Anteprima
Vedrai una selezione di 11 pagine su 46
Il Gioco, tra regole e trasgressione: l'allegoria della vita Pag. 1 Il Gioco, tra regole e trasgressione: l'allegoria della vita Pag. 2
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Il Gioco, tra regole e trasgressione: l'allegoria della vita Pag. 6
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Il Gioco, tra regole e trasgressione: l'allegoria della vita Pag. 11
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Il Gioco, tra regole e trasgressione: l'allegoria della vita Pag. 16
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Il Gioco, tra regole e trasgressione: l'allegoria della vita Pag. 21
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Il Gioco, tra regole e trasgressione: l'allegoria della vita Pag. 26
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Il Gioco, tra regole e trasgressione: l'allegoria della vita Pag. 31
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Il Gioco, tra regole e trasgressione: l'allegoria della vita Pag. 36
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Il Gioco, tra regole e trasgressione: l'allegoria della vita Pag. 41
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Il Gioco, tra regole e trasgressione: l'allegoria della vita Pag. 46
1 su 46
Disdici quando vuoi 162x117
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Sintesi

Il lavoro è stato svolto con la consapevolezza che il gioco è fondamentale nella vita di un individuo e non solo un mero divertimento. E' una vera e propria metafora della vita, dove le regole sono fondamentali per assicurarne il corretto svolgimento. La tesina sviluppa e approfondisce l'argomento nei tre campi principali: quello scientifico, artistico e letterario.

Materie trattate:
a. Campo letterario: narrativa, filosofia, letteratura italiana
b. Campo artistico: presentazione delle opere che trattano il tema del gioco e illusioni ottiche
c. Campo scientifico: matematica, biologia, geografia astronomica

Estratto del documento

E INIZIARONO A GIOCARE…

Fin dai tempi più antichi, il gioco è stato un elemento importante.

L’attività ludica nasce dal bisogno di divertirsi, di stare insieme, di sperimentare le possibilità del

proprio corpo, di cimentarsi con gli altri e di riconoscersi in un gruppo. La parola gioco deriva dal latino

IOCUS, secondo alcuni detto per DIOCUS (come giorno per diorno), dalla radice DIU = giocare, esser

lieto, scherzare. Probabilmente deriva anche da una radice JAK = gettare, scagliare con il senso

primitivo di beffa, scherzo. Si può affermare che è una gara sottoposta a regole, nella quale opera a

volte la fortuna o la forza, la destrezza o l’inganno, che si fa più che altro a fine di ricreazione. Il

gioco, sin dalle origini è stato visto come un modo per accordarsi con il cosmo, ma anche per

ricongiungersi alla divinità.

Si ricorda la presenza del gioco dei dadi nella mitologia di molte civiltà. Il mondo stesso è pensato come

una partita di dadi; le stagioni sono ideate come sei uomini che giocano con dadi d’oro e d’argento.

Il concetto è ripreso anche nella mitologia germanica; dopo che il mondo fu ordinato, infatti, gli dei si

riunirono per una partita di dadi. Il mondo, quindi, scaturisce da un semplice gioco e il vincitore impone

il proprio ordine all’universo che nasce.

Forse l’accostamento tra gioco e mondo può a prima vista sembrare una provocazione, tuttavia su una

qualunque enciclopedia alla voce “gioco” si può trovare la descrizione del “gioco del cielo e dell’inferno”: i

bambini, una volta disegnata un’elica a forma di spirale sul suolo, saltellano su un piede spingendo al

centro un sassolino; un chiaro esempio di imitazione del corso del sole. Questo mi ricorda il comunissimo

gioco del “mondo”, a cui tutti noi abbiamo giocato, dove lo scopo è saltellare nelle caselle senza toccare

le linee divisorie.

Anche la palla porta con sé un’antica tradizione di riproduzione del corso del cielo. I giochi con la palla

rivestono un significato simbolico perché la palla è sempre associata alla sfera del sole che attraversa il

cielo. Persino Omero parla del gioco; nell’ Odissea descrive un rituale con la palla in forma di danza alla

corte del re dei Feaci.

Mente, nell’usanza ecclesiastica si considerava la palla come il simbolo di Cristo.

Presso i Maya, il gioco della palla si ricollegava al racconto mitico della lotta tra le divinità terrestri e

solari. Il gioco era associato al culto del sole; il campo da gioco rappresentava la terra, la palla

simboleggiava il sole, pertanto, il giocatore che lasciava cadere la palla doveva essere sacrificato,

poiché il suo errore impediva al sole di risorgere. Furono persino costruiti sui limiti nord e sud del

campo due templi, dedicati al Sole e alla Luna.

Nella civiltà degli antichi Egizi ritroviamo tracce di un utilizzo non bellico dello scherma. Sono state

scoperte alcune iscrizioni, risalenti al 1190 a.C. , ritrovate presso il tempio di Madinet-Habu (Luxor -

Egitto) che descrivono un torneo di scherma organizzato dal faraone Ramses III per festeggiare la

vittoria sui Libici. Non dimentichiamo, poi, i primi giochi olimpici del 776 a.C., Le Olimpiadi avevano

un'importanza religiosa, in quanto si svolgevano in onore di Zeus, del quale una enorme statua si trovava

ad Olimpia. I vincitori delle gare erano ammirati e immortalati in poemi e statue. I Giochi si tenevano

ogni quattro anni e il periodo tra le due celebrazioni divenne noto come “Olimpiade”. Per tutta la durata

dei giochi venivano sospese le guerre in tutta la Grecia.

Il Gioco però, non fu sempre considerato come il miglior modo per divertirsi, nel Medioevo infatti,

assunse una connotazione negativa, quando la Chiesa considerò il gioco come attività demoniaca, che

distoglieva l’attenzione del credente da Dio e dalla preghiera.

Nel periodo dell’Umanesimo, dalla fine del XIV, vengono, poi, recuperate le tradizioni ludiche del mondo

classico greco e latino.

E’ soprattutto tra il Quattrocento e Cinquecento che il gioco raggiunge un’importanza straordinaria per

la società, nel Rinascimento giocare diventa... trendy. L’uomo è il nuovo centro dell’universo e con lui

tutte le attività creative: le arti, la storiografia, la scienza, l’esplorazione, la cartografia, la botanica e

la magia. Tra i più grandi artisti troviamo Leonardo Da Vinci, che, tra l’altro, disseminò i suoi codici di

rebus, e Michelangelo Buonarroti, che invece inventava enigmi.

4

Non possiamo immaginare che molti giochi e sport che ancora oggi pratichiamo con grande divertimento

sono nati tra il Quattrocento e il Cinquecento. Il calcio, per esempio, è discendente della palla alla

fiorentina, il biliardo come miniatura del classico gioco delle bocce, persino il Lotto.

Solo nel Rinascimento acquistano importanza le regole, stabilite per la prima volta in trattati scritti,

molte delle quali sono arrivati fino a noi. È il caso di alcuni giochi di società, della dama e degli scacchi,

di sport come l’ippica, il nuoto o la scherma e di spettacoli di massa, come il Palio.

5

IL GIOCO DI REGOLE

Generalmente il gioco di regole viene utilizzato per quelle attività regolamentate che possiedono delle

regole esplicite.

I giochi di gruppo, pur essendo un settore limitato del gioco in generale, sono molto interessanti a

questo riguardo.

Nei giochi spontanei, gli elementi psicologici prendono spesso il sopravvento e le esperienze che viviamo

a casa o a scuola trovano il loro spazio di rielaborazione. Non ci si rende conto che è proprio attraverso

il gioco che si acquista il concetto di sequenza temporale, che esiste uno spazio organizzato da

rispettare, che ci sono quindi delle regole, senza le quali il gioco stesso non può esistere.

I punti di riferimento che stanno alla base della nostra vita sono legati allo sviluppo degli aspetti più

importanti dei giochi:

- Il movimento; camminare, saltare, correre…

Importanti per scoprire il nostro corpo,

- La percezione; tenersi con la mano, riconoscere un segnale uditivo, visivo…, riconoscere gli oggetti e

gli spazi ad occhi chiusi;

Attività utili per imparare a riconoscere l’ambiente in cui viviamo.

- Le relazioni socio–affettive; rispettare le regole, aspettare il proprio turno, accettare il proprio

ruolo, accettare i compagni e i loro ruoli

Fondamentali per costruire le relazioni con le persone che ci circondano.

- Il ritmo e la musica; apprendere le melodie dei giochi cantati, percepire il ritmo attraverso il

movimento corporeo, adeguare il movimento al ritmo;

Utili per imparare a coordinare i movimenti sgraziati e scoordinati tra loro,

- Il tempo e lo spazio; la percezione della sequenza temporale entro lo spazio di movimento, la

previsione delle distanze in rapporto al tempo necessario per percorrere determinati spazi.

- Le regole; assumere un ruolo, riconoscere le regole, inventarne di altre;

Aspetti fondamentali per una buona riuscita dei giochi di gruppo.

- Il linguaggio; sviluppare il linguaggio mimico- gestuale, usare segnali…;

Sono queste capacità importanti anche per eventuali giochi teatrali e di ruolo.

Queste caratteristiche che ho elencato non sono altro che le basi per creare un buon gioco di squadra,

ma anche per corretti rapporti interpersonali.

Ognuno deve poter migliorarsi e aggiungere al proprio vissuto esperienze sempre più gratificanti; ciò

può avvenire attraverso il gioco, soprattutto quello sportivo e di squadra.

Qualunque attività motoria per essere funzionale e poter influire positivamente sulla personalità

dell’individuo, deve essere proposta e praticata in forma ludica. Una delle finalità principali del gioco

sportivo per esempio, è di considerare l’individuo che pratica lo sport, un soggetto attivo che utilizza

l’esperienza del gioco per migliorare le sue competenze. E’ fondamentale che in questa disciplina ci

sentiamo protagonisti e non semplici esecutori di compiti limitati da regole da rispettare. E’ così che ci

possiamo esprimere liberamente, senza la paura di essere giudicati dagli altri.

Un altro obiettivo riferito al gioco sportivo è la costruzione di relazioni interpersonali.

Nel gioco di squadra infatti, le persone pur non conoscendosi devono prendere decisioni comuni,

mettersi d’accordo e rispettare regole per raggiungere uno scopo comune. Le relazioni con il gruppo

possono essere costruttive ma a volte anche conflittuali, comunque sempre finalizzate al “fare insieme”

e mai con un secondo fine.

Lo sport unisce, fa ridere, fa piangere, crea tensione ma dà anche molte gratificazioni. Sia che sia

singolo o di squadra insegna a vincere, a perdere, ad affrontare le sconfitte e ad andare avanti.

Nel gioco sportivo non è permesso barare, la lealtà, la correttezza, e l’onestà sono fondamentali. Se si

tratta di gioco di squadra, il vincere è la vittoria di tutti; se il gioco è singolo, quale soddisfazione si può

trarre nel raggiungimento di una vittoria non meritata?

6

RAPPRESENTAZIONE DEL GIOCO IN ARTE

"Se la funzione dell'arte è quella di rimettere in discussione le regole costituite ponendosi come voce

critica all'interno del sistema ecco che il gioco diventa l'elemento essenziale per raggiungere la

consapevolezza e sviluppare nuovi spazi di creatività": è così che Alberto Fiz definisce il gioco in

rapporto all'arte. L’arte permette di sperimentare le diverse sfaccettature del gioco, dal Novecento

fino ai giorni nostri. Già i futuristi, in tempi lontani dalle dissertazioni sociologiche in materia di gioco,

intuirono l'importanza del medesimo nella vita e nell'arte.

"Il giocattolo futurista sarà utilissimo anche all'adulto, poiché lo manterrà giovane, agile, festante,

disinvolto, pronto a tutto, instancabile, istintivo e intuitivo", scriveva Giacomo Balla nel manifesto

"Ricostruzione futurista dell'universo". E' proprio dall'esperienza futurista ed in particolare da "La

camera dei bambini" di Balla che inizia il percorso espositivo, per indagare poi nelle avanguardie

storiche, nel dadaismo e nel surrealismo; molti altri furono gli artisti che decisero di rappresentare il

tema del gioco nei loro quadri. Caravaggio “I bari” 1594

La scena rappresenta tre personaggi, due dei quali stanno

barando. Il giovane ingenuo, vestito di scuro, è ingannato dalla

subdola coppia di bari; questo diventerà il prototipo di un

soggetto tra i più imitati dai seguaci di Caravaggio. Per la

vivacità cromatica e il gusto pittoresco che caratterizza il

quadro si può presumere che appartenga ancora alla fase

giovanile del Merisi

Cezanne “I giocatori di carte” 1898

Il ciclo di cinque tele dei giocatori di carte fu eseguito

ad Aix a partire dal 1890, e ogni versione fu preparata

con numerosi studi di ritratto (nel personaggio a

sinistra è stato riconosciuto il giardiniere di casa

Cézanne, Père

Alexandre), mentre la successione delle versioni vede

un progressivo ridursi dei personaggi da cinque a due. L'impulso a realizzare questo ciclo venne al

pittore dallo studio del quadro Giocatori di carte del pittore francese del Seicento Louis Le Nain,

conservato nel Museo Granet di Aix. Louis Le Nain, Giocatori di carte 1635-1640

7

Seurat “ Il circo” 1891

Si tratta dell’ultima opera dell’artista, La scena si

svolge al circo Fernando, ma viene resa in maniera

originale; si tratta di un circo simbolico, privo di

alcun riferimento reale. La luce e il colore hanno un

carattere arbitrario, la cromia si riduce a tre

dominanti: rosso, giallo e blu. La composizione è molto

complessa, le silhouettes sono semplificate e piatte,

l’artista moltiplica gli angoli e sviluppa l’arabesco con

uno stile che si può avvicinare all‘Art Nouveau. La

stesura del colore è diversificata, e i “punti” si

allungano in tratti in prossimità delle linee principali

e per acuire il contorno dei personaggi. Seurat

descrive i piaceri popolari di Parigi e attinge, dopo la

Parata del circo, all’immaginario collettivo: molte

delle figure, come l’acrobata, possono essere

confrontate con i motivi dei manifesti

contemporanei.

De Chierico “Mistero e melanconia di una strada” 1914

Dettagli
46 pagine
2 download