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Tesina - Premio maturità 2009
Titolo: La Comunicazione,Il Linguaggio e la Propaganda
Autore: Simula Eleonora
Descrizione: tesina che racchiude 7 materie e tratta l'importanza del linguaggio e della propaganda nella comunicazione umana
Materie trattate: Matematica,italiano,storia,filosofia,inglese,diritto,scienze Sociali
Area: umanistica
Sommario: Matematica: il linguaggio aritmetico e la formalizzazione / Italiano: Il romanzo storico e Alessandro Manzoni,i promessi sposi / Storia: La propaganda durante il regime fascista e nazista / Filosofia: Kierkegaard,la comunicazione filosofica / Inglese: George Orwell,1984 / Diritto: Art.21 della Costituzione Italiana / Scienze Sociali: la socializzazione tramite i mass media
LA COMUNICAZIONE ,IL LINGUAGGIO E LA PROPAGANDA
Quando parliamo di comunicazione in genere intendiamo tutta quella serie di azioni e atteggiamenti che ci
portano a trasmettere un qualcosa all'altro. Il termine comunicazione significa "mettere in comune","far
conoscere".Sappiamo che la comunicazione è a contatto diretto con il linguaggio,che rappresenta il mezzo
più comune con cui interagiamo con altri individui. Tramite la comunicazione trasmettiamo e riceviamo
informazioni,che interpretiamo secondo la nostra cultura e il nostro modo di pensare. Il linguaggio e la
comunicazione modificano la nostra percezione della realtà e il nostro rapporto con essa,la percezione e
l'interpretazione del mondo,il nostro comportamento...il significato semantico di determinate parole viene
percepito e interiorizzato dall'individuo a seconda del contesto sociale in cui si sviluppa e apprende il
linguaggio,che varia da paese a paese,da popolo a popolo. Ad esempio,in spagnolo non esiste una parola
che descriva un "distacco definitivo",l'equivalente del nostro "addio" in italiano. Non esiste la parola addio,e
non riescono ad immaginare il concetto se non filtrato dall'immagine della morte.
Possiamo parlare di comunicazione diretta,indiretta,oggettiva e soggettiva. La comunicazione diretta può
avvenire con il dialogo e l’interazione di più persone,trasmettendo informazioni dirette,ovvero che vengono
comprese dall’altro esattamente per come sono,senza lasciare spazio a interpretazioni. L’informazione
diretta ha un alto livello di certezza, a differenza di quella indiretta,rappresentata,ad esempio,dalla
comunicazione dei media.
Un esempio di comunicazione diretta e oggettiva è rappresentato dalla comunicazione della scienza. Per
molte scienze, specie per le scienze "esatte", la ricchezza semantica, l'ambiguità, il rigoglio sinonimico e le
sfumature delle lingue naturali costituiscono non un pregio, bensì un inciampo. Chi si occupa di scienze
esatte tende all'univocità, alla precisione e alla chiarezza dei termini e degli enunciati: perciò è spinto a
usare, invece della lingua ordinaria, un linguaggio "formale" o "simbolico". Un linguaggio formale si ricava
dalla lingua naturale rendendo esplicite le definizioni dei termini e le regole del loro uso. Si eliminano
ambiguità,sinonimi e omonimi: in matematica "anello" e "cerchio" non sono più sinonimi, ma indicano enti
diversi; "campo" indica una precisa struttura algebrica e non (anche) un appezzamento di terra coltivato o
un settore disciplinare. Si tratta insomma di dosare le differenze, introducendone alcune e sopprimendone
altre. Si chiama “formalizzazione” il passaggio dalla parola al simbolo,alla figura. L'esempio più semplice di
linguaggio formale è quello dell'aritmetica:per contare gli oggetti bisogna che le differenze che rendono
ogni oggetto unico vengano trascurate, mentre vengono mantenute le differenze che distinguono gli
oggetti contati dagli altri oggetti (le mele sono considerate diverse dalle pere, mentre sono considerate
tutte uguali, o meglio equivalenti, tra loro, anche se non lo sono: quindi posso sommare mele con mele ma
non mele con pere). A questo punto il linguaggio formale in parte si stacca dallo scienziato e diventa una
sorta di congegno semiautomatico, una "macchina della mente" capace di procedere, guidata ma in
semilibertà, verso la costruzione e l'elaborazione di enunciati, formule, equazioni, teoremi, cioè verso la
costruzione di risultati formali anche molto complicati. Sia la lingua ordinaria sia il linguaggio formalizzato
descrivono il mondo, o un suo frammento, ma a livelli diversi, in modi non del tutto confrontabili o
sovrapponibili. E ciò che non si può tradurre dal formalismo alla lingua ordinaria (cioè dire "in parole")
potrebbe essere proprio l'essenza profonda del contenuto semantico del formalismo.
Per quanto riguarda le scienze sociali parliamo di comunicazione quando si ha un interazione faccia-a-faccia
tra due o più individui che interagiscono a livello verbale,gestuale,e talvolta tramite contatto fisico. Ma
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l'interazione faccia-a-faccia non è l'unico mezzo per comunicare. Esistono svariate "tecniche" di
comunicazione utilizzate negli ambiti più diversi e con degli scopi ben precisi,come ad esempio quella
utilizzata dai mezzi di comunicazione di massa,che in quest'epoca hanno contribuito a favorire la
socializzazione tra gli individui e ad aumentare la consapevolezza e l'informazione sociale.
Allo stesso tempo,grazie ai mezzi di comunicazione di massa e alla scolarizzazione,l'Italia è arrivata a
possedere una lingua "ufficiale",comune,che viene utilizzata e compresa su tutto il territorio nazionale. Nel
trattare il panorama variegato della lingua italiana, non bisogna dimenticare la presenza dei dialetti, che
costituiscono un prezioso patrimonio culturale che si è tramandato nei secoli e sul quale è fiorita spesso
anche una produzione letteraria.
L'esempio più importante che possiamo citare,che ha contribuito allo sviluppo culturale e linguistico
italiano in maniera sostanziale è il romanzo storico.
Con il romanzo storico non solo cambiano i mezzi per comunicare,ma per la prima volta si crea una
comunicazione a portata di tutti,della maggior parte del popolo. Non più quindi una letteratura esclusiva, di
elite,di corte,con un linguaggio complesso e inaccessibile alla maggioranza,ma una letteratura in grado di
essere compresa e apprezzata anche dai più umili,che tratta argomenti vivi nella coscienza popolare.
Infatti l’obbiettivo dello scozzese Walter Scott,uno dei primi autori di romanzi storici conosciuto in Italia e
da cui verrà preso il modello,era descrivere un’epoca del passato illustrando non sono i grandi avvenimenti
storici “degni di memoria” ma anche la vita della GENTE COMUNE,attraverso il racconto delle vicende dei
protagonisti. La storia e i grandi avvenimenti venivano quindi lasciati in sottofondo,mentre venivano messe
in rilievo le ripercussioni che questi avevano sulla vita privata,la mentalità e i modi di vita della gente
comune.
Per la prima volta vengono messi in risalto gli umili,prima mai considerati dalla storiografia.
Già dal 1816, quando le correnti Romantiche iniziano a fiorire in Italia,specialmente in Lombardia, il
dibattito si accende tra i letterati classicisti tradizionali e i letterati più progressisti,che vedevano nelle
nuove correnti europee un mezzo di riscatto e di rinnovamento dal clima stagnante della cultura italiana.
Il letterati tradizionali,troppo attaccati alla tradizione,ai modelli classici e alle unità aristoteliche,guardavano
il romanzo con disprezzo,considerandolo genere inferiore,indegno di essere considerato “letterario”.
Le unità aristoteliche nascono dal principio di imitazione dei classici,secondo cui ogni genere letterario
doveva seguire precise regole ed imitare un modello classico. L’azione della tragedia non doveva superare
la durata di ventiquattro ore e doveva svolgersi sempre nello stesso luogo,senza cambiamenti di scena.
I romantici si opposero a questo principio secondo le loro argomentazioni,mettendo in risalto la
spontaneità e l’autenticità,il “genio poetico” doveva crearsi liberamente come una forza della natura,senza
alcuna costrizione,e al principio dell’imitazione del classici verrà sostituito il culto dell’originalità: il
romantico,il poeta,deve dire ciò che non è mai stato detto.
Il romanticismo lombardo assumerà quindi il compito di riscattare il romanzo dal disprezzo rifiutando le
regole,la mitologia classica,affermando il carattere popolare della nuova letteratura.
Tutti questi contrasti nacquero anche a causa della mancanza di una tradizione romanzesca italiana,a
differenza di tanti altri Paesi europei. 2
Alessandro Manzoni,il più grande esponente del romanticismo italiano,tenendo conto delle esortazioni
dell’articolo di Madame de Stael, capeggerà le nuove tendenze letterarie attraverso la stesura de I promessi
sposi,nel 1827,romanzo storico che avrà un importanza fondamentale nella cultura italiana e nei nuovi
generi letterari. Inaugurando il romanzo in Italia, Manzoni si pone contro la tradizione e il passato, creando
un nuovo genere “popolare” per eccellenza,non più composto da letterati ma da lettori comuni,che
coinvolgerà le passioni e gli studi degli italiani fino ai giorni nostri. I lettori si affascinano dalla narrativa in
prosa,per la prima volta si immedesimano nei personaggi,vivono vicende straordinarie con essi,si divertono
nelle scene comiche,si commuovono in quelle sentimentali,si nutrono dei miti che veicola il
romanzo,ricavano nozioni storiche dalla lettura,si proiettano in epoche affascinanti,e soprattutto possono
leggere una prosa comprensibile non più aulica e accademica.
Manzoni scegli di porre al centro del suo romanzo due popolani,Renzo e Lucia,e di rappresentare in chiave
seria e in tutta la loro tragicità,le loro vicende. In base al principio classico della separazione degli
stili,invece,i due protagonisti sarebbero stati due personaggi da commedia,in quanto solo il “nobile” poteva
essere rappresentato in chiave seria,gli argomenti quotidiani potevano essere trattati solo in stile comico.
Manzoni applica la mescolanza degli stili,sul modello del romanzo storico,ma sottolineando il suo scrupolo
del “vero”.Non vuole inventare nulla, ma affrontare i fatti storici e i personaggi nel modo più
rigoroso,attraverso la storia,rendendoli così simili alla realtà da poterli credere appartenenti ad una storia
vera. Respinge quindi il “romanzesco”,considerando nella realtà la maniera d’agire degli uomini.
Ricostruisce il quadro della società secentesca lombarda sotto la dominazione spagnola,che per lui
rappresenta il trionfo dell’ingiustizia e della prepotenza da parte del governo,dell’aristocrazia e delle masse
popolari,il trionfo dell’irrazionalità. Questa ricostruzione fa riferimento al presente con delle valenze
politiche ben precise,cercando le radici dell’arretratezza in cui si trova l’Italia,e attraverso la critica della
società del Seicento offre un modello di società futura da costruire.
Nel romanzo tra aristocratici,i ceti medi e anche il popolo vi sono dei modelli negativi e positivi,alcuni
statici,altri che passano da una funzione negativa ad una positiva come modelli esemplari
(l’innominato,Renzo,fra Cristoforo). Al modello di società giusta proposto da Manzoni si fonde una
componente religiosa,che considera la religione cattolica come unica vera forza riformatrice in grado di
agire alla radice dei mali della società,che riesce la dove le forze politiche hanno fallito. Agli uomini è
preclusa una ricostituzione totale della felicità originaria (causa del peccato originale) ma esiste un margine
per intervenire almeno per attenuare il male,dovere dell’uomo; allo stesso tempo illudersi di poter
combattere per conquistare la giustizia tramite la ribellione arrivando a commettere atti violenti è sbagliato
(Renzo),come è sbagliato avere una visione idillica della vita grazie a Dio (Lucia),in quanto gli uomini devono
rassegnarsi alla tragicità del vivere,arrivare alla consapevolezza che il male colpisce anche i buoni e i giusti,i
“senza colpa”,che potranno essere ricompensati solo dopo la morte dalla volontà divina. L’uomo deve
rassegnarsi totalmente alla volontà di Dio,ed acquisire la consapevolezza del male e della “provvida
sventura”. La conquista spirituale avverrà grazie alle sventure patite,che faranno maturare nei personaggi
le più alte virtù e la più profonda consapevolezza.
Ma i promessi sposi hanno un’importanza incalcolabile anche nel campo linguistico,perché forniscono alla
letteratura italiana un nuovo modello di lingua letteraria,utilizzabile nella società della futura Italia unita.
Per il tipo di opera concepita da Manzoni,indirizzata ad un pubblico vasto e destinata a trattare problemi
della coscienza contemporanea,non era più possibile utilizzare la lingua ardua della tradizione,che non