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Sintesi
Storia: storia della percezione del colore

Italiano: Eugenio Montale

Progettazione/Impianti: Isabella Romanello (il colore nell'architettura)

Storia dell'architettura: Friedensreich Hundertwasser

Inglese: history of photography
Estratto del documento

1.Introduzione

In questo elaborato volevo descrivere, tramite lʼausilio di

immagini e parti scritte lʼimportanza che ha la luce nella vita

di tutti i giorni. Dal momento che la luce da origine ai colori

mi sembrava importante trattare anche questo argomento.

Farò quindi una semplice relazione multi-disciplinare

descrivendo le fondamentali teorie che si succedettero nella

storia riguardo la luce e i colori e lʼispirazione che esse

crearono nei diversi Artisti e Scrittori. Poi passerò dal

precedente discorso umanistico e scientifico a un discorso

più pratico. Infatti spiegherò le applicazioni degli studi fatti

sulla luce e il colore descrivendo una delle invenzioni più

importante che ha dominato la storia: la fotografia.

Lʼidea di sviluppare un elaborato che trattasse di questi

argomenti parte da un libro che ho letto. Era un libro che mi

passò mia zia e descriveva di diversi casi strani che uno

psicologo ha dovuto curare. In un capitolo di questo libro si

parlava di un Signore, che per causa di un incidente perse la

sensibilità hai colori ammalandosi di acromatopsia. Allʼinterno

della descrizione della vicenda lʼautore ha voluto inserire un

breve racconto su tutte le maggiori teorie che si sono

succedute nella storia a proposito della “Percezione

Cromatica”.

Si parlava di teorie scientifiche, filosofiche, mediche che mi

fecero interessare ancora di più a questo argomento.

Mi risultava un argomento molto interessante sul quale

numerosi artisti, poeti, scienziati, filosofi che hanno fatto la

storia si espressero. Infatti ci furono numerosi dibattiti a

riguardo.

Iniziai quindi ad approfondire il discorso consultando pagine

internet, libri e riviste per poi pensare di sviluppare una

“tesina” partendo da questi concetti.

Dal momento che per sviluppare una buona tesina

bisognerebbe ampliare il discorso cercando la “multi-

disciplinarità” allora decisi, consultandomi, di iniziare la

stesura spiegando la storia, le teorie scientifiche e le valenze

artistiche dei colori e della luce per poi legare il tutto alla

descrizione della più importante invenzione che ne è derivata

ovvero la fotografia. infatti, da questi importanti studi

nacquero nuove tecniche e nuovi strumenti divenuti

importanti per tutta la società.

Grazie allʼutilizzo delle diverse invenzioni queste divennero

strumenti importanti dalle mille applicazioni.

Spiegherò anche lʼimportante valenza che i colori e

lʼilluminazione hanno allʼinterno dellʼarchitettura. Infatti gli

studi fatti nella storia e quelli dellʼetà contemporanea ci fanno

comprendere lʼimportanza della colorazione degli edifici e 1

dellʼilluminazione in quanto allʼinterno di questi vive, si

relaziona e prova stati dʼanimo lʼuomo.

Con questo elaborato ho intenzione di sottolineare la valenza

della luce e del colore nella vita di tutti di tutti i giorni. Infatti

noi continuiamo a vivere la vita allʼinterno delle nostre città

dei nostri paesi senza però accorgerci di quanto sia

importante ad esempio progettare un impianto di

illuminazione adatto per illuminare strade, edifici, ambienti

domestici, ambienti pubblici. Non ci accorgiamo di quanto sia

importante la colorazione di tutti gli ambienti che ci

circondano infatti essa provoca in noi, tramite il subconscio,

sensazioni variabili in base alla colorazione.

Ho voluto inserire anche un approfondimento su un artista

che ha saputo dare al colore e alla forma degli edifici da lui

progettati una valenza importantissima. Eʼ una architetto,

pittore e grafico che grazie alla sua creatività realizzava veri

e propri capolavori, con lʼintento di protestare contro il mondo

architettonico sempre più razionale e piatto e che non dava

la possibilità di esprimere la creatività allʼindividuo.

Considerando infine il mio elaborato diviso in due parti (una

più umanistica e lʼaltra più pratica) cercherò di sviluppare una

tesina esaustiva e corretta attenendomi alle diverse fonti

considerate attendibili consultate da siti internet e da testi.

Per introdurre lʼ elaborato ho inserito un diario di viaggio che

J. W. Goethe scrisse quando venne in Italia. Goethe è

sempre stato una personaggio amante dei colori e dei

fenomeni che li caratterizzano per questo sono numerosi i

saggi che scrisse osservando e sperimentando lʼutilizzo dei

colori.

Di seguito viene descritto il paesaggio napoletano: pieno, di

tinte diverse, di indumenti carateristici che nonostante la

povertà diffusa della gente, esso era ricco e varipinto di tinte

che rimandavano ai colori del mare e dellʼintera natura

circostante.

2 “Napoli, 29 maggio

Si osserva da per tutto, con la più viva simpatia, una

gaiezza del tutto singolare. I fiori e i frutti dʼogni colore, di

cui si adorna la natura, sembra che invitino gli uomini a

rivestire leggiadramente sé stessi e tutte le cose loro

delle tinte più vivaci. Scialli e nastri di seta e fiori sui

capelli sono lʼornamento di chiunque se li possa

procurare. Nelle più umili case, le seggiole e i cassettoni

sono adorni di fiori screziati su fondo dʼoro; perfino i

birocci a un cavallo sono dipinti di rosso vino; i finimenti

sono dʼorati, i cavalli attillati di fiori artificiali,

impennacchiati di rosso e coperti di lustrini.

Alcuni portano sulla testa dei ciuffi di piume, altri delle

banderuole, che nella corsa sventolano ad ogni mossa.

Noi siamo soliti di chiamare barbara e di cattivo gusto

questa predilezione per i colori vivaci e, in certo modo,

può anche essere a divenir tale; ma sotto un cielo così

azzurro e così splendido, nulla è veramente variopinto,

perché nulla può vincere lo splendore del sole e il suo

riflesso sul mare. La tinta più sgargiante viene attutita da

una luce così potente; e come tutti i colori, il verde degli

alberi e delle piante, il giallo, il bruno, il rosso del terreno

agiscono sullʼocchio con grande valenza, anche i fiori e

gli alberi screziati si confondono nellʼarmonia generale. I

busti e le gonne porporine delle donne di Nettuno,

adorne di galloni dʼoro e dʼargento, i diversi costumi

locali a colori, le barche dipinte, tutto pare gareggi a

distinguersi in qualche modo fra lo splendore del cielo e

del mare.”

( )

J.W. Goethe, Viaggio in Italia, 1786-1788

3

4 2.La percezione dei colori

«L’illusione ottica é la verità ottica! »

(Johann Wolfgang von Goethe 1749-1832)

Lʼ evoluzione storica sulle nostre capacità di percepire il

colore ha seguito una complessa traiettoria a zigzag.

Tutto iniziò da Newton nel 1666 quanto col suo esperimento

del prisma scompose e ricompose la luce bianca in raggi

luminosi di diversi colori (si andava dal violetto più rifrangibile

al rosso meno rifrangibile).

Il fisico del seicento pensò che i colori degli oggetti

dipendessero dallʼabbondanza con cui gli oggetti riflettevano

verso lʼocchio particolari raggi luminosi.

Dopo la scoperta dello spettro visibile, avvenuta grazie a

Newton, si susseguirono teorie differenti che andarono ad

integrare la precedente e che approfondirono il concetto

della nostra percezione.

Infatti nel 1802 Thomas Young formulò la prima ipotesi sulla

percezione, sostenendo che: poiché i colori sono infiniti è

impossibile la presenza nellʼocchio di infiniti recettori, quindi

ce ne saranno solo tre, riferiti ai tre colori principali rosso,

giallo e blu.

Fu proprio grazie a questa teoria che che si scoprì il

problema del grande chimico Jhon Dalton (che aveva

lasciato ai posteri, dopo la sua morte, un suo occhio da

analizzare per scoprire la problematica) che, stando alla

teoria di Young, mancava di uno dei tre recettori che

captavano il colore.

Questa teoria però venne dimenticata e restò “muta” per

circa cinquantʼ anni fino a quando Herman Von Helmholz

durante le proprie ricerche riprese. Egli le conferì delle

precisazioni tanto che oggi si è soliti parlare di un ipotesi

Young-Helmholtz.

Così questi due scienziati compresero che il colore era un

espressione diretta della lunghezza dʼonda della luce

assorbita dai recettori, che poi veniva tradotta dal nostro

sistema nervoso in stimolo colorato.

«La luce rossa stimola fortemente i recettori del rosso e solo

debolmente gli altri recettori creando la sensazione del

rosso».

Grazie poi allʼaiuto dellʼ oculista svizzero Verrey che, dopo

aver conosciuto numerosi casi di acromatopsia cromatica,

ipotizzò dovʼera situata, nel nostro cervello, la zona

responsabile dei colori.

Le ipotesi di Verrey però dovettero scontrarsi con le filosofie

ormai consolidate nella conoscenza comune, come quella di

Jhon Locke. 5

Il filosofo Inglese sosteneva che i nostri sensi erano passivi e

recettivi e che era inconcepibile pensare, ad un centro

separato che traducesse gli impulsi luminosi attraverso lʼ

organo visivo.

La teoria di Verrey, così, fu pure lei dimenticata per circa

settantacinque.

Intanto però numerosi personaggi, ispiratisi alle teorie

percettive iniziarono a comporre saggi e libri per descrivere i

fenomeni e il fascino della cromaticità.

Proprio grazie allo studio dei fenomeni del colore si inizierà a

pensare alla prima macchina fotografica, ideata per la prima

volta da J.N.Niepce (1763-1833).

Parallelamente alle diverse invenzioni che si stavano

sviluppando, un importante ricercatore londinese nato alla

fine della prima metà del novecento, Semir Zeki, iniziò ad

affrontare il problema della percezione del colore a livello

fisiologico.

Egli, tramite opportuni esperimenti, riuscì ad identificare la

piccola area del cervello specializzata nella risposta al

colore.

Con questa prova inconfutabile, riuscì a dimostrare la teoria

Young-Helmholtz e di Verrey.

Questʻarea chiamata V4, però rispondeva solo al colore e

non alla lunghezza d ʼ onda. Così con opportuni

approfondimenti Zeki dimostrò la presenza di altre due aree:

la V1 sensibile alla lunghezza dʼonda;

• la V2 zona intermediaria ed elaboratrice della

• lunghezza dʼonda captata dalla V1.

Quindi la registrazione della luminosità, relativa a ciascuna

banda di lunghezza dʼonda, viene estratta dalle cellule

sensibili alla lunghezza dʼonda localizzate nella V1, ma

venivano poi confrontate o correlate per dar luogo alla

percezione cromatica esclusivamente dalle cellule

decodificatrici del colore, localizzate nella V4.

La V4 però è solo il centro generatore del colore, quindi è

bene non scordarsi che questʼarea dialoga, ricevendo e

inviando segnali, con un centinaio di altre zone celebrali dalle

quali può essere modificata lʼimmagine.

Lʼelaborazione dellʼimmagine infatti, avviene a livelli superiori

dove il colore si fonde con ricordi, aspettative, associazioni e

desideri, costruendo così un mondo ricco di risonanza e

significati diversi per ciascun individuo.

Da questo ultimo concetto ne deriva lʼarte, la pittura, la

scultura, lʼarchitettura, la letteratura, che attraverso le

“sensazioni del colore” inviano allʼosservatore/lettore

messaggi, stati dʼanimo di elevato significato mettendo in

comunicazione non più aree del proprio cervello (la V1 con la

V4), ma aree celebrali di individui differenti.

6 3.Il colore nella letteratura

Se nellʼ arte il colore è essenzialmente presente poiché è un elemento proprio del

quadro, nella letterature viene utilizzato per generare legami tra i sensi, con il potere di

creare nella mente del lettore immagini multicolori. Il tema dei colori nella letteratura è

molto sviluppato “poiché essi sono la chiave di lettura che apre la porta allʼintimo degli

scrittori”. Per questo i poeti paragonano ai colori i loro stati dʼanimo, le loro sensazioni, i

loro ricordi e i loro desideri.

Lʼautore che ho scelto per illustrare questo importante significato è Eugenio Montale

che ho avuto modo di studiare nel mio corso di studi, ma che approfondirò soprattutto in

questo elaborato sottolineando il significato che dava ai colori nella sua poetica.

Eugenio Montale «Vissi al cinque per cento,

non aumentate

la dose».

Montale è uno dei poeti più amati del ʻ900. Egli si è

creato una buona schiera di lettori che lo amarono e lo

amano tuttora, non solo per il fascino della sua poetica,

ma anche per la sua alta lezione di dignità, coerenza e

decenza che ci ha lasciato, e che ci appare sempre più

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