Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
In questa tesina di maturità vorrei descrivere il treno. Negli anni passati molte furono le innovazioni tecnologiche che contribuirono al miglioramento del nostro stile di vita quotidiano. Di esse ne diamo alcune per scontate: fanno parte della nostra vita e quasi mai ci interroghiamo sulla loro storia. Per esempio la storia dell'evoluzione del trasporto ferroviario. Dalla nascita del treno, utilizzato come semplice mezzo di trasporto merci, fino al suo utilizzo odierno, l’uso del mezzo ferroviario si è accompagnato ai grandi fatti della storia, spesso svolgendo un ruolo da protagonista.
Nella mia tesina intendo approfondire la storia del treno e del suo utilizzo durante la Prima Guerra mondiale e nel periodo successivo. Il fatto che sull’Orient-Express siano stati firmati importanti trattati è significativo nel dimostrarne l’importanza e la trasversalità rispetto alle nazioni.
Ho poi scelto di parlare di Giovanni Pascoli, autore che nel corso dell’anno scolastico mi ha colpito per le sue tematiche legate alle cose semplici, ma dal forte valore simbolico che le porta a creare atmosfere particolari. Di Pascoli ho scoperto due poesie che parlano proprio del treno.
In Inglese ho voluto parlare della Rivoluzione industriale, perché la nascita e lo sviluppo del treno hanno avuto inizio proprio in quel periodo. Oggi gli investimenti sul sistema ferroviario, visto come alternativa ai movimenti di uomini e merci su strada, hanno richiesto e richiedono ai vari Paesi un serio impegno economico per la progettazione e la realizzazione di grandi opere, spesso al centro di forti contestazioni.
Storia - Il treno nella Prima e nella Seconda Guerra mondiale, il treno negli anni '20 e '30.
Italiano - Giovanni Pascoli, due poesie sul treno: "In viaggio" e "La via ferrata".
Inglese - The Industrial Revolution.
Elettrotecnica - Il treno a lievitazione magnetica.
~Introduzione~
N egli anni passati molte furono le innovazioni tecnologiche che
contribuirono al miglioramento del nostro stile di vita
quotidiano.
Di esse ne diamo alcune per scontate: fanno parte della nostra vita
e quasi mai ci interroghiamo sulla loro storia. Per esempio la storia
dell'evoluzione del trasporto ferroviario.
Dalla nascita del treno, utilizzato come semplice mezzo di trasporto
merci, fino al suo utilizzo odierno, l’uso del mezzo ferroviario si è
accompagnato ai grandi fatti della storia, spesso svolgendo un ruolo
da protagonista.
Nella mia tesina intendo approfondire la storia del treno e del suo
utilizzo durante la Prima guerra mondiale e nel periodo successivo.
Il fatto che sull’Orient- Express siano stati firmati importanti trattati
è significativo nel dimostrarne l’importanza e la trasversalità
rispetto alle nazioni.
Ho poi scelto di parlare di Giovanni Pascoli, autore che nel corso
dell’anno scolastico mi ha colpito per le sue tematiche legate alle
cose semplici, ma dal forte valore simbolico che le porta a creare
atmosfere particolari. Di Pascoli ho scoperto due poesie che parlano
proprio del treno.
In Inglese ho voluto parlare della rivoluzione industriale perché la
nascita e lo sviluppo del treno hanno avuto inizio proprio in quel
periodo.
Oggi gli investimenti sul sistema ferroviario, visto come alternativa
ai movimenti di uomini e merci su strada, hanno richiesto e
richiedono ai vari Paesi un serio impegno economico per la
progettazione e la realizzazione di grandi opere, spesso al centro di
forti contestazioni... ~ 3 ~
~ Il treno ~
Il treno e la guerra
C on la raggiunta maturità delle
tecnologie impiegate, l'uso
bellico del mezzo ferroviario
divenne una logica conseguenza
del progresso tecnico. Con la Prima
guerra mondiale il treno divenne il mezzo
primario per il trasporto delle armi e degli
uomini. In pochi giorni di viaggio, truppe
da tutta Europa potevano confluire ai
rispettivi schieramenti sui fronti in
Belgio e Francia.
La guerra diede al treno un nuovo ruolo
di primo piano sul fronte. La rapidità, la
stabilità e la potenza dei treni
permetteva di installare cannoni di
grosso calibro su appositi carri, capaci di
sparare le salve e scomparire in pochi
minuti. Nacquero così i cannoni ferroviari.
La mobilità e la possibilità di trainare
carrozze rendevano il treno ideale per
svolgere il ruolo di ospedale da campo.
Dal 1915 al 1918 ventiquattro ne furono attrezzati e gestiti dalla Croce Rossa
Italiana per lo sgombero dei feriti dalle linee del fuoco agli ospedali territoriali;
un’‟altra ventina furono organizzati dalla Sanità Militare ed alcuni dal Sovrano
Ordine di Malta. I treni ospedale, dovendo soccorrere e trasportare persone
ammalate o ferite o che comunque dovevano stare in posizione orizzontale,
richiedevano strutture idonee e furono pertanto attrezzati dalla Croce Rossa
Italiana o dalla Sanità Militare o dal Sovrano Militare Ordine di Malta per quanto
riguardava l’allestimento interno, mentre il materiale rotabile e la sua
manutenzione furono forniti dalle F.S. Avevano una composizione
standardizzata (Tipo Unico) e, indipendentemente da chi ne fosse il gestore, si
componevano di 14 veicoli e potevano trasportare, ognuno, dai 206 ai 220
infermi, più 60 tra personale medico, direttivo, paramedico e di truppa.
Costruiti inizialmente dall'esercito francese
sulla base di vecchi carri riconvertiti in modo
approssimativo, i treni ospedale creati in
seguito dagli inglesi arrivarono ad avere una
configurazione di 16 carrozze dotate di letti,
ventilatori, uffici e persino telefoni.
I treni erano in grado di trainare diverse
tonnellate, cosa che rese possibile l'invenzione
dei carri corazzati. Comparvero per la prima
volta nell'agosto 1914 come semplici vagoni
~ 4 ~
dotati di pesanti coperture metalliche imbullonate, per poi migliorare sempre
più, fino a diventare nel 1918 veri e propri carri armati con cannoni da 80 mm
sul fronte e ai lati. Dei nove treni costruiti e completati, cinque erano ancora
pienamente operativi alla conclusione delle ostilità, spingendo i comandi
austriaci a considerare il progetto come un grande successo.
La prima guerra mondiale si concluse a bordo di un treno. L'armistizio venne
firmato a bordo della carrozza 2419 dell'Orient Express. Il generale francese
Ferdinand Foch impose ai tedeschi sconfitti pesanti risarcimenti e sanzioni, di
fatto creando uno dei motivi dell'ascesa al potere di Adolf Hitler. La carrozza
2419 venne conservata in un museo parigino fino al 1940, quando la marcia di
Hitler su Parigi si concluse con la resa francese firmata proprio a bordo di
questa carrozza, per poi essere distrutta subito dopo.
Il treno negli anni Venti e Trenta
Il periodo tra le due guerre servì a confermare le
potenzialità del mezzo ferroviario.
Fino ad allora il treno era sempre stato concepito
come un traino, spesso con pistoni e tubi in vista.
In seguito i gestori del servizio ferroviario
aggiunsero sempre più servizi per i viaggiatori, dai
vagoni ristorante alle carrozze letto, contribuendo
alla rapida massificazione dell'offerta e
all'incremento degli standard di comfort, nonostante la concorrenza dei voli
commerciali cominciasse a intaccare la quantità di passeggeri sulle tratte più
lunghe.
Questa tendenza arrivò anche in Italia, dove il governo fascista promosse la
costruzione dei primi elettrotreni rapidi per collegare Milano e Roma. In Francia
Ettore Bugatti inventò le prime Automotrici a alcol-petrolio. Il concetto di
"automotrice" non attecchì negli Stati Uniti, ma ebbe un discreto successo nel
vecchio continente, caratterizzato da distanze minori tra le città e da piccoli
paesi da servire con mezzi rapidi e poco costosi.
In Italia il treno divenne tra le due guerre un mezzo di trasporto a diffusione
molto capillare, tanto da spingere il regime fascista a istituire i treni popolari,
convogli speciali per le località balneari e le città d'arte. Vennero costruite
anche le Littorine, le prime automotrici a nafta, per i servizi di lusso e per i
servizi rapidi nelle colonie dell'Eritrea. Milano e Reggio Calabria furono
collegate con linee elettrificate, e furono sperimentati sistemi alternativi come
la terza rotaia (sistema abbandonato perché troppo pericoloso).
Il movimento futurista si appropriò del treno, facendone un'icona di forza e
velocità.
Le ferrovie e il fascismo: La marcia su Roma
Il 28 ottobre 1922 la corona e lo stato liberale
abdicano di fronte alla violenza fascista. Circa 26.000
fascisti si muovono da tutta l’Italia, per lo più in treno
per arrivare fino a Roma il 28. Mussolini fa la sua
~ 5 ~ LA Stampa - Torino
lunedi 30 ottobre 1922
marcia su Roma in treno, su un vagone letto del direttissimo 17 in partenza da
Milano alle ore 20.30 del 29 ottobre. Arriva alle 10.30 del mattino successivo.
Nel frattempo sbloccate le linee sono arrivati altri fascisti. Subito dopo la
grande parata del 31 ottobre, le camicie nere affluiscono a Termini per tornare
a casa: ci sono bivacchi in attesa della partenza, e sono necessari tre giorni per
sfollare. Mussolini non si fida di una istituzione che non gli dà garanzie di totale
fedeltà: con uno dei suoi primi decreti legge , consentiti dall’aver ottenuto il 3
dicembre i pieni poteri, il 31 dicembre 1922 scioglie il consiglio di
amministrazione delle ferrovie dello stato e nomina un commissario
straordinario. E’ il primo passo verso la fascistizzazione delle ferrovie.
Il risanamento fascista dell’azienda
Negli anni Venti dopo la presa al potere del fascismo, riprende il traffico
ferroviario sia per quello che riguarda le merci che i passeggeri; si cerca di
tenere il bilancio in attivo o in pareggio, ma dopo il boom dell’Anno Santo del
1925, l’attivo scende drasticamente a circa 100 milioni. Questo è dovuto anche
al fatto che nello stesso periodo si affaccia sulla scena il grande concorrente
delle ferrovie, il trasporto su gomma, anche se ciò non intacca, e non lo farà
per molti anni ancora, il flusso dei passeggeri, specialmente per quanto
riguarda le lunghe distanze. Il decennio si chiude comunque con un bilancio in
attivo: ciò è dovuto all’adeguamento delle tariffe (aumenti) che prevedono
numerose agevolazioni, soprattutto per le merci, quando si tratta per esempio
di beni di largo consumo o prodotti destinati all’esportazione.
Il treno sotto filo
Nell’intento di aumentare la velocità di
percorrenza, ma anche con l’obbiettivo
di svincolarsi dalla dipendenza del
rifornimento di carbone soprattutto per
controbattere il domini inglese del
settore, il ministro Costanzo Ciano si
impegna in un massiccio programma di
elettrificazione di almeno 6.000 km. I
primi esperimenti sono del 1897, ma
allo scoppio della grande guerra i
chilometri di linea elettrificata erano
meno di 500. L’Italia sperimenta una alimentazione trifase, il che penalizzerà
non poco il nostro sistema di trazione elettrica. Ma nel frattempo si sperimenta
anche un sistema di alimentazione a corrente continua. L’energia elettrica ha
un prezzo inferiore al costo del carbone.
Gli anni del produttivismo
L’industria meccanica, quella automobilistica e cantieristica, rappresentate
rispettivamente dalla Breda, dalla Fiat e dalla Caproni, costituiscono il perno
dello sviluppo industriale e giocano insieme alle maggiori banche un ruolo
rilevante nella politica economica del fascismo. Nell’industria ferroviaria
caratterizzata nel decennio ’30 – ‘40 dal passaggio alla trazione elettrica e
Diesel, spicca in primo piano il nome della Breda. Sono gli “anni del
~ 6 ~
produttivismo”. Il boom delle commesse all’industria scoppia nel 1935 , ma già
prima, a partire dal 1919-20 l’Azienda ferroviaria aveva ordinato la produzione
di materiale rotabile (in particolare carri). Nel 1925 il bilancio delle ferrovie
viene integrato da uno stanziamento di oltre 3.000 milioni per l’aumento e la
sostituzione del parco macchine.
Agli inizi degli anni Trenta si assiste ad una crisi del settore e i grandi gruppi
imprenditoriali del settore meccanico ed elettrico, per rilanciare la produzione,
premono per elettrificare la rete ferroviaria. Nel giro di 5 anni e fino al 1940
queste istanze vengono accolte dall’azienda pubblica che, solo per adeguare il
parco macchine alla trazione elettrica e Diesel, emette ordini per 1700 milioni
e altri 530 per migliorie. L’ondata di commesse è molto imponente e assorbe
tutta la potenzialità produttiva della Breda che essendo soprattutto impegnata
nella produzione delle nuove locomotive, deve appoggiarsi ad altre imprese.
Proprio nel ’35 il gruppo meccanico si aggiudica il controllo delle Officine
Napoletane per il Materiale Rotabile (divenute subito dopo Officine Ferroviarie
Meridionali). I primi mesi del ’33 vedono la nascita della
“Littorina”, un’automotrice maneggevole
con 48 posti a sedere battezzata così in
onore delle città di Littoria, e che sarà
utilizzata soprattutto in terre di bonifica.
Nel 1936 scattano per l’Italia le sanzioni
internazionali: l’elettrificazione e la trazione
Diesel rappresentano così una via
obbligatoria per l’autonomia dalle
importazioni di carbone inglesi. Per questo
Costruzione di una 'Littorina' la ‘Littorina’ diventa il simbolo dell’
autarchia fascista.
Il treno nella Seconda Guerra Mondiale
Dopo un periodo pacifico, nella seconda
guerra mondiale il treno tornò a giocare il suo
ruolo strategico, nei compiti già noti e in altri
nuovi. Le sempre più potenti locomotive
inglesi potevano trainare treni da 20 o più
carri, per oltre 800 tonnellate di peso,
diventando in pratica la colonna portante
delle vie di rifornimento alleate. Anche i treni
italiani servirono in guerra, attraversando
tutta l'Europa fino al fronte russo: alcuni di
essi rimasero laggiù alla travagliata chiusura
delle ostilità, venendo recuperati dalle
ferrovie locali dei paesi di area sovietica.
Benito Mussolini era un grande appassionato di treni, ed è indubbio l'immenso
contributo dato dal regime fascista allo sviluppo di una cultura ferroviaria
italiana con l'avvio dell'elettrificazione delle linee e con la costruzione dei primi