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Tesina - Premio maturità 2009
Titolo: Il Vino
Autore: Di palma Domenico
Descrizione: L'imbottigliamento rappresenta l'ultima fase dei trattamenti tecnologici inerenti alla elaborazione del vino, quindi si effettua sul prodotto già rifinito e stabilizzato. Prima di compiere questa operazione, è opportuno controllare la composizione del vino, per apportare eventuali correzioni o aggiunte. Generalmente si accerta il tenore di anidride solforosa, quello di acidi totali e la presenza, o meno, dell'acido malico. L'imbottigliamento viene effettuato nelle seguenti fasi: • scelta delle bottiglie • lavaggio delle bottiglie; • riempitici; • etichettatrici; • imbottigliamento vero e proprio Allo stato attuale il vetro costituisce il materiale più adatto per la conservazione del vino anche se esistono altri tipi di recipienti, come barattoli in lamiera, plastica, ecc I vetri più indicati sono quelli di colore verde scuro o marrone, per impedire una eccessiva influenza della luce, ma tradizionalmente, per determinati vini, vengono pure impiegati vetri di colore bianco. Le bottiglie in vetro devono presentare una buona resistenza all'urto termico, all'urto meccanico e alla pressione. La chiusura delle bottiglie si può effettuare con tappi di sughero, di plastica, a corona, ecc Il sughero, che si ricava dalla quercia da sughero, è il materiale maggiormente utilizzato per la chiusura delle bottiglie da vino. È stato adoperato fin dal tempo dei Romani per la chiusura delle anfore vinarie; il sughero ha un peso specifico molto basso e la sua composizione sommaria è data da un tenore medio in acqua di circa 8%, da cellulosa (22%), sostanze azotate (6%), ceneri (1.5%). Materie trattate:
Area: tecnologica
Il tappo viene sterilizzato in apposite soluzioni, centrifugato per
eliminare l’eccesso della soluzione impiegata, e, infine, asciugato in stufe
speciali, fino ad un determinato valore di umidità. I tappi cosi trattati
vengono poi conservati in sacchetti di politene, dove, prima della loro
chiusura, si immette anidride solforosa.
Per facilitare l’entrata del sughero nel collo della bottiglia e per ridurre la
formazione della polvere si effettua una paraffinatura o una semplice
satinatura.
Prima di utilizzare le bottiglie, bisognerà lavarle. Le sono di
lavatrici
diversi tipi: a mano o semiautomatici e automatici. Il detergente utilizzato
nei lavaggi è generalmente il carbonato di sodio al 2-3%, cui fa seguito
l’azione dell’acido cloridrico al 2%. La bottiglia, prima
dell’imbottigliamento, può subire anche un avvinamento finale
(passaggio nella bottiglia di una piccola quantità di vino, che viene
eliminata). Le lavatrici meccaniche effettuano un lavoro semiautomatico
o automatico, impiegando acqua fredda o calda, con aggiunta di
particolari detersivi che esercitano azione dissolvente, detergente e
disinfettante.
L’imbottigliamento vero e proprio viene effettuato dalle a
riempitici:
seconda delle esigenze produttive e tecniche, possiamo disporre di
semplici attrezzature a sifone, a mano, o di complessi automatismi che
effettuano in breve tempo diverse operazioni.
Nelle riempitici automatiche, il riempimento della bottiglia può avvenire
per depressione ( o aspirazione) oppure isobaricamente. Nel primo caso,
una pompa a vuoto crea una depressione nella bottiglia, richiamando il
vino dall’apposita vaschetta di raccolta; nel secondo caso, invece, il
liquido passa nel recipiente a mezzo di una sovrappressione di gas (aria,
azoto o anidride carbonica), dopo bilanciamento, con lo stesso gas, della
pressione nell’interno del recipiente. Con questo tipo di riempitici si
possono imbottigliare gli spumanti e i vini frizzanti.
Le effettuano l’ultima operazione meccanica. Possono
etichettatrici
distinguersi in ingommatici (costituite da rulli che distendono la colla
sull’etichetta) e macchine operatrici vere e proprie, che realizzano tutte le
operazioni inerenti all’etichettaggio.
Anche queste possono essere semiautomatiche o automatiche, verticali od
orizzontali (a seconda della bottiglia); inoltre, molta importanza assume
la scelta della colla, che deve essere fluida, neutra e a rapida presa.
L’imbottigliamento vero e proprio è destinato al riempimento dei vini; si
adottano recipienti nuovi, che vengono sterilizzati con diversi sistemi
(anidride solforosa gassosa, acqua calda). Tutte le attrezzature utilizzate
con cui il vino deve venire a contatto, debbono essere sterili: per questo
motivo questa operazione si effettua in una camera, nella quale si
immette continuamente aria sterile.
Il vino, subito prima della riempitrice, viene filtrato su cartoni
sterilizzanti o su membrane. Con questi accorgimenti si può effettuare un
imbottigliamento privo di batteri e lieviti.
Durante la il livello del vino si abbassa, con conseguente
conservazione,
formazione nell’interno del recipiente di una camera d’aria. Il contatto
con l’aria dà luogo a processi di ossidazione, con formazione di acido
acetico e altri prodotti volatili. Si creano inoltre le condizioni favorevoli
allo sviluppo di microrganismi aerobici, e spesso la superficie del liquido
si ricopre di un velo (fioretta).
Oggi sono diffusi tappi colmatori che facilitano la sorveglianza della
cantina. 1. CHIUSURA IDRAULICA
2. TAPPO DI RACCORDO ED
EVENTUALE APERTURA PER
PRELIEVI E AGGIUNTE;
3. COLMATORE;
4. TAPPO DI TENUTA DEL COLMATORE
INSERITO NEL COCCHIUME;
5. DOGA DELLA BOTTE;
6. VINO NEL CONTENITORE
COMPOSIZIONE DEL VINO
La composizione del vino è molto più complessa di quella del mosto; vi si
distinguono, infatti, sia gran parte dei componenti originari del mosto, sia
diversi neocomposti, alcuni dei quali in notevole misura, altri in misura
minimale.
Essi si distinguono in due gruppi:
Componenti volatili (acqua, alcool, alcuni alcoli superiori, acido
•
acetico e sostanze odorose);
Componenti dell’estratto secco (glicerina, sostanze coloranti,
•
zuccheri, ecc…).
Componenti Quantità Componenti Quantità
Acqua > 80% Acqua > 80 %
Proteine 0 g Proteine 0 g
Lipidi 0 g Lipidi 0 g
Glucidi 0 g Glucidi 0 g
Alcool 10.7 g Alcool 10.1 g
Sodio 4 mg Sodio 4 mg
Ferro 0 mg Ferro 1.0 mg
Calcio 0 mg Calcio 9 mg
Fosforo 0 mg Fosforo 74 mg
Potassio 61 mg Potassio 61 mg
Energia 75 kcal Energia 71 kcal
COMPOSIZIONE CHIMICA COMPOSIZIONE CHIMICA
DEL VINO ROSSO DEL VINO BIANCO
Successivamente, nell’estratto si distinguono due frazioni:
- elettroliti;
- non elettroliti
FRAZIONE VOLATILE
è presente in percentuale da 85 a 90%, generalmente è tanto più
Acqua:
bassa quanto più alto è il grado alcolico.
comunemente si parla di alcool, in realtà si deve parlare di alcoli,
Alcoli:
anche se uno fra essi, l’alcol etilico, è presente in misura preponderante.
Tra le altre sostanze con funzioni alcolica ci sono: l’alcool metilico, la
glicerina, gli alcoli superiori. Ai componenti del vino inclusi nella voce
alcol viene riconosciuta particolare importanza commerciale; gran parte
dei vini oggi commerciati viene valutata in base al grado alcolico.
in questa categoria si raggruppano altri alcoli (alcool
Alcoli superiori:
amilico, propilico) presenti in tracce, globalmente intorno allo 0.05-0.1%
del vino; hanno interesse dal punto di vista organolettico.
Traggono origine da attività del lievito sulle proteine e amminoacidi
derivati da alcuni zuccheri. tali sostanze possono avere duplice origine:
Sostanze odorose nei vini:
- essere preesistenti nelle uve;
- essere di neo-formazione.
Quelle originarie sono intese nella voce ‘aroma’ e sono costituite
soprattutto da derivati aromatici. In genere non abbondano nel vino, ma
in alcuni casi esse costituiscono la parte preponderante delle sostanze
odorose, derivate dallo stadio di maturazione dell’uva.
Tali sostanze sono caratteristiche del vitigno e dello stadio di
maturazione dell’uva.
Le sostanze di neo-formazione, che comprendono alcoli, lattoni, si
formano in parte durante l’invecchiamento e vengono intese nel termine
‘bouquet’.
ESTRATTO
In questa frazione si possono distinguere:
- elettroliti
- non elettroliti
I primi possono ancora essere distinti in:
- componenti cationici
- componenti anionici (organici ed inorganici)
nel vino si trovano i medesimi cationi originari del
Cationi del vino:
mosto, cioè potassio, accompagnato da quantità minori di sodio,
magnesio e calcio, oltre a tracce di altri metalli come il ferro.
Il complesso totale dei cationi è compreso intorno ai 40-50 meq/litro.
possono essere distinti in:
Anioni del vino:
- anioni organici;
- anioni inorganici
Tra i primi sono da considerare, oltre a quelli originari del mosto come
tartarico e malico, gli anioni dei seguenti neo-acidi: acido lattico, acido
acetico.
Gli ioni tartarico, malico e citrico sono tutti in quantità inferiore a quella
originaria dei mosti. risulta costituito da notevoli quantità di
Estratto non elettrolitico:
glicerica e altri alcoli superiori e da quantità minori di sostanze con
nucleo aromatico, proteine, zuccheri e altre sostanze con funzione
alcolica.
La glicerina è un alcool che si forma da zucchero per fermentazione
glicerina. La quantità di glicerina varia da 5 a 15 g/l; la glicerina
conferisce al vino rotondità di sapore.
il sistema di vinificazione influenza il
Sostanze tanniche e coloranti:
tenore di queste sostanze nei vini. Il mosto, privo o povero di queste
sostanze, se ne arricchisce in rapporto al contatto con le vinacee (bucce e
vinaccioli) durante la fermentazione.
I vini bianchi, di norma, sono poveri di tannini e di materie coloranti; il
colore giallino è dovuto ad alcune materie coloranti della buccia dell’uva;
mentre nei vini rossi il tenore di materie coloranti e tanniche tende a
diminuire con l’età del vino.
l’azoto è presente nel vino sottoforma amminica ed
Sostanze azotate:
ammoniacale e varia da 70 a 950 mg/litro.
Le quantità di sostanze azotate nei vini sono in genere modeste, molto
inferiori a quelle del mosto di origine, ciò sia per utilizzazione avvenuta
da parte dei lieviti, sia per precipitazione.
rappresentano il residuo del riscaldamento dell’estratto portato a
Ceneri:
temperatura di circa 600°C e costituiscono 1.5-4 gr/l: sono costituite da
cationi legati allo ione cloro, solforico, fosforico e carbonico.
Quest’ultimo si forma dalla combustione di parte degli anioni organici e
si lega ai cationi originariamente da considerare bilanciati con gli anioni
organici. I carbonati e fosfati conferiscono
alle ceneri la cosiddetta alcalinità delle ceneri.
COMPONENTI PIU’ NOTEVOLI DEL VINO
Frazione volatile a 100- Frazione non volatile a 100-
Acqua Alcool etilico Acido Materie SO
2
Alcool Omologhi Sostanze
superiori
Alcoli Aldeide
Frazione Frazione non
Cationi: Anioni: Zuccheri Estratto
potassio lattico
sodio acetico
cloro
calcio Glicerina Estratto
magnesio fosforico
Ceneri Materie Mucillagini
Materie Sostanze Sostanze
TRATTAMENTI PER AFFINARLO
MATURAZIONE
Nel momento in cui cessa la fermentazione alcolica, i vini sono
considerati ‘giovani’, inoltre essi possono avere due tipi di acidità: una,
l’acidità fissa, (dovuta agli acidi organici fissi: malico, lattico) e l’altra è
l’acidità volatile (dovuta a una fermentazione provocata dai batteri
acetici, che dà al vino un odore di acido acetico.
I vini, dunque, sia rossi sia bianchi, alla fine della loro fermentazione
presentano una notevole acidità fissa, sono piuttosto aspri e poco
equilibrati nelle loro componenti, ossia immaturi. Per divenire vini nel
vero senso della parola, dovranno stagionare, subire ancora delle
trasformazioni e il miglior metodo è quello della maturazione; questa sarà
diversa a seconda che si tratti di vini bianchi o rossi.
La maturazione dei primi sarà più breve, perché dovranno essere bevuti
ancora giovani, senza che abbiano perso la loro freschezza. Per i vini
rossi, invece la durata della stagionatura varia a seconda del tipo;
esistono vini che maturano in un tempo breve, altri, invece, che
matureranno con una stagionatura più lunga, addirittura di anni.
Frazione volatile a 100- Frazione non volatile a 100-
Acqua Alcool etilico Acido Materie aromatiche SO
2
Alcool metilico Omologhi Sostanze
superiori
Alcoli superiori Aldeide
Frazione Frazione non ionica
Cationi: Anioni: Zuccheri Estratto dezuccherato
potassio lattico
sodio acetico
cloro
calcio Glicerina Estratto deglicerizzato
magnesio fosforico
Ceneri Materie tanniche Mucillagini
Materie coloranti Sostanze Sostanze proteiche
Tra le trasformazioni che i vini possono subire durante la maturazione ve,
n’è una molto importante, che determina una riduzione dell’acidità fissa.
Si tratta della È una fermentazione difficile da
fermentazione malolattica.
prevedere e da controllare, che è favorita da climi alti ed è subita
specialmente da vini poco alcolici, con scarsa acidità fissa iniziale e con
elevato pH.
Questa fermentazione consiste in una trasformazione dell’acido malico in
acido lattico, con sviluppo di anidride carbonica. Ha come risultato un
abbassamento dell’acidità fissa e ciò comporta conseguenze differenti sui
vini rossi e sui bianchi. Per i vini rossi è in genere considerata un evento
positivo perché, sottraendo una parte della loro acidità, migliora le loro
caratteristiche organolettiche, rendendoli meno duri e meno aspri, e
conferisce ad essi una maggior morbidezza di sapore, rendendo il vino
più maturo e migliorandone il colore.
Ai vini bianchi, invece, la diminuzione dell’acidità toglie quel gusto
fresco e giovane, caratteristico di questo tipo di vino; in pratica, la
fermentazione malolattica risulta dannosa.
Gli agenti della fermentazione malolattica sono alcuni batteri, più
precisamente cocchi e bacilli. Questi sono classificabili come
quando dalla fermentazione da essi prodotta deriva
omofermentativi,
una sostanza unica; come se invece danno luogo anche
eterofermentativi,
a prodotti secondari, e cioè, oltre all’acido lattico e all’anidride carbonica,