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Sintesi

Il filo logico della tesina prende forma partendo dalla base di un'esperienza personale riguardante una visita al campo di concentramento di Auschwitz. La tesina attraversa varie discipline sia umanistiche che tecniche partendo dal genocidio degli ebrei per arrivare, infine, a materie specifiche del corso programmatori, quali informatica, matematica ed economia aziendale.

Materie trattate: Storia, Letteratura, Diritto, Inglese, Scienza delle finanze, Economia Aziendale, Informatica, Matematica.

Estratto del documento

MARINA ALVENTE

I.T.C.T Michele Laporta Galatina

a.s. 2006/07

TESINA MULTIDISCIPLINARE 1

INDICE

STORIA: fascismo e nazismo verso l’olocausto pag. 4

ITALIANO: Il futurismo e Marinetti pag. 8

DIRITTO: la Costituzione Italiana e gli articoli 1 – 2 – 3 pag.13

INGLESE: english documents about “human rights” pag.16

SCIENZA DELLE FINANZE: I principi e gli effetti delle imposte pag.18

ECONOMIA AZIENDALE: la determinazione delle imposte dirette pag.22

INFORMATICA: pag.25

i primi sistemi operativi e le tecniche di programmazione

MATEMATICA: l’interpolazione pag.29

2

3

Storia: FASCISMO E NAZISMO VERSO L’OLOCAUSTO

Ideologia fascista

In Italia il fascismo trovò i suoi precursori negli anni precedenti

alla prima guerra mondiale, nel movimento artistico del futurismo

(il cui ispiratore, Filippo Tommaso Marinetti, aderì

successivamente al movimento di Mussolini). L'ideologia del

fascismo fu elaborata negli anni '20 e successivamente stilata in

un articolo scritto da Giovanni Gentile durante il suo incarico di

ministro dell'Istruzione e poi siglato da Mussolini, ma non venne

mai veramente applicata, restando un documento privo di seguito.

La prima anima del fascismo, era profondamente collegata con le

radici estremiste mussoliniane del sindacalismo rivoluzionario, del

disprezzo per la politica parlamentare. La seconda anima era

quella agraria, che includeva grandi e piccoli proprietari

impoveriti dalla guerra. Era questa classe la nuova base del fascismo. Esisteva poi, una

terza anima rappresentata dalla grande borghesia industriale, entusiasta di questa

corrente che avrebbe contrastato il movimento rivoluzionario russo, anche se i metodi

violenti erano oggetto di imbarazzo per questa classe sociale. I grandi industriali furono i

principali finanziatori del fascismo, con i latifondisti meridionali. Con la crescita di questo

movimento, cominciarono a delinearsi le linee guida e i contenuti culturali. Una prima

caratteristica era data dal pessimismo. I fascisti appoggiavano pienamente lo sport, non

credevano in un progresso dell’umanità verso maggiori libertà e diritti. Pensavano, invece,

che tutto si riducesse alla legge brutale del più forte, alla selezione naturale fra i popoli e le

razze, alla lotta primitiva per la vita. Si giustificava quindi un ricorso alla violenza e alla

sopraffazione, e si esaltavano le gesta eroiche e la “bella morte”. Il fascismo, era quindi

bellicista, per questo gli aderenti al partito credevano nella guerra come “igiene dei popoli”.

La pace tra i popoli era vista come un elemento negativo che creava viltà ed

omologazione tra le razze. La cultura fascista era anche anti-materialista e per questo

andava d’accordo con il tradizionalismo cattolico. Invece di mettere lo Stato al servizio

dell’individuo, il fascismo poneva l’individuo al servizio dello Stato, esaltando il senso

“etico” che

patriottico e il concetto di nazione. Dapprima Mussolini parlò di stato

riconosceva i diritti morali dell’uomo. Si passò più tardi allo stato “totalitario” che

subordinava ogni libertà al controllo dello stato. I fascisti non credevano al

parlamentarismo, e al diritto delle maggioranze di governare le minoranze. Si collocarono

quindi in una posizione politica di destra estrema. Il fascismo visse soprattutto della

volontà di Mussolini e si limitò a seguire alcuni principi di massima da lui indicati di volta in

volta e ad alimentare il culto della sua personalità, adoperando i mezzi di comunicazione

di massa per trasmettere un ideale di uomo forte, deciso e risoluto. L'ideologia fascista fu

tuttavia sempre piuttosto contraddittoria e al fianco di queste posizioni reazionarie

conviveva, non sempre armoniosamente, un culto della modernità e della tecnica di

ispirazione futurista. Il fascismo emanò le leggi fascistissime dal 1925 al 1928.

Ideologia nazista

Il termine nazismo (contrazione di nazional-socialismo) definisce

l'ideologia e il movimento politico tedesco collegati all'avvento al potere in

Germania nel 1933 da parte di Adolf Hitler, conclusosi alla fine della

seconda guerra mondiale con la conquista di Berlino da parte delle truppe

sovietiche (maggio 1945). Il nazismo pone le sue radici nel partito politico 4

guidato da Adolf Hitler, il NSDAP (Partito operaio nazionalsocialista tedesco). Quando i

nazisti salirono al potere tramite una regolare elezione, il regime si trasformò in dittatura,

con un programma di eliminazione fisica e morale sia degli avversari politici che di

persone appartenenti a categorie ritenute inferiori o dannose per la società, quali gli ebrei,

gli slavi, gli omosessuali, i portatori di handicap e i ritardati mentali. Il nazismo è fuorilegge

nella Germania odierna, anche se alcuni resti, denominati neonazisti, continuano ad

operare in Germania e all'estero disseminando propaganda che nega o minimizza

l'Olocausto ed altri atti dei nazisti, cercando di dare una luce positiva

alle politiche naziste e agli eventi sotto le quali si svolsero. Inoltre, la

democrazia era considerata come una forza destabilizzante perché

poneva il potere nelle mani delle minoranze etniche, che erano perciò

incentivate a indebolire ulteriormente l'Impero. Il cuore dell'ideologia

nazionalsocialista era il concetto di razza. La teoria nazista ipotizzò la

superiorità della razza ariana come "razza dominante" su tutte le altre e

in particolare sulla razza ebraica. Venne sviluppato un ideale di persona

ariana con determinate caratteristiche (colore degli occhi, dei capelli,

ecc). Bisognava, quindi, creare razze dotate di una naturale buona

salute e con precisi tratti di aggressività, intelligenza e coraggio. Le nazioni più deboli sono

quelle la cui razza è impura: sono perciò divise e litigiose, e quindi producono una cultura

debole. Le razze schiave erano disprezzate e non meritavano. In particolare, se una razza

dominante necessitava di "spazio vitale", si riteneva avesse il diritto di prenderlo e di

eliminare o ridurre in schiavitù le razze schiave indigene. Come conseguenza, le razze

senza una patria venivano definite "razze parassite": più gli appartenenti a una razza

parassitaria erano ricchi e più virulento era considerato il parassitismo. Questa era la

giustificazione teorica per l'oppressione e l'eliminazione fisica degli ebrei e degli slavi, un

compito che anche molti nazisti trovavano personalmente ripugnante ma che compivano

giustificando le loro azioni in nome dell'obbedienza allo Stato nazista. Per iniziare a

diffondere questo pensiero, farlo assimilare dalla popolazione e per far accettare alla

gente queste pratiche come qualcosa di necessario per il bene comune, venivano mostrati

filmati di tedeschi deformi, fisicamente o mentalmente, fatti giungere da tutta la Germania

in alcuni centri di raccolta, mettendo in evidenza i loro problemi fisici e mentali; furono

questi i primi esseri umani bruciati nei forni dai nazisti. All'inizio queste operazioni di

sterminio erano fatte di nascosto. Vennero inoltre prese informazioni su molte persone per

verificare se effettivamente erano originarie della Germania o avevano parentele non

ariane. molte donne tedesche che corrispondevano a tali caratteristiche erano costrette ad

unirsi ad uomini tedeschi per generare figli di razza pura ariana. Tutto questo venne fatto

in apposite strutture dove ogni bambino non aveva una madre o un padre, ma doveva

essere allevato alle ideologie naziste fin da piccolissimo in modo da poter un giorno

servire la patria dove meglio erano le sue attitudini. L’intento di Hitler era quello di creare

una nuova gioventù perfetta: la gioventù Hitleriana.

comune al fascismo e al nazismo fu l’ispirazione

Caratteristiche comuni:

violentemente anticomunista e reazionaria atta a conquistare il consenso di vaste masse;

l’uso sistematico di reparti militari di

ma anche il totalitarismo negatore di ogni libertà,

squadre d’azione

partito (come le fasciste, le SA e le SS naziste, certo ben più disumane),

la capacità di dominare le piazze con grandi manifestazioni pubbliche, l’abilità

nell’inventare gli slogan più adatti a colpire gli istinti della gente e a spegnere le facoltà

critiche, l’ascesa al potere con il listone unico.

Caratteristiche differenziali: ma non meno rilevanti furono le differenze fra i due

movimenti. Il fascismo è esagerato e fanatico ma non arriva al razzismo (se non

tardivamente e per abietta imitazione dei nazisti), il nazismo esalta invece fin dalle sue 5

prime origini le virtù della presunta razza germanica. L’odio dei nazisti si rivolge con la più

bieca e ottusa brutalità contro gli Ebrei, cui sono attribuite le peggiori nefandezze.

Collaborazione tra nazismo e fascismo (Leggi razziali)

L'affermazione del nazismo in Germania ed il successo di Hitler negli anni 1934-36,

convinsero Mussolini che vi fosse per l'Italia l'opportunità di espandere ulteriormente il suo

prestigio e le sue conquiste territoriali, pur con un apparato industriale gracile e provato

dalla crisi economica del 1929 e con un esercito arretrato e mal equipaggiato.

Nel 1938 Mussolini fece promulgare dal re le “leggi razziali” antisemite del 1938 (punto di

arrivo normativo di un processo in atto nel regime fascista, che avrebbe portato nel giro di

poco tempo all'internamento dei cittadini ebrei in campi di raccolta e nella loro successiva

deportazione verso lo sterminio). Queste leggi e i quasi cento campi di internamento aperti

dai fascisti assai prima dell'8 settembre 1943 sono, una dimostrazione evidente e

documentata di una stretta collaborazione del regime fascista con la Germania nazista. I

fascisti adoperarono una politica di segregazione ed effettuarono una schedatura di tutti gli

ebrei italiani, anche di quelli iscritti al Partito Fascista, preparando le deportazioni

successive. Nei campi italiani si trovavano rinchiusi molti ebrei, ma anche molti stranieri,

jugoslavi, greci, albanesi, di territori che erano stati invasi dall'Italia e che subirono oltre

alla repressione tedesca quella delle forze militari e di polizia italiane che spesso non fu

meno dura. A Trieste, che a partire dal settembre 1943 fu inglobata nell'amministrazione

del terzo Reich tedesco, venne costruito un campo di concentramento e di sterminio: la

risiera di San Sabba. La deportazione riguardò massicciamente anche altre categorie di

cittadini italiani. I resistenti, innanzitutto, i partigiani, e diverse centinaia di migliaia di

militari dell'esercito, abbandonati al proprio destino dopo l'8 settembre. A queste sparse

formazioni armate vanno infine aggiunte le SS italiane, formalmente inquadrate nelle forze

militari tedesche. I fascisti collaborarono attivamente alla deportazione in tre modi:

 il 30 novembre 1943 decretarono l'arresto degli ebrei di tutte le nazionalità, il loro

internamento in campi di prigionia e il sequestro (poi tramutato in confisca) di tutti i

loro beni (Ordine di polizia n. 5 del Ministero dell'Interno della Repubblica sociale

italiana);

 istituirono una rete di campi di internamento per gli ebrei arrestati, il più importante

dei quali fu il campo nazionale di Fossoli di Carpi in provincia di Modena, allestito

nel dicembre 1943 e trasferito a Bolzano nell'agosto 1944;

 a partire dal 5 febbraio 1944 i fascisti italiani consegnarono ai tedeschi gli ebrei

arrestati e confinati a Fossoli. I convogli partiti da Fossoli finirono a Bergen Belsen e

Auschwitz, dove gli scampati furono solo poche centinaia.

L’Olocausto

Hitler pianificò nei minimi dettagli quella che doveva essere la “soluzione

finale” al problema ebraico. Fu incaricato di questo compito Adolf

Eichmann. Questo piano sterminò 6 milioni di ebrei. Furono realizzate

delle recinzioni nelle città polacche, chiamate ghetti. Vere e proprie città

governate dalle SS. Ma il genocidio vero e proprio avvenne con

l’istituzione di campi di concentramento nei quali la “pulizia” doveva

essere compiuta discretamente e rapidamente. Il più grande fu il campo di

Auschwitz nel quale furono eliminati un milione di ebrei per mezzo del gas letale “ciclon B”

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