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Tesina - Premio maturità 2008
Titolo: L'energia e il compromesso che comporta
Autore: Vital Picardi hladkou
Descrizione: La tesina tratta del concetto di energia, della sua produzione e dei compromessi che questa comporta
Materie trattate: chimica, fisica, storia, letteratura italiana, letteratura latina, letteratura inglese, storia dell'
Area: scientifica
Sommario: L'energia è l'attitudine a compiere un lavoro, esiste sotto innumerevoli forme: cinetica, chimica, termica, nucleare, elettrica, ecc. Ogni attività umana richiede dell'energia per essere svolta, sia che si tratti di attività biologiche, che di attività legate al progresso tecnologico. L'uomo, man mano che si creava il bisogno di maggior quantità di energia, ha trovato un modo per sfruttarla sotto le varie forme con cui si presenta sempre di più. Con il progresso inarrestabile dell'ultimo secolo il fabbisogno energetico è cresciuto esponenzialmente e continua a crescere di anno in anno. Nella società moderna l'energia elettrica ha un ruolo predominante, senza di essa quasi nessuna costruzione umana funzionerebbe, attualmente questa forma di energia viene distribuita quasi esclusivamente sotto forma di corrente alternata. Altro ruolo fondamentale è quello del petrolio: spinge i nostri veicoli e viene bruciato per produrre elettricità nelle centrali termoelettriche. La crisi petrolifera del '73 ha indotto l'uomo a cercare di differenziare le proprie fonti energetiche, così al petrolio si sono aggiunti il gas, il nucleare, il fotovoltaico, il geotermico, le biomasse e si è rivalutato l'idroelettrico e il carbone. Ormai è chiaro che la produzione di energia richiede all'uomo dei forti compromessi che principalmente sono di due tipi: uno riguarda il costo economico di produzione, l'altro l'inquinamento, nel passato l'uomo ha scelto il compromesso ecologico preferendo salvaguardare i guadagni, ora la nostra mentalità sembra lentamente cambiare. Le fonti di energia rinnovabile non producono inquinamento significativo ma hanno un costo molto elevato e fino a poco tempo fa non erano in grado di garantire il fabbisogno energetico. Ora ci sono progetti riguardanti il fotovoltaico, realizzabili e supportati da importanti personalità scientifiche, che, se non risolverebbero definitivamente il problema energetico, comunque annullerebbero la dipendenza dai combustibili fossili; ma i costi di realizzazione, che comunque a lungo termine frutterebbero forti guadagni, sono enormi. Al contrario le fonti tradizionali hanno un costo minore, le tecnologie e infrastrutture per sfruttarli sono già esistenti. Si parla molto di differenziazione delle fonti, ma ciò in realtà viene fatto poco. Non si può eliminare improvvisamente i combustibili fossili, ma si potrebbe diminuire la fetta del loro utilizzo con fonti rinnovabili. L'Italia subisce una forte insolazione, ma non presenta ampi spazi per grandi concentrazioni del fotovoltaico; si potrebbe però sfruttare meglio il geotermico: in Toscana 4 centrali geotermiche forniscono il 25% del fabbisogno della regione
Uno dei modi assai diffusi di ricavare l'energia, nonostante polemiche di vario genere,
è quello di sfruttare le reazioni nucleari.
Alcuni isotopi, detti radioisotopi, possiedono un nucleo instabile, ossia il numero di
neutroni nel nucleo è superiore o inferiore al numero di protoni, per questo il nucleo
tende a raggiungere la stabilità emettendo energia sotto forma di radiazioni. Questo
processo chiamato decadimento radioattivo porta alla formazione di un altro elemento
(trasmutazione). Nel corso del decadimento possono essere emessi diversi tipi di
radiazioni: raggi α, raggi β e raggi γ.
I raggi α sono costituiti da particelle α, a loro volta costituiti da un nucleo di elio (He)
formato da due protoni e da due neutroni con una doppia carica positiva. Le particelle
α a causa delle loro massa e carica non possono percorrere un cammino molto lungo
e hanno un basso potere penetrante, infatti non riescono a superare ne un foglio di
carta ne la pelle, tuttavia possono danneggiare gli organi interni se un oggetto
emittente tali particelle viene ingerito. Un esempio di tale decadimento è quello del
Uranio-238 da cui si forma il Torio-234, con un numero di massa diminuito di 4 unità.
β-
I raggi β sono costituiti da particelle β. Nel decadimento la
particella β è un elettrone veloce emesso quando un
neutrone del nucleo si trasforma in un protone. Questo
avviene perché ogni nucleone è formato a sua volta da dei
quark, i fondamentali sono Up (carica +2/3) e Down (carica
-1/3). Il neutrone è formato da 2 Down e 1 Up, quando 1
Down perde un elettrone, diventa un Up e il neutrone diventa
β+
protone (formato da 2 Up e 1 Down). Nel decadimento
(osservabile nei nuclei ricchi di protoni), un protone interagen-
do con un antineutrino elettronico origina un neutrone e un positrone. Date le minori
dimensioni e carica, le particelle β hanno un discreto potere penetrante, possono
provocare ustioni sulla pelle e sono particolarmente pericolose se ingerite, possono
essere bloccate da un foglio di alluminio o da una tavoletta di legno. Un esempio di
questo decadimento è quello del Carbonio-14 che si trasmuta in Azoto-14, in questo
caso il numero di massa rimane invariato, mentre il numero atomico risulta aumentato
di un'unità.
I raggi γ sono radiazioni elettromagnetiche con una elevata energia. Durante il
decadimento radioattivo i nuclei atomici vengono eccitati, quando tornano al proprio
stato energetico, emettono un fotone ad altissima energia che costituisce appunto i
raggi γ, quindi questi accompagnano l'emissione delle altre particelle.
Una natura simile ai raggi γ possiedono i raggi X, ma hanno un origine diversa, infatti
si ottengono quando l'elettrone eccitato di un atomo saltato ad un livello energetico
superiore torna al suo stato energetico e cede energia in eccesso sotto forma di
radiazioni elettromagnetiche. Sia i raggi X che γ hanno un elevata energia e quindi un
elevato potere penetrante, attraversano facilmente il corpo umano e possono essere
schermati in parte da lastre di cemento e piombo.
Ogni radioisotopo possiede una determinata velocità di decadimento chiamata
periodo di dimezzamento. Il periodo di dimezzamento è il tempo necessario perché la
metà degli atomi di un radioisotopo subisca il decadimento e quindi la trasmutazione
in un altro elemento con l'emissione di particelle α, β e γ. Questa velocità rimane
sempre costante per un dato elemento e non dipende da condizioni di pressione e
temperatura. I periodi di dimezzamento variano da pochi giorni (Radon-222 decade in
4 giorni) a miliardi di anni (Uranio-238 4,5 miliardi). Le reazioni nucleari comportano
una perdita estremamente piccola di materia che viene trasformata in energia radiante
E=mc2
secondo la formula espressa da A. Einstein , dove c è la velocità della luce; è
evidente che anche da una quantità estremamente insignificante di materia si origina
una quantità enorme di energia. Proprio ciò viene sfruttato per la produzione di grandi
quantità di energia, sia per scopi civili che, purtroppo, per scopi bellici.
Attualmente per la produzione di energia si
usa la fissione nucleare, in questo processo un
atomo di materiale fissile (che produce fissione
se colpito da un neutrone con qualunque
energia cinetica) o fissionabile (che produce
fissione se colpito da neutroni veloci) dopo
essere stato colpito da un neutrone si scinde
in due nuclei più piccoli, libera fino a tre
neutroni e molta energia. I materiali fissili
utilizzati sono l'Uranio-235 e Plutonio-239. In
natura l'uranio è presente con due isotopi,
U-238 (predominante) e U-235 presente solo
per 0,7%, ma solo quest'ultimo è fissile. Per
questo si ricorre al processo di arricchimento
che aumenta la quantità di U-235 fino al 5% a
danno dell'U-238 (questo per scopi civili,
mentre nelle bombe nucleari si arriva anche al
90%). I nuclei prodotti dalla fissione hanno un
eccesso di neutroni e perciò coi decadimenti β
tendono ad arrivare ad una configurazione Schema di una fissione
stabile.
Per fare un paragone, la combustione di un atomo di carbone libera la 50 milionesima
parte di quella liberata dalla fissione di un atomo. Dalla fissione si liberano fino a 3
neutroni che vanno ad impattare altri nuclei presenti producendo nuove fissioni. Se il
numero di neutroni che danno luogo a fissioni è maggiore di 1 si ha una reazione a
catena (sfruttata per scopi bellici), se invece è pari ad 1 si è raggiunta la massa critica,
ossia la reazione è stabile, proprio questo avviene nei reattori nucleari.
Ci sono diverse tipologie di reattore che si
distinguono in base combustibili che utilizzano, in
base al sistema di raffreddamento o in base al
moderatore; ma il loro principio di funzionamento è
lo stesso. Nel nocciolo avviene la fissione e viene
liberata gran quantità di energia sotto forma di
calore che viene trasferito ad un fluido liquido o
gassoso che, sotto forma di vapore, aziona una
turbina collegata con un alternatore. Il fluido serve Schema generico di un reattore
anche a raffreddare il reattore. Il moderatore,
formato solitamente da grafite o acqua, rallenta i neutroni che arrivano gradualmente e
in questo modo possono essere catturati dal materiale fissile senza che si interrompa
la fissione. Infine le barre di controllo, ossia barre metalliche (principalmente in lega di
argento o in cadmio) sono utilizzate per controllare ed eventualmente arrestare la
fissione. Infatti sono in grado di assorbire neutroni senza emetterne e in caso di
necessità vengono calate nel reattore.
Lo svantaggio più grande della fissione nucleare è sicuramente la produzione delle
scorie, infatti dalla fissione dell'uranio si originano diversi elementi coi tempi di
decadimento dai pochi millisecondi a decine d'anni. Tuttavia il maggior problema è
dovuto al fatto che parte del U-238 assorbe i neutroni trasmutando in U-239 altamente
instabile che decade in fretta in Plutonio-239. Questo ha un periodo di dimezzamento
di 24000 anni, un tempo enorme per l'uomo. Si è lavorato alla realizzazione di reattori
autofertilizzanti che possano utilizzare come combustibile anche il plutonio-239,
tuttavia questi progetti presentano costi eccessivamente elevati e diverse
problematiche tecnologiche. In India si sta lavorando alla realizzazione di un reattore
al torio, molto più abbondante in natura rispetto all'uranio. Ora si utilizzano i reattori di
II generazione, ma quelli di III e IV sono vicini alla loro realizzazione. Attualmente,
comprendendo i costi di smaltimento delle scorie, il costo di un megawattora è di circa
40€, ossia quasi la metà di quanti costi lo stesso per una centrale termoelettrica;
proprio per questo la maggioranza dei nuovi reattori attualmente viene costruita nei
paesi in via di sviluppo.
Un'altra reazione nucleare che produce energia è la fusione. Nel sole questa reazione
avviene in continuazione: due nuclei di idrogeno H (protoni) si uniscono a formare il
deuterio. Un nucleo di deuterio si unisce ad un idrogeno formando trizio. Un deuterio e
un trizio unendosi fra loro con un processo fortemente esotermico formano l'elio He,
questo ha una massa minore degli atomi che lo hanno formato, parte della materia si
è convertita in energia. Ogni secondo nel sole 564,5 milioni di tonnellate di H vengono
trasformate in 560 milioni di tonnellate di He, mentre il resto della massa si trasforma
in energia secondo la formula di Einstein. Affinché si realizzi la fusione è necessaria
una temperatura superiore ai 5000 C° e pressioni elevatissime, che fanno in modo
che la forza nucleare forte prevalga sulla repulsione coulombiana dei nuclei. Le
quantità di energia prodotte dalla fusione sono enormi, con un grammo di deuterio e
trizio si potrebbe produrre la stessa quantità che con 11 tonnellate di carbone, il
processo è fattibile con materiali non radioattivi, la contaminazione interesserebbe
solo parti di un eventuale reattore e sarebbe smaltibile nel giro di qualche decina
d'anni, tuttavia non siamo ancora in grado di sfruttare la fusione per produrre energia.
Non ci sono infatti ancora tecnologie che potrebbero trattenere il plasma che si
formerebbe con la fusione; attualmente la via più percorribile sembra quella che
prevede un confinamento magnetico del plasma secondo il progetto ITER, frutto di
una collaborazione internazionale.
Molto più facile l'utilizzo della fusione nei processi bellici, infatti nella bomba
all'idrogeno, l'energia sviluppata da una testata nucleare a fissione viene utilizzata per
comprimere un miscuglio di deuterio e trizio fino alla temperatura di fusione che
avviene in maniera incontrollata. Una reazione
deuterio-trizio
FISICA
Nella stragrande maggioranza dei casi, sia che si parli di centrali termoelettriche,
idroelettriche, nucleari o eoliche, con l'eccezione del fotovoltaico, le varie fonti di
energia vengono convertite in energia elettrica sotto forma di corrente alternata.
Prima di parlare di corrente alternata, bisogna accennare alle scoperte di Faraday nei
primi decenni dell'Ottocento. Faraday osservò e poi formulò la legge secondo cui
quando c'è una variazione nel tempo del campo magnetico B o del flusso Φ
concatenato ad un circuito chiuso, questo diventa sede di corrente indotta
proporzionalmente alla variazione del flusso secondo il fenomeno dell'induzione
elettromagnetica. Parlando di corrente indotta si introduce la forza elettromotrice
indotta, la f.e.m. che è uguale alla forza elettromotrice che dovremmo inserire nel
circuito per produrre, in mancanza di induzione elettromagnetica, una corrente di
intensità uguale a quella della corrente indotta. Dunque in un qualunque circuito
immesso in un campo magnetico si genera una f.e.m. indotta se il flusso concatenato
con il circuito varia nel tempo. Quindi la legge di Faraday-Neumann afferma che la
−ΔΦ
f.e.m. indotta che si genera in un circuito in un intervallo di tempo Δt è f = Δt
dove ΔΦ è la variazione del flusso nell'unità di tempo considerato. Questo tuttavia è
un valore medio, mentre se si vuole conoscere la f istantanea, si deve eseguire la
derivata della funzione Φ. Per calcolare la corrente indotta, si ricorre alla prima legge
1
di Omh dividendo f per la resistenza R del circuito Il segno meno è dovuto
−ΔΦ
i= R Δt
alla legge di Lenz, in base alla quale il verso nel quale la corrente indotta scorre in un
circuito è tale da opporsi, tramite il flusso del campo magnetico generato, alla
variazione del flusso che ha dato origine alla corrente, questo per il principio di
conservazione dell'energia.
Attualmente si impiega quasi esclusivamente le correnti alternate. I generatori di
correnti alternate, gli alternatori, sono macchine relativamente semplici che producono
corrente elettrica ruotando e sfruttando il fenomeno dell'induzione elettromagnetica.
Per spiegarne il funzionamento consideriamo una spira piana
che ruota con una velocità angolare ω costante all'interno di un
campo di induzione magnetica costante; agli estremi della spira
sono collegati due collettori ad anello che ruotano insieme alla
spira e strisciano su delle spazzole di carbone. All'interno della