Apollo 11, il 20 luglio 1969.
Ciò accadde all’apice di una gara spaziale tra USA e URSS, che durava
ormai da anni, per affermare la propria supremazia sul territorio
mondiale.
L’America, prima di inviare equipaggio umano sul suolo lunare, inviò
nello spazio dei satelliti in grado di fotografarlo per studiare una
superficie sicura sulla quale atterrare e inviarono una sonda con il
programma Pioneer ma fallirono tutti e dieci i tentativi.
Ne approfittò l’Unione Sovietica che spedì il 4 gennaio 1959 il Luna 1,
che andò oltre il satellite della Terra. Il suo successore, il Luna 2, fu
il primo veicolo ad allunare, mentre Luna 3 fu il primo a
fotografarne il lato oscuro il 7 ottobre 1959. Luna 9, lanciato
dall‘URSS il 3 febbraio 1966 eseguì il primo atterraggio morbido;
Luna 10 divenne il primo velivolo spaziale ad orbitare intorno ad
esso il 3 aprile 1966.
Gli Stati Uniti allora ripresero in mano le redini della situazione e
costruirono un programma robotico, Surveyor, in grado di localizzare un
posto sicuro per l’allunaggio. Cinque delle sette missioni ebbero
successo facendo sperare gli astronauti del programma Apollo. La
navetta spaziale Apollo 8 eseguì la prima orbita lunare con equipaggio il
27 dicembre 1968, ponendo le basi per un eventuale atterraggio.
Neil Armstrong fu il primo uomo e l’ultimo fu Eugene Cernan che, durante
la missione Apollo 17, camminò sulla luna il dicembre del 1972.
L'equipaggio dell'Apollo 11 lasciò una targa di acciaio inossidabile, per
commemorare lo sbarco e lasciare informazioni sulla visita ad ogni altro
essere, umano o meno, che la trovi. Sulla targa c'è scritto:
Here men from the Planet Earth first set foot upon the moon, July 1969, A.D.
We came in peace for all mankind.
Qui, uomini dal pianeta Terra posero piede sulla Luna per la prima volta, luglio 1969 d.C.
Siamo venuti in pace, a nome di tutta l'umanità.
La targa raffigura i due emisferi della terra ed è firmata dai tre astronauti
della missione e dall’allora presidente degli Stati Uniti, Richard Nixon.
Dopo gli sbarchi del programma Apollo, nessun essere umano ha più
camminato sulla Luna. Gli statunitensi persero interesse, i sovietici
continuarono con sonde automatiche (tra cui le Lunakhod), che
riportarono anche campioni di suolo sulla Terra. Le altre nazioni non
avevano le risorse necessarie e le due superpotenze non vedevano un
vantaggio tale nell'esplorazione da giustificare gli altissimi costi.
Aldrin con Armstrong riflesso nel proprio casco
Zone delle missioni spaziali
Catalogazione
i musei spaziali
Purtroppo non sono riuscita ad avere molte informazioni riguardanti i vari musei dello
spazio americani come avrei voluto, quindi, parlerò del Planetario di Torino, Museo
dell’astronomia e dello spazio “Infinito”.
Il museo fu aperto il 28 settembre 2007 sostenuto dagli Enti regionali e provinciali e
dall’Università di Torino, i quali volevano garantire alla comunità un luogo dove
poter apprendere senza errori le scoperte scientifiche ed astrologiche dai tempi
antichi fino ai giorni nostri. Nasce sulle colline di Pino Torinese, dove nel 1911
padre Boccardi trasferì gli strumenti precedentemente utilizzati sui tetti di Palazzo
Madama, accanto all’Osservatorio Astronomico con cui è in stretto rapporto, essendo
parte dello stesso complesso scientifico.
È un museo interattivo che vanta di un planetario e di molte sale che coinvolgono tutti
gli spettatori, dai più giovani agli anziani. La struttura, progettata dagli architetti
Loredana Dionigio e Giancarlo Gonnet, è costruita in acciaio cemento e vetro “in
modo da favorire al massimo l’illuminazione naturale e stabilire un rapporto visivo
corretto con il cielo e le stelle” (Rassegna stampa, 2007); inoltre si integra
perfettamente con l’ambiente circostante essendo “ecosostenibile” e in parte
interrato. Questo museo è ben organizzato a livello informatico poiché ha un sito che
soddisfa pienamente ogni curiosità e invoglia chiunque a diventare spettatore
almeno per un giorno: organizzano eventi, hanno progetti scolastici ed è consentito
anche prenotare su internet.
Come ultima cosa è importante sapere che è uno dei più importanti musei astronomici
d’Europa ed il progetto “Infinito” collabora anche con diversi musei americani.
Ingresso del Museo
Interno
Fisica
Il campo magnetico della luna
Un gruppo di ricercatori, guidato da Ian Garrick-Bethell del Massachussets Institute of
Technology (USA), ha analizzato il detrito lunare 76535 raccolto nell’ormai lontano 1972
dalla missione Apollo 17, l’ultima ad aver portato l’uomo sulla Luna. La roccia risale a
circa 4,2 miliardi di anni fa ed è sostanzialmente un troctolite.
I ricercatori hanno esposto il minerale a una serie di campi magnetici progressivamente più
intensi, scoprendo così come la roccia sia stata esposta nel corso della sua vita a due
eventi magnetici particolarmente intensi e stabili. Precedenti analisi hanno, inoltre,
rivelato come il detrito 76535 abbia subito due fasi di profondo raffreddamento, uno
durato alcuni milioni di anni, l’altro alcune centinaia di migliaia di anni.
Le informazioni ottenute sul magnetismo, combinate con le osservazioni già note sul
raffreddamento del minerale, sembrano suggerire che circa 4,2 miliardi di anni fa la
Luna avesse effettivamente un campo magnetico stabile, creatosi a circa 300 milioni di
anni dalla formazione dello stesso satellite. Le nuove evidenze scientifiche sembrano
dunque escludere l’ipotesi del magnetismo indotto dall’impatto con le meteore, tale
evento avrebbe dovuto creare un campo magnetico destinato a durare molto meno tempo
di quanto ora stimato dai ricercatori, e confermare invece la presenza di un nucleo fluido.
La scoperta dei ricercatori del Massachussets Institute of Technology apre ora nuovi
interrogativi sugli altri corpi celesti. Numerosi ricercatori ritenevano, infatti, che le
dimensioni ridotte della Luna non potessero consentire al satellite di possedere un
campo magnetico stabile, ma i recenti sviluppi sembrano contraddire tale ipotesi e
suggerire la presenza di campi magnetici anche in corpi celesti di piccole dimensioni,
come asteroidi e meteoriti.
Occorrerà ancora del tempo per dipanare con certezza il mistero del campo magnetico della
Luna, che da lassù continua a osservarci facendo leva su un tipo ben diverso di
magnetismo per affascinare da millenni il genere umano.
L’eclissi lunare
Un'eclissi lunare è un noto fenomeno ottico durante il quale l'ombra della Terra
oscura del tutto o parzialmente la Luna e che si verifica nel momento in cui
quest'ultima è in fase di "piena" mentre Sole, Terra ed essa si trovano allineati
in quest'ordine.
A causa delle reciproche distanze fra il Sole, la Luna e la Terra l'ombra che si
introduce per interposizione di quest'ultimo corpo, è di forma conica. Nelle
eclissi lunari il cono d'ombra proiettato dalla Terra è sempre molto più ampio
della Luna, ed è accompagnato da un cono più ampio, detto cono di penombra,
nel quale solo una parte dei raggi del Sole vengono intercettati dalla Terra.
Si possono avere perciò vari tipi di eclissi di Luna, a seconda che la Luna entri
totale) parziale)
totalmente (eclissi o parzialmente (eclissi nel cono d'ombra,
penombrale).
totalmente o parzialmente nel cono di penombra (eclissi
L’eclissi avvenuta il 15 giugno del 2011 è stata di tipo totale: un'eclissi lunare totale
si verifica quando la Luna transita completamente attraverso l'ombra della
Terra.
La Luna attraversa prima la penombra, poi l'ombra e infine, dopo esserne
uscita, interessa di nuovo la fascia penombrale. A causa degli effetti di
colorazione rossastra che assume con la rifrazione dei raggi solari attraversanti
l'atmosfera terrestre e per l'oscuramento parziale prima dell'entrata in ombra e
durante l'uscita, è il tipo di eclissi lunare più osservata. Presenta sempre una
grandezza (magnitudo in latino) del 100% o superiore, sia sotto che sopra