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Sc. delle Finanze - Debito pubblico paesi del sud del mondo
Geografia economica - Banchiere dei poveri
Inglese - Crowdfunding
“Meno male che la
popolazione non capisce
il nostro sistema
bancario e monetario,
perché se lo capisse,
credo che prima di
domani scoppierebbe
una rivoluzione”
(Henry Ford 1863-1947 )
Indice:
• Introduzione..........................................................................................p. 5
• Speculazione e Derivati........................................................................ p. 6
• La moneta..............................................................................................p. 9
• Accordi di Bretton Woods...................................................................p. 10
• Debito pubblico dei paesi del Terzo Mondo.......................................p. 15
• Fondo Monetario Internazionale..........................................................p. 16
• Globalizzazione...................................................................................p. 17
• Il Banchiere dei poveri.........................................................................p. 19
• Crowdfunding......................................................................................p. 24
• Jamboo Headphones............................................................................p. 27
Mi dica il motivo per cui un governo con il potere di creare
denaro, dovrebbe dare quel potere a un monopolio privato, e poi
prendere in prestito quello che il parlamento può creare se
stesso, con un interesse fino al punto di arrivare a bancarotta
nazionale”
(Graham Tower, Governatore banca Canadese 1934-1954)
Nessun sistema è dato scontato e poco compreso come il sistema bancario.
Anche nei momenti di crisi quando sarebbe legittimo dubitare della loro funzione
le istituzioni bancarie continuano ad esistere come un dogma, uno fra i più forti
mai esistiti. Ma in un mondo dove l' 1% della popolazione possiede il 40% della
ricchezza mondiale, in un mondo dove circa 34 milioni di bambini muoiono di
malattie dove il 50% della popolazione vive con meno di 2 dollari al giorno e
dove la classe media assiste ogni giorno al loro impoverimento c'è una cosa
chiara: C'E' QUALCOSA DI PROFONDAMENTE SBAGLIATO.
Il denaro è il sangue che da vita a tutte le istituzioni ne fanno uso, ma chi crea il
denaro? In base a cosa? Cos'è il debito pubblico? In base a cosa si crea?
Hanno risposte trascurate dalla maggior parte della popolazione! Fortunatamente
infatti i processi economici bancari appaiono noiosi e caotici e lo scorrere di
notizie difficili da comprendere rendono il cittadino comune meno interessato ad
apprendere.
La realtà è che dietro a questo sistema “ estremamente complicato” c'è uno dei
meccanismi sociali più paralizzanti che l'umanità abbia mai inventato.
I governi non hanno il potere di fare i soldi quindi emettono dei titoli di carta:
chiamati titoli di stato del debito pubblico che la Banca acquista, stampando
pezzi di carta chiamati banconote e che presta ai rispettivi governi in cambio di
interessi. Interessi che non pagherà il Governo, ma noi cittadini per obiettivi quali
sanità, istruzione... che non vederemo mai realizzarsi.
Ora prendiamo un esempio pratico:
Il Governo ha bisogno di 10 miliardi di euro, la Banca senza nessun controvalore
in oro stampa questi pezzi di carta che rivende in borsa a potenziali acquirenti.
Ad essi vengono accreditati in banca 10 miliardi di euro, 1 miliardo deve essere
mantenuto in riserva mentre gli altri possono essere utilizzati dalle banche per
contrarre nuovi crediti. Ora, questi 9 miliardi possono essere prestati a nuove
persone generando un'ulteriore prestito. Con vari calcoli matematici si stima che i
primi 10 miliardi, creati fondamentalmente dal nulla hanno generato ben 90
MILIARDI.
Ma chi da valore a queste banconote da 10 miliardi?
1. Noi che accettiamo che pezzi di carte senza nessun controvalore in oro
valgano un determinato importo.
2. Dalla vecchia moneta
Immettendo più moneta sul mercato, la domanda aumenta e di conseguenza
l'offerta con i prezzi che lievitano. In questo modo la moneta ha subito
un'inflazione e ora vale la metà del valore iniziale.
Derivati
Gli speculatori in borsa sono soggetti ( individui, società, banche) che effettuano
acquisti di titoli e di merci senza mirare di solito allo scambio effettivo, ma allo
scopo di rivenderli dopo un certo termine per lucrare un guadagno se nel
frattempo i prezzi dei titoli ( o delle merci) sono aumentati.
Gli speculatori compiono anche operazioni di arbitraggio.
Questo consiste nel comprare un titolo o una merce su una piazza e nel rivenderlo
contemporaneamente su un'altra piazza, in cui il prezzo del titolo è più elevato.
La speculazione ha effetti positivi, perché tende a livellare i prezzi nel tempo e
nello spazio.
Da questo tipo di speculazione “ sana” va distinta la speculazione disonesta
( agiotaggio) di chi, per fini di lucro turba il mercato finanziario. Questo avviene
quando lo speculatore, diffondendo notizie false e tendenziose, provoca
artificiosamente variazioni di prezzo, come per esempio un rialzo del prezzo dei
titoli che ha precedentemente acquistato.
Uno dei noti motivi del crollo del sistema finanziario nella recente crisi del 2007.
Ci sono stati poi altri prodotti finanziari che hanno avuto un ruolo rilevante
nell'ultima crisi: i derivati. Essi sono strumenti finanziari complessi che, per la
loro enorme diffusione sui mercati di capitali hanno finito per acquisire un ruolo
di assoluta centralità nell’intera economia globale.
Come si evince dal loro stesso nome, i derivati non sono titoli muniti di un
proprio valore bensì derivano il loro valore da altri prodotti finanziari ovvero da
beni reali alla cui variazione di prezzo essi sono agganciati: il titolo o il bene la
cui quotazione imprime il valore al derivato assume il nome disottostante (in
inglese: underlying asset).
In linea astratta, i derivati possono assolvere tanto ad una funzione protettiva
(ossia di copertura) da uno specifico rischio di mercato quanto ad una finalità
meramente speculativa.
Nel concreto, non può negarsi che sui mercati finanziari globali i derivati si siano
affermati soprattutto quale mezzo di speculazione.
Ogni derivato ha ad oggetto una previsione (o, se si vuole, una scommessa)
sull’andamento futuro di un particolare indice di prezzo, come ad esempio
quotazioni di titoli, tassi d’interesse, tassi di cambio tra valute diverse, prezzi di
merci o di materie prime, ecc.
Una delle caratteristiche peculiari del derivato è quella di essere uno strumento
finanziario acquistabile sui mercati da un numero indefinito di scommettitori che
non vantano alcun rapporto diretto col titolo (o col bene) sottostante o che, in
altre parole, non sono direttamente coinvolti nell’operazione finanziaria dal cui
andamento il prodotto derivato trae il suo valore.
E’ un po’ come se a mille persone fosse concesso di accendere una polizza
assicurativa scommettendo sulla possibilità che un medesimo bene reale, di cui
essi non sono titolari, vada in deperimento (per furto, incendio, ecc.).
Pertanto, nella pratica finanziaria è permesso a chiunque di comprare un derivato
il cui valore è collegato al rischio di solvibilità di un altro soggetto (come il
titolare di un prestito).
In quest’ultimo caso, gli acquirenti di un derivato scelgono di scommettere sulla
capacità del debitore di onorare quel determinato prestito.
La conseguenza è che, se l’operazione sottostante va male per gli scommettitori,
l’effetto di leva del derivato moltiplica il rischio finanziario fino a fargli
assumere una portata sistemica, come in effetti sta accadendo nel corso della
grande crisi che stiamo vivendo.
A seguito dello scoppio della bolla finanziaria, avvenuto tra il 2007 ed il 2008, i
soggetti protagonisti della finanza internazionale sono riusciti, tramite i derivati,
a scaricare le conseguenze della crisi sui settori produttivi dell’economia reale (le
imprese) e sugli enti pubblici (quindi, in fin dei conti, sulla stessa collettività).
Nei rapporti tra banche e clienti (imprese ed enti pubblici), si è registrata negli
ultimi anni un’imponente diffusione di una ben determinata categoria di prodotti
derivati, gli swap, quasi sempre presentati come utili strumenti di copertura dai
rischi di mercato.
Molti problemi però sono sorti in quanto la negoziazione dei prodotti swap
venduti ai clienti delle banche è avvenuta per la maggior parte al di fuori dei
mercati regolamentati (in inglese: Over The Counter).
In sostanza, le banche in numerosi casi hanno venduto ai loro clienti dei prodotti
derivati privi degli elementi standard definiti dalle autorità di mercato e con delle
caratteristiche molto spesso decise unilateralmente dalle sole banche (ad
esempio, negoziando strumenti derivati O.T.C., le banche hanno avuto ampio
margine nel definire autonomamente elementi quali il sottostante, il
moltiplicatore in euro, le scadenze di negoziazione, il movimento minimo di
prezzo, i prezzi di chiusura, i prezzi finali per il regolamento, ecc.).
In tale contesto, molti clienti (pubblici e privati), essendo privi della competenza
tecnica necessaria per compiere operazioni di tale complessità, hanno
inconsapevolmente sottoscritto dei derivati dannosi per il proprio equilibrio
finanziario e in cui non si è riscontrata la giusta corrispondenza tra la struttura del
prodotto e le finalità che con esso ci si era prefissati di perseguire.
La crisi del 2007, viene spesso descritta impiegando questo termine: “ Bolla
finanziaria”. Essa è scoppiata in seguito ad un mancato controllo del sistema
finanziario e borsistico da parte delle autorità competenti. Si parla quindi di
speculazioni in borsa, derivati e mutui subprime. Ma è giusto dare la colpa di
questa crisi mondiale solo al sistema “ borsistico”? Cosa c'è in realtà dietro a
questi meccanismi? Perché il debito pubblico aumenta di giorno in giorno? Ma
sopratutto verso chi è questo debito?
E' impossibile capire il sistema bancario mondiale se non si tiene conto dei
retroscena.
Ciò non si insegna a scuola e nessun economista in giacca e cravatta, né alcun
corrispondente del telegiornale, vi dirà mai la verità in proposito. Alcuni di loro
non sanno quello che sta succedendo perché sono stati programmati dal sistema
dell'istruzione a credere in assurdità, mentre altri semplicemente non vogliono
che sappiate. I fondamenti della manipolazione che mira alla creazione di un
governo, un esercito, una banca e una valuta mondiali si basano su quello che
chiamiamo sistema bancario. Una volta che la gente capisce come questo
funzioni, si rende conto facilmente di come pochi possano controllare la vita di
tutti gli altri.
Alle banche viene dato il potere di “creare” denaro che non esiste, noto come
credito. Questo non costa niente, ma dal momento in cui questo credito viene
fatto teoricamente esistere, le banche possono cominciare a caricarlo di interessi.
E' questo sistema che controlla la vita di tutti. Ma va anche oltre.
La moneta
Iniziamo dalla moneta: chi la stampa? In Italia la Zecca conia solamente le
monete metalliche, le banconote vengono stampate dalla Banca d'Italia, poco
male direte voi, è la banca centrale dello stato; voi dite?
Azionisti della Banca d'Italia in %
Intesa BCI 26.8
Banca di Roma 11.1
Unicredit 10.9
San Paolo Imi 9.0
Medio banca 8.3
Inps 5.0
Carige 3.9
BNL 2.8
Mps 2.5
Ras 1.3
Altri 18.4
Da Il Sole 24 Ore
E già cominciamo a vedere la prima anomalia, il capitale della Banca d'Italia non
è dello Stato.
Se poi si indaga sul meccanismo con cui le banconote passando dalla Banca
Centrale allo Stato c'è da rimanere scioccati: La Banca d'Italia presta soldi allo
Stato ( come fanno le banche commerciali con noi), e poi li rivuole con gli
interessi, pero' per ogni banconota stampata la spesa è di qualche centesimo,
mentre il valore della banconota è quello scritto sopra. La Banca spende qualche
centesimo per stampare la banconota da 100 euro, la presta allo Stato e poi ne
rivuole 100 più gli interessi e così il debito pubblico sale, le tasse aumentano e
indovinate chi paga?
La Banca d'Italia è privata, perciò una buona parte delle nostre tasse le paghiamo