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Tesina - Premio maturità 2009
Titolo: L'uomo critico di sè.
Autore: Lolli Tommaso
Descrizione: Esposizione dei contenuti fondamentali dell'opera di Foucault. . Obiettivi dell'opera "La Volontà di Sapere" . Ruolo della confessione nella Scientia Sexualis . Denigrazione dell'ipotesi repressiva . Concetto di Potere . Individuazione, formazione e ruolo del dispositivo di sessualità . Concetto di Bio-Storia . Medicalizzazione della sessualità . Conseguenze del dispositivo sulla politica della natalità e del controllo sociale . Degenerazione nell'eugenetica del nazismo Confronto tra Foucault e Horkheimer sulle motivazioni dell'ascesa del nazismo . Esposizione dei contenuti dell'opera di Horkheimer . Obiettivi dell'opera "L'Eclissi della Ragione" . Distinzione tra ragione oggettiva e ragione soggettiva . Conseguenza dello squilibrio delle ragioni: il relativismo etico . Alienazione e mimesi: il relativismo relazionale . Conclusioni di Horkheimer: incapacità di reazione agli eventi e acriticismo . Possibili affinità e divergenze . Differenti concezioni di potere . Differenti cause di avvento dei totalitarismi . Comune richiamo alla capacità critica per la resistenza ad un'ideologia . Comune attenzione al pretesto di scientificità all'origine dei totalitarismi Confronto del concetto di sessualità in Foucault e Marcuse . Esposizione delle proprietà del concetto di sessualità in Marcuse (da "Eros e Civiltà ") . Concezione della sessualità in Marcuse e impianto Freudiano . Es ed Io: repressione fondamentale . Super-Io e Marx: repressione addizionale . Dissoluzione della repressione nell'inconscio e dispositivi di potere . Liberazione dalle repressione: l'erotizzazione . Differenze tra l'impianto storico-genealogico di Foucault e quello freudomarxista di Marcuse . Differenti concezioni della psicanalisi . Riscontro comune dell'importanza di biologia e storia nell'evoluzione della sessualità . Ruoli opposti di biologia e storia . Comune metodologia d'evasione dai vincoli della sessualità "negativa"
Materie trattate: marcuse (eros e civiltà ), horkheimer (eclissi della ragione) e foucault (la volontà di sapere)
Area: umanistica
Bibliografia: Michel Foucault - La Volontà di Sapere (Feltrinelli, 1976) Max Horkheimer - L'Eclissi della Ragione: nello specifico "Mezzi e Fini", "La rivolta della natura" e "Trionfo e decadenza dell'individuo" (Einaudi, 1947) Herbert Marcuse - Eros e Civiltà : nello specifico "L'origine dell'individuo represso: ontogenesi" e "La trasformazione della sessualità in Eros" (Einaudi, 1955)
Organizzazione Tesina: “L’uomo critico di sé”.
Esposizione dei contenuti fondamentali dell’opera di Foucault.
. Obiettivi dell’opera “La Volontà di Sapere”
. Ruolo della confessione nella Scientia Sexualis
. Denigrazione dell’ipotesi repressiva
. Concetto di Potere
. Individuazione, formazione e ruolo del dispositivo di sessualità
. Concetto di Bio-Storia
. Medicalizzazione della sessualità
. Conseguenze del dispositivo sulla politica della natalità e del controllo sociale
. Degenerazione nell’eugenetica del nazismo
Confronto tra Foucault e Horkheimer sulle motivazioni dell’ascesa del nazismo
. Esposizione dei contenuti dell’opera di Horkheimer
. Obiettivi dell’opera “L’Eclissi della Ragione”
. Distinzione tra ragione oggettiva e ragione soggettiva
. Conseguenza dello squilibrio delle ragioni: il relativismo etico
. Alienazione e mimesi: il relativismo relazionale
. Conclusioni di Horkheimer: incapacità di reazione agli eventi e acriticismo
. Possibili affinità e divergenze
. Differenti concezioni di potere
. Differenti cause di avvento dei totalitarismi
. Comune richiamo alla capacità critica per la resistenza ad un’ideologia
. Comune attenzione al pretesto di scientificità all’origine dei totalitarismi
Confronto del concetto di sessualità in Foucault e Marcuse
. Esposizione delle proprietà del concetto di sessualità in Marcuse (da “Eros e Civiltà”)
. Concezione della sessualità in Marcuse e impianto Freudiano
. Es ed Io: repressione fondamentale
. Super-Io e Marx: repressione addizionale
. Dissoluzione della repressione nell’inconscio e dispositivi di potere
. Liberazione dalle repressione: l’erotizzazione
. Differenze tra l’impianto storico-genealogico di Foucault e quello freudomarxista di
Marcuse
. Differenti concezioni della psicanalisi
. Riscontro comune dell’importanza di biologia e storia nell’evoluzione della sessualità
. Ruoli opposti di biologia e storia
. Comune metodologia d’evasione dai vincoli della sessualità “negativa”
4. Conclusioni: Alla fine il centro dell’esposizione sarà l’importanza, per un’esistenza autentica
e soddisfacente, della propria capacità critica. In Foucault è basilare l’importanza di
sapersi svincolare dalla morsa della sessualità e del suo dispositivo di controllo; per
Horkheimer un uomo -e un’umanità, forse- che perde la propria capacità di
riferimento a determinati valori non riesce a porre obiezioni razionali a qualsiasi
sopruso, autodeterminando la propria condizione di schiavitù; per Marcuse invece il
nucleo per una migliore società futura è imprescindibile dalla possibilità e dal dovere
che ciascuno ha di liberarsi dalla repressione che la sovrastruttura sociale impone
agli uomini. Così per i tre filosofi è fondamentale il raggiungimento dell'autonomia
critica dell'individuo, per superare l'eclissi di una ragione che si è dimostrata
incapace di interpretare la complessità di un’epoca, in una prospettiva di
superamento della crisi del soggetto proprio della filosofia e della società
novecentesca.
Bibliografia:
Michel Foucault - La Volontà di Sapere (Feltrinelli, 1976)
Max Horkheimer - L’Eclissi della Ragione: nello specifico “Mezzi e Fini”, “La rivolta della
natura” e “Trionfo e decadenza dell’individuo” (Einaudi, 1947)
Herbert Marcuse - Eros e Civiltà: nello specifico “L’origine dell’individuo represso:
ontogenesi” e “La trasformazione della sessualità in Eros” (Einaudi, 1955)
Foucault e la scuola di Francoforte.
1. L’obiettivo che Foucault si pone nel libro “La Volontà di Sapere - Storia della Sessualità” non è
quello di trovare l’evoluzione dell’erotismo nello sviluppo di un processo storico, bensì trovare
l’origine della curiosità che il sesso ha sempre esercitato sull’uomo, in particolare dal diciottesimo
secolo in poi, e riuscire a contestualizzare questa volontà di conoscenza.
Il sesso, storicamente, dalla pastorale cristiana del Concilio di Trento, è infatti presentato come
“l’enigma inquietante: non ciò che si mostra ostinatamente, ma quel che si nasconde dappertutto”, e di
cui l’uomo ha sempre subito l’omertoso fascino. Questo è anche dovuto al particolare metodo che noi
occidentali abbiamo di rapportarci con la conoscenza della sessualità: la confessione. Nella civiltà
classica il particolare rapporto di apprendista-maestro creava i presupposti per una ars erotica che
puntava all’aspirazione alla conoscenza, l’importanza dell’interloquire verticale tra il sapere del
maestro e la voglia dell’uditore di conoscere e celare i segreti delle tecniche appena conosciute; nella
civiltà cristiana successiva arriviamo al ribaltamento di ciò: l’interlocutore, colui a cui è rivolta la
confessione, che sia reale o solamente virtuale, diventa il nodo fondamentale della formulazione del
discorso: è lui che non sa, ma è lui che dirige il nostro sapere. Ci fa, in una sorta di maieutica invertita,
scoprire il nostro errore, o più in generale, la nostra verità da ciò che noi sappiamo e lui no, e questo
non può che creare una sorta di curiosità per la verità in noi nascosta e una sensazione d’ignoranza
paradossale, in quanto la verità viene da ciò che solamente noi conosciamo.
Ma è giusto che prendiamo in considerazione un’ipotesi repressiva, in cui, sempre dal Concilio di
Trento, il sesso è stato ingiustamente soffocato, fino a trovare l’exploit con l’ascesa del
conservatorismo morale della classe borghese del diciottesimo secolo? Secondo Foucault no: il potere,
concetto su cui il filosofo si soffermerà per darne una definizione “aggiornata”, non sarebbe una forza
alquanto limitante, impotente e “anti-energia” per essere considerato potere? Il potere deve anche
avere un valore propositivo, non solo la facoltà di poter negare un processo istintuale come il sesso.
Incontriamo qui i primi due errori, nel concetto di potere e in quello di sessualità. Infatti il potere è da
noi considerato ancora secondo una logico giuridico-discorsiva che si riferisce al concetto di diritto e
sopruso del medesimo, con il ricordo di quell’istituzionalità caratteristica delle monarchie passate;
mentre “con il termine potere mi sembra che si debba intendere innanzitutto la molteplicità dei
rapporti di forza immanenti al campo in cui si esercitano e costitutivi della loro organizzazione”, il
potere “è il nome che si dà ad una situazione strategica complessa in una società data”; caratteristica
del potere è la molteplicità di punti da cui è esercitato, la sua onnipresenza. Questo è forse l’aspetto più
interessante del concetto di potere di Foucault, ovvero la non riconducibilità immediata ad un
organismo istituzionale, ma ad un incastro di piccoli poteri locali, che insieme tessono l’organizzazione
generale del potere.
E’ per quanto riguarda invece la sessualità che incontriamo il nostro errore storico più grande, indotto
dalla falsa credenza di una sessualità intesa come impulso represso: viene distrutta la naturalità della
sessualità, per considerarla come un dispositivo storico creato dall’uomo stesso. Nel diciottesimo
secolo, la necessità di conoscere di più sull’aspetto sessuale dell’uomo, probabilmente grazie anche
all’influenza della vicina età dei lumi, incontra la necessità di immettere la sessualità in un contesto
discorsivo al fine di organizzare l’argomento secondo un filo razionale; in più questo periodo vede la
nascita, o lo sviluppo fondamentale, di nuove discipline quali la psicologia, la pedagogia e la sociologia,
che provano a trovare una dimensione sessuale nelle “anomalie” del tempo: per esempio assistiamo
all’isterizzazione della donna, alla sessualizzazione del bambino, la socializzazione delle condotte
procreatrici e l’istituzionalizzazione delle perversioni. E’ possibile che queste siano strategie di
controllo repressivo del potere nei confronti delle sessualità particolari? “In realtà - dice Foucault - si
tratta piuttosto della produzione stessa della sessualità. Questa non deve essere considerata come una
specie di dato naturale che il potere cercherebbe di domare, o come un campo oscuro che il sapere
tenterebbe, a poco a poco, di svelare. E’ il nome che si può dare ad un dispositivo storico: non una
realtà sottostante sulla quale sarebbe difficile esercitare una presa difficile, ma una grande trama di
superficie dove la stimolazione dei corpi, l’intensificazione dei piacer, l’incitazione al discorso, la
formazione delle conoscenza, il rafforzamento dei controlli e delle resistenze si legano gli uni agli altri
sulla base di alcune grandi strategie di sapere e di potere”.
Da qui emerge la considerazione della sessualità come un prodotto stesso della novità introdotta dalla
sessualizzazione dei corpi, come la presa in considerazione, da parte della neonascente classe
borghese, della propria capacità sessuale. Questo porta poi due conseguenze: la microconseguenza è
che da una parte viene ri-smentita la presunta repressione adoperata dal conservatorismo della classe
borghese, che anzi si rende autonomamente protagonista di questa nuova dimensione; in “secundis” la
macroconseguenza è l’affiancamento di un nuovo dispositivo di sessualità (smaccatamente borghese)
al preesistente dispositivo d’alleanza (la genealogia e l’ascendenza nobiliare). “Il dispositivo di
sessualità ha la sua ragion d’essere non nel fatto di riprodursi, ma di proliferare, d’innovare, di
annettere, d’inventare, di penetrare i corpi in modo sempre più minuzioso e di controllare le
popolazioni in modo più globale”; è come se alla nobiltà del sangue aristocratico, la nuova classe
borghese avesse bisogno di sostituire una propria “purezza”, una propria salute, la propria garanzia di
forza e di leggitimazione del potere acquisito: e questa è la capacità di costituire una forte progenie.
All’importanza delle radici viene sostituita l’importanza della capacità di radicamento nel proprio
territorio genetico; ed è concepibile che una nuova casta sociale amministrativa cerchi il futuro del
proprio profitto e non la garanzia della propria rendita.
Ma non siamo ancora giunti alla nascita della falsa idea di repressione. Foucault trova l’origine di
questo nel momento in cui il dispositivo di sessualità ha investito anche le classi popolari , diventando
un fenomeno comune, processo che, cronologicamente, ricalca il crescere della psicanalisi.
A tratti spaventata da questa sessualità che inconsciamente era la propria garanzia di predominio, a
tratti ricercando un nuovo punto di distacco dalle classi popolari, si fa oggetto della psicanalisi, che le
offre l’opportunità di relegare la sessualità ad una forma di animalesco istinto che determina le
inquietudini personali e di classe. E’ così che la borghesia ricorre alle nuove scienze per
“psichiatrizzare e psicanalizzare” la propria sessualità all’interno del vecchio e preesistente dispositivo
d’alleanza. La borghesia con la psicanalisi “cercherà di ridefinire la specificità della sua [sessualità] di
fronte a quella degli altri, riprenderà in modo differenziale la propria sessualità, traccerà una linea di
divisione che singolarizza e protegge il proprio corpo. Questa linea non sarà più quella che instaura la
sessualità, ma al contrario una linea che la blocca; è il divieto che farà la differenza, o almeno il modo
in cui si esercita ed il rigore con cui è imposto”.
Una delle conseguenze che deriva da ciò è, per la prima volta nella storia, il cambio del target
d’interesse: il passaggio dalla singolarità all’intero corpo della popolazione, l’entrata della vita nella
storia: i problemi non sono più per un’istituzione monarchica le carestie e le epidemie, bensì per un
nuovo sistema di strategie di potere la vita di un corpo di abitanti, un organismo di viventi; si crea
quindi l’amministrazione delle vite, nelle loro nascite, sviluppi e morti, e non più i metodi per