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Storia: gli anni di piombo
Italiano: Pier Paolo Pasolini
Scienza delle finanze: il sistema tributario italiano
Informatica: la rete internet e l'E-commerce
Ragioneria: la tassazione dell'E-commerce
Inglese: l'E-commerce
Nascono a sinistra i Gruppi d’azione partigiana, Nuclei armati proletari, prima linea, i Comitati Comunisti
Rivoluzionati, i proletari Armati per il Comunismo e le Brigate Rosse.
A destra i Nuclei armati rivoluzionari, Ordine Nuovo, Ordine Nero, Terza Posizione e Avanguardia Nazionale.
Il livello dello scontro inizia ad alzarsi in quella che verrà definita la strategia della tensione.
Si genera un clima di insicurezza e pericolo. Non sono solo compiuti attentati clamorosi ma anche contro
obiettivi minimi, singoli cittadini e agenti dell’ordine.
Nelle manifestazioni di piazza molti manifestanti si presentano mascherati e spesso armati di spranghe, bombe
incendiarie e le famose P38. Ormai la popolazione si è rassegnata ad una risposta di tipo militare da parte dello
stato. Le leggi speciali
I partiti di governo rafforzati dal sostegno del Partito Comunista, trovarono l’0intesa politica per elaborare una
serie di leggi per far fronte alla situazione di crisi che il paese stava vivendo.
Emblematica è in questo senso la legge Reale che autorizzava la polizia a sparare nei casi in cui ne ravvivasse
necessità operativa.
La legge in questione suscitò molte polemiche e fu sottoposta a referendum, attuato l’11 giugno 1978, da cui
risultò il favore dell’opinione pubblica.
Nel 1978 seguirà l’istituzione di corpi speciali con finalità antiterrorismo: il GIS (Gruppo Intervento Speciale)
dei carabinieri ed il NOCS (Nucleo Operativo Centrale di Sicurezza) della polizia.
Nel 1980 viene poi emanata la “legge Cossiga” la quale prevede condanne sostanziali per chi venga giudicato
colpevole di terrorismo ed estende ulteriormente i poteri della polizia.
Anche questa legge fu sottoposta a referendum popolare il 17 maggio 1981, il popolo risultò favorevole.
1977: L’anno degli scontri
L’11 marzo 1977, durante scontri a Bologna lo studente Pier Francesco Lorusso cadde colpito a more da un
proiettile. Venne arrestato Massimo Tramontani, poi prosciolto per mancanza di prove. Tale provvedimento destò
perplessità e rabbia in parte dell’opinione pubblica di estrema sinistra.
Il 22 marzo muore a Roma, ucciso dai NAP, l’agente Claudio
Graziosi
Il 28 aprile 1977 fu ucciso l’avvocato Fulvio Croce nel
tentativo di far saltare il processo ad alcuni terroristi.
Il 14 maggio a Milano, nel corso di una manifestazione, alcuni
manifestanti estrassero le pistole e aprirono il fuoco contro la
polizia. É il tempo delle P38.
Il sequestro Moro
Uno degli episodi più drammatici fu certamente la strage di via Fani il 16
marzo 1978, con lo sterminio della scorta e il sequestro con il successivo
assassinio dell’allora presidente del consiglio Aldo Moro definito dalle
Brigate Rosse come “attacco al cuore dello stato”.
In seguito all’omicidio Francesco Cossiga si dimise. Il generale dei
carabinieri Dalla chiesa fu incaricato di coordinare la lotta contro il
terrorismo. Il generale impiegò tecniche all’avanguardia per la lotta contro il
terrorismo. Nel 1982 fu inviato in Sicilia per la lotta contro la mafia ma,
cadde assassinato dalla mafia a Palermo.
Gli anni successivi
L’inizio del 1978 fu segnato da un avvenimento che provocò nelle file della destra una reazione che avrebbe
avuto ripercussioni sensibili anche nei successivi anni: la cosiddetta “strage di Acca larentia”. La sera del 7
gennaio 2 giovani missini della sezione Acca Larentia, furono uccisi a colpi di mitraglietta. La sera stessa anche
un terzo giovane venne assassinato a colpi di pistola dal capitano dei Carabinieri Edoardo Sivori. Questo segnò
l’inizio di un offensiva di terrorismo nero non solo contro le forze antifasciste ma anche contro lo Stato,
considerato il responsabile di quelle morti.
L’anno con più vittime fu il 1980 in cui morirono 125 persone, di cui 85 nella strage della stazione centrale di
Bologna. La fine di un ciclo
Probabilmente secondo solo al sequestro Moro fu il sequestro del generale statunitense James Lee Dozier ad
opera delle brigate rosse, che coincide con il periodo conclusivo degli anni di piombo. Il sequestro Dozier destò
scalpore per la capacità delle Brigate Rosse di colpire un obiettivo militare tanto significativo: il generale era
vice comandante della NATO e venne sequestrato a Verona il 17 dicembre 1981.
Verso la fine del decennio gli episodi di violenza diminuirono. In particolare crollò il sostegno alle Brigate Rosse
dopo l’assassinio dell’operaio Guido Rossa nel 1979. Rossa aveva denunciato un suo collega sorpreso a
distribuire materiale di propaganda delle Brigate Rosse.
Gli anni di piombo stavano terminando, l’opinione che la lotta armata potesse portare al cambiamento
dell’assetto costituzionale dello Stato stava cessando.
Pier Paolo Pasolini
La vita
Pier Paolo Pasolini nacque a Bologna nel 1922 da famiglia borghese e nel
1945 si laureò in Lettere in quell’Università. Dal 1942 al 1949 visse nel
paese della madre, Casarsa nel Friuli, ed il contatto con l’arcaico mondo
contadino costituì un momento essenziale della sua esperienza. In quel
paesino iniziò la sua carriera di insegnante, ma la sua omosessualità provocò
uno scandalo che lo costrinse a lasciare il paese.
Trasferitosi a Roma, visse anni economicamente difficili. In quegli anni di
duro conflitto politico si avvicinò all’ideologia marxista ed iniziò a scrivere
opere ispirate a tematiche realistiche e civili. Cominciò ad ottenere fama
come scrittore grazie a due romanzi: Ragazzi di vita e Una vita violenta. Nel 1955, insieme con Francesco
Leonetti e Roberto Roversi, fondò la rivista “officina”, che ebbe un ruolo importante nel rinnovamento delle
prospettive letterarie rispetto alla tradizione ermetica e a quella neorealistica.
Una svolta si ebbe nel 1960, il periodo del boom economico. Infatti, in quel periodo, Pasolini ritenne esaurita la
funzione storica della letteratura e quindi si rivolse ad altre forme di comunicazione: il cinema e il giornalismo.
Dal 1961 si dedicò alla regia cinematografica con una serie di film che suscitarono grande scalpore. Come
giornalista collaborò a quotidiani e settimanali con articoli fortemente polemici che attaccavano coraggiosamente
gli aspetti deteriori del potere (il “Palazzo”) e la degenerazione della vita civile del paese.
Pasolini è stato un personaggio alla ribalta sia per la sua “diversità” di omosessuale esibita, sia per le sue
posizioni polemiche nei confronti della società contemporanea, che suscitarono reazioni violente sino alla
persecuzione. Morì il 2 novembre 1975, assassinato da un giovane delle borgate in una zona desolata nei pressi
di Ostia, in circostanze che conservano ancora molti lati oscuri.
Le prime fasi poetiche
la formazione giovanile di Pasolini è quella tipica del letterato degli anni Trenta: è inserita nel clima
dell’Ermetismo ed è incentrata sulla “venerazione della poesia”, vista come valore assoluto e sacro. A questa
formazione corrisponde la sua prima produzione poetica, sia quella in dialetto friulano, sia quella in lingua. Il
poeta vede il Friuli contadino come un mondo incontaminato e innocente e lo trasforma in un Eden mitico,
identificandolo con la sua stessa giovinezza. In quest’ambito si riscontra una sensibilità ancora romantico-
decadente. Il dialetto è usato come lingua fresca e intatta, l’unica che può rendere l’innocenza primordiale di
quel mondo. Il linguaggio poetico è quello del Simbolismo, e risente della lezione di Pascoli e degli ermetici.
La vitalità giovanile di questi versi, però, si vela di qualcosa di torbido: vi aleggia l’ombra del peccato, della
morte. Infatti il vitalismo del poeta è sempre stato turbato dal senso di colpa, dovuto alla sua omosessualità, che
ha radici in una formazione cattolica.
Come molti poeti del dopoguerra anche Pasolini si avvicinò alle idee di sinistra, specialmente a quelle
riguardanti il marxismo; ma per lui il marxismo fu uno stimolo all’impegno civile. Nel marxismo cercava anche
un antidoto a quel fondo torbidamente decadente e irrazionalistico che sentiva con senso di colpa, ma fu sempre
consapevole della contraddizione inconciliabile tra le due tendenze.
La contraddizione è stata, però, feconda sul piano creativo: da essa sono nate le sue poesie migliori, quelle di Le
ceneri di Gramsci e di La religione del mio tempo. Esse segnano anche il distacco dall’Ermetismo e la
sperimentazione di nuovi moduli espressivi, come nel programma della rivista “Officina”.
La narrativa
La contraddizione tra coscienza marxista e impulsi irrazionali e decadenti è evidente anche nelle prove narrative:
Ragazzi di vita e Una vita violenta. Il protagonista del romanzo è il sottoproletariato delle borgate, nella sua
degenerazione morale e materiale. Ciò che induce Pasolini a concentrarsi su quel mondo è un’attrazione
decadente per ciò che in esso vi è d’impuro, degradato, ripugnante, e al tempo stesso per la carica di vitalità
estrema e a suo modo innocente che lo pervade. È una personale variante del populismo, con la differenza che il
sottoproletariato per Pasolini è qualcosa di “altro” rispetto alla borghesia, una negazione oggettiva e totale dei
suoi valori.
L’uso insistito del dialetto romanesco è da un lato una squisita operazione letteraria, fondata su una rigorosa
ricerca filologica, dall’altro risponde ad un bisogno d’immersione totale in quella materia così vitale e torbida al
tempo stesso. L’ultimo Pasolini
Le posizioni di Pasolini mutano negli anni sessanta con il boom economico e quella forza “naturale” che è il
sottoproletariato si integra completamente al resto della società. Nei confronti della società neocapitalistica dello
“sviluppo” e del “benessere”, Pasolini conduce la sua battaglia d’accusa violenta contro la classe dirigente e il
ceto politico, il “Palazzo”.
Questa attività polemica dà vita ad una serie di saggi e articoli comparsi su quotidiani e riviste.
Pasolini giunge a vagheggiare con nostalgia una civiltà contadina scomparsa. Questo atteggiamento lo porta a
guardare con simpatia il Terzo Mondo, i “dannati della terra”. Si rende conto che perde ogni senso la figura
dell’intellettuale tradizionale, umanista e del fatto che la letteratura perde ogni funzione. Un sintomo di questa
sfiducia si coglie nella sua dedizione alla produzione cinematografica e al teatro.
Questa crisi si coglie nella raccolta poesie in forma di prosa in cui scompare l’”aura” poetica tradizionale e la
poesia viene ridotta a funzioni pratiche.
Negli ultimi anni ha lavorato ad un romanzo d’accusa contro la società neocapitalistica, contro l’intreccio di
politica, affari e trame occulte degli anni settanta. Gli abbozzi di questo romanzo, Petrolio, sono stati pubblicati
nel 1993. Il Sistema tributario
italiano
Descrizione
Il sistema tributario è l'insieme delle norme di uno stato che regolano i tributi, intesi come entrate dello stato e
degli altri enti pubblici prelevate dai privati in modo coattivo, ossia dall'esercizio di pubblici poteri.
Riforme del sistema tributario italiano
1900 : Il sistema tributario era costituito da molte imposte, mal coordinate fra loro, in prevalenza reali e
proporzionali, con alte aliquote e quindi scarsamente elastiche: le imposte dirette davano un gettito modesto,
mentre le indirette erano spesso finalizzate a scopi protezionistici.
1919 ogetto Meda: prevedeva una riforma generale delle imposte dirette sui redditi (con
: Pr
l’istituzione di un’imposta proporzionale sui redditi e un’imposta complementare progressiva con
aliquota dall’1 al 25%).Non fu trasformato in legge a causa del fascismo.
1923 un’imposta generale sugli scambi commerciali, sostituita nel
: Riforma De Stefani: introduzione di
1940 dall’IGE.
1951 obbligo della dichiarazione annuale dei redditi delle persone
: Riforma Vanoni: introduzione dell’
fisiche.
1971 : il Governo ottenne una delega legislativa per attuare un ampio piano di rinnovamento fiscale, che si
concretizzò nella Riforma tributaria del 1972-73. Tale riforma ha semplificato il sistema tributario sostituendo