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Matematica: studio di una funzione;
Telecomunicazioni: protocollo IP;
Sistemi: il microcontrollore;
Elettronica: gli amplificatori operazionali;
Inglese: Digital VS Analogue.
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Sommario
Introduzione …………………………………………………………………………………………………….. pag. 3
Telecomunicazioni
Il protocollo IP …………………………………………………………………………………………………… pag. 4
Inglese
Digital vs Analogue ……………………………………………………………………………….………….. pag. 8
Italiano
Italo Svevo ………………………………………………………….……………………………………………… pag. 10
Matematica
Lo studio di una funzione …………………………………….…………………………………….……… pag. 17
Elettronica
L’amplificatore operazionale …………………………………………………..………………….……… pag. 20
Sistemi
Il microcontrollore …………………………….………...………………………………………….…………. pag. ...
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Introduzione
Ho scelto questo argomento perché penso che comunicare attraverso il computer
oggi sia estremamente facile ma allo stesso tempo non tutti sono capaci di farlo.
Con questa tesina voglio dimostrare che con dei semplici mezzi di comunicazione
(ad esempio il computer, un modem, ecc…) si può realizzare un canale tra due
persone che si trovano in due luoghi differenti del mondo.
Le materie sono collegate a questo argomento nel seguente modo:
• Matematica: si è scelto questo argomento perché i segnali, studiati in
telecomunicazioni, vengono rappresentati graficamente facendo lo studio di
una funzione;
• Inglese: si è scelto questo argomento perché si si vuole mettere a confronto i
segnali analogici e i segnali digitali;
• Telecomunicazioni: si è scelto questo argomento perché esso spiega come un
computer è in grado di impachettare i dati e di inviarli.
• Elettronica: si è scelto questo argomento perché essi si trovano all’interno dei
modem che trasportano il segnale e ci permettono di collegarci alla rete;
• Sistemi: si è scelto questo argomento perché le istruzioni vengono elaborate
dal microcontrollore per poi essere trasferite in rete;
• Italiano: si è scelto questo argomento perché questo autore è collegato con
l’argomento in questione mediante il periodo storico.
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Telecomunicazioni
Il protocollo IP
Il protocollo IP (Internet Protocol) è stato sviluppato a cavallo tra gli anni ’70 e ’80
per realizzare un sistema di reti interconnesse, destinato a collegare centri di
comando militare, che doveva essere robusto tale da rendere difficile la
localizzazione degli utenti. Esso deve garantire al computer collegati in rete la
possibilità di comunicare anche in caso di malfunzionamenti o interruzioni in una
parte del sistema e doveva svincolare l’indirizzo fisico di un computer, legato dal
luogo in cui esso si trova, dall’indirizzo logico associato all’utente che utilizza il
computer.
Il protocollo IP ha come compito fondamentale quella di decidere gli instradamenti
dei pacchetti IP che sono generati dagli host sorgente, in modo tale che essi possano
giungere agli host di destinazione. Esso viene implementato da moduli software che
risiedono nel sistema operativo dei computer e in quella dei nodi e di rete IP,
denominati router.
Il protocollo IP di un apparato IP (host, router, ecc…) opera le sue decisioni
consultando la sua tabella di routing la quale contiene le informazioni necessarie per
decidere gli instradamenti dei pacchetti verso tutte le destinazioni che il router
consente di raggiungere, direttamente o indirettamente. In generale dunque
letteralmente in Internet può essere diretto se deve essere attraversata una sola
sottorete fisica cioè l’host destinatario parte della stessa sottorete dell’host
sorgente oppure indiretto se devono essere attraversate più di una sottorete ovvero
se l’host destinatario non appartiene alla stessa sottorete dell’host sorgente. Ogni
riga della tabella di routing contiene le informazioni necessarie per raggiungere una
rete IP di destinazione e per questo viene denominata route. Essa indica il
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“percorso” su cui un router deve di volta in volta inoltrare i pacchetti che riceve
affinché possano raggiungere la rete di destinazione indicata nella route stessa.
Per consentire la compilazione automatica e l’aggiornamento in tempo reale delle
tabelle di routing sono stati sviluppati degli appositi protocolli di routing,
appartenente allo stato di applicazione, i quali consentono a dei router era
interconnessi di scambiarsi informazioni relative alle reti IP che essi possono
raggiungere e quindi di compilare e tenere aggiornata la propria tabella di routing
adattandosi a cambiamenti di topologia delle reti interconnesse o di traffico.
I router sono generalmente connessi a maglia, per cui possono esistere più route
(percorsi) che portano da una sorgente verso una destinazione.
A ogni host connesso in rete deve essere assegnato un indirizzo IP univoco che ne
consenta la localizzazione, cioè che permetta di individuare sia alla rete IP a cui
l’host appartiene sia l’host stesso all’interno della rete. Su un sistema di reti
interconnesse non possono quindi esistere due host che abbiano lo stesso indirizzo
IP.
Nell’ambito delle reti IP con il termine host si indica una generica interfaccia
individuata da un indirizzo IP, in grado di emettere o ricevere dei pacchetti IP, e non
propriamente un computer. Nella pratica, quindi, affinché il protocollo IP possa
operare correttamente, ogni interfaccia di ogni macchina connessa in rete deve
avere un indirizzo IP univoco e viene considerata dal protocollo IP come un host.
Gli indirizzi IP sono indirizzi logici e non fisici, nel senso che si vengono configurati
dagli amministratori di rete sulle interfacce degli apparati connessi in rete oppure
vengono assegnati automaticamente mediante DHCP.
I principi che stanno la base del funzionamento dell’indirizzo IP si possono così
riassumere:
• a ogni host connesso a una sottorete IP, eventualmente interconnessa a un
sistema di reti IP, viene assegnato un indirizzo IP univoco;
• l’host comunica con altri host tramite uno scambio di pacchetti IP;
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• un pacchetto IP è composto da un header IP e un campo data, che contiene
una PDU (Protocol Data Unit) del protocollo dello strato superiore
(TCP,UDP,IMCP, ecc…) che un host utilizza per scambiare informazioni con
altri host remoti connessi in rete;
• nell’header IP di ogni pacchetto IP sono contenuti, tra l’altro gli indirizzi IP
dell’host sorgente, che ha emesso il pacchetto, e dell’host destinazione, che
deve ricevere il pacchetto;
• i moduli IP che risiedono nei router leggono l’indirizzo IP di destinazione,
ricercano nella propria tabella di routing la route da utilizzare per instradare il
pacchetto verso la destinazione e ne effettuano l’inoltro in base alle
informazioni contenute in tale route;
• a livello IP viene effettuata la rivelazione d’errore, ma non la correzione
d’errore né il controllo di flusso; i pacchetti danneggiati vengono
semplicemente scartati;
• le problematiche relative all’affidabilità della comunicazione vengono
demandate ai computer, per cui le applicazioni le applicazioni che devono
comunicare in modo affidabile utilizzano il TCP come protocollo di trasporto,
mentre quelle che privilegiano la velocità rispetto all’affidabilità adottano
l’UDP.
Il modulo IP che risiede nel sistema operativo dei computer deve interfacciare:
• un protocollo dello strato superiore, per esempio TCP, dal quale riceve le
richieste di trasmissione sotto forma di chiamate (call), tramite cui viene
passato sia il segmento TCP da trasmettere sia l’indirizzo IP del destinatario;
• il protocollo dello strato 2 che viene utilizzato per trasmettere i dati sul canale
fisico a disposizione; il protocollo dello strato 2 deve essere in grado di
inserire ciascun pacchetto IP nel campo info di un frame.
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Può quindi accadere che un pacchetto IP abbia una lunghezza maggiore del campo
info di un frame e ciò può avvenire sia sull’host sorgente sia sull’interfaccia di un
qualsiasi router attraversato dal pacchetto.
Il protocollo IP deve quindi determinare l’MTU (Maximum Transmission Unit) del
protocollo di livello 2 adottato su ciascuna interfaccia, di computer e di router.
L’MTU è la dimensione massima del campo info del frame, che corrisponde alla
dimensione massima dei pacchetti IP. Il protocollo IP deve poi poter frammentare,
cioè suddividere, un pacchetto IP di dimensioni eccessive in un certo numero di
pacchetti IP, denominati frammenti IP,aventi dimensioni non superiore al campo
info del frame. Il modulo IP che risiede nell’host di destinazione, infine, deve essere
in grado di ricevere i singoli frammenti IP, di riordinarli e di riassemblare il pacchetto
originario, prima di passare il segmento trasportato al protocollo dello strato
superiore.
Oltre al routing e all’indirizzamento, quindi un’altra funzione essenziale che deve
essere svolta dal protocollo IP è la frammentazione dei pacchetti IP aventi
dimensione maggiore dell’MTU (Maximum Trasmission Unit) e loro ricostruzione
nell’host di destinazione.
La possibilità di frammentare un pacchetto IP può essere eliminata settando un bit
dell’header IP (denominato don’t fragment), in questo caso se in un qualche nodo di
rete risulta necessaria la frammentazione ma il bit don’t fragment è settato (1= o
TRUE) il pacchetto IP viene scartato.
Riassumendo , il protocollo IP fornisce essenzialmente un meccanismo di
indirizzamento a livello IP, che consente l’instradamento (forwarding) dei pacchetti,
e le procedure di frammentazione e riassemblaggio dei pacchetti IP, nonché una
limitata capacità di specificazione del tipo di servizio (ToS, Type of Service) per cui i
pacchetti sono trasferiti. 7
Inglese
Digital VS Analogue
Information or data can be rapresented electrically in two ways: analogously and
digitally.
Analogue
An analogue signal is any continuosly variable signal. Any information may be
conveyed by an analogue signal such as sound, light, temperature, ... and it is
achieved by a transducer. The most common disvadvantage of analogue trasmission
is that a certain quantity of noise enters into the signal and data trasmitted by radio
may be received badly. This problem may be reduced by shielding, good
connections and cable types such as coaxial and twisted pair. The signal loss and
distortion cannot be recovered because of noise, in fact if we amplify the signal to
recover attenuated parts of the signal we amplify the noise as well.
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Another method to convey analogue signals is modulation. In this method one of
the properties of some base signal is altered: amplitude modulation (AM) involves
altering the amplitude of a sinusoidal voltage waveform by source information;
frequency modulation (FM) changes the frequency of carrier, which increases if the
signal is positive an decrease if it is negative; pulse code modulation (PCM), in this
case the signal is modulated to form a pattern of pulses which represents in binary
code regular samples of the amplitude of the information signal. PCM is the heart of
the present day high speed digital communications technology.
Digital
Since digital trasmission uses only 1’s and 0’s to encode the signal, it offers a simpler
menas of recostructing the signal. Information in digital form has more advantages
over informations in analogue form. The first reasons is that with digital signal it is
necessary to detect the presence or absence of a pulse. If they pick up noise at any
stage of processing or trasmission there will be no problem. The second reason is
that digital signals fit in with modern technology and can be used with both
telecommunications and data processing equipment. With the increasing popularity
of digital signals the anologue-to-digital conversion is more and more necessary.
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Italiano
Italo Svevo
Italo Svevo nasce a Trieste nel 1861 da una famiglia borghese, il padre era un