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Sintesi
Italiano: Giacomo Leopardi (Inno alla luna, Alla luna), visione della natura nel romanticismo;

Inglese: P.B Shelley (To the moon);

Francese: V. Hugo (Clair de lune);

Spagnolo: Mecano, figlio della luna, G.Lorca (Canciòn del jinete);

Fisica: magnetismo, gravità;

Storia: guerra fredda, sbarco sulla luna 1969;

Geografia: morfologia, le maree, l'influenza della luna sulla terra e sull'uomo;

Arte: Van Gogh (Notte stellata);

Filosofia: Arthur Schopenhauer.
Estratto del documento

Secondo la leggenda, il licantropo è un uomo condannato da una maledizione a trasformarsi in una bestia feroce ad ogni plenilunio. Nella

narrativa e nella cinematografia horror sono stati aggiunti altri elementi che invece mancavano nella tradizione popolare, quali il fatto che

lo si possa uccidere solo con un'arma d'argento, oppure che il licantropo trasmetta la propria condizione ad un altro essere umano dopo

averlo morso.

CREDENZE POPOLARI O

REALTÀ?

( Superstizioni)

Dal Settecento in poi si tenderà a sconfessare apertamente la possibilità che un essere

umano si muti fisicamente in un lupo e, la licantropia rimarrà contemplata solamente dalla

psichiatria, come patologia che porta il malato a credersi bestia a tutti gli effetti.

Nel folclore locale manterrà, invece, solide radici. Altre credenze riguardano il

sonnambulismo che, secondo le credenze popolari avviene in presenza di luna piena, cosi

come si crede che la Luna possa attirare i terremoti e ingrandisca gli occhi dei gatti. Ampio

rilievo occupa la Luna nelle credenze popolari: per i pescatori bisogna pescare sempre

nelle notti di Luna piena perché la Luna attira i pesci in superficie, mentre i contadini

sostengono che il mosto vada messo nelle botti durante il novilunio, per farlo diventare

vino. Negli orti, poi, la Luna occupa un ruolo importantissimo: bisogna sempre seminare in

Luna calante altrimenti la lattuga non farebbe il maschio (il fiore). È tuttora diffusa anche

.

la credenza dell'aumento delle nascite in fase di Luna crescente 8

Queste innumerevoli leggende tramandate di generazione in generazione, hanno lo scopo

di spiegare fenomeni un tempo considerati magici e misteriosi.

La Luna, inoltre, rientra nel nostro linguaggio con vari modi di dire come: “promettere la

luna”, “avere la luna di traverso”.

Parole come lunatico sono derivate dalla Luna a causa della credenza

popolare che la Luna sia una causa di pazzia periodica.

Gli sposini dell'antica Roma erano soliti mangiare del miele per tutta la durata di

“una luna” dopo il matrimonio Da qui l'origine del detto “luna di miele”,

per indicare i primi momenti della vita di coppia. 9

La “falce d’argento” (come la definisce Gabriele D’Annunzio) si trova sulle bandiere della

maggior parte degli stati islamici, in quanto simbolo dell’antico impero turco.

I crateri che ricoprono la superficie lunare ricordano quasi

dei buchi del formaggio, da qui la burla che la Luna sia di formaggio.

LUNA, MUSA ISPIRATRICE

(In letteratura e in arte)

La luna dà un’aura romantica alla notte, è la compagna degli innamorati, ispiratrice per la

sua bellezza di poeti ed artisti. Fin dall’antichità più remota, viene divinizzata e celebrata

nei riti di morte-rinascita, per il processo che la vede crescere fino a risplendere nella sua

pienezza, per poi calare fino alla sua scomparsa. La Luna nel passato è stata sempre una

fonte ispiratrice nelle arti, soprattutto nella letteratura. L’apostrofe alla Luna è un topos

della poesia romantica, dove assume maggiormente questa funzione ispiratrice in quanto

il sentimento umano comincia a prevalere sulla ragione. La natura qui assume una diversa

connotazione: essa non ha più soltanto la funzione di sfondo ma incombe sull’uomo e sul

poeta. 10

La prima opera a sinistra è “la battaglia di Argonne ” di Magritte, mentre l’ultima a destra è “un uomo e una donna in contemplazione

della luna” di Friedrich. (FRANCESE)

VICTOR HUGO (Clair de Lune)

Nella letteratura romantica francese Victor Hugo è uno dei poeti che riprende la tematica

della luna; possiamo accorgercene nella poesia “Clair de Lune”.

La vie

Victor Hugo naît à Besançon; son père est militaire.

La mésentente entre ses parents porte à leur

séparation qui fera souffrir le jeune en fant. Il

fréquente le lycée Louis le Grand où il compose ses

premiers poèmes:il écrit “je veux être Chateaubriand

ou rien.”Il fonde avec ses frères une revue, le

conservateur littèraire, où il expose ses idées

monarchistes et catholiques.En 1822 il èpouse Adèle

Foucher.Hugo devient le chef du romantisme. Sa fille 11

Lèopoldine se noie avec son mari Charles Vacqurie

dans la Seine à Villequier. Il s’impose une pèriode

d’exil volontaire et quand il retourne devient sènateur

Clair de Lune

1. La lune était sereine et jouait sur les flots. -

2. La fenêtre enfin libre est ouverte à la brise,

3. La sultane regarde, et la mer qui se brise,

4. Là-bas, d'un flot d'argent brode les noirs îlots.

5. De ses doigts en vibrant s'échappe la guitare.è

6. Elle écoute... Un bruit sourd frappe les sourds échos.

7. Est-ce un lourd vaisseau turc qui vient des eaux de Cos,

8. Battant l'archipel grec de sa rame tartare ?

9. Sont-ce des cormorans qui plongent tour à tour,

10. Et coupent l'eau, qui roule en perles sur leur aile ?

11. Est-ce un djinn qui là-haut siffle d'une voix grêle,

12. Et jette dans la mer les créneaux de la tour ?

13. Qui trouble ainsi les flots près du sérail des femmes ? -

14. Ni le noir cormoran, sur la vague bercé,

15. Ni les pierres du mur, ni le bruit cadencé

16. Du lourd vaisseau, rampant sur l'onde avec des rames.

17. Ce sont des sacs pesants, d'où partent des sanglots.

18. On verrait, en sondant la mer qui les promène,

19. Se mouvoir dans leurs flancs comme une forme humaine... -

20. La lune était sereine et jouait sur les flots.

(INGLESE)

PERCY BYSSHE SHELLEY (To the

Moon)

Per quanto riguarda la letteratura inglese un ampio esempio di influenza della luna in

campo letterario è visibile nell’opera “To the Moon” di Percy Bysshe Shelley, uno dei

maggiori poeti romantici inglesi. Life

Percy Bysshe Shelley was one of the major

English Romantic poets. The novelist Mary

Shelley was his second wife. His major

works, however, are long visionary poems

which included Queen Mab, The Revolt of

Islam, and the unfinished work The Triumph 12

of Life were dramatic plays in five and four

acts respectively. He became an idol of the

next three or even four generations of poets,

(4 August 1792 – 8 July 1822)

To the Moon

1. Art thou pale for weariness

2. Of climbing heaven, and gazing on the earth,

3. Wandering companionless

4. Among the stars that have a different birth,—

5. And ever-changing, like a joyless eye

6. That finds no object worth its constancy

(SPAGNOLO)

FEDERICO GARCÌA LORCA (Canciòn del

jinete)

Nella letteratura spagnola un poeta lascia ispirarsi dall’argentato astro. Federico Garcìa

“Canciòn del Jinete”.

Lorca dedica tante sue poesie alla silenziosa Luna. Una di queste è 13

La vida

fue un poeta, dramaturgo y prosista español,

también conocido por su destreza en muchas

otras artes. Su padre fue Federico García

Rodríguez, un hacendado, y su madre, Vicenta

Lorca, maestra de escuela que fomentó el

gusto literario de su hijo. Murió ejecutado tras

la sublevación militar de la Guerra Civil

Española, por su afinidad con el Frente

Popular y por ser abiertamente homosexual.

[ La luna es el símbolo más frecuente en

Lorca. Su significación más frecuente es la de

muerte, pero también puede simbolizar el

erotismo, la fecundidad, la esterilidad o la

(Fuente Vaqueros, 5 giugno 1898 – belleza.

Víznar, 19 agosto 1936)

Canciòn del jinete

1. En la luna negra

2. de los bandoleros,

3. cantan las espuelas.

4. Caballito negro,

5. ¿Dónde llevas tu jinete muerto?

6. ...Las duras espuelas

7. del bandido inmóvil

8. que perdió las riendas.

9. Caballito frío.

10. ¡Qué perfume de flor de cuchillo!

11. En la luna negra,

12. sangraba el costado

13. de Sierra Morena.

14. Caballito negro.

15. ¿Dónde llevas tu jinete muerto?

16. La noche espolea

17. sus negros ijares

18. clavándose estrellas.

19. Caballito frío.

20. ¡Qué perfume de flor de cuchillo!

21. En la luna negra,

22. ¡un grito!, y el cuerno

23. largo de la hoguera.

24. Caballito negro.

“Romancero Gitato” Mecano “Hijo

Proprio al si sono ispirati i per la loro bellissima canzone:

de la Luna”. 14

La storia

I Mecano sono stati un gruppo musicale spagnolo di

musica pop. Il gruppo fu fondato a Madrid nel 1981 dai

fratelli Nacho e José María Cano accompagnati dalla

cantante Ana Torroja.

Figlio della luna

un album del 1989 del gruppo spagnolo dei Mecano,

pubblicato specificatamente per

l'Italia: contiene brani già famosi del gruppo

ri-registrati in italiano.

Figlio della luna è un album del 1989 del

gruppo spagnolo dei Mecano (ITALIANO)

LEOPARDI (Alla Luna e Inno alla Luna)

Anche Leopardi riprende più volte il tema della Luna nei suoi scritti: egli ha un rapporto

intimo e diretto con la natura. Il tema della luna, nei primi anni della produzione letteraria

leopardiana, è ripreso nella poesia “Alla luna”. Il tema della poesia è il piacere,

malinconico, del ricordo: un veloce flashback rievoca il sentimento doloroso con cui il

poeta, esattamente l’anno precedente, aveva contemplato piangendo il “volto” della

“graziosa luna”; egli prova un gradito piacere nel ricordare il passato anche se triste,

perché il suo affanno continua. La vita

Leopardi nasce a Recanati nel 1798;figlio del conte

Montaldo e Adelaide Antici. Passa i “sette anni di studio

matto e disperatissimo ”nella biblioteca paterna e ciò gli

causerà danni permanenti alla salute. Dopo aver iniziato

una corrispondenza con Pietro Giordani, Leopardi si sente

sempre più a disagio nell’ambiente recanatese. Nel 1822 si

reca a Roma dai parenti materni ma torna a casa

delusissimo solo cinque mesi dopo. Tornato a Recanati si

dedica alla scrittura delle operette morali. Si trasferisce a

15

Firenze con l’amico Ranieri e nel 1833 è proprio con lui che

si trasferisce a Napoli. Qui muore nel 1837. Le principali

(Recanati, 29 giugno 1798 – Napoli, 14 giugno 1837)

ALLA LUNA

1. grazïosa luna, io mi rammento

2. Che, or volge l'anno, sovra questo colle

3. Io venia pien d'angoscia a rimirarti:

4. E tu pendevi allor su quella selva

5. Siccome or fai, che tutta la rischiari.

6. Ma nebuloso e tremulo dal pianto

7. Che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci

8. Il tuo volto apparia, che travagliosa

9. Era mia vita: ed è, né cangia stile,

10. mia diletta luna. E pur mi giova

11. La ricordanza, e il noverar l'etate

12. Del mio dolore. Oh come grato occorre

13. Nel tempo giovanil, quando ancor lungo

14. La speme e breve ha la memoria il corso,

15.Il rimembrar delle passate cose,

16.Ancor che triste, e che l'affanno duri!

La luna viene ripresa da Leopardi anche in altre sue opere. C’è un accenno ad essa

nell’idillio “La sera del dì di festa” dove la luna rischiara lo stupendo paesaggio notturno

che apre la lirica.

[…Dolce e chiara è la notte e senza vento,

e queta sovra i tetti e in mezzo agli orti

posa la luna, e di lontan rivela

serena ogni montagna..]

Inoltre la luna compare anche nella produzione dei canti successiva, quella pisano-

recanatese, ovvero i grandi idilli ed è presente in ”Inno alla luna”; infine, anche

l’ultima poesia di Leopardi, la lirica “Tramonto della luna” è anch’essa ispirata alla luna. 16

Inno alla luna

1. luna, tu che illumini ogni sera il tempo del sonno,

2. dove il sogno prende il sopravvento sulla realtà,

3. dove le ombre cancellano la luce,

4. illumina anche il mio cuore, perennemente dolente.

5. spicchio di luce, che illumini i baci e le carezze dei giovani innamorati,

6. rischiara il loro cammino,

7. perché, confusi dal loro sentimento, non vedono l’irto sentiero

8. dove si imprimono i loro inesperti passi.

9. notte, portatrice di effimere illusioni,

10. il tuo manto stellato possa avvolgere le mie parole

11. e consegnarle al vento, affinché possa essere mio messaggero

MADRE O MATRIGNA?

(Natura nel romanticismo)

Fin dalle origini, l’uomo si è interrogato sulla Natura e sul rapporto che intercorre fra sé e

quest’ultima. Ciò che accomuna tutti gli uomini, comunque, è il desiderio di comprendere

se la Natura possa essere considerata madre o matrigna.

Parlando di Natura particolarmente rilevante è la concezione di Leopardi. Nella prima fase

del suo pensiero, che va sotto il nome di pessimismo storico, il Leopardi concepisce la

Natura come madre benigna e provvidenziale poiché è attenta al bene delle sue creature,

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