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Sintesi
Introduzione Ipnosi Collettiva, tesina


Tutti conoscono la storia di Hitler e della Germania nazista, tuttavia in pochi si interrogano sulle motivazioni psicologiche che hanno portato l'ex dittatore a promuovere la più brutale guerra mondiale.

Collegamenti


Storia - Nazismo
Ipnosi
Psicologia
Comunicazione
Programmazione Neuro Linguistica
Italiano - Primo Levi
Estratto del documento

I.P.S.I.A G.Benelli - Pesaro

Giovanni Cabibbo - MAT.S A.A. 2014/2015

4. Il mago

Adolf Hitler nasce il 20 Aprile 1889 a Braunau

am Inn, un piccolo villaggio rurale, da Klara Pölzl e

Alois Hitler, un ufficiale della dogana austriaco

rigido e freddo che non risparmiava punizioni

corporali al figlio, al punto che, quando il giovane

Hitler aveva soli 10 e scappa di casa, lo picchiò con

una tale violenza da lasciarlo in coma per giorni fra

la vita e la morte. Alois Hitler era il figlio illegittimo

di una contadina nubile che lavorava come

domestica per una famiglia ebrea, rimase incinta a

42 anni e che non volle mai svelare il nome del

padre del bambino. Hitler era ossessionato dall'idea

che il nonno paterno potesse essere ebreo e quindi lui il diretto discendente e, come tale,

appartenente alla razza giudaica. Questa ossessione lo portava alla convinzione di essere

condannato, perché l'impurità era nel suo sangue.

Il fatto stesso di essere picchiato violentemente dal padre instillò nella mente del

giovane Hitler, l'idea di essere malvagio. Nei pensieri di Hitler il concetto di "esseri che

non meritano la vita", nasceva dal disprezzo che aveva di se stesso, dovuto dalla

convinzione di appartenere alla razza ebraica, di essere inadeguato e dal suo aspetto che

attribuiva ad una matrice giudea.

Hitler studiava presso la scuola elementare di Linz ed è proprio in questo contesto

educativo che coltiva le sue idee antisemitiche, infatti gran parte del corpo insegnante,

compreso il mentore di Hitler Leopold Poetsch e degli studenti, erano pangermanisti,

ultranazionalisti e xenofobi, circolavano senza censure le idee di Georg von Schönerer,

che sosteneva la teoria della superiorità della razza germanica e che riteneva che

l'Austria dovesse essere purificata dalle razze inferiori, inoltre sosteneva una religione

pagana precristiana. Sono queste le idee basi sul quale poi Hitler baserà il suo regime

dittatoriale.

Dopo i nove anni di scuola obbligatoria, Hitler nel 1906 parte per Vienna per

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ritirare il bando di ammissione all’Accademia delle Belle Arti e per esercitarsi

nell’esame di ammissione che prevedeva di dipingere soggetti umani e architettonici.

Dopo essere stato respinto agli esami di ammissione all’accademia delle belle arti a

causa della sua incapacità di dipingere volti umani, Hitler si convinse che la causa del

suo insuccesso era causa della presenza di numerosi ebrei nella commissione

dell'accademia.

Dopo aver perso la madre a causa di un carcinoma al seno, Hitler ne esce

fortemente scosso e si trasferisce a Vienna, che da poco aveva accolto gli ebrei

dell’Europa orientale. In questo clima si svilupparono numerose riviste e gruppi che

appoggiavano idee antisemitiste che Hitler leggeva e frequentava.

Per sopravvivere in questi anni Hitler dormiva in un dormitorio e mangiava presso

il convento dei frati della carità, guadagnava qualche spicciolo vendendo acquarelli ad

individui che, a detta di alcuni suoi conoscenti, erano per la maggior parte ebrei.

Con lo scoppio della guerra nel 1914 Hitler si arruolò come volontario e nella

violenza della guerra trovò finalmente la sua ragione di vita, la possibilità di uccidere

senza ripercussione gli diede modo di sfogare la sua aggressività, la sua energia

accumulata fin da quando il padre aveva cominciato a picchiarlo.

A guerra conclusa, Hitler era sopravvissuto a

cinquanta battaglie in cui i regimenti di cui faceva

parte erano stati completamente distrutti, questo lo

convinse di avere un ruolo importante nel destino

della Germania di quell'epoca e nel 1918, firmato

l'armistizio, furioso, dichiarò vendetta ai traditori

della patria: comunisti ed ebrei.

Nel 1920 entrò a far parte del Partito

Nazionalsocialista. Galeazzo Ciano scrive di

essersi accorto di come Hitler aveva "una sorta di carisma magnetico sinistro sulla

platea che rimaneva letteralmente estasiata". Per merito di queste sue capacità

comunicative diventò presto leader del partito.

Nel 1931 si infatuò della nipote Angelika Raubal a tal punto da diventare

estremamente geloso nei confronti di chiunque si avvicinasse a lei e da rinchiuderla nel

loro appartamento a Monaco. Ben presto per la nipote fu evidente che Hitler aveva

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atteggiamenti morbosi nei suoi confronti e dopo aver conosciuto un artista viennese

decise di lasciare Hitler per sposarlo, secondo alcune voci egli era un ebreo e mise

incinta Angelika prima che lei si suicidasse, o fosse uccisa nel appartamento in cui

risiedeva con lo zio.

Il punto di svolta per Hitler e il suo partito arrivò nel 1930 con la grande

depressione, quando i partiti tradizionali non furono in grado di contenere lo shock.

Durante le votazioni del 14 febbraio 1930, il Partito Nazionalsocialista divenne il

secondo partito tedesco con il 18% dei voti. Hitler si rivolgeva alla classe media che era

stata duramente colpita dalla disoccupazione, oltre che agli ex soldati attratti dalla

ideologia del sangue e della terra. Ci vollero tuttavia altri tre anni affinché il partito

nazionalsocialista ottenesse la maggioranza dei seggi con il 44% delle votazioni, i voti

addizionali necessari a conferire il pieno potere nella mani di Hitler furono assicurati

con l'espulsione dei deputati comunisti dal Reichstag e con l'intimidazione dei ministri

del partito di centro. Nel giro di poco tempo vennero soppressi tutti i partiti e bandite

tutte le forme di opposizione. L'unico partito ammesso era il Partito Nazista.

4.1 Aspetti psicologici

Come si evince dalla biografia di Hitler è evidente come il suo regime basato su

violenza e discriminazione non erano frutto della sua mente, ma era solo il risultato di

un’ ideologia già presente nella Germania degli anni ’20. Gli educatori di Hitler, così

come suo padre Alois, non nascondevano la propria xenofobia nei confronti degli altri

popoli. Possiamo definire quindi Hitler come " l'ipnotista ipnotizzato " e la metafora dei

montoni che, ipnotizzati, pensano di essere leoni o addirittura maghi sembra calzare a

pennello. D'altronde anche per quanto riguarda le idee, così come per la fisica, "nulla si

crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma" (Lavoisier).

L'influenzamento da parte del padre e degli educatori non forma solo le idee di

Hitler ma anche la sua psiche. Le continue violenze al quale è sottoposto da parte del

padre convincono Adolf che c'è qualcosa di sbagliato in lui, qualcosa che fa molto

arrabbiare il genitore a tal punto da non avere altra scelta se non quello di punirlo

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fisicamente , "vengo punito per quello che sono". L'ossessione di appartenere ad una

dinastia di ebrei, in un retroterra culturale austriaco fortemente razziale, non fecero altro

che verificare ancora di più la sua ipotesi di essere "sbagliato", grazie alla quale

sviluppò un forte complesso di inferiorità.

E' molto interessante notare come in realtà Hitler non sviluppò subito un odio

razziale nei confronti degli ebrei, ma questo fu un processo progressivo dovuto ad un

percorso personale morboso. Sempre troppo spesso sento dire "Hitler era pazzo", "Hitler

era paranoico", ma in queste frasi manca sempre un’ indice referenziale che ci possa

indicare il quando , il momento in cui è stato pazzo o paranoico. Dobbiamo sempre

ricordarci che l'uomo non è qualcosa di statico ma è un continuo evolversi e mutare.

Neanche a livello fisico l'uomo può considerarsi statico, infatti le particelle che

compongono un uomo vengono sostituite completamente dopo sette anni, in altre

parole, non vi è nessuna particella che componga il mio corpo, uguale a quelle di sette

anni fa e, inoltre, il "me" di un istante fa è morto un istante fa. Nel caso di Hitler è

accertato come in un certo momento della sua vita, da artista, si sia trovato a colloquiare

con ebrei colleghi, possiamo anche essere certi che nei primi anni di età, così come per

tutti i bambini, non abbia fatto nessuna distinzione di razza e religione nei confronti

degli altri coetanei.

Quello che si può immaginare è che Hitler abbia vissuto un momento di profonda

crisi, depressione e confusione mentale, probabilmente dovuta alla morte della madre o

al caos innaturale della guerra, è possibile che questo lo abbia portato ad una malattia

mentale?

Il mondo della psicologia da molto tempo ha provato a rispondere a questa

domanda, tuttavia è impossibile dare una risposta esaustiva poiché la verità è che

psicologi e psichiatri che cercano di capire il comportamento di Hitler sono anche preda

dei loro stessi pregiudizi, quindi è possibile che giungano ad interpretare alcuni dei suoi

comportamenti come sintomi, quando forse, nel caso di un'altra persona, non lo

avrebbero fatto.

Alcune delle diagnosi più interessanti che hanno fatto, riguarda una possibile

schizofrenia paranoide unita ad un disturbo di personalità.

Jacques Lacan afferma che il postulato più importante della paranoia è il postulato

di innocenza, ossia, più il soggetto paranoico si sente innocente più l’Altro è colpevole.

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"Potremmo dire che quello che Lacan chiama il lavoro paranoico è il lavoro anti-

analizzante per eccellenza perché se il lavoro dell’analizzante è il lavoro che questiona

la colpa del soggetto, la sua responsabilità etica, il lavoro paranoico consiste nel

trasferire la responsabilità nel campo dell’Altro, nell’accusare l’Altro di ogni

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indegnità ". "Il rapporto che Hitler stabilisce con la Natura e con l’ideale della razza

ariana cerca di far esistere un Altro incorrotto, senza sbavature, puro, non intaccato dal

godimento. Di qui l’idea delirante che l’Altro della Natura e della Storia gli ha

consegnato una missione che è quella di salvare la Germania dalla corruzione comunista

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e ebraica."

Hitler ha dichiarato, nel Mein Kampf, che mentre era ricoverato in ospedale,

ricevette la visita da parte di un pastore inviato da Dio, il quale gli annunciò che la<

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