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Sintesi

Tesina - Premio maturità  2009

Titolo: il figlio del dolore

Autore: Melendez Francesca

Descrizione:Questo percorso vuole far emergere la condizione della donna attraverso un ciclo di date che attraversa epoche e mondi diversi. Si approderà  in Iran durante la rivoluzione islamica , nelle terre siciliane e in quelle toscane fino ad arrivare al punto temporale più lontano presso Alessandria D'Egitto. Ma il ciclo non si ferma qui ovviamente, e risale temporalmente. Saliremo attraverso la concezione marxista della donna, approdando ai pensieri di Simone de Beauvoir e concludere con una visione tutta artistica della donna, e in particolare modo la visione della figura femminile in Picasso. Questa sorta di ciclo fa da contorno al mio concetto di DONNA. Non essendo ancora una donna per questioni sia anagrafiche sia di esperienze di vita concrete, ho voluto impersonificarmi in ciò che è essere Donna. Ho voluto raccontare una storia , presa dalla mia fantasia , che , però, trae spunto dai fatti di cronaca che ci piovono addosso ogni giorno. Per poter capire l'obiettivo del mio percorso bisogna farsi trascinare dal ciclo proposto e aspettare pazientemente il culmine in quel momento sarà  chiaro anche il perché del mio titolo

Materie trattate: Storia (La condizione della donna in Iran e la sua evoluzione), Italiano (Divina Commedia, storia di una Capinera), Astronomia (Ipazia d'Alessandria), Filosofia, Francese (Simone De Bouvoire), Arte (la donna vista da Picasso)

Area: umanistica

Estratto del documento

La legge

coranica è la

legge dello Stato

- chi non è

musulmano non

è cittadino

Viene bandito ogni Si procede alla

influsso nazionalizzazione

occidentale e dell’industria

impedito il petrolifera e

consumo di all’estromissione

prodotti di prov. delle industrie

occidentale occidentali.

CARATTERI

DELLA

REPUBBLICA

ISLAMICA

Ogni opposizione Viene lanciata una

viene repressa. vera e propria

Per le donne c’è santa” che

“guerra

consenta

l’obbligo di l’espansione della

indossare il rivoluzione

chador. islamica.

Viene ripudiata

ogni posizione

filosovietica e

condannato il

sistema

dell’ateismo

marxista.

Cosa cambiò per la donna?

La donna sotto la dinastia Pahlavi:

Reza Pahalavi ,divenuto Scià nel 1926 cominciò con metodi dittatoriali , un iter di modernizzazione del Paese in

senso occidentale che in qualche modo aiutò le donne , bandendo il velo e aprendo anche alle studentesse

proseguì la politica di

l’Università di Teheran (1936). Il figlio, Mohammad Reza Pahlavi, succedutogli nel 1942,

modernizzazione del padre, ampliando i benefici riguardanti le donne, e adottando una serie di provvedimenti

che favorirono l’emancipazione femminile. Queste misure rientravano nel quadro di un programma di riforme,

bianca", che avevano lo scopo di modernizzare l'Iran nel più breve tempo possibile,

noto come "rivoluzione

continuando la sfida che il padre aveva intrapreso agli inizi degli anni '20. Con la “rivoluzione bianca”, le donne

sharī’a islamica,

iraniane, oppresse per tanti secoli dalla finalmente acquisivano il diritto di voto sia attivo che

passivo; lo stato di famiglia veniva riformato con l’introduzione di codici progressisti che proteggevano il diritto

poligamia.

delle donne in questioni come il divorzio e che limitavano la 12

Melendez Francesca

Ma il sistema politico dello Scià era comunque vessatorio, ed obbligava il Paese ad un'occidentalizzazione in

qualche modo forzata per cui le donne si ribellarono, opponendo una forma di resistenza passiva: cambiarono

così, in segno di protesta, il loro modo di abbigliarsi ed indossarono un mantello lungo e largo che copriva tutto il

chador, ed avvolsero la testa in un grande foulard. Quando esplose la rivolta di popolo,

corpo, al posto dello

ispirata dall'ayatollah Rūḥollāh Khomeynī, le donne di ogni estrazione sociale sfilarono in prima fila opponendosi

chador

al regime dello Scià, e spesso utilizzando proprio lo come metafora della ribellione. Lo Scià fu costretto a

30 marzo 1979 venne proclamata la Repubblica Islamica.

fuggire e il

Le donne sotto il regime di Khomeini:

L'ayatollah Khomeini era decisamente contrario all’occidentalizzazione inaugurata dalla dinastia Pahlavi, poiché

sosteneva che una politica sviluppata in quel senso avrebbe allontanato la popolazione dai princìpi del Corano.

Repubblica Islamica, il 6 marzo 1979, cominciò ad

Per questo motivo, prima ancora che venisse proclamata la

annunciare una serie di misure restrittive della libertà delle donne: tutte le giudici furono private del loro

fatwa in cui si

incarico, alle donne s'impedì l'accesso alla facoltà di diritto. Khomeini lanciò addirittura una

Mojahedin,

dichiarava formalmente che «le donne membri e sostenitori dei il maggior gruppo di opposizione ai

mullah, possono essere uccise, torturate, violentate e le loro proprietà confiscate»

Le donne venivano viste come l'incarnazione della seduzione sessuale e del vizio, e per nascondere tale potere

seduttivo, venne imposto un severissimo codice del costume che doveva essere rispettato da tutte le donne nei

hijab (dal termine arabo coprire), doveva essere indossato da tutte le donne: i capelli ed il

luoghi pubblici. Il

corpo ad eccezione della faccia e delle mani, dovevano essere coperti. Era proibito inoltre l'uso di cosmetici e

sorridere per strada. Alle donne veniva nuovamente negato l'accesso all'istruzione superiore e fu proibito il

lavoro senza il consenso del marito. Chiunque avesse infranto queste leggi veniva sottoposto a punizioni: queste

variavano dalla reprimenda verbale a 74 frustate fino all'imprigionamento da un mese a un anno. La più grave di

lapidazione. Questa, tutt’ora praticata, è una forma di punizione legale in caso di condotta

tutte era la morte per

sessuale indegna, il cui scopo è quello di infliggere grandi sofferenze e dolore prima del sopraggiungere della

morte. Per quanto riguarda il matrimonio, l'età legale nella quale le ragazze potevano sposarsi era di 9 anni

poligamia era legale: gli uomini potevano avere fino a 4 mogli ed un numero illimitato di mogli

lunari. La mut’a al-nisā’,

temporanee, in base all'istituto della ammesso dal solo Sciismo ma non dal predominante

Sunnismo nell'Islam.

Il potere di prendere tutte le decisioni riguardanti la famiglia, inclusa la libertà di movimento delle donne e la

custodia dei figli, spettava solo ed esclusivamente all’uomo. 13

Melendez Francesca

Le donne sotto il regime Khatami:

Quando Mohammad Khatami fu eletto Presidente, nel 1997, vennero introdotte nuove leggi e adottate nuove

severe politiche sia nel campo dell'istruzione che della sanità che avevano come obiettivo quello di segregare

donne e uomini.

1997 alcuni membri del parlamento suggerirono l’attuazione di alcune misure restrittive che trasformassero

Nel

le scuole femminili in "zone vietate agli uomini" implicando la condizione che tutti i componenti del corpo

docente e del personale fossero donne.

1999 alle insegnanti donne fu impedito l'accesso in aule maschili e, viceversa, agli

A partire dal settembre

insegnanti uomini fu vietato l’accesso alle classi femminili.

Anche nel campo della sanità furono applicate misure segregative, e nell'aprile del 1997 il Parlamento approvò

una nuova legge secondo la quale gli ospedali dovevano separare, a seconda del sesso, tutti i servizi ospedalieri.

1997 il Centro Giudiziario Martyr Ghodusi, una delle più importanti branche della magistratura,

Sempre nel

specializzata nella lotta contro le manifestazioni della cultura occidentale, considerata decadente e satanica, su

regole particolarmente rigide

richiesta della fazione più estrema del regime, introdusse delle nuove

emanando una hejab, o codice del costume, rigorosissima. La pena prevista in caso

sull’abbigliamento femminile,

di non rispetto delle regole andava dalla prigione (da tre mesi a un anno) all’ammenda e alla flagellazione. Le

donne che indossavano «un foulard leggero che non copra completamente la capigliatura o il collo» delle «gonne

senza indossare un lungo mantello sopra», dei «mantelli corti» o dei «tagli alla moda» o dei «colori sgargianti»

correvano seri rischi di essere arrestate, caricate su pulmini e portate ad un centro contro la «corruzione

sociale». A causa di questo regime così oppressivo, durante il periodo di Khatami, l'età media delle prostitute è

passata dai 27 ai 20 anni, e il numero delle ragazze fuggite da casa è salito del 30%. È inoltre aumentato il

numero dei suicidi delle donne; ben quattro volte di più rispetto agli uomini. 14

Melendez Francesca

Le donne iraniane al giorno d’oggi:

Con l’avvento del nuovo secolo, le donne hanno preso maggior coscienza della loro situazione, percependola

infatti, le donne sono state le protagoniste delle cinque maggiori manifestazioni in

come un’ingiustizia: nel 2001, mullah

Iran e hanno fatto emergere il loro odio per il regime misogino dei gridando "abbasso Khatami, abbasso

Khomenei". Ma la presa di coscienza, sebbene rappresenti un passo avanti rispetto al passato, non basta a

modificare la situazione. Dall'elezione del nuovo Presidente iraniano la repressione contro le donne è

Jamal Karimi-Rad ha, infatti, dichiarato alla stampa,

nettamente peggiorata: il nuovo Ministro della Giustizia

nell’agosto del 2005, che le donne «impropriamente velate» saranno trattate come se non indossassero per nulla

15

Melendez Francesca

il velo. L'accusa alle donne è di «non rispettare le virtù islamiche» e di indossare «vesti repulsive ed immorali». Il

bersaglio privilegiato dei gruppi paramilitari e delle polizie private sono le giovani donne, prese di mira per

Shahin-

cercare di non far perdere le antiche tradizioni islamiche basate sul rispetto del Corano. Nella città di

Shahr, il tribunale ha reso noto, tramite pubblici annunci, che coloro che violeranno il codice d'abbigliamento

verranno portate in giudizio e condannate alla pena di 100 frustate in pubblico.

Ali Khamenei, il supremo leader religioso iraniano, sostiene che le donne del suo paese non hanno diritto ad

un’attività politica e sociale, in quanto il loro unico scopo nella vita deve essere quello di rimanere a casa, di

mettere al mondo i bambini, allattarli, crescerli ed educarli. Anche da punto di vista fisico, psicologico ed

emotivo, sempre secondo Ali Kakalì, le donne, sono troppo deboli rispetto all’uomo.

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E ...questo è nascere donna sotto una cultura islamica…e si pensa sia terribile e si pensa che il nostro mondo è

lontanissimo….ma è davvero così?

Siamo libere nelle nostre scelte di vita?

CATANIA 1854

“…Era morta povera capinera! Eppure il suo scodellino era pieno. Era morta perché in quel corpicino c’era

qualche cosa che non si nutriva soltanto di miglio, e che soffriva qualche cosa oltre la fame e la sete…”

3 settembre 1854

“…immaginati un cieco nato che per miracolo riacquisti la vista…” 16

Melendez Francesca

“Sarò una peccatrice…ma allorchè sul far della notte, veggo la moglie del castaldo che recita il rosario col suo

figlioletto più grandicello fra le ginocchia, seduta accanto al fuoco che cuoce la minestra di suo marito,

dimenando col piede la culla in cui dorme il suo bimbo , mi pare che la preghiera di quella buona donna , calma,

serena, piena di riconoscenza per la felicità prodigatale dal buon Dio debba salire sino a Lui assai più pura della

mia, che è piena di turbamenti , di ansie , di desideri che non convengono al mio stato , e dai quali non posso

difendermi interiormente…”

Maria , la nostra piccola capinera , desiderava solo la normalità.

Era stata monacata a forza e questa sua condizione le stava stretta…ma ha impiegato vent’anni per capirlo , ma si

sentiva ugualmente colpevole.

Colpevole di una colpa non sua.

Si era innamorata di un uomo che non era il suo Dio! Era un uomo fatto di carne e ossa…. Ma non le era

permesso.

E la sua vita è finita tra la follia e la disperazione.

E mille lacrime i suoi occhi hanno gettato per la sua libertà che è stata imprigionata.

Il padre se pure le voleva bene era schiavo di una cultura ormai radicata.

“Me ne sto lì seduta assente e cose strane che mi passan per la mente.

Avrei una voglia di gridare ma non capisco a quale scopo

poi d'improvviso piango un poco e rido quasi fosse un gioco.

Se sento voci non rispondo e vivo in uno strano mondo

dove ci son pochi problemi dove la gente non ha schemi.

Non ho futuro né presente e vivo adesso eternamente

il mio passato è ormai per me distante. Ma ho tutto quello che mi serve

nemmeno il mare nel suo scrigno a quelle cose che io sogno

e non capisco perché piango. Non so che cosa sia l'amore

e non capisco il batticuore per me un uomo rappresenta

chi mi accudisce e mi sostenta. Ma ogni tanto sento che

gli artigli neri della notte mi fanno fare azioni non esatte.

D'un tratto sento quella voce e qui comincia la mia croce

vorrei scordare e ricordare la mente mia sta per scoppiare

E spacco tutto ciò che trovo ed a finirla poi ci provo

tanto per me non c'è speranza di uscire mai da questa stanza.

Sopra un lettino cigolante in questo posto allucinante

io sogno spesso di volare nel cielo. Non so che male posso fare

se sogno solo di volare io non capisco i miei guardiani

perché mi legano le mani. E a tutti i costi voglion che

indossi un camice per me le braccia indietro forte spingo

e questo punto sempre piango. Mio Dio che grande confusione

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