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Tesina - Premio maturità 2008
Titolo: Il signore degli anelli
Autore: Sabrina Occhipinti
Descrizione: la tesina, partendo dall'opera e dal pensiero tolkieniano, la analizza attraverso analogie e differenze con altre opere sia italiane che straniere, con pensieri filosofici, eventi storici, opere d'arte e manifestazioni geologiche e fisiche.
Materie trattate: letteratura italiana, latina, inglese, filosofia, storia, geografia astronomica, fisica, storia dell
Area: umanistica
Sommario: L'opera, pubblicata tra il 1954 e il 1955, è formata da tre romanzi: La Compagnia dell'Anello, Le Due Torri , Il Ritorno del Re E da diverse appendici : Agli annali dei Re e Governatori. Il calcolo degli anni Gli alberi genealogici Il calendario della contea valido per tutti gli anni scrittura e pronunzia Notizie etnografiche e linguistiche La provvidenza Per Tolkien: Il Signore degli Anelli è permeato dalla fede cattolica. Tolkien fa si che le azioni di tutti i personaggi, buoni e cattivi, siamo spinte da una Mano superiore, che non nomina mai. I suoi personaggi, seppur convinti di agire liberamente e per loro volontà , sono strumenti di un piano superiore. È la Grazia, o Necessità , che fa si che i protagonisti compiano la loro missione. Per Manzoni: Per Manzoni gli uomini non hanno alcuna possibilità di dirigere autonomamente la propria vicenda terrena e di modificare con le proprie forze il loro destino. Arbitro assoluto della vita umana e unico conoscitore del bene e del male è Dio.Dio interviene nella vita umana attraverso la sua imperscrutabile "provvidenza", in modi e tempi incomprensibili alla ragione umana. Questo tuttavia non comporta una rinuncia al libero arbitrio o alla passività di fronte alla storia: la Provvidenza offre a chiunque l'occasione di agire moralmente e di realizzare un ideale di vita cristiana Per Dante: Il pensiero dantesco, che emerge dalla Divina Commedia, è quello di un ordine provvidenziale e necessario del cosmo che convive con la libertà morale, infatti l'uomo è interamente responsabile delle sue azioni e delle sue scelte, anche se queste sono inserite in un ordine cosmico necessario, predeterminato e presente in eterno nella prescienza divina. (Canti VIII e XVII del Paradiso)
L’opera, pubblicata tra il 1954 e il 1955, è
formata da tre romanzi:
•La Compagnia dell’Anello,
•Le Due Torri ,
•Il Ritorno del Re
E da diverse appendici :
•Agli annali dei Re e Governatori.
•Il calcolo degli anni
•Gli alberi genealogici
•Il calendario della contea valido per tutti gli anni
• scrittura e pronunzia
•Notizie etnografiche e linguistiche
L’opera, pubblicata tra il 1954 e il 1955,
è formata da tre romanzi:
Il Signore degli Anelli è permeato dalla
fede cattolica.
Tolkien fa si che le azioni di tutti i
personaggi, buoni e cattivi, siamo
spinte da una Mano superiore, che
non nomina mai.
I suoi personaggi, seppur convinti di
agire liberamente e per loro volontà,
sono strumenti di un piano superiore.
È la Grazia, o Necessità, che fa si che
i protagonisti compiano la loro
missione
Per Manzoni gli uomini non hanno alcuna
possibilità di dirigere autonomamente la
propria vicenda terrena e di modificare con
le proprie forze il loro destino.
Arbitro assoluto della vita umana e unico
conoscitore del bene e del male è Dio.
Dio interviene nella vita umana attraverso la
sua imperscrutabile “provvidenza”, in modi e
tempi incomprensibili alla ragione umana.
Questo tuttavia non comporta una rinuncia
al libero arbitrio o alla passività di fronte alla
storia: la Provvidenza offre a chiunque
l’occasione di agire moralmente e di
realizzare un ideale di vita cristiana. Il pensiero dantesco, che emerge
dalla Divina Commedia, è quello
di un ordine provvidenziale e
necessario del cosmo che
convive con la libertà morale,
infatti l’uomo è interamente
responsabile delle sue azioni e
delle sue scelte, anche se queste
sono inserite in un ordine
cosmico necessario,
predeterminato e presente in
eterno nella prescienza divina.
(Canti VIII e XVII del Paradiso)
Il pensiero di Verga è profondamente
ateo, egli non crede infatti
nell’esistenza di una Provvidenza
Divina, che modifica gli avvenimenti
a favore degli uomini.
Il suo pessimismo lo porta a pensare
che la cosiddetta “provvidenza” sia
solo il frutto delle azioni degli uomini,
che sono tuttavia consci di non poter
modificare il corso degli eventi,
perché qualora ci provino verranno
sempre schiacciati e saranno solo
dei vinti (es. Il Ciclo dei Vinti).
Tolkien afferma, in una delle Lettere, che “la mia storia è
stata uno studio sulla nobilitazione o santificazione degli
umili”
Gandalf, nel Consiglio di Elrond afferma che solo chi si
fa umile può vincere.
Dove falliscono i grandi, riescono i piccoli perché sia
ancora più evidente che è la grazia divina ad operare.
Gli umili sono i veri vincitori, non solo il piccolo e umile
popolo Hobbit, ma anche i più umili di esso ,come Sam.
Manzoni decide di parlare, nel suo romanzo, dei
“fantasmi della storia,cioè di coloro di cui non si parla
mai: gli umili.
Essi non sono più protagonisti delle tradizionali
vicende comiche o grottesche, ma nella narrazione
della loro storia c’è la serietà tragica della vita.
La loro unica speranza è la fede, perché Dio,
attraverso la Provvidenza, li premierà durante la vita
per i dolori a cui sono stati sottoposti
La visione tolkeniana del progresso e della tecnologia è
assai cupa e misteriosa.
Per lui “l’Anello è la macchina perfetta, incarnazione della
tecnologia stessa;uno strumento che l’uomo brama di
possedere ed usare ,magari a fin di bene. Ma anche se si
parte con i migliori propositi, la Macchina può solo
distruggere e corrompere, mai creare o preservare.”
(la creazione degli Huruk-hai da parte di Saruman o la
trasformazione della Contea in un paese industrializzato
sono degli esempi della visione negativa che Tolkien ha del
progresso)
Per Verga, il desiderio dell’uomo di migliorare la propria
condizione costituisce, in ogni classe sociale, il primo
movente dell’attività umana, e la spinta propulsiva del
progresso.
Sennonché chi tenti di progredire è sempre destinato alla
sconfitta e al fallimento, proprio mentre contribuisce , da
“vinto”, a quel cammino che, visto dall’interno rivela le
vittime e i “sorpassati” travolti dalla “fiumana del
progresso”
Dante e Frodo sono entrambi viaggiatori
(l’uomo come viandante, pellegrino di
passaggio sulla terra verso la patria
celeste).
Essi intraprendono un viaggio che li
condurrà alla salvezza.
Dante, attraverso la visita nei tre regni
ultraterreni, incontra Dio e raggiunge la
salvezza spirituale;
Frodo compie due diversi viaggi di
salvezza, la prima terrena poichè
attraversa la Terra di Mezzo per compiere
la sua missione e salvare tutti i popoli liberi
dal male, e la seconda spirituale poiché
quando tutta l’avventura si sarà conclusa
egli partirà per la Terra degli Dei, Valinor,
dove troverà la pace dopo aver a lungo
portato il peso dell’Anello (per Tolkien
l’Anello rappresenta il male ed il peccato
La Pharsalia è il “poema epico” scritto da Lucano nel primo secolo dopo Cristo.
Essa è considerata un opera atipica, non più celebrazione delle gesta degli eroi
bensì pubblica denuncia della guerra fratricida tra Cesare e Pompeo, del
sovvertimento di tutti i valori, primo atto di un era di ingiustizia.
La Pharsalia non ha un personaggio principale e in essa non viene esaltato
l’eroismo ma vengono smascherati i vizi dei personaggi: la brama di potere, la
crudeltà, la debolezza, la cupidigia, la lussuria.
(anche “Il Signore degli Anelli” non ha un personaggio principale,ma collaborano
tutti per la riuscita dell’impresa; fra di loro inoltre non vi sono eroi ma individui
come gli altri,con le loro debolezze, es, Frodo e Boromir)
Non vi sono elementi divini, non si accenna alla provvidenza, ma si pone l’accento
sul fatto che gli eventi sono conseguenze esclusive delle azioni dell’uomo.
(Tolkien non accenna alla religione o a divinità alcuna, ma si intuisce l’intervento di
una mano superiore)
CESARE: descritto come un SARUMAN: anch’egli giudato
genio del male,un eroe nero, da Furor,è corrotto
accecato dal FUROR e dalla dall’ambizione,dalla bramosia
brama di potere. THEODEN:inizialmente debole
POMPEO: uomo e incapace di opporsi a
debole,incapace di opporsi a GrimaVermilinguo, ma poi
Cesare a causa dell’età, riscattato dalla consapevolezza
personaggio passivo,che alla (Gangalf lo risveglia)
fine si consapevolizza e si
purifica. EOWIN:nipote fedele di
Theoden che non abbandona
CORNELIA: moglie di lo zio nemmeno durante la sua
Pompeo,donna fedele e momentanea follia, che
devota al marito, che gli sta scenderà anche sul campo di
accanto e lo sostiene battaglia per difendere la sua
famiglia e il suo popolo.
La filosofia, dal greco φιλείν
(fìleìn), amare e σοφία (sofìa),
sapienza, cioè amore per la
sapienza,nella sua concezione
occidentale, è genericamente
definita come studio della
possibilità e dei limiti della
conoscenza umana e come
analisi dell'uomo, nella sua
soggettività e nella sua
relazione, teoretica e pratica,
con l'oggetto conosciuto. Nel “il Signore degli Anelli”
Tolkien sceglie di non affidarsi
ad un sistema filosofico o a
particolari correnti di pensiero
per creare il suo mondo
fantastico, perché l’opera stessa
attinge da numerosi pensieri
filosofici componendosi di vari
elementi spesso in contrasto tra
di loro:
La magia e l’irrazionale, probabilmente ripresi dal
pensiero di Nietzsche. Poiché si tratta di un
opera fantastica sono presenti elementi magici,
stregoni, draghi, elfi ,foreste animate, in netto
contrasto con la razionalità della filosofia
occidentale, ma che possono essere ricondotti
all’irrazionale Spirito Dionisiaco di cui parla
Nietzsche.
La presenza di un dio, ricollegabile alle
affermazioni religiose di molti filosofi(es.
Sant’Agostino, Kirkegaard..) e allo studio
metafisico, elemento questo che lo allontana al
pensiero Nietzschiano (Dio è morto).
il bene, il male, e la continua lotta che intercorre
fra loro.
Tolkien ritiene che gli Uomini non siano istintivamente propensi ne al
bene ne al male, o per meglio dire siano propensi ad entrambi.
Esistono altre razze, dotate di ragione, completamente votate al Male assoluto (gli
Orchi e Sauron stesso), ma non esistono individui votati al Bene assoluto, nemmeno
gli Istarim come Gandalf ,in quanto sono tutti corruttibili dal Male.
Per lui il Male,che ritorna di ciclo in ciclo con incarnazioni diverse, resta uguale e mira
alla schiavitù universale, anche coloro nei quali si incarna non sono altro che suoi
).
schiavi (Saruman, Sauron, Morgoth
Il male metafisico:
Dal punto di vista metafisico e soprattutto per
certa tradizione filosofica antica (in
particolare per S. Agostino, Platone e
Aristotele), il male, essendo l’esatta antitesi
del Bene e quindi dell’essere, si configura
come una privazione di essere o, che dir si
voglia, con il non-essere stesso. Il Male, non
avendo di per sé consistenza autonoma,
essendo privazione del Bene ed esistendo
quindi solamente in virtù dell’essere e come
suo esatto contrario, è un accidente della
realtà.
Dal punto di vista metafisico e
soprattutto per certa tradizione
filosofica antica (in
•male ontologico - la creaturalità - l’essere ed il bene sono proporzionali; quindi tanto
più perfetto è ontologicamente un ente, tanto “più bene” si troverà in esso: ora, per
quanto perfetto sia un ente, in quanto creato non potrà mai coincidere con “il” bene,
perché sarà comunque ontologicamente più povero del Creatore. Di questa povertà
ontologica Dio non è responsabile e quindi lo stesso male non è qualcosa, ma solo
“privatio boni”, privazione di bene;
•male morale - il peccato - anche questo non dipende da Dio in quanto è una
conseguenza della libertà di scelta;
•male fisico - il dolore e la morte - anche di questo Dio non è responsabile in quanto
non è null’altro che la conseguenza del peccato.
Dal punto di vista morale (dal latino mos, al genitivo moris), ma anche etico-
religioso, – quindi dal punto di vista delle abitudini comportamentali dell’uomo e
delle sue relazioni all’interno della società e del mondo – il Male si identifica
con il peccato, ovvero con il rifiuto, il più delle volte consapevole, di attuare il
bene proprio e altrui ma anche di raggiungere il Bene stesso, il che si esplica
nel commettere il Male e quindi nel non accettare la subordinazione ad un
essere superiore che, in questo caso, è Dio.
Questo tipo di Male ‘morale’ è dunque strettamente connesso con il concetto di
libero arbitrio, ovvero della libera scelta data all’uomo, il quale può decidere in
modo autonomo di se stesso e della propria esistenza,
Kant e
il Male radicale
In termini simili si trova la concezione del Male secondo Kant, il
quale sostiene un’inclinazione e una tendenza naturale al Male,
che in virtù di ciò, egli chiama Male radicale, ovvero qualcosa che
non può essere né distrutto né estirpato, ma che è radicato nella
stessa esistenza dell’uomo e che fa parte della sua stessa natura,
in quanto l’individuo umano è sostanzialmente un peccatore ed è
responsabile di esserlo perché libero e consapevole delle proprie
scelte. Questa ‘predisposizione’ al Male è quindi da ritenersi come
“un atto libero che dev’essere imputato come un peccato, di cui
[l’uomo] si è reso colpevole”.
Sören Kierkegaard non parla di Male quanto di
peccato, ed elabora, nei suoi due scritti principali, il
concetto dell’angoscia e La malattia mortale,
un’interessante teoria che pone al centro del suo
interesse i temi dell’angoscia e della disperazione.
L’angoscia è la condizione fondamentale dell’uomo nel
mondo e in relazione al mondo ed è generata dalla
libertà di scelta e quindi dalla possibilità, insita in ogni
azione, di fare il Male o di cadere in errore. L’angoscia
si configura pertanto come elemento costitutivo di ogni
individuo, perché connessa con le possibilità di
successo dell’azione umana, ed è fondamento del
peccato originale.
Seguendo la definizione
lessicale: "Il Male fisico è quello
immediatamente percepito dai
sensi ed è causato da una
perturbazione del normale stato
di salute di un individuo,
perturbazione di origine morbosa
o causata da un violento
scompiglio causato dall’esterno".
Esso è riconducibile alla malattia