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Tesina - Premio maturità 2008
Titolo: L'astrofisica: una nuova frontiera
Autore: Giacomo Baso
Descrizione: la mia tesina si presenta distinta in due parti; la prima tratta marginalmente la parte storica dell'astrofisica e tecniche e strumentazioni di questa scienza. la seconda parte, più tecnica, tratta di un esempio di tracciamento di un diagramma hr di u
Materie trattate: astronomia, fisica, matematica
Area: scientifica
Sommario: «Lo Sforzo di capire l'universo è tra le pochissime cose che innalzano la vita umana al di sopra del livello di farsa, conferendole un po' della dignità di una tragedia» Steven Weinberg L'astrofisica: storia, scopi e strumenti. Nel 1830 il filosofo francese Auguste Comte scrisse, nel Corso di Filosofia Positiva, che l'astronomia fu la prima scienza ad entrare nello stadio positivo negli anni tra il XVI e il XVII secolo, grazie al genio di figure quali Copernico, Keplero e Galileo Galilei. Tale svolta segnò il cambio di un'era, e la spinta necessaria all'evoluzione positiva delle scienze applicative. Tuttavia, tale scienza si limitava ad osservare i moti dei corpi, prevalentemente appartenenti al sistema solare, e a descriverne la traiettoria tramite formule e leggi più o meno empiriche. Una svolta ben maggiore, che condusse ad uno studio profondo delle caratteristiche fisico-chimiche dell'universo, quali densità , temperatura, luminosità e composizione, oltre che l'analisi delle strutture cosmiche e i rapporti (gravitazionali e non) tra esse, fu possibile solo molto più recentemente. L'inizio di tali studi è datato verso l'inizio del XX secolo, ma la vera rivoluzione risale all'anno 1933, quando Karl Jansky annunciò che una sua antenna aveva, per puro caso, captato frequenze radio provenienti dalla Via Lattea, e al 1964, quando i premi Nobel Arno Penzias e Robert Woodrow Wilson scoprirono la CMB. In entrambi i casi, i ricercatori lavoravano ai Laboratori Bell, ed in entrambi i casi stavano sperimentando un nuovo tipo di antenna, totalmente ignari di quello che stavano per scoprire. Tali scoperte, frutto della capacità di saper cogliere quello che il caso forniva loro e trasformarlo in scoperte innovative, portarono alla nascita della moderna Radioastronomia e a tutte le discipline ad essa collegata, riguardanti lo studio delle emissioni elettromagnetiche dei corpi celesti. In particolare, la scoperta di Penzias e Wilson, interpretata tramite la legge di Hubble, fu una delle maggiori prove della teoria espansionistica dell'universo, nota oggi come teoria del Big Bang. Tale teoria, a tutt'oggi estremamente ma non universalmente condivisa, spiega la nascita dell'universo a partire da un singolo punto, chiamato Singolarità Gravitazionale o Atomo Primordiale; dalla "deflagrazione" di tale singolarità si è generata tutta la materia esistente.
L’astrofisica
Una nuova frontiera
nell’avanguardia della scienza
XVI-XIX secolo
Copernico, Keplero, Galilei rivoluzionano
l’astronomia.
Auguste Comte scrive che questa è la
prima delle scienze ad entrare nello stadio
positivo.
Il campo di studi è limitato allo studio dei
moti dei corpi celesti.
XX secolo
Si inizia a studiare le proprietà
fisico-chimiche dei corpi
Densità
Temperatura
Luminosità
Composizione
Due date:
1933 1964
Arno Penzias e
Karl Jansky rileva Robert Wilson
emissioni scoprono la
elettromagnetiche radiazione cosmica
provenienti dal centro di fondo a microonde
della Via Lattea
- Il primo diede inizio ad una nuova disciplina
- I secondi guadagnarono un Nobel
Cosmic Microwave
Background Radiation
Cos’è?
È la radiazione
fossile, residuo
dell’ultimo
scattering
È la prova
sperimentale della
teoria del Big Bang
Il Big Bang, ovvero:
l’universo in espansione
Cronologia:
Atomo Primordiale: tutta la materia esistente è compressa in un
unico punto
Era della radiazione: l’universo si espande ad elevatissima velocità,
ma i fotoni liberi hanno ancora energia sufficiente a rompere i legami
atomici
Disaccoppiamento: da ora in avanti, i protoni sono liberi di
aggregarsi agli elettroni e di formare gli atomi e le molecole
La radiazione residua si propaga indisturbata, raffreddandosi a causa
dell’espansione
Oggi: la CMBR, diminuendo di temperatura, è diminuita di frequenza
(legge di Wien). Ad una temperatura di 5 K equivale una frequenza
nella banda delle microonde
Strumenti:
Telescopio Relatività Generale
Spettroscopio Meccanica
Quantistica
Campo di studi: l’universo intero
Onde elettromagnetiche
Si distinguono in base alla lunghezza d’onda
Sono necessarie differenti strumentazioni per studiarle
Banda ottica (luce visibile)
Utilizzo di grandi
telescopi
Maggiore è il
diametro dello
specchio, maggiore
è la risoluzione
Utilizzo di CCD
Problemi tecnici:
Peso dello specchio, che tende a
deformarsi
Peso della struttura, da sostenere in
modo da lasciarle libertà di ruotare
Temperatura dello specchio, che deve
essere uniforme in tutti i suoi punti
Banda radio
Utilizzo di grosse
antenne disposte in
lunghi complessi
Sfruttamento
dell’interferometria
Risultato: dati
assimilabili a quelli
di un’enorme
antenna
Very Long Baseline Array: copre quasi 8000 km,
costituendo il più grande complesso esistente
Problemi tecnici:
L’utilizzo dell’interferometria richiede
un’enorme elaborazione computerizzata
dei dati
Progetti privati come il SETI sfruttano
migliaia di computer di utenti volontari
per distribuire ed elaborare una
moltitudine di pacchetti dati
Banda X-γ
Problema: l’atmosfera filtra le radiazioni
aventi tali lunghezze d’onda
Banda X-γ
È necessario lanciare telescopi in orbita
Il più famoso è senza dubbio
l’Hubble Space Telescope
Problemi tecnici:
Enormità dei costi
Difficoltà nel trasportare grandi
telescopi precostruiti nello spazio
Altrettante difficoltà nell’assemblare
molti pezzi trasportati separatamente
Nuove Tecnologie
Ottiche attive Ottiche adattive
Nuove Tecnologie
Utilizzo dell’interferometria anche per
la banda del visibile
Costruzione di telescopi sempre più
grandi (ELT, OWL)
Classificazione Stellare
Diagramma H-R: mette
in relazione luminosità
assoluta, magnitudine
assoluta, temperatura e
indice di colore
Ideato nel 1910 da Ejnar
Hertzsprung ed Henry
Russell
Un esempio: determinazione del diagramma H-R di una
galassia satellite della Via Lattea
• Tramite un telescopio collegato ad una fotocamera
dotata di CCD, si ottiene una prima immagine
dell’oggetto celeste osservato
Immagine della Galassia Nana Leo II
Calcolo della magnitudine apparente:
Fotometria di apertura Fotometria Point Spread
Function (PSF)
Fotometria di apertura
Ad ogni pixel corrisponde
un’intensità luminosa Luminosità della
stella – luminosità del
IRAF calcola la luminosità cielo = fotoni emessi
delle stelle e la luminosità del dalla stella
cielo
IRAF formula un’intensità di
soglia sulla base dei dati
forniti dall’utente Fotoni emessi /
tempo di esposizione
IRAF esegue un conteggio = intensità luminosa
delle stelle e ne calcola le
magnitudini strumentali
Fotometria PSF
L’atmosfera disturba il segnale in modo casuale,
per colpa dei moti turbolenti delle masse d’aria
L’aria cambia di densità, cambiando allo stesso
tempo indice di rifrazione
I raggi di luce provenienti da una stella vengono
deflessi in maniera leggermente diverse:
l’immagine si imprime spostata
La curva che descrive tale distribuzione è una gaussiana.
Ad ogni stella dell’immagine ne viene associata una.
y x Fotometria PSF
L’utente quindi visualizza il grafico di un insieme
di stelle, e ne verifica la curva risultante
Se questa risulta una gaussiana con parametri
simili alle altra, viene accettata come campione
Dopo aver determinato una decina di campioni,
IRAF li sfrutta per generare un modello che verrà
applicato a tutta l’immagine
Sottraendo all’immagine tutte le gaussiane, si riesce a
distinguere le stelle anche se molto vicine, ottenendo un
conteggio più accurato
y x
La distribuzione di Gauss
Definisce molto bene distribuzioni derivanti da dati empirici.
Presenta due parametri:
μ= valor medio della distribuzione, è il punto attorno al quale
l’evento ha più probabilità di verificarsi
σ= scarto quadratico medio, definisce quando la totalità degli
eventi si discosta dal valor medio.
Vi è il 67% di probabilità per un evento di verificarsi
nell’intervallo [μ- σ, μ+ σ].
La probabilità sale al 99% nell’intervallo [μ- 3σ, μ+ 3σ]
Per calcolare la magnitudine
apparente:
Viene determinata in più bande fotometriche del
sistema ugriz
Per calcolare la magnitudine
apparente:
m(λ) = m (λ) + m - 25 - k x
0 s λ λ
25 k
: :
costante sommata coefficiente
m (λ)
: è il λ
0 m x
: :
è la è la
liberamente dal di estinzione
s λ
punto zero magnitudine programma per non atmosferica, massa d’aria
della banda strumentale dover operare con numeri tipico di ogni sovrastante
fotometrica negativi banda
Tramite la formula M – m = 5 – 5 log(d)
I I
troviamo la distanza, utilizzando la
magnitudine assoluta del punto TRGB:
La distanza della
galassia risulta:
d = 2,8∙10 Kpc
2
Trovata la distanza, è possibile calcolare la
magnitudine assoluta in tutte le bande,
ugriz e BVR
Avendo magnitudine assoluta e indice di colore,
possiamo determinare il diagramma H-R di Leo II
Utilizzando la magnitudine assoluta nella
banda V si trova la luminosità:
MV – M = –2,5log(LV/L )
Si ha quindi che:
L = 5,9∙10 L
5
V
Sapendo inoltre che il rapporto tra massa e
luminosità vale circa 10, allora M ~10 M
7
Tracciato il grafico V-I su M e sovrapposto le isocrone, si ottiene
I
una stima dell’età della galassia dalla disposizione delle stelle
Luce: fotoni o radiazione elettromagnetica?
Radiazione elettromagnetica: onda, dovuta al contemporaneo
propagarsi di un campo elettrico ed un campo magnetico
perpendicolari tra loro
La proprietà più importante di un’onda è la lunghezza d’onda; in
fotometria, determina la banda fotometrica
Il meccanismo del CCD sfrutta le collisioni di particelle di luce per
registrare intensità luminose (effetto fotoelettrico)
Paradosso: la luce è onda o corpuscolo?
Risposta:
La luce possiede contemporaneamente proprietà
ondulatorie e particellari
Diretta derivazione delle leggi di Maxwell e di Albert Einstein
(per tale lavoro, premio Nobel per la Fisica, 1921)
Conseguenze: principio di complementarità (Niels Bohr)
Principio di complementarità
Approfondimento del lavoro di Einstein e de Broglie
Ipotesi di de Broglie: ogni particella ha le proprietà di
un’onda, pur continuando ad essere una particella.
Equazioni di Einstein sui fotoni:
h
E
c p
p c
c h
La lunghezza d’onda di ogni particella è quindi: p