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Storia dell'arte: Vasilij Kandinskij (rifarsi ai disegni dei bambini)
Filosofia: Sigmund Freud (la sessualità infantile)
Latino: Quintiliano (l'educazione dei giovani)
Storia: la gioventù hitleriana
Italiano: Eugenio Montale (Ossi di seppia)
Scienze: la stella (nascita, sviluppo e morte)
Fisica: la fusione fredda
L'opera conosciuta come “Primo acquerello astratto”, è forse la prima vera opera astratta, che Kandinskij
realizzò dopo una ricerca attenta che lo portò a partire dal 1910 (data in cui è stata realizzata questa opera)
ad abolire ogni riferimento concreto alla realtà
L' opera è stata realizzata, con la tecnica dell'acquerello e inchiostro su carta. Le dimensioni non sono molto
grandi (50x60 cm), ed è collocata presso il Museo Nazionale di Arte Moderna di Parigi.
Kandinskij in questo dipinto, dispone segni e macchie colorate con assoluta libertà.
L' artista, scopre un nuovo linguaggio. Infatti gli elementi come le linee le macchie di colore, trovano una
libera disposizione nello spazio. Iniziano a convivere tra di loro le linee curve con quelle rette, ed i toni
luminosi trovano il posto insieme ai toni delicati.
Tutti gli elementi sono in sospensione, sembrano volare in uno spazio indefinito. Nella mente dell' artista,
nasce un senso di armonia, che sfocia in un ordine assoluto. Il loro inserimento nel dipinto, non risponde più
a quelle regole conformi all’arte tradizionale.
Per quanto riguardo i colori il giallo e il rosso trasmettono gioia e vitalità, mentre l’azzurro spinge alle
meditazione
Come definito nello “Spirituale nell’arte” “i colori squillanti si intensificano se sono posti entro -forme
acute (per esempio il giallo in un triangolo), mentre i colori che amando la profondità sono rafforzati da
forme tonde (per esempio l’azzurro in un cerchio)”.
Valori espressivi
Kandinskij, ormai quarantenne, cercò di trovare una nuova strada artistica, un nuovo linguaggio capace di
esprimere ciò che l' artista sente interiormente.
Non vuole però ripetere o seguire le esperienze cubiste o espressioniste; vuole partire da zero, da un segno
libero ed elementare, come se fosse un bambino che traccia i suoi primi disegni molto stilizzati ed
elementari. Kandinskij, intuisce che ogni bambino molto piccolo, prova una certa felicità quando traccia un
semplice segno astratto su un foglio di carta, sentono la bellezza del colore steso. L' artista capisce che ogni
segno ottenuto, ha un proprio valore per il semplice fatto che ha un rapporto con lo spazio, e più segni
riescono a fare un “ritmo”, quindi possono diventare musica, della quale Kandinskij era un ottimo
conoscitore, al punto che teorizzò un giorno che il colore è il tasto. L' occhio il martelletto, mentre l'anima è
il pianoforte che ha molte corde (quindi molte sfumature). L' artista è la mano che toccando questo o quel
tasto, riesce a mettere l' anima umana in vibrazione.
Per Kandinskij, infatti, la pittura astratta, deve poter essere paragonata alla musica, altra grande Arte, che ha
bisogno soltanto di note e suoni invisibili, per poter evocare forti emozioni e sentimenti puri e veri. Quindi
anche la pittura astratta, deve poter evocare queste emozioni e questi sentimenti in ognuno di Noi
osservatori, senza dover raffigurare temi ed oggetti che esistono nella vita reale.
FILOSOFIA : FREUD (SESSUALITA’ INFANTILE)
Con la pubblicazione dei Tre saggi sulla teoria sessuale (1905), Freud abbandona, anche se non interamente,
la sua teoria della seduzione.
Sulla base di tale teoria, egli aveva attribuito al ricordo di scene reali di seduzione avvenute nella prima
infanzia, un ruolo determinante nell'eziologia della psiconevrosi. (Ricordate? Nella nevrosi ossessiva tali
esperienze sono vissute attivamente, in quella isterica: passivamente).
Freud è indotto ad abbandonare tale teoria, quando scopre che le scene di seduzione raccontate dai suoi
pazienti, sono spesso il risultato di fantasie.
La scoperta, però, gli rivela una realtà psichica assai più complessa e densa di fantasmi e dietro ad essi un
intensa vita sessuale infantile.
Freud elabora quindi la teoria della libido, sostituendo adesso al modello basato sul desiderio, quello delle
pulsioni.
La pulsione sessuale, la pulsione di autoconservazione
La pulsione, per Freud, è soprattutto la pulsione sessuale.
È suo il merito di aver demolito la concezione che vi era stata sino allora di una pulsione sessuale
esclusivamente correlata all'apparato genitale.
Egli mostra, invece, come l'oggetto della sessualità sia scelto nella sua forma definitiva (genitale) solo in
seguito al compimento di un intero percorso sessuale.
Ma la teoria freudiana rimane sempre dualista, e alla pulsione sessuale ne è subito opposta un'altra: la
pulsione di autoconservazione (successivamente sostituite con la pulsione di vita e quella di morte).
Secondo Freud le pulsioni sessuali funzionano "appoggiandosi" sulle pulsioni di autoconservazione che
rappresentano l'insieme dei bisogni legati alle funzioni somatiche, necessarie alla conservazione della
vita (fame, sete ecc.), vedremo poi successivamente come.
Le pulsioni di autoconservazione sono le pulsioni dell'Io. La pulsione di autoconservazione si oppone alla
pulsione sessuale quando questa contrasta con l'autoconservazione dell'individuo.
La nozione d'oggetto
L'oggetto rappresenta sia il fine che il mezzo attraverso il quale la pulsione raggiunge il suo soddisfacimento.
Può trattarsi di una persona, di un oggetto parziale, di un oggetto reale o fantomatico.
Freud distingue due tipologie di relazione con l'oggetto:
Le relazioni pre-genitali
Autoerotiche e con oggetti parziali (seno, feci ecc)
Le relazioni genitali
con oggetti interi (la persona totale)
Le prime sono caratteristiche della prima infanzia, secondo Freud in questa fase il bambino è capace di
stabilire solo una relazione autoerotica o al massimo si rapporta ad oggetti parziali.
Le seconde si sviluppano dalla pubertà e solo ora, secondo Freud è possibile una vera scelta.
LA SESSUALITA' INFANTILE
Nei Tre saggi sulla teoria sessuale, Freud descrive lo sviluppo genetico della sessualità infantile. Egli
individua le fasi di questo sviluppo e ne descrive tre:
Fase orale
fino a un anno e 1/2
Fase anale
fino a tre anni
Fase fallica
dai tre ai cinque anni
Ogni fase libidica si organizza sotto il primato di una specifica zona erogena.
Per esempio: il piacere provato nel succhiare il seno è inizialmente associato al soddisfacimento del bisogno
di cibo. Presto il bisogno di ripetere l'esperienza di piacere si separerà dalla componente nutrizionale.
Per questo, secondo Freud, la pulsione sessuale si sviluppa "appoggiandosi" alla pulsione auto conservativa e
diviene autonoma solo in un secondo momento funzionando, comunque, in modo autoerotico.
La prima fase della sessualità infantile è dunque quella orale. Il piacere che prova il bambino è quello dovuto
alla suzione; il bambino non si limita solo a nutrirsi ma soddisfa anche l’eccitazione delle mucose della
bocca.
La seconda fase è quella anale. Essa è legata all’attività sfinterica del bambino che può controllare a suo
piacimento l’espulsione di feci e urina.
L’ultima fase è quella fallica ed è legata alla scoperta della differenza sessuale tra maschio e femmina e alla
consapevolezza del piacere ottenibile con la manipolazione dei genitali.
La fase fallica è caratterizzata dal noto complesso di Edipo.
Esso manifesta attraverso una propensione affettiva più accentuata verso l'uno, anziché l'altro, dei genitori,
con certe impennate, disubbidienze, apparenti incoerenze nel comportamento.
Inoltre, la rivalità col padre, almeno in parte, è attribuibile al bisogno di affetto e di protezione materna del
bambino e alla sua riluttanza a dividere le attenzioni della madre col padre.
Il complesso di Edipo, si sviluppa quindi durante la fase fallica, dirigendo i propri impulsi verso l'adulto di
sesso opposto con cui ha più stretti legami, cioè nel caso del maschio verso la madre.
Le perversioni: fissazione e regressione
Freud affronta infine il tema delle perversioni sessuali, che egli definisce, ora, regressioni o fissazioni a fasi
pre-genitali della libido. Cosa significa?
Lo sviluppo psicosessuale, è un processo complesso e delicato il cui esito è la maggior parte delle volte
incerto.
Infatti se le fasi della sessualità infantile non si compiono in maniera congrua,si può verificare una fissazione
allo stadio in cui si trovò il pieno soddisfacimento, o una regressione a uno stadio nel quale il soggetto non
ha avuto piena soddisfazione.
La fissazione e la regressione servirono a Freud per spiegare le perversioni.
La perversione è insieme alla nevrosi una difesa contro l’angoscia di castrazione: la perversione si difende
regredendo a forme infantili mentre l’angoscia si difende mediante una rimozione delle tendenze libidiche.
LATINO : QUINTILIANO (L’EDUCAZIONE DEI GIOVANI)
Le fonti dell’educazione
Il processo educativo di Quintiliano prevede due parti essenziali: “l’educazione morale e l’educazione
intellettuale”; il loro sviluppo viene affidato alla “famiglia” e alla “scuola”.
La famiglia
La prima fase dell’educazione del fanciullo era affidata alla famiglia.
L’ambiente familiare aveva il compito di impartire una prima formazione morale, ritenuta da Quintiliano
essenziale per la formazione dell’uomo; inoltre un altro compito assegnato alla famiglia era quello di curare
un corretto apprendimento del linguaggio, con la precauzione di tenere lontano dalle orecchie e dalle labbra
del fanciullo ogni linguaggio poco pulito.
Per Quintiliano, non bisognava trascurare questo primo periodo della vita, perché, il fanciullo fin dalla
nascita, osserva, ascolta e tenta con l’imitazione di riprodurre le espressioni degli altri.
Il maestro
L’atto educativo invece va affidato al maestro.
Figura necessaria non solo come insegnante ma anche come uomo, capace di instaurare un nuovo rapporto
educativo fondato sul reciproco senso di stima e affetto.
Occorre che il maestro sappia adeguare la sua autorità con la benevolenza.
Uno degli aspetti che il maestro non deve trascurare è quello che riguarda i premi e i castighi: “Fin dai primi
anni si comincino a lodare i suoi tentativi e lo si ricompensi con opportuni premi; quando qualcosa non va, il
maestro trovi il modo più efficace per rendere consapevoli i discepoli del loro torto, ma in modo di non
scoraggiarli e stimolarli a far meglio. E’ ovvio che in questa raffigurazione del maestro, Quintiliano,
disconosce l’uso dei castighi in genere e, particolarmente dei castighi corporali: inutili e offensivi per la
dignità del minore.”
La didattica
Fasi dell’istruzione
Fino a sette anni il fanciullo non deve ancora essere sottoposto ad uno sforzo eccessivo, perché ciò potrebbe
condurre a fargli odiare lo studio.
Il primo studio a cui il fanciullo dovrà dedicarsi è quello del leggere e dello scrivere e dell’esercizio della
memoria, ma sotto forma di gioco.
Per l’apprendimento della scrittura consiglia, di far tracciare al fanciullo le lettere su tavolette d’argilla.
Quando il fanciullo avrà appreso a leggere e a scrivere, passerà alle scuole del grammatico e quindi a quella
del retore.
Il valore della scuola
Quintiliano non si preoccupa delle finalità che potrebbe conseguire la scuola statale o quella privata.
Quintiliano esalta il valore educativo della scuola come comunità; l’insegnamento individuale è soltanto
istruzione; la scuola intesa come piccola società è invece vera educazione, vera formazione nella quale
l’alunno apprende a vivere socialmente, si abitua a trattare con i suoi simili, aiuta l’accrescere dei rapporti
interumani.
Uno degli argomenti che Quintiliano adduce a sostegno della sua tesi è il fatto che la scuola sveglia il senso
della emulazione tra condiscepoli.
E’ nella scuola come comunanza che si apprende il senso comune. Nella scuola il discepolo trae motivo di
miglioramento non solo dal maestro, ma anche dai condiscepoli. Il confronto con i condiscepoli evita anche
che l’isolamento conduca il giovane alla superbia..
La scuola ha un ruolo fondamentale per Quintiliano anche dal punto di vista delle amicizie.
Infatti è a scuola che si formano quelle amicizie “sacre” che durano per tutto il corso della vita.
Il programma di studi