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Sintesi

Tesina - Premio maturità  2009

Titolo: Il valore della musica elettronica

Autore: Minghella Marco

Descrizione: questa tesina ha lo scopo di mettere in evidenza il valore che la musica elettronica deve assumere all'interno dell'estetica musicale. partendo da un articolo di herbert eimert verrà  analizzato il lato scientifico della percezione sonora per arrivare a

Materie trattate: Filosofia, Fisica, Letteratura Latina

Area: scientifica

Sommario: Filosofia: l'estetica Fisica: le onde Letteratura latina: Aristossene da Taranto

Estratto del documento

COS’è LA MUSICA ELETTRONICA?

Per musica elettronica si intende, in termini generali, la musica prodotta con

strumentazione elettronica. La locuzione viene talvolta assimilata, in modo non del

tutto corretto, a quella di musica elettroacustica. Poiché gran parte della musica

contemporanea è registrata, suonata, e scritta con l'ausilio di equipaggiamenti

elettronici (sequencer hardware e software), l'espressione si applica in modo più

appropriato a quei generi e a quelle opere musicali in cui l'elettronica non costituisce

semplicemente un mezzo utilizzato nel processo di creazione di una registrazione di un

brano musicale, ma è viceversa intrinseca alla natura stessa del brano, come nel caso

di incisioni dominate da sintetizzatori (hardware o software), campionatori, drum

machine e così via. Anche usata in questo senso specifico, l'espressione musica

elettronica si può applicare a opere e artisti con intenti musicali estremamente diversi.

Da una matrice "colta", vicina alla musica contemporanea e a quella d'avanguardia, la

musica elettronica si sviluppa grazie al lavoro di compositori come Luciano Berio,

Angelo Paccagnini, John Cage, Franco Evangelisti, György Ligeti, Bruno Maderna, Gino

Marinuzzi jr. Luigi Nono, Henri Pousseur, Steve Reich, Pierre Schaeffer, Pietro Grossi,

Karlheinz Stockhausen, Edgar Varèse, Iannis Xenakis, Slain Sun. Questa prima

generazione di compositori elettroacustici, particolarmente attiva negli anni Cinquanta

e Sessanta, è costituita dai pionieri della musica elettronica. La loro attività si svolge

inizialmente presso le istituzioni radiofoniche, gli unici enti che avevano la

strumentazione necessaria e che investivano nelle apparecchiature elettroniche.

Presso gli studi della RTF di Parigi, Pierre Schaeffer e i suoi collaboratori sul finire degli

anni Quaranta avevano teorizzato e sviluppato la musica concreta. Con l'arrivo dei

primi oscillatori questi studi divennero un fertile terreno per la musica elettronica e la

musica elettroacustica. Tra i centri di ricerca più all'avanguardia in quegli anni:

lo Studio di Fonologia della Rai di Milano, il primo ad avere a disposizione nove

 oscillatori. Qui fece le prime esperienze Pietro Grossi.

Nel 1963 Pietro Grossi fonderà il S 2F M detto anche Studio di Fonologia

 Musicale di Firenze, grazie al quale ottenne la prima cattedra di musica

elettronica in Italia al Conservatorio di Musica della stessa città. Questo studio

fiorentino (all'inizio ospitato presso la propria abitazione), comprendeva 16

oscillatori analogici , un generatore di rumore bianco (f) che passavano

attraverso fitri di varie frequenze, il tutto registrato su apparecchi a bande

magnetiche. Queste registrazioni a loro volta potevano essere materiale di

ulteriore riprocesso, era dunque non previsto il diritto d'autore: il S 2 FM era un

"gruppo", una sigla, un marchio e tutti i membri si firmavano così.

Gli studi del Groupe de Recherche Musicale presso la RTF di Parigi.L'istituto

 IPEM di Gand.

Lo studio della WDR di Colonia.

 Gli studi Columbia-Princeton di New York.

 Il Siemens Studio di Monaco.

 Lo studio della Polskie Radio di Varsavia.

 Lo studio NHK di Tokio.

Da una matrice "leggera", sviluppandosi inizialmente con il lavoro di alcuni artisti e

gruppi sperimentali degli anni Sessanta, la musica elettronica ha uno sviluppo

sostanzialmente eterogeno: dall'art rock elettronico dei Tangerine Dream e dei

Kraftwerk, vicini al rock progressivo, alla musica new age, alla musica dance.

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BREVE STORIA DELLA MUSICA ELETTRONICA

Quando fu scoperto il campo elettromagnetico uno degli effetti collaterali fu la

produzione di suoni generati da esso: il primo strumento elettronico che si ricorda è il

theremin (dal nome del suo inventore, negli anni venti), che consiste in una specie di

antenna che traduce il campo elettromagnetico in suoni. Basta muovere le mani o altri

oggetti per modificare la disposizione di questo campo per ottenere dei suoni variabili.

Dopo la seconda guerra mondiale, con l'introduzione dei transistor e dei primi

elaboratori elettronici molti sperimentatori sonori si interessarono alla produzione di

suoni derivanti dalle nuove tecnologie. Fino agli anni sessanta rimaneva una pratica

per pochi, a causa degli alti costi per procurarsi certe apparecchiature e per la relativa

difficoltà nel loro uso sonoro. A partire dagli anni settanta però la diffusione di

macchine per la produzione di musica elettronica si allargò molto: sintetizzatori e

sequencer cominciarono a essere di uso comune e non più limitato all'avanguardia

sperimentale. Negli anni ottanta la diffusione di queste tecnologie si allargò sempre

più fino a coinvolgere anche i primi computer a uso personale.

Negli anni successivi fino ad oggi, questo processo si è sempre più allargato rendendo

la produzione di musica elettronica sempre più alla portata di tutti. Basta una certa

facilità nell'uso del computer e con costi molto bassi si hanno a disposizione tutti i

mezzi e i suoni possibili per comporre. Inoltre sono sempre disponibili le tecnologie

precedenti, che si possono sovrapporre ai computer, senza contare le possibilità di

contaminazione con suoni acustici o elettrici.

Negli ultimi anni, con la diffusione di internet, anche la distribuzione della musica può

essere elettronica. Tralasciando la distribuzione 'illegale' di mp3, molti produttori

indipendenti decidono di distribuire le loro produzioni su internet, con il vantaggio di

ridurre di molto le spese e i tempi della distribuzione tradizionale. Le netlabel (che

sono in pratica delle etichette discografiche che usano internet per distribuire le loro

produzioni) si stanno sovrapponendo alle etichette indipendenti. L'elettronica è stato il

primo genere naturalmente portato a usare questo tipo di distribuzione, ma si sta

progressivamente estendendo anche ad altri generi.

Un esempio di interazione con altri linguaggi è autom@tedVisualMusic, un software

creato da Sergio Maltagliati compositore, programmatore e artista italiano, attivo nel

campo dell'arte digitale e computer music, dove le immagini create in relazione a

precise corrispondenze suono/segno/colore, seguono il mutare delle note e sono

visualizzate attraverso il programma, che partendo da una semplice cellula

sonoro/visuale, genera molteplici variazioni. Il software autom@tedVisualMusiC nasce

da una collaborazione con il pionere della musica elettronica Pietro Grossi. Il codice di

programmazione viene scritto sulla base e sulle esperienze dei programmi realizzati

da Grossi negli anni ’80 nel linguaggio BBC Basic con computer Acorn Archimedes.

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L’ESTETICA COME SELEZIONE DEL BELLO NELLA MUSICA

Quando l'estetica entra nella sfera di un'altra disciplina genera scelte di carattere

esclusivo nel senso che per comparazione qualcosa viene scelta a scapito di altre per

migliorarne la qualità. Cosa poi sia la qualità nella musica non è definito, fa parte del

percorso storico della musica. La musica per certi versi si auto seleziona attraverso i

gusti di chi la suona, di chi la scrive, di chi la ascolta. La presunzione storica

dell'estetica è stata proprio quella di farne un'analisi dei generi, dicendo che i

madrigali sono più interessati di altre forme di musica oppure le sonate per pianoforte

sono meno belle delle opere da camera. L'approccio filosofico (storico) alla musica di

fatto si può riassumere in due grandi filoni:

Il primo di stampo cartesiano che analizza il suono sotto il profilo logico

 matematico e strutturale.

Il secondo derivante da Schopenhauer che invece cerca di studiare la musica

 come "interpretazione" metafisica della musica.

In ogni caso entrambi concorrono alla creazione di un modello del bello della musica

che è appunto l'estetica della musica.

LA FENOMENOLOGIA DELLA MUSICA E L’ESTETICA MUSICALE OGGI

L'estetica musicale nasce con l'organizzazione dei suoni (scienza dei suoni) in una

logica sequenza che produca piacere ed evochi delle emozioni. Come si organizza la

logica sequenza, con il passare dal disordine all'ordine dal confuso all'organizzato, dal

tortuoso al lineare, dal disarmonico all'armonia, dall'aritmico al ritmo. La scienza dei

suoni ha poi trovato una sua forma di scrittura che è la musica scritta sul

pentagramma. L'uomo naturalmente trova serenità con il suono e disturbo con il

rumore, ma anche il suono se non espresso nel modo più lineare e armonico può

disturbare. La musica è l'arte più sofisticata, nella sua fenomenologia essa per vivere

ha bisogno della presenza dell'uomo che la esegue e che la ascolta, mentre una statua

non ha necessita di estrinsecarsi nel tempo: una volta scolpita è nata ed è li ferma,

aspettante uno spettatore che ne raccolga il messaggio. La musica ha necessità del

tempo (dello scorrere di attimi che si succedono come le note) per estrinsecarsi,

perché è nel tempo che comincia, si evolve e finisce un brano musicale. Anche se è

fissato su carta serve sempre uno strumentista che la faccia rivivere. Ciò vale anche

per i supporti digitali: un compact disc è solo un pezzo di plastica se non lo si fa

riprodurre da un lettore. La musica nel suo linguaggio esecutivo che è la teoria della

musica (diverso dal linguaggio descrittivo in cui subentrano altri elementi) come si sa

è l'insieme dei suoni che nel sistema dodecafonico è composto di 12 suoni che sono la

riproduzione matematica di intervalli e di frequenza ben specificati. L'insieme di alcuni

di questi suoni comporta un'armonia; l'armonia non è l'insieme dei due o tre suoni ma

è uno nuovo suono, causa d'una sensazione nell'uomo più gradevole del suono

singolo. Nell'uomo la musica, soprattutto quella polifonica (armonica), suscita

un'empatia, una risonanza all'interno dell'animo.

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LE RADICI CLASSICHE DELL’ESTETICA MUSICALE

donna che suona la cetra.

Fondamentalmente l’estetica musicale affonda le sue radici nella cultura greca. E’

proprio dai Greci che nasce la concezione metafisica della musica capace di arricchire

l’animo delle persone e in grado di essere compresa perfino dagli animali (mito di

Orfeo). I greci accostarono la musica alla matematica e al movimento degli astri.

Pitagora, accostando la musica al movimento dei pianeti, capì che anch'essa era

governata da precise leggi matematiche. Portò la sua intuizione sul monocordo e

scoprì che se una corda produceva un suono di una certa altezza, per ottenere un

suono all'ottava superiore bisognava far vibrare metà della corda; per ottenere la

quinta bastava far vibrare i due terzi della corda, e via di seguito. Alla base del

sistema musicale greco c'era il tetracordo formato da quattro suoni discendenti

compresi in un intervallo di quarta giusta.

Alla musica i greci attribuirono una funzione educativa perché la ritenevano in grado di

arricchire l'animo delle persone. Secondo Platone la musica doveva servire per

arricchire l'animo umano come la ginnastica serviva per irrobustire il fisico. Questo

discorso si amplia con la dottrina dell'ethos per la quale ogni modo ha un suo ethos

specifico e può incidere positivamente o negativamente sull'animo delle persone. Per

Platone i modi di specie dorica o frigia incidono positivamente, invece quelli di specie

lidia possono turbare l'equilibrio razionale. Aristotele accettò la classificazione in ethos

ma ritenne che tutti i modi potevano andare a beneficio dell'animo. Fino a questo

momento la teoria musicale era conosciuta esclusivamente dal punto di vista

matematico. In seguito Aristosseno di Taranto comprese l'importanza dell'udito nella

percezione dei suoni.

Eliano ce lo descrive accigliato, "nemico del riso", e ne elogia la severa concezione

della vita. Delle moltissime sue opere di cui possediamo i titoli, due sono state

parzialmente conservate e sono gli Elementi di armonia e gli Elementi ritmici, dove

Aristosseno espone e sistema gli elementi della teoria musicale greca. Inoltre ha

scritto vari trattati sulla Composizione, sugli Strumenti, sui Toni, sulla Perforazione

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dell'aulo, sulla Unità di tempo e sulla Danza tragica e tra le sue opere più significative

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