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Sintesi Guerra nell'ombra tesina
La seguente tesina di maturità descrive la Guerra Fredda. La tesina permette i seguenti collegamenti con le varie materie scolastiche: in Storia la crisi missilistica di Cuba, in Italiano Eugenio Montale, in Educazione fisica le Olimpiadi durante la guerra fredda, in Microbiologia le armi biologiche durante la guerra fredda, in Biochimica le mutazioni del DNA, in Chimica strumentale la spettroscopia atomica, in Matematica John Nash e la teoria dei giochi.
Collegamenti
Guerra nell'ombra tesina
Storia - La crisi missilistica di Cuba.
Italiano - Eugenio Montale.
Educazione fisica - Le olimpiadi durante la guerra fredda.
Microbiologia - le armi biologiche durante la guerra fredda
Biochimica - Le mutazioni del DNA.
Chimica strumentale - La spettroscopia atomica.
Matematica - John Nash e la teoria dei giochi.
quella del fascismo, della persecuzione nazista e della guerra. L’attenzione dell’autore
si allarga all’umanità, fino a descrivere scene di massa. In esso ritroviamo perciò
analoghi temi centrati sul male di vivere.
-Satura (1971)
Comprende una serie di colloqui del poeta con la moglie Drusilla Tanzi su episodi di
vita passata. Il titolo richiama a un genere della letteratura latina, in cui si
mescolavano prosa e poesia. In Satura non ci sono prose, ma in molti testi vi è un
tono generale meno poetico rispetto alle raccolte precedenti. Montale osserva il suo
tempo con lo sguardo disincantato di un clandestino che lascerà la nave tra non
molto. I versi tradizionali lasciano spesso il posto a canzoncine, filastrocche, bene
adeguate a esprimere la stupidità del mondo d’oggi. Rimangono comunque sezioni di
intensità lirica, come le brevi poesie di Xenia dedicate alla moglie scomparsa, con
un’amara meditazione sulla vita e sulla possibile sognata eternità .
-LA BUFERA E ALTRO: IL SOGNO DEL PRIGIONIERO:
Composto nel 1954, Il sogno del prigioniero occupa, insieme con il Piccolo
testamento, l’ultima sezione - intitolata significativamente Conclusioni provvisorie -
de La bufera e altro (1956). Si tratta di una cupa allegoria, fitta di riferimenti
danteschi, alla realtà della guerra fredda e agli orrendi crimini delle dittature
totalitarie nel corso del Novecento, cui si oppongono, come strenua difesa, i valori
umani dell’amore e della poesia.
Considerando l’anno a cui risale la raccolta poetica in cui questo componimento
figura, la critica ha infatti riconosciuto nel "prigioniero" montaliano un recluso dei
campi di sterminio nazisti, o dei gulag staliniani, di cui in quegli anni si scopriva
l'orrore. Più verosimilmente il protagonista del componimento è invece il poeta
stesso - o meglio, un intellettuale cui, di fronte alla realtà oppressiva del mondo, resta
aperta solo la via del sogno. La condizione di prigionia e di oppressione si riferisce
quindi a tutta l’umanità, che vive intrappolata tra le trame della società moderna.
L’uomo è conscio, come il prigioniero della poesia, che l’unico modo per
sopravvivere a questa reclusione è la denuncia, il sacrificio della vita di qualcun altro
per avere salva la propria. Il protagonista dei versi non sa ancora come si comporterà,
e forse neanche Montale: se seguirà la sua morale o se si farà travolgere dal richiamo
che la vita, con le sue attrattive, ancora esercita nei suoi confronti. Lo stile de Il
sogno del prigioniero si modella su questa disperazione esistenziale: il ricorso
al pluristilismo (evidente in alcune scelte lessicali: "battifredi", v. 2; "obiurga", v. 14;
"Iddii pestilenziali", v. 17; "buccellati", v. 25) e la sintassi involuta e
complessa vogliono appunto trasmettere l'idea di un "male di vivere" che, a partire
dagli Ossi di seppia, ormai sembra derivare dalla Storia umana intera.Gli unici
momenti di speranza e positività che interrompono questo flusso negativo avvengono
durante il riposo notturno, quando il prigioniero può finalmente sognare la donna
amata, come leggiamo al v. 10 “se dormendo mi credo ai tuoi piedi”. Ritroviamo
quindi l’idea della figura femminile come figura salvifica, che riconnette il poeta al
mondo e lo guida nella vita.
Il componimento tratta a un primo livello una tematica politica riferibile alle purghe
staliniane. Vi è chi per sfuggire alla tortura e alla morte, può solo tradire altri uomini,
diventando complice dei carnefici e passando dalla loro parte: è chiara l’allusione alle
autodenunce e alle delazioni che accompagnarono le persecuzioni nell’Urss di Stalin.
Ma la sostanza di questa lirica supera il piano politico: la prigionia di cui si parla qui
è soprattutto una realtà esistenziale. Questo prigioniero è anzitutto il poeta: è lui
l’artista intellettuale, a vivere in una prigionia buia e soffocante, in un mondo
massificato, alienante, nel quale albe e notti… variano per pochi segni (v.1). In questo
contesto, alla poesia tocca il compito di esercitare una funzione profetica, di
trasfigurare la realtà, trasformando la paglia in oro, la lanterna in focolare. Soltanto il
poeta può, come dicono i vv.27-28, suscitare iridi su orizzonti di ragnatele / e petali
sui tralicci delle inferriate. L’attività poetica si pone quindi come una forma di
resistenza morale, e come il risarcimento di uno scacco esistenziale.
Concludendo il suo terzo libro, l’autore traccia anche, nel Sogno del prigioniero, un
bilancio della propria esistenza. Nella sua vita si alternarono momenti di caduta ee
altri di ripresa; forse su prevalente la condizione di immobilità, di buio, e tuttavia il
prigioniero Montale non si è mai arreso. Che il bilancio sia, per lui, cautamente
positivo lo vediamo dalla litote del verso finale:il mio sogno di te non è finito. L’io
ricco riafferma la fedeltà al sogno che lo ha tenuto in vita e che si identifica sia con la
poesia sia con la donna. E’ infatti la donna il tu che egli si ostina ad attendere, senza
escludere possibili implicazioni religiose: il poeta, cioè attende la donna e/o Dio, quel
Dio di cui Clizia, come abbiamo visto in La primavera hitleriana (la puoi trovare tra
le altre parafrasi) è sia pur oscuramente un’immagine.
EDUCAZIONE FISICA
Le olimpiadi durante la Guerra fredda
La Guerra fredda contrappose U.S.A. e URSS anche nello sport, e se da una parte,
ad oriente, si specializzarono nella creazione di atleti "in laboratorio", dall'altra i
paesi occidentali non vedevano le olimpiadi e i mondiali come una semplice
competizione sportiva; dal 1956 all'88 il confronto USA - URSS fu uno dei motivi di
maggior interesse delle olimpiadi e questo confronto è ricco di episodi sia sportivi
(la finale del torneo di basket del 72 che ancora oggi gli americani definiscono un
furto) che politici: infatti nel 1980 USA, Canada e Giappone boicottarono le
olimpiadi di Mosca per protesta all'invasione dell'Afghanistan operata dall'URSS
che per ricatto non si presentò alle seguenti edizioni di Los Angeles dell'84.
Prima della seconda guerra mondiale il valore sportivo della Russia era marginale
ma dopo essere entrata a far parte del CIO prese parte ai giochi del 52 anche se con
scarsi risultati. Negli anni successivi il governo sovietico favorì fortemente la pratica
sportiva anche presso gli stati gravitanti nella sua orbita ottenendo risultati
stupefacenti a Melbourne nel 1956 dove l'URSS si piazzò al primo posto del
medagliere.
Il merito di questi straordinari risultati non è però tutto dell'ottima organizzazione e
dell'impegno profuso dalle autorità, troppo spesso si è ricercato il successo sportivo
ad ogni costo e quasi sempre i paesi dell'est sono stati all'avanguardia più per
l'utilizzo di sostanze dopanti che nei metodi di allenamento, gli atleti e i medici
orientali fecero la parte dei pionieri naturalmente subito imitati e superati dagli
occidentali.
Da sempre si sono creati sospetti sui fisici impossibili ed esplosivi per esempio delle
ginnaste rumene, delle nuotatrici tedesche, dei pallavolisti slavi, dei pugili cubani…
che dominarono gli anni 50 e 60.
Tuttavia sarebbe ingiusto dire che i successi erano solo una questione di doping,
infatti ad esempio in Germania Est i medici crearono delle tabelle in cui erano
indicati tutti i requisiti fisici che un bambino doveva avere per diventare un grande
atleta e tutti i bambini venivano misurati, pesati, schedati e poi i più fisicamente
dotati venivano avviati alla pratica sportiva per venire successivamente trasferiti
presso il centro dello sport della DDR: la "Deutsche Hochschule fur Korperkultur"
(scuola tedesca per la cultura del corpo) di Lipsia; circa questo istituto si è detto
molto: i ragazzi venivano irreggimentati, venivano educati con maniere dure, un
campione come il ciclista Ulrrich ricorda gli anni passati in quell'istituto come il
periodo più triste della sua vita, non aveva un minimo di libertà personale e finiva
per odiare il sistema e i modelli orientali, lo stesso ciclista raccontò che per vedere il
suo idolo Merckx correre al tour doveva farlo di nascosto perché era un'atleta
occidentale.
Sicuramente i paesi sovietici costruirono le basi del nuovo sistema sportivo infatti, a
parte il doping, furono i primi a concentrare gli allenamenti nel potenziamento la
massa muscolare e non nel ripetere l'esercizio della propria specialità, ora però dopo
lo smembramento dell'URSS sono pochi i campioni sfornati dalla scuola Russa.
Foto delle oloimpiadi di Roma (1960)
Il connubio tra sport e politica ha sempre segnato la storia delle Olimpiadi: dalla
tragedia di Monaco del 1972, attraverso l'epoca dei boicottaggi incrociati, fino agli
scenari più recenti che si sono aperti dopo la caduta del muro di Berlino.
-Monaco di Baviera 1972, XX Olimpiade
Martedì 5 settembre del 1972 è il giorno più drammatico nella lunga storia delle
Olimpiadi. Sono le sette del mattino quando in sala stampa arriva una notizia
terribile: un commando di otto terroristi palestinesi dell'organizzazione 'Settembre
nero' ha fatto irruzione nella palazzina del villaggio olimpico della delegazione
israeliana uccidendo due atleti e prendendone in ostaggio altri nove per scambiarli
con la liberazione di 234 terroristi palestinesi in arresto. Per il commando era stato
facile entrare, perché a quei tempi i problemi sulla sicurezza erano sottovalutati e
inoltre i tedeschi avevano deciso di mantenere la prudenza a livelli molto bassi per
non ingenerare ricordi legati alla Germania hitleriana. Inizia quindi un braccio di
ferro tra le autorità tedesche e i terroristi. Il Cancelliere
Federale Willy Brandt contatta immediatamente il Primo Ministro
Israeliano,Golda Meir, per rendere note le richieste dei terroristi e cercare una
soluzione al caso, ma questa risponde di non voler concedere nulla ai terroristi. A
tarda serata il commando ottiene quindi l'arrivo di un aereo che li avrebbe portati con
gli ostaggi al Cairo dove avrebbero poi continuato le trattative. Tutto sembra
procedere secondo gli accordi quando improvvisamente all'aeroporto
di Fürstenfeldbruck entrano in azione cinque tiratori scelti tedeschi. Ma il blitz è
piuttosto maldestro e male organizzato. Quando torna il silenzio nel conflitto a fuoco
il bilancio è tragico: 5 sono i terroristi uccisi, oltre a un agente e soprattutto a tutti e 9
gli ostaggi. (Per approfondire sugli sviluppi di questa triste vicenda e sulla vendetta
del Mossad vedi la puntata la La lista diGolda ).Si tratta di una tragedia senza
precedenti. Molte delegazioni chiedono la chiusura delle Olimpiadi, ma quella stessa
notte il presidente del Comitato olimpico decide che i giochi devono continuare
(the show must go on) e per rendere omaggio alle vittime viene organizzata
solamente una modesta cerimonia. Eppure le Olimpiadi di Monaco erano cominciate
nel migliore dei modi grazie al nuovo record di presenze (7.121 atleti di 121 nazioni
differenti), alle spese colossali, all'afflusso incredibile di spettatori (quasi cinque
milioni di presenze nelle due settimane di gare) e al miliardo di telespettatori. E
nonostante la tragedia il pubblico si accende di entusiasmo per le prodezze di due
nuovi grandi atleti: l'ucraino Valery Borzov, il primo velocista europeo a battere gli
americani, e soprattutto Mark Spitz con le sue 7 medaglie d'oro. Valery Borzov si
aggiudica i 100 m e i 200 m e inoltre porta la staffetta sovietica 4x100 alla medaglia
d'argento. In realtà la gara per i 100 m era stata caratterizzata da un episodio curioso:
alla partenza dei quarti di finale mancavano i detentori ex-equo del record mondiale,
gli americani Eddie Hart e Ray Robinson, perché rimasti nella loro camera d'albergo
poiché il loro allenatore Stan Wright era stato ingannato da una vecchia brochure che
segnalava erroneamente l'orario di partenza due ore più tardi. Alla gara si era quindi
presentato solo il meno accreditato degli sprinter americani Robert Taylor, l'unico a
qualificarsi per la finale, che Borzov batterà senza dare neanche l'impressione di