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Tesina - Premio maturità 2009
Titolo: La verità che cerco non è lì dentro, ma in me
Autore: Emanuele Andrea
Descrizione: Il lavoro che avete fra le vostre mani è frutto di una lunga elaborazione, che ha subito diverse trasformazioni nel tempo, modificandosi nella struttura, nel contenuto e nel messaggio finale. È nata come relazione sulla schizofrenia, poi è passata ad essere sulla follia e, infine, è giunta ad essere sulla memoria. Ho voluto focalizzare la mia attenzione su un certo stadio della memoria, ossia la memoria come recupero di una propria identità e della propria persona. Il titolo della trattazione è una frase tratta da "Alla ricerca del tempo perduto" di Proust. Ho trovato queste parole molto eloquenti perché in grado di riassumere quello che era il mio intento: dimostrare che l'uomo è ciò che ha vissuto. Questa riflessione è nata dalla mia esperienza di volontario presso l'Istituto "De Pagave". Lì, una volta a settimana prendo parte ad un'attività chiamata "Laboratorio cinque sensi" con il ruolo di facilitatore. In questo laboratorio, che ha luogo con cadenza settimanale, cinque ospiti di questo istituto affetti da Alzheimer vengono portati in una sala tranquilla, lontana dal luogo dove normalmente trascorrono le loro giornate, al fine di sollecitarli nell'uso dei propri sensi, per cercare di stimolare ciò che rimane delle loro facoltà cerebrali. A volte si assiste a scene strazianti, ma che mi hanno fatto crescere moltissimo. Da questa esperienza è nata la mia personale ricerca su che cosa volesse dire possedere una identità e sono giunto alla conclusione che la propria identità risieda nella propria memoria, intesa come l'insieme di ogni piccolo, minuscolo attimo di vita che esperiamo dalla nascita alla morte. Resomi conto di ciò, mi sono sentito diverso, mi sono accorto di aver sviluppato una capacità ed un modo diverso con cui affrontare ed analizzare la vita. Area: umanistica
Materie trattate: Biologia: Edoardo Boncinelli, "Storia: Antonella Braga, "La città e la guerra - Novara 1940-1945"; Filosofia: Irvin D. Yalom, "Le lacrime di Nietzsche"; Latino: Seneca, "Epistulae ad Lucilium"; Letteratura inglese: Virginia Woolf, "Al Faro"; Letteratura francese (svolta nel programma di letteratura italiana): lettura antologica de "Alla ricerca del tempo perduto" di Marcel Proust;
Sommario: Prefazione; Introduzione; Scienze - La memoria umana; Informatica - Sfida fra memoria umana e artificiale; Storia dell'Arte - Rapporto fra realtà e arte; Storia - La Seconda Guerra Mondiale nella memoria dei civili, pag. 31 Filosofia - La terapia del ricordo, Latino - La concezione della senilità ; Letteratura - Ricordi di carta, Mappe concettuali,
3
Esistono due tipi di sinapsi. La sinapsi elettrica (A) non ha nulla di affascinante in quanto,
tramite il collegamento diretto fra sinapsi e cellula ricevente, la differenza di potenziale passa da
una cellula all’altra portando avanti l’impulso elettrico. Questo tipo di sinapsi ha anche il difetto di
non permettere alcun tipo di modulazione del segnale, che ha quindi solo la facoltà di proseguire
senza essere amplificato o soppresso.
La sinapsi chimica (B) è invece uno di quei meccanismi in grado di lasciare gli studenti a
bocca aperta per la loro microscopica perfezione, un po’ come l’operone, un po’ come la perfetta
struttura dell’occhio, un po’ come tutte le bellezze senza senso. Non si trova a diretto contatto con
la membrana della cellula ricevente, ma c’è una microscopica distanza, detta spazio sinaptico. A
causa di questo spazio, la sinapsi deve usare un mezzo che metta in comunicazione le due cellule,
preparando la cellula ricevente alla ricezione dell’impulso elettrico. Ciò può avvenire grazie ai
neurotrasmettitori o neuromediatori. Ciò che differisce fra queste due sostanze è il raggio
d’azione: il neurotrasmettitore influenza solo lo spazio sinaptico in cui viene emesso, mentre il
neuromediatore può influenzare un’area più vasta anche attorno alla sinapsi che lo ha rilasciato. A
parte questa differenza, entrambi hanno la caratteristica di poter modificare l’impulso elettrico.
gamma-
Possono infatti favorirne il passaggio, come l’acetilcolina, o inibirlo, come l’ acido
aminobutirrico.
Quando l’impulso nervoso giunge al pirenoforo e incomincia a
correre lungo l’assone, entrano in gioco le proteine canale che
regolano il passaggio di sostanze fra l’interno della cellula e
l’ambiente esterno. Nella porzione pre-sinaptica, le proteine canale
++
cominciano a far entrare calcio sottoforma di ioni Ca che, una
volta all’interno del citoplasma, fanno spostare le vescicole dentro
cui si trova il neurotrasmettitore fino alla membrana, liberandolo
per esocitosi nello spazio sinaptico. Una volta che il
neurotrasmettitore si collega alla terminazione post-sinaptica, esso
deve essere rimosso per permettere alla terminazione di tornare allo
stato iniziale. Questo avviene generalmente con un reuptake, cioè le
molecole del neurotrasmettitore in questione vengono riassorbite per
endocitosi nel citoplasma della cellula pre-sinaptica. Questo
discorso non vale per l’acetilcolina, la quale ha bisogno di essere
demolita da un enzima detto acetilcolinesterasi.
Per capire meglio i meccanismi di trasduzione dell’impulso
elettrico da una cellula all’altra, è necessario introdurre
brevemente alcuni termini che caratterizzano la situazione elettrica
del neurone. Biologica
Pusceddu Nardella M., Testoni G., , v. B, pag. 935, Trevisini Editore, Milano
3 - 8 -
È necessario subito precisare che la membrana cellulare non
permette il passaggio di cariche, quindi ioni, essendo composta da un
doppio strato fosfolipidico. Perché gli ioni possano passare tramite
la membrana, devono sfruttare diversi sistemi, come la pompa
sodio-potassio o le proteine canale. Quando la cellula è a riposo,
si dice che è polarizzata, ossia c’è equilibro fra le cariche
positive all’esterno della cellula e quelle negative del
citoplasma. Una volta che arriva l’impulso, si ha un’attivazione
dei mezzi di comunicazione fra ambiente esterno ed interno e si
invertono le rispettive polarità. Questo stato si chiama
depolarizzazione, ed è quello che fanno scattare i
neurotrasmettitori nella cellula bersaglio affinché possa
accogliere l’impulso in arrivo dalla terminazione pre-sinaptica.
La depolarizzazione quindi è un processo che permette il passaggio
dell’impulso ma, come dicevamo prima, lo si può anche inibire.
Questo avviene per merito dei neurotrasmettitori inibenti che
instaurano lo stato di iperpolarizzazione, cioè si ha un
incremento dello stato di polarizzazione per il quale c’è un
maggior accumulo di cariche negative all’interno e di cariche
positive all’esterno, così che, al passaggio del prossimo impulso,
questo troverà la strada sbarrata da questa eccessiva
polarizzazione della cellula che non permetterà lo stato di
depolarizzazione utile alla trasmissione dell’impulso. Una volta
che l’inibizione o la trasmissione dell’impulso ha svolto la
propria funzione, avviene il fenomeno denominato ripolarizzazione,
ossia la condizione della cellula torna allo stato di riposo
tipico della polarizzazione.
Struttura del sistema nervoso
Il sistema nervoso, come detto in precedenza, si divide in Centrale e Periferico. L’SNP
consiste solamente nei fasci nervosi che, partendo dal midollo spinale, si diramano per tutto il
efferenti
corpo fino ai loro organi bersaglio con nervi detti , cioè che portano l’impulso dal
motorio
cervello all’organo. In genere questo tipo di nervo viene definito , in quanto porta
l’ordine di “movimento” alla parte di corpo da gestire. Una volta arrivato all’organo di
afferenti
interesse e raccolta la risposta, un fascio di nervi ritorna dalla periferia verso la
colonna vertebrale e risale il midollo spinale fino al cervello. Questo tipo di nervo è detto
sensorio,
anche in quanto trasporta allo stato di coscienza la “sensazione” che si prova
effettuando il movimento ordinato. Facciamo un esempio. Devo muovere una gamba che è
stata ferma per molto tempo. Il cervello manda un impulso ai muscoli della gamba dicendo
loro di contrarsi per spostarsi. Tuttavia i muscoli, essendo stati fermi per molto tempo,
avranno accumulato molto acido lattico, causando l’insorgenza di crampi. Io sentirò quindi il
dolore del crampo tramite l’impulso nervoso che ritorna tramite le vie afferenti al cervello e
porta allo stato di coscienza le conseguenze del moto imposto.
L’SNC invece si divide in due parti: il midollo spinale e l’encefalo.
- 9 -
Il midollo spinale è costituito da fasci di fibre nervose
che corrono all’interno della colonna vertebrale. La
sezione trasversale dei midollo spinale mette in
evidenza due parti; la parte interna è composta da
sostanza grigia, cioè senza mielina, e racchiude i
pirenofori dei neuroni i cui assoni escono dal midollo a
formare le fibre efferenti. La parte più esterna è
composta da sostanza bianca, quindi mielinizzata,
perché formata dagli assoni che trasportano le
informazioni. Nella sezione anteriore si trovano le fibre
discendenti, che portano l’impulso alla periferia,
mentre nella parte posteriore si trovano le fibre
ascendenti che portano gli impulsi dalla periferia verso
l’encefalo.
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Il midollo spinale si collega al cervello tramite una struttura di vitale importanza
bulbo midollo allungato
chiamata o , dove risiedono il centro di controllo della respirazione,
della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna. Se osserviamo con attenzione la base del
cervello, noteremo che il midollo allungato si trova in mezzo ad altre due strutture: la prima si
Ponte di Varolio
trova anteriormente e prende il nome di che mette in collegamento gli
cervelletto
emisferi cerebrali; posteriormente si trova il , cioè la seconda struttura che avvolge
mesencefalo
da dietro il midollo allungato. Alla base del cervello troviamo ancora il e il
diencefalo .
Il primo è composto da quattro sezioni che coordinano i movimenti oculari in relazione
agli stimoli luminosi e sonori. In pratica, quando vediamo una luce particolare o un rumore
che ci insospettisce, questi impulsi finiscono nel mesencefalo tramite nervi sensoriali; lì
scaturisce una risposta motoria dell’occhio che si dirige o si discosta dalla fonte di tali stimoli
presente nell’ambiente circostante. talamo ipotalamo.
Il diencefalo invece è composto da due parti, e Il primo ha più che
altro funzione associativa mentre nel secondo risiedono il centro della fame, della sazietà,
motivati
della sete e di tutti quei comportamenti definiti , cioè necessari all’individuo per
motivi fisiologici. È interessante inoltre notare che patologie come bulimia e anoressia
coinvolgono non solo l’aspetto psicologico, ma hanno anche una componente anatomica che
risiede nel mal funzionamento dell’ipotalamo.
Le parti descritte fino ad ora si trovano tutte alla base di quella che è la struttura più
evoluta del il sistema nervoso centrale che, assieme al diencefalo, costituisce il cervello: il
telencefalo . Esso è composto da una parte esterna ed una interna. La parte esterna prende il
corteccia cerebrale
nome di ed è una delle parti che più mostrano quanto l’uomo sia
potenzialmente superiore agli animali, in quanto presenta aree altamente specializzate nella
gestione di particolari processi che ci rendono in grado di relazionarci al meglio con
l’ambiente circostante. È composta da materia grigia perché formata da pirenofori, quindi
senza mielina, ma con un enorme numero di interconnessioni fra neuroni. La parte interna
sistema
invece è composta di materia bianca ed è formata da tutti gli assoni che formano il
ascendente discendente
o a seconda che gli assoni considerati siano sensoriali o motori.
Macroscopicamente, avremo quindi una sorta di “scorza” esterna costellata da
circonvoluzioni, nate nel corso dell’evoluzione dal bisogno sempre maggiore di ottimizzare lo
spazio disponibile, e sotto una miriade di fili argentati che, ancorati alla corteccia, si
dispongono con un ordine incredibile fino a raggiungere il midollo spinale.
Indirizzo del sito: http://www.my-personaltrainer.it/fisiologia/midollospinale.jpg - 12/05/09
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Il cervello presenta particolari aspetti morfologici, usati dall’Anatomia per definire le
diverse aree della corteccia. 5
Innanzitutto dobbiamo specificare che il telencefalo presenta due emisferi
scissura interemisferica
apparentemente simmetrici, divisi da un taglio detto e collegati
corpo calloso
inferiormente dal . Si imputano ai due emisferi due ruoli completamente opposti:
l’emisfero sinistro sarebbe quello che gestisce tutti i processi matematici, analitici e razionali,
mentre nell’emisfero destro avrebbe sede l’inconscio, l’intuizione e la percezione dello spazio.
scissura di Rolando scissura del Silvio
Sono presenti due ulteriori scissure dette (1) e
lobo frontale lobo parietale
(2). La scissura di Rolando divide il (viola) dal (marrone), che è a
lobo temporale
sua volta separato dal (rosa) tramite la scissura del Silvio. Posteriormente si
lobo occipitale
trova il (verde scuro).
Indirizzo del sito: http://www.iapb.it/images/Cervello.gif - 12/05/09
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Le aree corticali
Si trovano zone sulla corteccia cerebrale destinate a svolgere particolari ruoli.
Altamente specializzate nella gestione dei processi indispensabili alla vita dell’homo sapiens,
aree corticali area di Broca
queste zone prendono il nome di . L’ (giallo), situata nel lobo
frontale, è l’area motoria del linguaggio, cioè dove avvengono associati i movimenti
dell’apparato fonatorio alle parole che deve esprimere. Le parole da esprimere vengono
area di Wernicke
elaborati nell’ (verde chiaro), area sensoriale del linguaggio dove vengono
associati i concetti alle adeguate parole che li possano esprimere. È necessario che queste due
aree comunichino fra loro affinché l’individuo sia in grado di parlare in modo sensato e di
Fascicolo
leggere parole a cui conferire un significato. La comunicazione avviene tramite il
Arcuato (blu), un fascio di fibre nervose che passa attorno alla scissura del Silvio che collega
queste due aree. Ci sono altre due aree di notevole importanza, situate anteriormente e
area motoria
posteriormente alla scissura di Rolando; esse sono l’ (rosso), nota anche come
area prerolandica area somatosensoriale area postrolandica
, e l’ (arancione), detta anche . 6
Se immaginiamo di avere un telencefalo fra le nostre mani e di aprire come un libro la
scissura di Rolando, ci troveremmo davanti l’immagine sovrastante, con l’unica differenza che
avremmo alla nostra sinistra l’area motoria e a destra quella sensoriale, come indica la miniatura
di cervello nella parte inferiore dell’immagine. Quello che è interessante notare è che queste due