Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Come si fa a far levitare un oggetto? Questa è la domanda che mi sono posto all’inizio di questa tesina di maturità.
La levitazione, il mantenere sospeso nello spazio un corpo, è uno degli effetti che più affascina le persone. Sembra una cosa inconcepibile da mettere in pratica. Ad esempio sono tanti i prestigiatori che creano questa illusione avvalendosi di trucchi ben camuffati. Un modo per realizzare questa magia consiste nello sfruttare opportunamente le proprietà di un magnete: se due di loro sono posti vicini con la stessa polarizzazione, ad esempio Nord-Nord o Sud-Sud, essi si respingono; se invece sono posti vicini con una differente polarizzazione (Nord-Sud o viceversa), essi si attraggono.
A questo punto se si immagina di poter girare centinaia di volte in un secondo la polarità del primo magnete senza cambiare la polarità del secondo, si otterrà che quest’ultimo resterà sospeso nello spazio, condizione nota con il nome di levitazione magnetica, l'argomento che ho deciso di affrontare nella mia tesina.
Tecnologie, disegno e progettazione - L’elettromagnetismo e le tecniche di rilevazione del campo magnetico.
Sistemi elettronici automatici - Sistemi di controllo.
Elettronica - Analisi del circuito di funzionamento del progetto.
Telecomunicazioni - Reti wireless.
Inglese - The magnetic levitation train.
INDICE
- L’Elettromagnetismo: cenni storici e principali
caratteristiche…………….. pag. 4
- Principio di funzionamento
dell’esperimento………………………………………. pag. 5
- Sistemi di controllo: caratteristiche
principali………………………………………. pag. 7
- Sistema di controllo: la
levitazione………………………………………………………. pag. 9
- Il circuito:
Levitazione………………………………………………………………………
….. pag. 10
- Il circuito:
Illuminazione……………………………………………………………………
….. pag. 11
- Le reti Wireless: caratteristiche
principali…………………………………………….. pag. 15
- The magnetic levitation
train……………………………………………………………….. pag. 16
3
TDP
Variare la polarità di un magnete permanente mediante movimentazione meccanica
comporta notevoli complessità strutturali alle quali si può ovviare con
l‘elettromagnetismo.
L’elettromagnetismo è la parte della fisica che studia le relazioni tra fenomeni elettrici
e fenomeni magnetici e, in particolare, gli effetti magnetici determinati da una
corrente elettrica, gli effetti determinati da un campo magnetico su di una corrente
elettrica e i fenomeni d’induzione elettromagnetica.
Grazie alla scoperta di Hans Christian Ørsted (1777-1851) sulla generazione di un
campo magnetico durante il passaggio di corrente elettrica in un filo, il mondo
scientifico internazionale fu messo in subbuglio. Fino alla scoperta di Ørsted (1820) il
magnetismo era un curioso fenomeno, noto anche agli antichi greci, legato alla
proprietà della magnetite (da cui il nome di magnetismo) di attrarre oggetti ferrosi.
L’unico impiego rilevante del magnetismo fu la bussola magnetica, che divenne un
fondamentale strumento di orientamento geografico per la navigazione.
Con la scoperta di Ørsted, gli scienziati cominciarono a collegare i fenomeni magnetici
con quelli elettrici. Il primo a dare un contributo significativo in questa direzione fu
André Marie Ampère (1775-1836), che nel 1823 verificò ed elaborò le leggi sulle azioni
elettrodinamiche della corrente, cioè sull’attrazione o repulsione di conduttori
attraversati da corrente.
Il vero artefice della nascita dell’elettromagnetismo fu Michael Faraday (1791-1867),
che nel 1839 mise a punto una serie di esperimenti sulle correnti elettriche indotte da
un campo magnetico variabile.
Dopo Faraday, altri grandi scienziati diedero importanti apporti a questo settore
scientifico, fino a James Clerk Maxwell (1831-1879), che con le sue famose equazioni
teoria elettromagnetica
(1864) riuscì a unificare nella le diverse manifestazioni
dell’elettricità e del magnetismo.
Per spiegare meglio che cosa s’intende con elettromagnetismo occorre spiegare cos’è
il magnetismo: esso è un particolare stato fisico dei materiali ferrosi, per il quale si
manifestano proprietà di attrazione o repulsione reciproca.
Lo spazio in cui operano le forze generate dalla presenza di un magnete è chiamato
campo magnetico.
Il flusso magnetico è l’insieme delle linee di forza che attraversano una data superficie
del campo magnetico; se una superficie è perpendicolare alle linee di forza, il flusso
magnetico è massimo mentre, quando la stessa area si trova in una posizione parallela
alle linee di forza, il flusso magnetico è minimo.
L’induzione magnetica è la proprietà di un corpo che si magnetizza quando entra in un
campo magnetico.
Magnetismo ed elettricità sono, quindi, due manifestazioni di un’unica forza
fondamentale residente negli atomi.
Questo legame profondo tra i due fenomeni fu confermato per la prima volta nel 1820
dalla celebre esperienza di Ørsted, che si può così sintetizzare: un filo percorso da
corrente elettrica genera un campo magnetico.
Se il filo è rettilineo, nel campo magnetico generato
dalla corrente, le linee di forza sono concentriche e
perpendicolari al filo. Il verso delle linee di forza è
quello con cui ruota una vite destrorsa che avanza
(regola della vite).
secondo il verso della corrente 4
Se il conduttore è un filo incurvato ad anello
(spira), le linee di forza sono più fitte all’interno
della spira, in cui pertanto il campo magnetico è
più intenso. (bobina o
Se poi il filo è avvolto in forma di elica cilindrica
solenoide), l’intensità del campo magnetico è
proporzionale all’intensità della corrente e al numero di
spire e inversamente proporzionale alla lunghezza della
bobina. Pertanto una bobina attraversata da una
corrente si comporta come un magnete con
asse coincidente con quella della bobina.
L’intensità del campo magnetico in una bobina
è rafforzata dall’inserimento di una barra di
materiale ferromagnetico. In questo modo si ottengono le elettrocalamite, che
ovviamente sono magneti temporanei, cioè tali finché passa corrente nella bobina.
Lo schema di principio della levitazione magnetica realizzata è il seguente:
Ponte
Sensore a H
effetto di
Hall
Elettromagn
ete Modulator
e
PWM
Sensore a
effetto di
Hall N
Magnete S 5
L’oggetto da far levitare è un piccolo magnete con una grande forza d'attrazione.
Ciò che ci permetterà di attrarre questo piccolo ma potente magnete è
un'elettrocalamita formata da un insieme di spire di filo di rame avvolte su di un
cilindro di ferro dolce. Se il solenoide così creato è attraversato da una corrente in un
senso esso creerà un campo magnetico Nord-Sud così da attrarre il piccolo oggetto da
far levitare. Viceversa se lo stesso solenoide è alimentato con una corrente opposta
alla precedente creerà lo stesso campo magnetico ma con polarizzazione opposta
(Sud-Nord) che respingerà il piccolo
magnete.
V Per fare in modo che il piccolo
magnete sia capace di levitare,
l’elettromagnete dovrà essere
alimentato con un segnale a onda
quadra: nel tempo in cui il
l’elettrocalamita è alimentata con
t una tensione negativa, il magnete
mobile viene respinto dal campo
creato; se viceversa la stessa
N elettrocalamita è alimentata con
S una tensione positiva, il piccolo
magnete viene attirato dal campo
creato. Gestendo il tempo in cui il
V segnale resta positivo e quello in
cui resta negativo si riesce a far
levitare il magnete mobile.
È necessario ora capire dove
realmente è l’oggetto levitante, o
t meglio, a quale distanza di trova
dall’elettromagnete.
N Per avere una risposta rapida nella
S “lettura” di questa distanza si sono
adoperati dei sensori a effetto di
Hall, dispositivi che, se
opportunamente alimentati, forniscono una tensione proporzionale al verso e alla
distanza del campo magnetico prodotto dal magnete mobile..
Questi sensori, se posti nello stesso verso e alla stessa distanza uno sopra e l’altro
sotto l’elettromagnete, forniranno una tensione di uscita di ugual valore e segno.
Nel caso in cui si avvicini un magnete al sensore posto sotto l’elettromagnete, questo
componete non fornirà più lo stesso valore di tensione come nel precedente caso, ma
varierà secondo la distanza del magnete mobile dal sensore.
Il segnale “varabile” cosi ottenuto viene sottratto a quello ricavato dal sensore
superiore: questa funzione è svolta da un comparatore che restituisce in un’uscita la
differenza dei due segnali precedenti.
Successivamente il segnale differenziale viene convertito da un modulatore PWM in un
segnale unipolare a onda rettangolare con duty-cycle proporzionale al valore della
tensione.
Questo segnale va a comandare un driver a ponte “H” il quale lo interpreta come una
successione ON-OFF: a segnale logico alto, alimenta la bobina in un senso mentre, a
un segnale logico basso, scambia l’alimentazione. 6
7
SISTEMI
Un sistema di controllo è un apparato che consente di variare o di mantenere costante
la grandezza o le grandezze d’uscita in relazione ad un'evoluzione temporale
predeterminata dalle necessità sperimentali.
S u(t)
Fissato un sistema , che genera una grandezza di uscita in base alla
processo stati
i(t)
sollecitazione , si definisce la successione degli attraversati dal
sistema per ottenere un particolare risultato finale.
sistemi discreti
Nel caso di un processo può essere descritto attraverso un diagramma
sistemi continui
degli stati, mentre per occorre utilizzare un modello matematico.
Con il termine controllo di processo vengono indicate tutte le operazioni necessarie
per ottenere nel tempo una sequenza prefissata di valori dalle grandezze del processo,
indipendentemente dalla presenza di eventuali fattori esterni incontrollabili che
disturbi.
agiscono sul sistema, detti I disturbi possono essere dovuti a cause esterne,
all'invecchiamento dei componenti, a fenomeni legati al funzionamento stesso del
sistema.
Occorre precisare che, se il sistema controllato è in genere il più soggetto ad
alterazioni di funzionamento, errori più o meno gravi possono colpire anche i
dispositivi di controllo.
controllo comando)
L'azione del (o, più precisamente, del viene eseguita da un
sistema di controllo.
dispositivo detto, appunto,
sistemi di controllo
I si possono dividere in due gruppi:
Regolatori
Sono usati quando si desidera che una determinata grandezza che interviene in un
set-point”
processo assuma un valore costante: esso è chiamato “ della variabile
(ad esempio il controllo della temperatura di un forno, del livello di un serbatoio,
della pressione di una camera iperbarica.)
Servomeccanismi
Permettono di guidare la grandezza di uscita secondo una sequenza prefissata (ad
esempio i controlli di posizione nel movimento di un braccio meccanico o nella
traiettoria di un missile).
Poiché, generalmente, il segnale in uscita del sistema di controllo non è adatto a
sollecitare direttamente il sistema controllato, è necessario introdurre un ulteriore
attuatore
blocco, detto che abbia la funzione di amplificare l'uscita del controllore,
adattandolo nello stesso tempo all'ingresso del sistema controllato.
Controllo a catena aperta
catena aperta “anello aperto” OL (open loop))
In un sistema a (o o il controllore agisce
(t)
r
sul sistema, secondo il valore di riferimento , basandosi unicamente sulla
i(t) u(t)
relazione conosciuta fra ingresso e uscita .
Se l'output del sistema non è quello desiderato, il sistema di controllo non può in alcun
modo accorgersi dell'errore, né tanto meno modificare l'input del sistema. In tal modo
8
la garanzia del risultato è affidata alla precisione del modello matematico e all'assenza
di disturbi.
Questi sistemi vengono utilizzati quando il funzionamento del sistema è abbastanza
prevedibile e/o non è richiesta una particolare precisione dei valori di uscita.
Controllo a catena chiusa
In questo caso l'uscita del sistema da controllare viene continuamente valutata in
modo da modificare opportunamente l'ingresso del sistema stesso. feed-back, ramo
u(t)
Il ramo di ritorno, da al comparatore, viene anche chiamato o
di retroazione, anello di regolazione.
mentre l'insieme delle due linee costituisce l'
Riferimento: è il segnale , eventualmente costante, corrispondente
(t)
r (set-point).
all'uscita che si desidera ottenere dal sistema
Comparatore: è il blocco che confronta il segnale di riferimento con l'uscita del
(t)=r (t)−x (t) (t)
e e
sistema, valutando l'errore assoluto . L'errore misura
quanto l'uscita del sistema si discosta dal valore desiderato: errore negativo se
set-point;
l'uscita supera il viceversa positivo.
Controllore: (t)
è il dispositivo che, in base all'errore e con metodi diversi
e (t)
y
secondo il tipo di controllo implementato, elabora un valore corrispondente
all'ingresso del sistema da controllare.
Attuatore: (t)
è il blocco che trasforma e amplifica il segnale , in modo da
y
(t )
i
generare un'opportuna sollecitazione al sistema.
Sistema: può essere un forno, un serbatoio o un qualsiasi processo industriale di
cui si voglia controllare una o più variabili. Il valore della grandezza controllata
)
u(t deve essere misurato e trasformato, poiché in genere non è compatibile
direttamente con l'ingresso del comparatore.
Trasduttore: (t)