Introduzione
La controcultura hippie ha da sempre esercitato un certo fascino su di me. Il desiderio di approfondire la storia e l’ideologia dei Figli dei Fiori e, magari, di sfatare qualche mito, mi ha spinto a rendere gli Hippies e il viaggio psichedelico protagonisti della mia tesina.
Metterò in luce le analogie tra la filosofia degli hippies e quella dei poeti “maledetti”.
Approfondirò una delle espressioni più controverse del movimento: l’uso delle droghe, in particolare di quelle psichedeliche, finalizzato all’allargamento della coscienza di chi le assume, attraverso le esperienze personali riportate da Aldous Huxley nel suo saggio “Le porte della percezione”.
Estratti di canzoni che hanno rappresentato un manifesto della cultura Hippie scandiranno i vari momenti del mio percorso.
Indice
3. Nascita e caratteristiche della Love Generation.
5. Analogie del movimento hippie con il Decadentismo
7. Scoperta dell’LSD, Acid test, coniazione del neologismo “psychedelic”
9. “The doors of perception” by Aldous Huxley
11. Bibliografia, sitografia, link immagini
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Nascita e caratteristiche della Love Generation
“If you're going to San Francisco
Be sure to wear some flowers in your hair
If you're going to San Francisco
You're gonna meet some gentle people there.”
Scott Mckenzie, San Francisco
Anche se la scrittrice americana Sally Tomlinson data la nascita della Love Generation il 22 novembre 1963, giorno in cui John Fitzgerald Kennedy venne assassinato, si colloca più spesso l’ascesa del movimento Hippie nel 1965 e il suo declino nel 1969. Già nel ’63 l’omicidio di Dallas aveva risvegliato le coscienze soprattutto dei più giovani, ma è solo verso la fine del ’64 all’università di Berkeley in California che nasce la prima protesta antimilitarista, che proseguirà nel ’65.
La rivoluzione studentesca rese la baia di San Francisco l’insediamento ideale per i beatnik provenienti da New York, perché i membri della Beat Generation (movimento anticonformista e ribelle nato negli anni ‘50), volevano fondare una società alternativa, e vicino agli studenti di Berkeley si sentivano protetti e numerosi. Molti beatnik si trasferirono nel distretto di Haight-Ashbury di San Francisco, zona popolare con case economicamente accessibili. Costoro crearono una controcultura con proprie comunità che ascoltavano rock psichedelico e trasgredivano le regole della morale corrente liberandosi da ogni inibizione riguardo al sesso e all’uso di stupefacenti.
Gli abitanti di Haight-Ashbury chiamarono i membri di queste comunità “hip”: la teoria più attendibile sull’origine del termine “hippie” è proprio quella che vede il vocabolo derivare da “hip”, cioè “all’avanguardia”, “impegnato”, “di tendenza” nello slang americano. Venne poi aggiunto il suffisso, probabilmente dispregiativo, “ie”.
L’approccio alla vita degli hippie è, a differenza di quello dei beatnik, ottimista e gioioso. Ciò si riflette sia sul loro abbigliamento coloratissimo, sia sul loro amore per la vita di comunità. La loro filosofia, influenzata dalle culture orientali, si fonda principalmente sul rifiuto della società capitalistica e consumistica, sull’amore, sull’amicizia e sulla non-violenza, come ricorda il loro celeberrimo slogan “Fate l’amore non la guerra”.
Questo ideale pacifista trovò occasione di manifestarsi con la protesta contro la guerra in Vietnam in particolare in momenti come quello della marcia pacifica sul Pentagono, che si tenne il 21 Ottobre 1967.
I raduni hippie più significativi furono quelli dello Human Be-In, ideato dal poeta Allen Ginsberg e tenutosi il 14 gennaio 1967, nella successiva estate ci fu quello della Summer of Love, nell’estate del 1969 si tenne invece il celeberrimo festival di Woodstock.
Gli hippies nei primi anni ’70 vennero trasformati dai mass media da movimento alternativo a fenomeno di moda. Per le loro campagne le multinazionali tanto aborrite dagli hippies adottarono gli stili e assimilarono in maniera superficiale gli ideali della cultura di quest’ultimi, che, trasgressiva e rivoluzionaria, aveva tutte le potenzialità per essere sfruttata commercialmente.
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Analogie del movimento hippie con il Decadentismo
Può risultare che nella filosofia hippie confluiscano molte esperienze culturali precedenti che fanno capo in particolare all’ideologia del Decadentismo, declinata a distanza di tempo in modo meno elitario e più collettivo.
Per esempio si possono notare alcune affinità con l’Estetismo per quando riguarda l’importanza attribuita al corpo e al piacere come mezzo per realizzare se stessi, il rifiuto delle regole e la voglia di distinguersi rispetto alla società borghese, portatrice di una morale che vuole soffocare la libertà individuale e uniformare le masse.
Gli hippies, come i poeti simbolisti, vogliono liberarsi dai condizionamenti di una società sempre più massificata.
Anche nel rifiuto del capitalismo possiamo cogliere atteggiamenti tipici degli artisti decadenti, i quali oppongono alla modernità e ai suoi valori “produttivi” la ribellione alla legge della produttività in nome dell’arte, che è qualcosa di unico e non ripetibile, e alla rapidità ed efficienza la flanerie, il camminare svagato nella metropoli.
Questi atteggiamenti culturali si combinano da un lato con l’influenza delle filosofie orientali, dall’altro col pacifismo. Come già accennato, ci sono differenze dovute alla modificazione dei costumi nel tempo: rispetto all’Estetismo di fine secolo viene meno l’elitarismo e prevale una dimensione collettiva.
Del resto la visione della droga come trasgressione e ampliamento degli orizzonti tipica degli hippies è già presente nei poeti decadenti e simbolisti. In particolare, il poeta Arthur Rimbaud [1854, Charleville-Mézières-1891, Marsiglia], nella “Lettera del Veggente” inviata al suo professore di retorica Paul Demeny, sottolinea l’importante funzione del “disordine di tutti i sensi” nella ricerca della Verità oltre il reale da parte del Poeta che assume quindi il ruolo di veggente:
“Il Poeta si fa veggente mediante un lungo, immenso e ragionato sregolamento di tutti i sensi. Tutte le forme d’amore, di sofferenza, di pazzia; cerca egli stesso, esaurisce in sé tutti i veleni, per non conservarne che la quintessenza. […] [il poeta] diventa fra tutti il grande infermo, il grande criminale, il grande maledetto, – e il sommo Sapiente! – Egli giunge infatti all’ignoto!”
Queste righe sono state interpretate da alcuni come la soluzione autodistruttiva che Rimbaud trovò per liberare la mente, soluzione condivisa da molti poeti maledetti di fine Ottocento: la sperimentazione di droghe e alcol, in nome di sensazioni intense…
“L’inclinazione frenetica dell’uomo per tutte le sostanze, salutari o rischiose, che esaltano la sua personalità, testimonia della sua grandezza, perché aspira sempre a riaccendere le proprie speranze e a elevarsi verso l’infinito”
I paradisi artificiali - Charles Baudelaire
Tra i temi ricorrenti dell’opera (datata 1860) di Baudelaire (Parigi, 1821 – ivi,1867) c’è l’uso-abuso di sostanze stupefacenti che consente di creare uno stato di libertà assoluta, nella quale l’uomo ha l’illusione di “vedere” da vicino la dimensione dei sensi.
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Scoperta dell’LSD, Acid test, coniazione del neologismo “psychedelic”
“When logic and proportion have fallen sloppy dead
And the white knight is talking backwards
And the red queen's off with her head
Remember what the dormouse said
Feed your head, feed your head”
Jefferson Airplane-White rabbit
Il brano dei Jefferson Airplane mette in luce il pericolo della “morte della logica” conseguente all’assunzione di droghe e della ricerca della libertà a tutti i costi.
Gli hippies promuovevano l’uso delle sostanze stupefacenti sia per scopi ricreativi, sia per liberarsi dalle inibizioni e, come già accennato, per ampliare i propri orizzonti. Con l’espansione della coscienza promossa dalle droghe essi diventavano viaggiatori all’interno di loro stessi. La droga più comune era la canapa indiana ma conobbero una grande diffusione anche droghe psichedeliche come l'LSD, la psilocibina e la mescalina.
Nel 1943 Albert Hofmann, chimico svizzero, aveva portato a termine per compito dell’industria farmaceutica Sandoz delle ricerche sull’ergotina, composto attivo della segale cornuta, quando decise di rianalizzare il venticinquesimo composto sintetizzato, il Lysergesäurediethylamid, chiamato più brevemente “LSD”. Una goccia della sostanza gli cadde in mano e dopo averla traspirata Hofmann presentò uno stato confusionale accompagnato da allucinazioni che perdurò per circa due ore. Dopo questa esperienza Hofmann iniziò ad analizzare gli effetti dell’LSD e la Sandoz rese disponibile fino al 1966 il prodotto agli scienziati che volevano sperimentarne gli effetti sui pazienti.
Oltre ad indurre uno stato di rilassamento, l’Lsd provoca un allargamento della coscienza, paragonabile a un’esperienza mistica, tanto che Hofmann arrivò ad affermare che:
“L’LSD mi ha permesso di vedere. Mi ha permesso di capire che fuori di noi c’è una serie infinita di mondi e che più allarghi il tuo sguardo, più vedi (…) Si arriva a vedere la verità.”
Anche scrittore e psicologo Timothy Leary e lo scrittore Ken Kesey concepivano l’LSD come mezzo di crescita ed esplorazione spirituale e ne contribuirono alla diffusione grazie all’invenzione nel 1965 degli Acid Test, feste durante le quali venivano distribuite pastiglie di LSD, cibo, bevande e si ascoltava anche Acid rock. L’Acid rock è un sottogenere dell’hard rock e del rock psichedelico che come quest’ultimo si ispirava agli stati di alterazione della coscienza causati dall’uso di droga.
L’uomo nel circolo giallo nella cover dell’album dei Beatles Sgt Pepper's Lonely Hearts Club Band (nell’immagine a sinistra) è Aldous Huxley, scrittore britannico. E’ proprio in una lettera del 1957 indirizzata a lui che il medico Humphry Osmond coniò il vocabolo „psychedelic“, nella seguente poesia:
“To fathom Hell or soar angelic
Just take a pinch of psychedelic”
Cioè: “Per immaginare l’Inferno o per librare in Paradiso, prendi un pizzico di psichedelico.”
Il neologismo deriva dall’unione delle due parole greche psiche (anima) e delos (manifestare) e sta ad indicare una sostanza che mette a nudo la psiche.
La corrispondenza fra il medico e lo scrittore ha come tema la descrizione degli effetti dell’LSD. La volontà di scoperta e analisi di Osmond lo spinse a coinvolgere Huxley in un folle esperimento: quello di testare su di sé gli affetti di un’altra droga psichedelica, la mescalina.
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“The doors of perception” by Aldous Huxley
Mescaline is the active principle of peyote, a root eaten by the Indians of Mexico and the American Southwest. Administered in suitable doses, it changes the quality of consciousness more profoundly but it is less toxic than any other substance in the pharmacologist's repertory.
Humphry Osmond gave Huxley four-tenths of a gram of mescaline. Huxley describes in details his experiences in the essay “The Doors of Perception”. The name comes from a phrase in William Blake's poem “The Marriage of Heaven and Hell”:
”If the doors of perception were cleansed, everything would appear to man as it truly is, infinite.”
Huxley had always thought that, through hypnosis or taking drug, he would have been able to know what the visionary, the medium and the mystic were talking about.
Half an hour after swallowing the drug he saw a slow dance of golden lights, then, sumptuous red surfaces, a little later, gray structures.
Place and distance cease to have importance.
Everyone is capable of remembering what has ever happened to him and of perceiving everything that is happening. Each one of us is potentially Mind at Large, but we could be confused by useless information, and in order to make the biological survival possible, as Bergson said, the function of the brain ,of the nervous system and of the sense organs is in the main eliminative and not productive. Mind at Large has to be funneled through the “reducing valve” of the brain and nervous system.
Mescaline inhibits this “reducing valve” and our brain concentrates himself on details, which normally do not interest us. Huxley was so involved in watching objects, that he did not care about anything else, not even human relations. He thought that contemplation had to be reconciled with a proper concern with human relations, with the necessary chores and duties. Men should be “active-contemplative”
Huxley would later think about his impressions and would say that his mind had started to perceive things in terms of significance. Plate seems to have made the mistake of separating the Being from the becoming. Huxley explains:
“[Plate] could never have perceived that what rose and iris and carnation so intensely signified was nothing more, and nothing less, than what they were.”
According to him this idea, that the rest of us see only under the influence of mescaline, can be seen by the artist all the time. Then the artist is able to create a piece of art getting his inspiration from very common things in which he sees their own essence.
The aim of a psychedelic trip is that of escaping, transcending oneself for a few moments. Art and religion, carnivals and saturnalia, dancing and listening to oratory have served for the same reason.
Huxley concluded saying:
“The man who comes back through the Door in the Wall will never be quite the same as the man who went out. He will be wiser but less cocksure, happier but less self-satisfied, humbler in acknowledging his ignorance yet better equipped to understand the relationship of words to things, of systematic reasoning to the unfathomable Mystery which it tries, forever vainly, to comprehend.”
Huxley became one of the guru of the hippie generation ad this essay on psychedelics became one of the most widely read among the early hippies. It inspired not only the name of the band “The Doors”, but also some of their texts, for example “Break on through”. The image of life given by Jim Morrison is that of a cycle of day and night, from which men try
to evade overstepping the doors of perception:
“You know the day destroys the night
Night divides the day
Tried to run
Tried to hide
Break on through to the other side”
The Doors - Break on through
Bibliografia
Aldous Huxley, The doors of perception, New York City, Harper & Brothers, 1954
Arthur Rimbaud, Lettera del Veggente, Parigi ,1871
Corrado Bologna, Paola Rocchi, Rosa Fresca Aulentissima (Capitolo 1, Sezione 5), Torino, Loescher Editore, 2012
Luca Pollini, Hippie, la rivoluzione mancata, ascesa e declino del movimento che ha sedotto il mondo (Parte I e Parte III), Brescia, Bevivino Editore, 2008
Sitografia
Alternative Street, http://alternativest.blogspot.it/2011/08/doors-analisi-break-on-through.html ,17 giu 2013
Mauro Baldrati, Nazione indiana, http://www.nazioneindiana.com/2009/10/20/la-lettera-del-veggente/, 17 giu 2013
Wikipedia, l’enciclopedia libera, http://it.wikipedia.org/wiki/LSD, 4 giu 2013
Link immagini
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Bernie Boston, http://digilander.libero.it/SandaliAlSole/bernieboston-vietnam.JPG
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