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Un uomo mite, animato da un sentimento di umana partecipazione per le classi subalterne, con nel cuore la spina dell'assassinio del padre avvenuto quando egli era ancora adolescente, perciò desideroso di vedere la pace regnare tra gli uomini e pronto al perdono.
Pascoli però non è solo questo; la sua personalità è assai complessa e si riflette in una produzione letteraria articolata che va dalle liriche a sfondo autobiografico a quelle di contenuto squisitamente politico.
La poetica de Ilfanciullino è un insieme d'idee, in parte in aperta polemica contro la poetica del suo maestro Carducci e la tradizione lirica italiana, ancora legata a Petrarca.
Questa poetica pascoliana, prende il nome dall'immagine di un fanciullino, dedotta dal Fedone di Platone.
L'idea di Pascoli è che per essere veramente poeti occorre recuperare quella condizione d'animo che è tipica dei fanciulli.
Essa è contraddistinta da verginità spirituale, fatta da assenza di malizia, estrema semplicità, capacità di meraviglia di fronte ad ogni scoperta relativa al mondo che ci circonda.
Il fanciullino, per dirla con le parole del poeta stesso, è quello che "ha paura al buio, perché al buio vede o crede di vedere, che piange e ride senza perché di cose che sfuggono ai nostri sensi e alla nostra ragione ... egli è un’ Adamo che mette il nome a tutto ciò che vede e sente".
L'uomo dunque che voglia essere poeta deve saper recuperare la dimensione interiore del fanciullo, che è poi la sua condizione primitiva.
E il poeta per Pascoli è "colui che esprime la parola che tutti avevano sulle labbra e che nessuno avrebbe detta".
Il poeta pertanto è sempre un fautore di buoni e civili costumi, ma questo non deve essere il fine diretto della sua opera, perché "il poeta è poeta e non oratore o predicatore, non filosofo, non storico, non maestro".
Per capire come sia nata e si sia sviluppata in Pascoli questa concezione del poeta-fanciullino, e come questo sia potuto divenire un mito, occorre ricordare una molteplicità di eventi, alcuni dei quali relativi all'esperienza personale del poeta, altri invece di carattere più generale riguardanti la società dell'età in cui egli visse.
Possiamo dire che tutto può essere ricondotto da una parte all'assassinio del padre e dall'altra alla minaccia rappresentata dalla sinistra rivoluzionaria socialista italiana del tempo.
Nelle pagine delle sue opere Pascoli esprime il suo concetto di poetica: il poeta è colui che si fa simile ad un fanciullino nello scoprire con ingenuità e primitività quello che le cose suggeriscono; in ognuno di noi è latente, dorme un fanciullino: il poeta è colui che riesce a svegliarlo, a farlo parlare dentro di sé e a comunicare i significati agli altri uomini.
L'atteggiamento del poeta di fronte alla realtà è dunque quello proprio del fanciullino: stupore e meraviglia, curiosità e loquacità, capacità di dare i nomi alle cose con simboli e metafore, per scoprisse il significato nascosto, capacità di assimilare tra loro il piccolo e il grande.
Questo spiega l'uso di un linguaggio polivalente, fonico e simbolico, e da ragione anche del venire meno della personalità del poeta davanti alla poesia delle cose.
La poesia di Pascoli è nuova e si allontana da quella romantica per aderire alla cultura del Decadentismo; infatti, nelle sue opere sono presenti molti caratteri del Decadentismo: la sfiducia nei valori della storia e della tradizione, l'individualismo esasperato, la malinconia, la solitudine, l'infanzia sentita come la sola età felice della vita e come rifugio dagli affanni dell'esistenza l'uso di un linguaggio nuovo e originale.
Pascoli, al contrario di Carducci, rifiuta gli schemi metrici della poesia tradizionale e crea strofe e versi di misura inedita; utilizza un linguaggio nuovo fatto di vocaboli tratti dalla vita quotidiana e dal dialetto accostati a termini letterari; mira ad ottenere un'intensa musicalità nei versi, anche con l'uso frequente d'onomatopee.
Nicola Caliandro
Candidato:
Se studio, se faccio l'intellettuale, se
scrivo, se sono autorevole, fammi
comunque restare un po' bambino.
(Paolo Giuntella) Indice:
Alimentazione: dieta del neonato e del bambino.
Logsr: menù e food design.
Italiano: Pascoli e la poetica del fanciullino.
Storia: educazione scolastica nel periodo fascista
Inglese: globalization and food: McDonald’s history.
Francese: l’alimentation saine.
Diritto: i contratti bancari.
Alimentazione:
dieta del neonato e del bambino.
Aspetti generali
Una sana alimentazione costituisce un fattore
fondamentale per mantenere il corpo in buona salute e per
prevenire alcune patologie quali diabete ed obesità.
Occorre però precisare il significato attribuito ad alcuni
termini attribuito ad alcuni termini di uso comune nella
scienza dell’alimentazione.
Anche se nell’accezione comune per dieta si intendono
particolari regimi alimentari finalizzati a ottenere un
determinato effetto fisiologico, ad esempio la dieta
finalizzata alla perdita di peso, in realtà il termine dieta
indica un alimentazione corretta, atta a mantenere
l’organismo in buone condizioni di salute.
La dieta del lattante e del neonato
Nel primo anno di vita l’accrescimento corporeo è molto
rapido. Nei primi 12 mesi il bambino cresce in altezza del
50% e triplica il suo peso. Di conseguenza le richieste di
energia e di nutrienti devono essere appropriate a coprire
tale fabbisogno.
Il neonato presenta peculiarità fisiologiche notevoli: la
mancanza di denti e un apparato non completamente
funzionante, ha bisogno dunque di un alimento liquido,
facilmente digeribile e il più completo possibile e l’alimento
che riunisce in sé tali caratteristiche è il latte materno.
L’allattamento al seno è la modalità nutrizionale più
naturale, in grado di soddisfare non solo le esigenze
materiali del neonato, ma anche quelle sensoriali e
affettive. L'Organizzazione mondiale della sanità consiglia
l’allattamento esclusivo al seno fino al 6° mese di età e di
continuare ad allattare al seno, con l’introduzione di idonei
alimenti complementari, fino a due anni e oltre.
Se il latte materno è insufficiente per coprire le esigenze
energetiche del lattante, si può integrare l’alimentazione
naturale con il latte artificiale, praticando quindi
l’allattamento misto.
L’alimentazione complementare
Con alimentazione complementare, o svezzamento, si
intende la graduale introduzione nella dieta del bambino di
alimenti non lattei semi-solidi e poi solidi. Il periodo
migliore per l’introduzione di cibi diversi dal latte è il 6°
mese di vita, quando il latte da solo non basta più a
soddisfare tutte le esigenze nutritive del lattante, che ha
bisogno di un maggiore apporto energetico.
L’alimentazione complementare rappresenta un periodo di
transizione che porta il bambino a modificare le sue
abitudini alimentari. Le raccomandazioni da seguire
durante questa delicata fase sono due:
- Avere flessibilità, perche ogni bambino risponde in
modo diverso alla nuova alimentazione;
- Agire con gradualità: i nuovi alimenti vanno sempre
proposti e mai imposti, e vanno introdotti in piccole
quantità e a intervalli di almeno una settimana
È importante seguire queste regole per abituare il lattante
ai nuovi sapori e per svelare eventuali reazioni di tipo
allergico.
La dieta del bambino
Dopo i primi 12 mesi di vita la crescita del bambino
continua ma con un ritmo più lento. A partire dai 12 mesi il
bambino può passare progressivamente a un’alimentazione
simile a quella dell’ adulto: può condividere con il resto
della famiglia molti cibi, ma ha ancora bisogno di alimenti
altamente digeribili adatti al suo organismo.
In particolare si raccomanda l’equivalente di 500 ml di latte
al giorno e di evitare gli alimenti contenenti coloranti e
aromi.
Dopo i 36 mesi la dentatura del bambino è ormai completa
e la masticazione non contribuisce più un problema;anche
l’apparato digerente ha ormai raggiunto una maturazione
completa. Di conseguenza l’alimentazione può assomigliare
sempre di più a quella dell’adulto.
L’età dai tre ai cinque anni rappresenta una tappa
fondamentale per l’educazione alimentare; in età scolare si
impostano e si consolidano le abitudini alimentari del
bambino, perciò è in questa fase della vita che la famiglia e
la scuola devono collaborare allo sviluppo salutare, che si
mantenga nell’età adulta.
Logsr:
menù e food design
Il menù
Con il termine menù si intendono sia la lista delle vivande
offerte ai clienti, raggruppate e ordinate secondo una
successione logica, sia il cartoncino sul quale tale lista è
stampata e messa a disposizione dei clienti per la scelta.
Il menù, inteso in queste due eccezioni, svolge una triplice
funzione:
Definisce il programma della produzione (funzione
tecnica);
Fa conoscere agli utenti il prodotto offerto (funzione
informativa );
Tramite il messaggio scritto associa una certa
immagine al locale (funzione promozionale)
Spesso, però, i
menù contengono
portate complicate
che ai bambini non
piacciono, per
questo è anche
importante inserire
nei menu piatti
semplici e allo stesso tempo completi dal punto di vista
nutrizionale, che attirano l’attenzione del bambino.
Per aiutare i “piccoli clienti” a mangiare ciò che di solito
odiano ci si può aiutare con il food design.
Anche l’occhio vuole la sua parte: questa frase fatta
potrebbe essere presa come presupposto per spiegare il
food design. Che è, appunto, il design applicato al cibo.
Ovvero, l’arte di progettare cibo che non sia solo buono da
mangiare ma anche bello da vedere. Il food design, quindi,
ha a che vedere con l’aspetto estetico, con l’appetibilità
che il cibo ispira. Il concetto di food design potrebbe essere
applicato a due livelli diversi. Si può parlare di food design
a livello industriale e di food design artigianale.
Nel primo caso, rientriamo nell’ambito del design
industriale, i cibi confezionati sono “gli oggetti” interessati
da questa branca dell’industrial
design che si occupa dell’ideazione e progettazione di
prodotti alimentari. Prendiamo i gelati confezionati, ad
esempio: hanno colori accattivanti, forme suggestive, un
aspetto studiato e atto a invogliarne il consumo. Da un
punto di vista industriale e commerciale, il food design è
legato alle leggi del mercato, di progettazione del prodotto,
al marketing e alla pubblicità. Gli alimenti confezionati
devono essere venduti e – si sa – si vende più facilmente
qualcosa che non è solo buono, ma anche buono e bello.
Ma ciò che ci interessa
maggiormente, è il food
design artigianale.
Ovvero l’arte di rendere
belli i piatti realizzati a
mano, l’arte di rendere
esteticamente invitanti le
nostre ricette, quello che
cuciniamo con le nostre
mani. O quello che è
cucinato dalle mani sapienti di qualche cuoco
professionista. Pensate a un pasticcere che sta realizzando
una torta nuziale. Nessuno si aspetta che sia buona e
basta. Tutti si aspettano che sia buona e bella. Decorata da
favola. E’ qui che entra in campo
il food design, che se è affidato
alle mani dell’uomo (e non a una
macchina industriale) diventa
una vera e propria arte.
Nel food design convergono
diversi fattori che hanno a che
fare con l’arte più che con la
cucina: il gusto estetico, l’estro e l’originalità, l’attenzione
per le forme, le proporzioni e i dettagli, l’utilizzo sapiente
dei colori. La creatività.
Italiano:
Pascoli e la poetica del fanciullino
Il mito del poeta
- fanciullino
Un uomo mite, animato
da un sentimento di
umana partecipazione
per le classi subalterne, con nel cuore la spina
dell'assassinio del padre avvenuto quando egli era ancora
adolescente, perciò desideroso di vedere la pace regnare
tra gli uomini e pronto al perdono.
Pascoli però non è solo questo; la sua personalità è assai
complessa e si riflette in una produzione letteraria
articolata che va dalle liriche a sfondo autobiografico a
quelle di contenuto squisitamente politico.
La poetica de Ilfanciullino è un insieme d'idee, in parte in
aperta polemica contro la poetica del suo maestro Carducci
e la tradizione lirica italiana, ancora legata a Petrarca.
Questa poetica pascoliana, prende il nome dall'immagine di
un fanciullino, dedotta dal Fedone di Platone.
L'idea di Pascoli è che per essere veramente poeti occorre
recuperare quella condizione d'animo che è tipica dei
fanciulli.
Essa è contraddistinta da verginità spirituale, fatta da
assenza di malizia, estrema semplicità, capacità di
meraviglia di fronte ad ogni scoperta relativa al mondo che
ci circonda.
Il fanciullino, per dirla con le parole del poeta stesso, è
quello che "ha paura al buio, perché al buio vede o crede di
vedere, che piange e ride senza perché di cose che
sfuggono ai nostri sensi e alla nostra ragione ... egli è un’
Adamo che mette il nome a tutto ciò che vede e sente".
L'uomo dunque che voglia essere poeta deve saper
recuperare la dimensione interiore del fanciullo, che è poi
la sua condizione primitiva.
E il poeta per Pascoli è "colui che esprime la parola che
tutti avevano sulle labbra e che nessuno avrebbe detta".
Il poeta pertanto è sempre un fautore di buoni e civili
costumi, ma questo non deve essere il fine diretto della sua
opera, perché "il poeta è poeta e non oratore o predicatore,
non filosofo, non storico, non maestro".
Per capire come sia nata e si sia sviluppata in Pascoli
questa concezione del poeta-fanciullino, e come questo sia
potuto divenire un mito, occorre ricordare una molteplicità
di eventi, alcuni dei quali relativi all'esperienza personale
del poeta, altri invece di carattere più generale riguardanti
la società dell'età in cui egli visse.
Possiamo dire che tutto può essere ricondotto da una parte
all'assassinio del padre e dall'altra alla minaccia
rappresentata dalla sinistra rivoluzionaria socialista italiana
del tempo. Nelle pagine delle sue opere Pascoli
esprime il suo concetto di poetica: il
poeta è colui che si fa simile ad un
fanciullino nello scoprire con ingenuità
e primitività quello che le cose
suggeriscono; in ognuno di noi è
latente, dorme un fanciullino: il poeta è
colui che riesce a svegliarlo, a farlo
parlare dentro di sé e a comunicare i
significati agli altri uomini.
L'atteggiamento del poeta di fronte alla
realtà è dunque quello proprio del
fanciullino: stupore e meraviglia,
curiosità e loquacità, capacità di dare i nomi alle cose con
simboli e metafore, per scoprisse il significato nascosto,
capacità di assimilare tra loro il piccolo e il grande.
Questo spiega l'uso di un linguaggio polivalente, fonico e
simbolico, e da ragione anche del venire meno della
personalità del poeta davanti alla poesia delle cose.
La poesia di Pascoli è nuova e si allontana da quella
romantica per aderire alla cultura del Decadentismo; infatti,
nelle sue opere sono presenti molti caratteri del
Decadentismo: la sfiducia nei valori della storia e della
tradizione, l'individualismo esasperato, la malinconia, la
solitudine, l'infanzia sentita come la sola età felice della
vita e come rifugio dagli affanni dell'esistenza l'uso di un
linguaggio nuovo e originale.
Pascoli, al contrario di Carducci, rifiuta gli schemi metrici
della poesia tradizionale e crea strofe e versi di misura
inedita; utilizza un linguaggio nuovo fatto di vocaboli tratti
dalla vita quotidiana e dal dialetto accostati a termini
letterari; mira ad ottenere un'intensa musicalità nei versi,
anche con l'uso frequente d'onomatopee.
Storia:
educazione scolastica nel periodo
fascista
La scuola durante il Fascismo
1925,ormai si è instaurato il regime fascista. La libertà di
stampa subisce delle restrizioni. Arresti, processi ed
aggressioni agli antifascisti proseguono per l'intero anno.
Negli anni seguenti viene abolita la libertà di sciopero e
viene istituito un Tribunale speciale (negli anni di
funzionamento, dal 1926 al 1943, condannò 4671 anti-
fascisti, 4030 dei quali comunisti, infliggendo 42 condanne
a morte, tre ergastoli e 28115 anni di pena complessivi).
Sono previste pene severe per la ricostituzione e per la
partecipazione alle associazioni, organizzazioni e partiti