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In un tempo in cui i diritti dei lavoratori sono subordinati alla volontà dei mercati, ho deciso di scrivere una tesina dedicata alla riflessione sulle condizioni, i sacrifici e le conquiste della classe operaia del Ventesimo Secolo con la speranza che anche le generazioni future possano avvalersi dei diritti per cui i loro nonni hanno lottato. Inoltre mi concentrerò sul valore del lavoro e, in particolare, sul quello attribuitogli dalla dottrina sociale cattolica. Innanzitutto rivolgerò la mia attenzione alle condizioni di lavoro di fine Ottocento e primo Novecento attraverso il loro riflesso nella letteratura europea, soffermandomi su quella francese con Zola e su quella inglese con Dickens. Successivamente nella mia tesina di maturità prenderò come esempio la situazione lavorativa nell’Unione Sovietica e le riflessioni di Marx su cui essa si basava. In seguito, osserverò il fondamentale ruolo del sindacato polacco Solidarność nell’ambito delle conquiste operaie, descrivendone la storia e i principi che lo animano. Ho scelto di dedicarmi in particolare alla situazione polacca sia per l’esempio che fu per l’Europa intera sia perché essa ha messo in atto concretamente i valori sociali cattolici che reputo particolarmente validi, soprattutto se inseriti nel clima di solidarietà della Polonia degli anni Ottanta. Infine, ho descritto brevemente la concezione del lavoro cattolica attraverso l’Enciclica Laborem Exercens.
Lo scopo di questa tesina è quindi dimostrare il fallimento delle ideologie capitalistiche e comuniste nel corso del XX secolo attraverso la descrizione delle terribili conseguenze lavorative che esse comportarono per gli operai, e successivamente, attraverso l’esempio di Solidarność, evidenziare il valore umano e sociale che invece ha dimostrato la dottrina cattolica, ovviamente pur sempre all’interno delle possibilità dei limiti di ognuno di noi.
Il titolo, Za Chleb i Wolność, è stato scelto non solo in quanto motto delle proteste operaie polacche in se-guito trattate, ma anche perché “Per il pane e la libertà” esprime bene sia il valore materiale del lavoro che comunque si basa innanzitutto su un salario concreto che permette ai lavoratori di mantenersi, sia il valore spirituale che permette all’uomo di realizzarsi, attraverso il vero esercizio della libertà, nella sua più completa umanità.
Francese - Germinal di Zola.
Inglese - Hard Times di Dickens.
Filosofia - La concezione del lavoro di Marx.
Storia - L'URSS, Solidarnosc, Laborem Exercens.
Capitolo 1 – Il Lavoro nella Letteratura
Émile Zola e Germinal
1.1
Il primo esempio, qui trattato, di letteratura come riflesso e denuncia delle condizioni
lavorative della fine del XIX secolo è senza dubbio il romanzo Germinal di Zola.
L’autore francese è considerato il maggior esponente del Naturalismo e ne manifesta
ampiamente le caratteristiche nelle sue opere.
In Germinal Zola si dedica alla rappresentazione scientifica e realistica delle condizioni
dei minatori francesi ed effettua una decisa denuncia. Ispirandosi alle proteste operaie
verificatesi nel 1869 nel dipartimento della Loira e dell’Aveyron e documentandosi di
persona sul posto, descrisse in maniera dettagliata la situazione in cui erano costretti
a vivere i minatori, come gli alloggi sovraffollati e i turni di lavoro micidiali. Dopo uno
sguardo alla povertà disperata che pativano, Zola si concentra sulla figura del
protagonista, Etienne Lantier, che è indubbiamente il più colto e il più politicizzato. E’
grazie a lui che Zola esprime i suoi ideali socialisti: gli operai aderiscono
all’Internazionale dei lavoratori e decidono di scioperare, convinti da Etienne. Lo
sciopero diventa, in questo caso, un’occasione per dar sfogo alla rabbia accumulata in
tanti anni di oppressione e sfruttamento, senza una precisa coscienza collettiva, ma
con grande confusione ed ira che porteranno al fallimento dell’impresa. Tuttavia, le
fondamenta di questa protesta sarebbero state solide, poiché basate sul gradualismo
marxista che ha come obiettivo la rivoluzione, attuata salvaguardando la vita dei
lavoratori. I problemi dunque furono causati non solo dall’insicurezza di parte degli
operai, ma anche da fattori esterni, come l’attentato dell’anarchico Souvarine.
Il realismo nella trattazione delle condizioni
dei minatori è disarmante e non lascia
spazio ad alcun dubbio. Attraverso le sue
tecniche sperimentali, Zola costruisce una
trama che, dato un preciso ambiente sociale
ed individuato i principali caratteri di un
individuo, si sviluppa automaticamente e
necessariamente. Come era solito dire Zola:
“Il romanzo si fa da sé.” In particolare, egli
si propone di dimostrare come il degrado
economico e la miseria generassero
Germinal
Una scena tratta dal film del
1993, diretto dal regista francese Claude inesorabilmente alcolismo, criminalità,
Berri. propensione alla violenza e devastazione
fisica e morale. Rappresentò la realtà in maniera così cruda e concreta che destò
grande scandalo nella società borghese. Il suo obiettivo era appunto quello di
smuovere le coscienze addormentate della società francese e di chiedere un
intervento a vantaggio degli operai. Un valido esempio dell’efficacia stilistica e
contenutistica del romanzo zoliano è fornito dal seguente brano in cui, senza giri di
parole, l’autore mette in chiaro lo stile di vita dei minatori. 3
Eh già, – ammetteva Maheu, – certo che se si avesse più denaro si abiterebbe più al
largo! Comunque, è ben vero che vivere pigiati come salacche [sardine sotto sale,
n.d.r.] non giova a nessuno. Si sa come va a finire: uomini bevuti [sempre ubriachi,
n.d.r.] e ragazze gravide. Prendendo lo spunto di qui, ciascuno diceva la sua; e nel
tanfo di petrolio che appestava la stanza, già ammorbata da quello di soffritto, la
conversazione si protraeva. No, ben certo, non era allegro vivere. Si faticava come
bruti in un lavoro al quale un tempo condannavano i galeotti; vi si lasciava spesso la
ghirba [la pelle, n.d.r.] prima della nostra ora; e tutto questo per non rimediare
neanche un po’ di lesso a cena. Certo, come i polli il becchime, lo stretto necessario
per far tacere la fame si aveva; si mangiava, ma appena quel tanto che permetteva di
stare in vita e di seguitare a patire; o carichi di debiti, perseguitati dai creditori quasi
che il pane si rubasse. Quando arrivava la domenica, si era così stracchi che si
passava il tempo a dormire. I soli piaceri che restavano, quello di sborniarsi e
d’ingravidare la moglie. Per di più la birra ti fa metter pancia e la pancia ti fa mancar
di rispetto dai figli. Ah no; in quelle condizioni vivere non era punto [per nulla, n.d.r.]
allegro. É. Zola, Germinale, Einaudi, Torino 1994, Parte terza, cap. III, pp. 152-153
A coloro che lo accusarono di estremo realismo, Zola rispose con una lettera, nel 1885,
indirizzata ad uno dei suoi critici più severi, Henri Duhamel, affermando di aver
riportato solo la pura verità:
“Questa è la verità, che continuo a sostenere. Non mi si contraddica con dei motivi
sentimentali; ma si vada, piuttosto, a consultare le statistiche, a informarsi sul posto.
Si vedrà se ho mentito. Semmai ho
attenuato le tinte. Si sarà fatto un gran
passo verso l’eliminazione della miseria,
il giorno nel quale ci si deciderà a
conoscerla nelle sue sofferenze e nelle
sue vergogne. Mi si accusa di fantasia
sconcia [pornografica, n.d.r.], di
premeditata menzogna su certa povera
gente, che m’ha riempito gli occhi di
lacrime. A ogni accusa potrei rispondere
con un documento.”
Un altro aspetto che destò particolare
scalpore fu la vivida descrizione della
violenza popolare, anche da parte delle
donne. Riguardo a queste scene brutali, Zola esprime ancora una volta un giudizio
deterministico: sostiene l’inevitabilità
Jules Adler, Sciopero, 1899 della rivoluzione che, presto o tardi,
poste determinate condizioni, si scatenerà con la violenza d’una forza della natura.
L’unico modo per evitarla è migliorare radicalmente le condizioni degli operai,
attraverso significative riforme sociali. In assenza di esse, benché la brutalità sia
ingiustificabile, la responsabilità di essa sarà da attribuire non solo all’indole
animalesca operaia, ma anche al miope egoismo borghese. Emergono quindi quei
caratteri di ribellione e di desiderio di giustizia che sono alla base di tutte le proteste e
le conquiste operaie del XX secolo. E’ la dimostrazione della necessità umana di una
vita dignitosa e della volontà di ottenerla a qualsiasi costo. In particolare, questo
romanzo, benché apparentemente pessimistico poiché l’esito delle proteste non ha
successo, racchiude in sé un grande slancio di ottimismo e di fiducia nell’avvenire, che
4
caratterizzerà anche i lavoratori polacchi di Solidarność, che tratteremo in seguito. E’
Zola stesso a non rassegnarsi: la constatazione del fallimento degli oppressi riguarda
in questo caso solo una specifica situazione e non l’intera umanità. E’ il progresso
umano il vero protagonista del romanzo zoliano, il quale non è assolutamente un
fantasma, ma è tangibile ed effettivo e non è mai sconfitto nei singoli episodi di
fallimento. Al contrario, esso è presente nel corso dell’intera vicenda umana ed è
sempre viva la speranza che esso possa essere messo in atto dalle future generazioni.
Di questo ne è una conferma il titolo del romanzo, Germinal, che si riferisce al mese di
aprile secondo il calendario della rivoluzione francese. Esso indica quindi la primavera,
la rinascita che avviene attraverso la consapevolezza della proprie possibilità, dei
propri diritti e della propria forza. In questa prima tappa, si osserva dunque come le
terribili condizioni lavorative di fine Ottocento ebbero una grande influenza sulla
letteratura francese, permettendo a chi non aveva nessuna rappresentanza di levare il
proprio grido di indignazione e di protesta e si può anche constatare il fallimento della
logica di sfruttamento capitalistica che ha spesso condotto solo a disagi sociali e civili.
Inoltre, si può parlare in questo caso di una vera e propria letteratura solidale,
rappresentativa, con quasi la valenza di un sindacato operaio. Nella prossima sezione,
invece, analizzeremo i riflessi e le opinioni espressi attraverso le opere della
letteratura inglese, in particolare quelle di Charles Dickens.
1.2 Charles Dickens e Hard Times
Anche nell’Inghilterra del XIX secolo le condizioni dei lavoratori erano pessime. La
.
rivoluzione industriale aveva infatti causato radicali cambiamenti nella società inglese
Crebbe, ad esempio, la densità della popolazione residente nelle grandi città, in cui
ben presto, attorno alle fabbriche, si crearono veri e propri quartieri operai malsani e
sovraffollati, dove le condizioni igieniche erano precarie e favorivano la diffusione di
malattie come la tubercolosi ed il vaiolo. Le nuove figure di lavoratori che si formarono
erano principalmente due: l’operaio qualificato, che spesso era un ex artigiano, e
l’operaio generico, il quale proveniva dalla campagna e svolgeva mansioni semplici. A
causa degli esigui salari tutti i membri di una famiglia operaia erano costretti a
lavorare, compresi i bambini, ai quali era negata l’istruzione ed erano imposti turni di
lavoro lunghi e sfiancanti. Anche le condizioni dell’ambiente di lavoro erano
problematiche: poca illuminazione ed areazione, forti e costanti rumori e pericolose
polveri nell’aria. Questa situazione drammatica diventò oggetto di inchieste sociali e
progetti di riforma che tutelarono in parte il lavoro minorile e femminile. Ad esempio,
nel 1833, fu approvato il Factory Act che ridusse l’orario di lavoro per i ragazzi al di
sotto dei 13 anni a 8 ore giornaliere e per quelli tra i 13 e i 18 anni a 12 ore
giornaliere. La città industriale presto assistette ad una netta divisione tra classe
borghese e classe operaia e alla creazione di un
forte antagonismo tra di esse. Si ebbero i primi
tumulti di protesta messi in atto dagli operai e i
primi tentativi di sciopero, che all’epoca era ancora
illegale. I primi sindacati inglesi sorsero in seguito ai
Combination Acts del 1825 che permisero la
formazione delle cosiddette Trade Unions, che in
pochi anni raggrupparono già circa 100 000 operai
dei settori tessili, metallurgici e minerari. 5
Pressappoco in questo contesto si inseriscono i romanzi di Charles Dickens. In seguito
alle dirette esperienze nelle fabbriche vissute dall’autore durante la sua infanzia, le
sue opere ben riflettono le disperate condizioni dei bambini costretti a lavorare e degli
operai in situazioni spesso drammatiche e difficili. Benchè Dickens non proponga
alternative a ciò che aspramente critica, è interessante tuttavia osservare ed
analizzare ciò che descrive al fine di comprendere appieno i conflitti ed i problemi
sociali che attraversavano l’Inghilterra ottocentesca. In particolare, questa accurata
Hard Times
panoramica sociale emerge nel romanzo del 1854. Prima della stesura del
romanzo, si verificò un lungo sciopero di otto mesi nella città di Preston, nel nord
dell’Inghilterra, dove erano presenti profonde divisioni di classe ed ingiustizie sociali.
Poche settimane prima di iniziare il romanzo, Dickens si recò a Preston dove assistette
a due incontri sindacali, dai quali ricevette un’impressione favorevole come espresso
Sullo sciopero Household Words.
nell’articolo pubblicato sulla rivista Tuttavia, a livello
narrativo questa presa di posizione subì un netto ridimensionamento, sulla scia di un
antisindacalismo tipicamente borghese e della paura di una
Charles Dickens rivolta popolare organizzata. Ecco perché, nel romanzo, non
v’è traccia di benevolenza nei confronti del sindacato, rappresentato, dalla figura di
Slackbridge, in toni grotteschi. Ciononostante è innegabile la volontà di Dickens di
analizzare e riflettere sul prezzo che la classe lavoratrice doveva pagare per sostenere
la crescita della nazione. A livello stilistico, a differenza di Zola, egli non utilizza la
tipica fedeltà documentaria realista, ma attua una trattazione più generalizzata ed
astratta, pur ancorata a problemi di estrema attualità e concretezza. Inoltre, scrivendo
questo romanzo, Dickens non solo riconferma il suo ruolo di scrittore socialmente
impegnato nell’interpretazione dei problemi del tempo, ma si inserisce anche in un
acceso dibattito politico riguardante la legittimità di un modello economico che
rispettava sempre meno le garanzie sociali di base. Nel testo è possibile, quindi,