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La fortuna di aver frequentato la quarta superiore ad Hong Kong è stata una significativa esperienza di vita, che mi ha permesso di imparare, conoscere e venire a contatto con culture e pensieri diversi. Nel mio gruppo eravamo in 47 ragazzi, provenienti da 4 continenti diversi: Europa, America, Asia e Africa. Ovviamente i dibattiti politici e culturali non sono mai mancati e tra ragazzi ci siamo scambiati opinioni su quel che è il nostro Paese, spesso elogiandolo, attaccando e sottolineando le difficoltà e mancanze di quello degli altri.
Molte volte mi sono sentito in difficoltà nel non riuscire a descrivere il mio Paese come avrei dovuto, nell' incapacità di mostrare l'Italia per quello che è; non mi capacitavo di sentirmi a disagio di essere cittadino italiano, soprattutto quando mi chiedevano spiegazioni sulla situazione politico-economica. Spesso mi trovavo a non aver parole dinnanzi a connotazioni negative.
La mia prima idea di tesina era quella di "China World Factory" per discutere di un Paese, la Cina, che ho scoperto da vicino, dalla sua affermazione a livello mondiale, al popolo di lavoratori intraprendenti che non abbandonano mai le loro tradizioni e la loro cultura.
Il 3 Marzo 2014, alle ore 20, seguivo insieme alla mia famiglia l'edizione del TG5 Mediaset. Mi ha colpito, tra i tanti servizi giornalistici, quello della bravissima giornalista Cintia Paladini, diventato fonte di ispirazione ma anche motivo di stravolgimento di quella che era la mia idea iniziale di tesina. Cintia raccontava dell' Italia, dell'Italia come dovrebbe vederla e sentirla un italiano, usando come aneddoto la vittoria all'Oscar del film La grande bellezza di Paolo Sorrentino. Non ho esitato a contattare via mail la giornalista che, meravigliata, mi ha ringraziato per i complimenti che le ho fatto riguardo le sue riflessioni e mi ha elargito preziosi consigli su come sviluppare il progetto che avevo pensato. Ho così deciso di cogliere l'opportunità di riflettere e studiare qualcosa di nuovo, che da molti punti di vista mi interessa molto e che potrebbe risultarmi utile in futuro.
La mia sarà una riflessione inizialmente sul concetto di cultura e di identità italiana per poi, una volta visionato il servizio giornalistico che rappresenta appieno i due concetti precedentemente enunciati, analizzare il significato della vittoria di un premio così rinomato e ciò che ne potrebbe scaturire da un punto di vista economico, geografico, artistico e turistico. Innanzitutto questo riconoscimento si traduce in Pil, come è successo con La vita è bella. Il passo successivo alla boccata d’aria è prenderne coscienza e andare oltre, cogliendo l’occasione per riscattarci e migliorarci . Un raffronto tra il nostro non saper cogliere l’occasione, e il trovare ogni spunto possibile per vendere. Penso all’America, che riesce a fare un business di tutto ciò che possiede, ma anche all’Inghilterra. E noi? Noi dobbiamo prendere ogni spunto ed osare, allontanando il nostro innato autolesionismo, l'incapacità di non saper cogliere e apprezzare, cercando invece di valorizzare. Ma come?
Di certo 'La Grande Bellezza' non può esistere se non riusciamo a conservare nel modo giusto i nostri 49 siti UNESCO o a creare giuste proposte per i turisti. Spetta a noi, ad ogni singolo sfruttare un volano come l’oscar per eliminare il più possibile la nostra connaturata indolenza e cercare ogni spunto per promuoverci e vendere.
E’ come se l’Italia si identificasse ontologicamente in un ossimoro, per il quale la bellezza fa parte “naturalmente” del nostro vivere e “naturalmente” ne è lontana. Di qui un’eterna sospensione, che è la sospensione della vita italiana, quella in cui galleggia questo Paese. Se non cominciamo a smantellare le nostre abitudini quella grande bellezza rimarrà solo un film. Credo, quindi, che trattare questo argomento sia un'occasione per comprendere meglio il mio Paese e le sue potenzialità e che questo possa rappresentare un motivo di crescita personale.
1. LA GRANDE BELLEZZA ITALIANA: TRA IDENTITA' E CULTURA
Di cosa si parla quando si accenna all'identità culturale?
Esiste veramente?
Su cosa si basa?
Genova e Agrigento hanno la stessa identità culturale?
Trento e Lampedusa?
Ateo e cattolico condividono la stessa identità culturale?
L’identità è un concetto fluido e dinamico, composto da vari elementi: genos – l’appartenenza al proprio gruppo da un punto di vista di continuità fisica, razziale e di discendenza; topos – il luogo da cui si proviene; epos – la storia vissuta come memoria, in modo mitico e non oggettivo, creando comunque coesione; logos – ossia la parte più comunicativa; ethos – che è la disposizione e quindi il carattere e il temperamento.
La risposta è un sì 'vivo, mutabile, fluido e dinamico'.
L'esperienza come volontario Intercultura ONLUS, l'associazione attraverso la quale ho trascorso l'anno all'estero, grazie a convegni molto interessanti inerenti al mondo interculturale mi ha permesso di chiarire concetti di identità e cultura nazionali. Molti studiosi di fama nazionale e internazionale sono stati invitati nel 2008 dalla Fondazione Intercultura che, in collaborazione con la Scuola superiore Santa Chiara dell’Università di Siena, ha promosso un convegno dal titolo “Identità italiana e società multiculturale”.
Ho appreso che molto spesso il concetto di cultura viene associato al concetto di cultura personale, ovvero di “patrimonio delle cognizioni e delle esperienze acquisite tramite lo studio, ai fini di una più specifica preparazione in uno o più campi del sapere”. Tuttavia la maggioranza delle conoscenze individuali non è originata da studi accademici, ma piuttosto dall’esperienza del vivere e del condividere con chi ci sta intorno. In questa terza prospettiva la cultura è relazione e confronto: è viva e mutabile. Le persone appartenenti a una cultura condividono e seguono queste norme, ma contemporaneamente contribuiscono a modificarle.
Sicuramente gli aspetti scelti per provare a definire l’identità e la cultura italiane si caratterizzano per la loro ampia diffusione e per il loro essere in qualche modo storici, ovvero non solo espressione dell’Italia di oggi, ma anche individuabili nel nostro passato. D’altra parte però è importante riflettere sul fatto che l’identità è un concetto fluido e dinamico, come ricordava al termine del convegno l’ambasciatore Roberto Toscano, Presidente della Fondazione Intercultura di cui si riportano le parole: “Il caso italiano dimostra più di altri casi l’inconsistenza delle definizioni essenzialiste di “identità” perché storicamente l’identità italiana è un’identità composita." L’italiano odierno non è solo discendente di antichi romani, ma anche dei greci, arabi e visigoti, pertanto non è chiaro perché l’italiano di domani non possa aver assorbito all’interno della propria identità anche romeni e tunisini. Il caso italiano dimostra anche che l’identità e il cambiamento non sono in contraddizione. Molto spesso l’identità viene presentata in termini di conservazione se non di “fobia della trasformazione”, che generano quindi anche spinte di aggressività perché si percepisce una minaccia... L’identità è fluida, o – come direbbe Bauman – liquida: in altre parole l’identità non si può fotografare, al massimo la si può filmare”.
È inevitabile che ogni persona, con modalità e tempi diversi, si troverà a chiedersi di cosa è fatta la sua identità nazionale, a scoprire di averne una come mai forse aveva immaginato e a diventare consapevole che certe caratteristiche, che pensava essere universali (o naturali), in realtà appartengono alla sua “italianità”. Allo stesso tempo anche gli altri, gli “stranieri” con cui verrà a contatto, gli chiederanno di raccontare che cos’è l’Italia oggi, di confermare o meno l’idea che loro stessi hanno dell’identità italiana. Ed è quello che è successo proprio a me. Quella che segue è una sintesi dei concetti emersi dal Convegno che un gruppo di volontari dell’Associazione, riuniti in una Commissione di lavoro, ha cercato di rielaborare in funzione di un loro utilizzo pratico nelle attività di Intercultura. Il gruppo di lavoro, seguendo la metafora dell’iceberg e analizzando tutti gli interventi del Convegno, ha individuato degli aspetti ricorrenti riferiti all’identità italiana e li ha divisi in caratteristiche visibili – la parte emersa dell’iceberg – e invisibili, quelle che rappresentano la parte sommersa dell’iceberg.
Si tratta di temi che possono illuminare gli aspetti più persistenti e duraturi della nostra identità e che possono spiegare comportamenti e atteggiamenti della nostra quotidianità, una pluralità di elementi.
2. EFFETTO OSCAR - ECONOMIA
Da cosa dovrebbe scaturire l'Oscar?
A dichiararlo è Riccardo Valentini, capogruppo politico al consiglio regionale del Lazio:
“Per essere da Oscar l’Italia deve puntare su se stessa, sul bello. Il nostro Paese ha infatti straordinarie punte di eccellenza, che costituiscono un patrimonio di grande potenzialità non abbastanza valorizzate. E la punta per eccellenza è il Lazio, un territorio che possiede tutte le carte per diventare la terra della bellezza”.
“Bisogna mettere in sinergia risorse storico-artistiche e patrimoni immateriali e antropologici – prosegue Valentini –, ma il nostro impegno deve essere diretto a fare in modo che emerga anche quella bellezza fatta di idee, creatività, fantasia e progetti innovativi, che può scaturire solo da passione, entusiasmo, energia e voglia di cambiamento”.
Ma come?
Considero paesi come gli Stati Uniti e l'Inghilterra in grado di creare un business di tutto ciò che capita loro, basti pensare a come possa essere diventato un caso internazionale il matrimonio tra William e Kate, a quanto merchandising sia stato fatto e il ritorno monetario che hanno avuto. Ma noi perché non sfruttiamo questa grande opportunità, che ci ha regalato il film La grande bellezza, per investire e credere in noi stessi?
All'estero sembrano già interessarsi a questa grande bellezza, noi dobbiamo essere in grado di incentivare questo interesse. Difatti a inizio anno c'è stato un incremento intorno al 6% degli arrivi con oltre 700 mila presenze a Roma, il luogo in cui è stato ripreso il film: un record storico. Gli operatori sono particolarmente attenti alle ricadute positive del film.
Dobbiamo sviluppare nuovi entusiasmi, indispensabili in questo periodo storico. Come ha fatto Sorrentino, con il suo splendido film.
Dobbiamo parlare di Cineturismo.
Il mercato del turismo risulta essere il più grande del mondo, non esiste altra merce che dia luogo ad un interscambio di luoghi e persone così colossale ed in costante crescita; in questo contesto l’Italia gioca un ruolo molto complesso e difficile, perché il turismo produce benefici in termini economici molto rilevanti (basti pensare che alcuni paesi, anche in Europa, quali Portogallo e Grecia, basano il loro P.I.L. sulla bilancia turistica). La posta in gioco è alta e la concorrenza di alcuni paesi, in particolare quelli mediterranei, è destinata ad aumentare; non sfruttare adeguatamente le risorse paesaggistiche e soprattutto culturali dell’Italia, come invece si potrebbe fare a seguito di un accurato studio e impegno di risorse nei confronti del Cineturismo, sarebbe deleterio.
L’Italia è una delle dieci potenze mondiali del turismo sia per gli arrivi internazionali sia per le entrate valutarie, e la propensione al turismo, intesa come apertura verso questo settore, può essere calcolata mediante l’indice di impatto economico del turismo, che secondo le elaborazioni del WTTC (World Travel&Tourism Coucil), registra in Italia una diminuzione, ad esempio passando da 5,97 nel 2000 a 5,68 nel 2004. In un ipotetico ranking europeo con i principali competitor europei, il nostro Paese si trova in quarta posizione dopo Grecia, Spagna e Francia.
“ Un film è sempre l’inizio di un viaggio…”
Il cineturismo ci porta per mano a scoprire le locations dei film e le emozioni che si celano dietro la più grande macchina dei sogni, il Cinema, forse l’industria culturale più conosciuta ed apprezzata al mondo; allora perché non sfruttare, anzi creare cultura, utilizzando il Cinema, per favorire lo sviluppo economico di un paese o di un territorio attraverso il Turismo?
Il Cineturismo è una delle tante nicchie del grande mercato turistico caratterizzata da un'utenza che si reca in visita alle location cinematografiche e televisive, ossia i luoghi utilizzati per le riprese di un film o di una serie TV.
Foto: L'impatto dei film sul numero dei visitatori presso le città interessate
“Si vede al cinema e viene la voglia di andarci”. E' questo l'input che spinge migliaia di turisti a visitare i set di Sex and the city, di Spider-Man, o quelli fantastici della saga di Harry Potter. Impossibile farne a meno secondo le statistiche, che indicano come quello del Cineturismo sia un segmento di mercato dalle grandi potenzialità. Lo dimostra il caso della crescita turistica in Nuova Zelanda, un vero boom trascinato dalle visite alle location della trilogia de Il signore degli anelli di Peter Jackson, ma anche il trend di ascesa turistica che ha caratterizzato tutte le location utilizzate da Woody Allen negli ultimi anni.
In Italia si è iniziato a parlare di cine-turismo grazie al progetto "Cinema e Territorio" di cui fanno parte l'Ischia Film Festival e la BILC. Tra gli obiettivi principali del progetto ci sono la diffusione culturale dei luoghi del cinema ed il dialogo tra l'industria cinematografica ed il territorio. Il progetto mira infatti a svolgere attività di promozione del movie induced tourism offrendo gli strumenti di conoscenza e la guida di esperti del settore.
Ad Ischia è nato il primo movie tour Italiano, nel 2004, sui set dei dei più celebri film girati nell'isola verde. Oggi i movie tour in Italia sono diversi: da Procida e Salina per Il Postino, a Matera nei luoghi di The Passion, dal castello piemontese di Agliè, dove è stata girata la serie televisiva di Elisa di Rivombrosa, al mulino di Chiusdino (Siena), set degli spot pubblicitari del Mulino Bianco, o ancora sulle orme del Commissario Montalbano, il personaggio letterario creato da Andrea Camilleri, a Porto Empedocle (Agrigento).
Secondo diversi studi, alcuni molto recenti e presentati anche nell’ultima edizione della B.I.T. di Milano, la più grande fiera di Turismo in Italia grazie alla collaborazione della quale è nata B.I.C.T., la Borsa Internazionale del Cineturismo di Ischia, molto spesso la scelta della meta di una vacanza passa attraverso la visione di un documentario, di un film o di una fiction (questo, in particolare in Italia, dopo che l’industria cinematografica italiana ha puntato molto in questo prodotto per fidelizzare il telespettatore alla rete, da cui il termine Teleturismo). Questo dimostra come il Cineturismo sia una tendenza in crescita nel mercato turistico mondiale.
La simbiosi tra Cinema & Turismo sta diventando un rilevante mezzo di sviluppo economico; l’industria cinematografica, da sempre, costituisce un importante volano per il territorio, e le motivazioni che spingono un segmento sempre più ampio di turisti a ricercare offerte o prodotti turistici legati ai luoghi che hanno ospitato le riprese del film a loro più caro, sono dettate, quindi, proprio dal desiderio di rivivere le emozioni del grande schermo direttamente sul set e di scoprire segreti e retroscena che si celano dietro la più grande Macchina dei sogni! Ma applicare strumenti di marketing non serve se alla base non ci sono strategie, obiettivi concordati e comuni; può la recente apertura di un portale nazionale che rappresenti la vocazione turistica dell’Italia (www.italia.it, costato tra le altre cose ben 45 milioni di euro alle casse statali, e pieno di “inesattezze”, tanto da esserne già stato chiesto il blocco per farne un totale rifacimento!) sopperire alle carenze strutturali di carattere nazionale che da sempre caratterizzano il settore Turismo in Italia? E’ una provocazione, perché non possono solamente quattro o cinque Film Commission, territoriali o regionali, magari sostenute da privati che credono nel progetto, investire soldi o energie in questo nuovo “evento culturale”; e le restanti regioni?
Se a Venezia il turista non ci andrà perché per i suoi famosi canali ci ha scorrazzato il temerario Roger Moore – 007 – con il suo motoscafo (…probabilmente perché Venezia attira per altri motivi!), è più probabile che a Città della Pieve (Pg) si fermi, e magari soggiorni, più volentieri ad ammirare il Perugino chi in Tv non ha perso una puntata della fiction Carabinieri…perché riconosce in quei posti i luoghi in cui la fiction ha preso piede, facendo da traino magari per ammirare le opere del pittore cinquecentesco, allievo di Raffaello. Il risultato, in un territorio non preparato, può essere quello di non sfruttare al meglio le occasioni di sviluppo offerte dalla presenza di una fiction televisiva, o perché scenario di Grande cinema; la mancanza di una Film Commission territoriale adeguata, di Agenzie turistico-culturali in grado di preparare itinerari o pacchetti a tema, di Enti di Promozione turistica locali che riorganizzino a modo strutture ricettive, di guide locali, e la mancanza di una comune strategia di Marketing territoriale, rischiano di far perdere al Paese un possibile modello di sviluppo economico nel settore turismo. Sono oggi inevitabili alcune riflessioni sul tema del Cineturismo nel nostro Paese.
Per anni si sono studiati gli impatti economici dell'audiovisivo sui territori e si può affermare con scientifica certezza che, per ogni euro pubblico, le produzioni audiovisive ne generano sino a 6. La stessa Unione Europea, con il Libro verde sulle industrie culturali e creative, afferma che i quasi sette milioni di addetti e la crescita del settore in tutto il continente sono utili come fattore competitivo degli Stati membri e annuncia il varo di un ambizioso programma di sostegno denominato “Europa creativa”, dimostrando di credere al settore come leva di coesione e sviluppo.
Mentre la media UE è del 2,2% del PIL, l'investimento pubblico in cultura in Italia scende all'1,1%.
Sarebbe bello se il Governo, il Parlamento, le forze politiche, fossero in grado di attuare leggi innovative, capaci di accogliere la sfida per l’innovazione e la crescita del Paese. Per questo oggi, dinanzi alla grave crisi economica che ci ha colpito, ritengo non esista migliore strategia della promozione della cultura, dei media e degli audiovisivi nell’ottica dell’innovazione del Paese.
3. VALORIZZAZIONE DELLA BELLEZZA - GEOGRAFIA TURISTICA E ARTE
"Nel mondo siamo bellezza, ma manca operazione di marketing"
“Se pensate all’Iphone pensate agli Sati Uniti, ma non c’è un solo pezzo di questo telefono che sia stata fatta in Usa.Ma è stata fatta un grande operazione di marketing. Io vorrei fare il derby tra l’Iphone e la mozzarella di bufala. L’Italia è l’unico paese al mondo dove il direttore commerciale parla male del prodotto. E fuori del mondo siamo bellezza. Manca operazione di marketing”.
Così Matteo Renzi a Napoli nel corso della Festa di Repubblica. “Il punto è cosa siamo in grado di valorizzare”.
Indipendentemente dall' idea poltica che ciascuno di noi possa avere considero, le parole del presidente del consiglio Matteo Renzi molto attuali e provocatorie. Per rimanere in linea con l'esempio in questione è bene concludere che spetta a noi, ad ogni singolo, sfruttare un volano come l’oscar per eliminare il più possibile la nostra connaturata indolenza e cercare ogni spunto per valorizzarci. Ma non sembra che tutta questa bellezza ci interessi molto:
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dal 'Corriere della Sera' del 18 Aprile 2014
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Esiste un’Italia considerata minore, a torto, anche dall’Unesco. L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura ha infatti ridotto le componenti di rappresentanza del nostro Paese, che possiede il più grande patrimonio riconosciuto in tutto il mondo. L’Italia annovera ben 49, se vengono considerati quelli immateriali si sale a 52, siti inseriti dall’Unesco nella lista del patrimonio dell’umanità su un totale di 981 siti (759 beni culturali, 193 naturali e 29 misti) presenti in 160 nazioni del mondo. Il nostro Paese detiene anche il record di nuove proposte, inserite nel variegato ventaglio di autorevoli candidature pronte ad affrontare un lungo e tortuoso iter burocratico per essere catalogate nella World Heritage List come patrimonio culturale e naturale.
L’Italia dispone di un patrimonio inestimabile ed ineguagliato in termini storico, artistico e culturali che, se adeguatamente valorizzato, potrebbe costituire un motore di sviluppo per intere città e territori. Purtroppo non sempre ed ovunque tale logica prevale. Spesso, beni di incomparabile bellezza e pregio sono abbandonati all’usura del tempo oppure, nella migliore delle ipotesi, finiscono per costituire una voce di costo che, in epoca di crisi, si fatica sempre più a giustificare.
Le città possono aprirsi allo sviluppo a partire dalla valorizzazione di un bene culturale ereditato dal passato,oppure trarre nuovo impulso all’innovazione offerta da nuove produzioni culturali ad esempio quella Cinematografica.
Quali i maggiori problemi da affrontare nel caso in cui decidessimo di intraprendere un percorso di riscatto e di valorizzazione di un bene storico-artistico e culturale?
Il ruolo dei privati deve essere di insostituibile sostegno per la valorizzazione dei Beni culturali. In questi mesi è stato particolarmente acceso un dibattito su quale debba essere il ruolo dei privati nella valorizzazione del nostro patrimonio culturale e due importanti commissioni appena costituite, una presieduta dal Prof. Settis per la revisione del Codice dei Beni Culturali e una dal Prof. D'Alberti per la ristrutturazione del Ministero e il rilancio della cultura avranno il compito di dettare le linee strategiche e operative per l'azione della complessa macchina ministeriale nei prossimi anni anche in rapporto a questo ambito.
«La soluzione ci sarebbe», spiega Maurizio Di Stefano, presidente di Icomos Italia, organismo internazionale non governativo, tra i principali partner che fornisce all’Unesco le valutazioni sui beni culturali proposti per l’iscrizione all’elenco del Patrimonio mondiale. «Possiamo promuovere una “Grande Italia dei siti Unesco”, stimolando una vera competizione tra chi fa meglio.
Se nel nostro Paese c’è ancora molto da fare, la disponibilità di un patrimonio culturale di indicibile valore che attende solo di essere valorizzato per creare sviluppo è un invito all’intrapresa generativa e all’innovazione.
4. UN TOUR ALLA SCOPERTA DELLA GRANDE BELLEZZA - AZIENDA TURISTICA
I tour cinematografici sono in piena ascesa in tutto il mondo; dormire nello stesso albergo del film o cenare nello stesso ristorante dove si svolge la scena principale viene considerato un plus rispetto a qualunque altra possibile comunicazione.
Il film, contrariamente a quanto si pensi, ha una vita lunga, che non si esaurisce certo nelle sale, ma che oramai comincia con l’home video, la vendita del dvd, la programmazione nelle pay tv, in internet, per mezzo della telefonia di ultima generazione, degli abbinamenti editoriali, sino alla trasmissione in chiaro, senza contare la longevità dei film di successo che va ben oltre quanto descritto. Tutte queste fasi sono un veicolo che, muovendosi nello spazio-tempo, riesce a penetrare più volte il mercato con un solo placement ma che, allo stesso tempo, offrono un motivo di co-promozione o co-branding. A titolo esemplificativo cito la possibilità dei dvd di ospitare tra gli extra uno speciale in chiave turistica dedicato alle location dove il film è girato, semmai firmato dallo stesso regista.
Sarebbe opportuno quindi creare un prodotto turistico che vada proprio a toccare i punti strategici dove è stato ripreso il film. Propongo di seguito un tour turistico che toccherà i luoghi di maggiore interesse del film La grande bellezza di Paolo Sorrentino.
Se anche tu ti sei innamorato del film Premio Oscar "La Grande Bellezza" questo è il Tour che fa per Te!
Vivrai in prima persona il fascino di quei luoghi! Attraverso questo Tour potrai visitare ben 10 Location del film "La Grande Bellezza".
Descrizione:
Un meraviglioso viaggio alla scoperta dei luoghi meravigliosi ritratti nel film La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino, premiato con il Premio Oscar come miglior film straniero.
Durante il tuo viaggio a Roma avrai la possibilità di scoprire la grande bellezza di una delle più affascinanti città del mondo: Roma.
Il film infatti si apre con la celebre frase che enfatizza il valore del viaggio come metafora della vita:
"Viaggiare è molto utile, fa lavorare l'immaginazione, il resto è solo delusioni e pene. Il nostro viaggio è interamente immaginario, è là la sua forza".
Viaggiare dentro Roma è un’esperienza fantastica: una città costruita sulla memoria storica e su sogni senza tempo. Il tour cela, meraviglia dopo meraviglia, luoghi celebri e luoghi insoliti di Roma, tutti accomunati dalla loro indubbia bellezza.
Scopri le bellezze di Roma, la Città Eterna, e ammira i panorami e i luoghi che hanno ispirato le riflessioni e i dialoghi del protagonista del film, Jep Gambardella.
I luoghi della Grande Bellezza
Ammirare il fascino di Piazza Navona, immergersi nell'atmosfera del colle Aventino, godere di una passeggiata lungo la pittoresca riva del fiume Tevere e di una camminata nella celebre Via Veneto.
Visitare la collezione d'arte senza tempo di Palazzo Altemps, conoscere la perla rinascimentale del Tempietto di San Pietro in Montorio e ammirare una delle meraviglie archeologiche dell'antica Roma: le Terme di Caracalla.
Tutto questo è il filo conduttore che ti porterà sulle location del film La Grande Bellezza.
RIFLESSIONI CONCLUSIVE
Per concludere credo sia rigoroso uno sguardo al passato del turismo e il suo cambiamento nel corso di due secoli: all'inizio del novecento c'erano le località di villeggiatura per pochi ricchi nobili, il turismo di massa è iniziato solo dopo la metà del '900, con il boom economico e quindi, poi, verso la fine del secolo, è stata la volta delle località turistiche esotiche. C'é un'evoluzione continua nei gusti e nelle abitudini delle persone ed è evidente che un operatore turistico deve proporre sempre qualcosa di nuovo per essere veramente competitivo, oggi deve "stupire" o, comunque "cavalccare" i gusti, individuare le possibili alternative, suggerire percorsi curiosi ed affascinanti sicuro che se uno ama il proprio lavoro si lascia coinvolgere da ciò che propone e riesce a essere creativo.
E’ come se l’Italia si identificasse ontologicamente in un ossimoro, per il quale la bellezza fa parte “naturalmente” del nostro vivere e “naturalmente” ne è lontana. Di qui un’eterna sospensione, che è la sospensione della vita italiana, quella in cui galleggia questo Paese. Se non cominciamo a smantellare le nostre abitudini quella grande bellezza rimarrà solo un film.
"Ne abbiamo un gran bisogno non solo per superare una crisi maligna, ma per ritrovare noi stessi".
Leggendo il famoso saggio "Viaggio in Italia" di Johann Wolfgang Goethe, in ciò che scrive ho riconosciuto appieno le emozioni che ho provato nel mio lungo viaggio all'estero; ho così deciso di riportalo come conclusione di questa lunga riflessione sulla bellezza Italiana.
Non tutti hanno avuto la fortuna di viaggiare fuori dal proprio Paese, non tutti hanno potuto confrontare realtà lontane e diverse al proprio luogo di origine, assaggiare cibi diversi, ascoltare altre lingue, altre sonorità ed altre musiche, vedere altri tipi di case, di strade, di piazze, di luoghi di culto, altri modi di vestire, di arredare, altri colori del cielo, della terra e del mare, altri alberi, piante e fiori, sentire profumi sconosciuti e odori differenti dei cibi fritti in una strada di una città lontana.
Questo privilegio non è stato concesso a tutti, ma chiunque lo abbia avuto sa bene che più ci si allontana dalle radici, da ciò che solitamente ci appare normale, perché c'è sempre stato, più nasce spontanea una riflessione sul proprio luogo di origine come pure un confronto tra la realtà che ci sta ospitando e quella di casa che abbiamo lasciato partendo. Ed è proprio la lontananza a regalarci una capacità di sintesi e di visione dell'insieme che raramente riusciamo a raggiungere quando siamo nel nostro Paese.
Ma questa capacità di "visione" non riguarda solo la nostra persona, ci è utile anche per comprendere meglio in quale luogo viviamo. Il confronto con un Paese diverso, se da un lato ci fa apprezzare maggiormente tutte le cose belle di casa nostra, dall'altro ci aiuta a renderci meglio conto di tutte quelle che non ci piacciono affatto, o che dovrebbero essere migliorate.
Ci può capitare di accorgerci che nel posto che stiamo visitando nessuno sta cercando di fregarti se c'è da fare una fila, di notare con quale cura e rispetto venga conservato e presentato un monumento antico, che a casa nostra nessuno considererebbe importante o ci può capitare di immaginare come sarebbe il nostro Paese se cominciassimo ad investire seriamente, nella Formazione, nell'Ambiente che ci circonda, nella Conservazione del Patrimonio che la Storia ci ha lasciato in eredità da custodire.
Ci può capitare di sognare da lontano come sarebbe la nostra Italia finalmente rimessa a posto e tirata a lucido, le emozioni che potrebbe provare una persona che si venisse a trovare in mezzo a tali e tante meraviglie quali sono il nostro Paese può offrire, e di pensare al termine del sogno " Quello sì che sarebbe davvero il Posto Perfetto per un Viaggio Perfetto!".
BIBLIOGRAFIA
- "Fuori dall'acquario, percorso di formazione per i programmi all'estero" Intercultura Onlus 2012
- "Piogge acide e scarafaggi fritti" Intercultura Onlus 2011
- "Viaggio in Italia" di Johann Wolfgang Goethe 1816
ARTICOLI DI GIORNALE
- "Unesco: l'Italia rischia di perdere la Grande Bellezza" Corriere della sera del 18 Aprile 2014
- "Viaggi effetto Grande Bellezza" Il Sole 24 Ore del 7 Marzo 2014
- "Se 49 siti Unesco non bastano per tornare primi nel turismo" del 29 Marzo 2014
SITOGRAFIA
www.tusciaweb.eu/2014/03/loscar-sorrentino-premia-roma-e-litalia/
www.cineturismo.it
www.borsadellelocation.it
www.km-studio.net/clienti/100autori.it/usr_files/100autori_dice/pdf_767490.pdf
www.ilvelino.it/it/article/2014/06/07/renzi-valorizzare-made-in-italy-derby-tra-iphone-e-mozzarella-di-bufala/da66a31f-0166-455d-8df6-d788c4344524/
www.generativita.it/introduzione/mappa-del-problema/2013/05/05/la-valorizzazione-dei-beni-culturali-un-volano-per-lo-sviluppo/
www.italyxp.com
Istituto Professionale di Stato
Giuseppe Medici
Indirizzi: Agroambientale, Alberghiero, Turistico – Aziendale
Via Bixio, 49 – Legnago (VR) – Tel. e Fax 0442 20036 – Cod. Fisc. 91016370230
Codice univoco ufficio: UFTFPK
e-mail: info@istitutomedici.it – vrra02000q@istruzione.it
ESAMI DI STATO 2014
Studente Matteo Stefanoni
:
Classe: 5BST
Indirizzo: Servizi Turistici
"La grande bellezza Italiana"
Anno Scolastico 2013/2014
INDICE
INTRODUZIONE.........................................................................................................................................................pag.3
1- LA GRANDE BELLEZZA ITALIANA: TRA IDENTITA' E CULTURA.............................................................pag.4
2- EFFETTO OSCAR....................................................................................................................................................pag.8
3- VALORIZZAZIONE DELLA BELLEZZA...........................................................................................................pag.11
4- UN TOUR ALLA SCOPERTA DELLA GRANDE BELLEZZA.........................................................................pag.12
RIFLESSIONI CONCLUSIVE...................................................................................................................................pag.14
BIBLIOGRAFIA.........................................................................................................................................................pag.15
SITOGRAFIA..............................................................................................................................................................pag.15
2
INTRODUZIONE
La fortuna di aver frequentato la quarta superiore ad Hong Kong è stata una significativa esperienza di vita, che
mi ha permesso di imparare, conoscere e venire a contatto con culture e pensieri diversi. Nel mio gruppo eravamo in 47
ragazzi, provenienti da 4 continenti diversi: Europa, America, Asia e Africa. Ovviamente i dibattiti politici e culturali
non sono mai mancati e tra ragazzi ci siamo scambiati opinioni su quel che è il nostro Paese, spesso elogiandolo,
attaccando e sottolineando le difficoltà e mancanze di quello degli altri.
Molte volte mi sono sentito in difficoltà nel non riuscire a descrivere il mio Paese come avrei dovuto, nell'
incapacità di mostrare l'Italia per quello che è; non mi capacitavo di sentirmi a disagio di essere cittadino italiano,
soprattutto quando mi chiedevano spiegazioni sulla situazione politico-economica. Spesso mi trovavo a non aver parole
dinnanzi a connotazioni negative.
La mia prima idea di tesina era quella di "China World Factory" per discutere di un Paese, la Cina, che ho
scoperto da vicino, dalla sua affermazione a livello mondiale, al popolo di lavoratori intraprendenti che non
abbandonano mai le loro tradizioni e la loro cultura.
Il 3 Marzo 2014, alle ore 20, seguivo insieme alla mia famiglia l'edizione del TG5 Mediaset. Mi ha colpito, tra
i tanti servizi giornalistici, quello della bravissima giornalista Cintia Paladini, diventato fonte di ispirazione ma anche
motivo di stravolgimento di quella che era la mia idea iniziale di tesina. Cintia raccontava dell' Italia, dell'Italia come
dovrebbe vederla e sentirla un italiano, usando come aneddoto la vittoria all'Oscar del film La grande bellezza di Paolo
Sorrentino. Non ho esitato a contattare via mail la giornalista che, meravigliata, mi ha ringraziato per i complimenti che
le ho fatto riguardo le sue riflessioni e mi ha elargito preziosi consigli su come sviluppare il progetto che avevo pensato.
Ho così deciso di cogliere l'opportunità di riflettere e studiare qualcosa di nuovo, che da molti punti di vista mi interessa
molto e che potrebbe risultarmi utile in futuro.
La mia sarà una riflessione inizialmente sul concetto di cultura e di identità italiana per poi, una volta visionato
il servizio giornalistico che rappresenta appieno i due concetti precedentemente enunciati, analizzare il significato della
vittoria di un premio così rinomato e ciò che ne potrebbe scaturire da un punto di vista economico, geografico, artistico
e turistico. Innanzitutto questo riconoscimento si traduce in Pil, come è successo con La vita è bella. Il passo successivo
alla boccata d’aria è prenderne coscienza e andare oltre, cogliendo l’occasione per riscattarci e migliorarci . Un
raffronto tra il nostro non saper cogliere l’occasione, e il trovare ogni spunto possibile per vendere. Penso all’America,
che riesce a fare un business di tutto ciò che possiede, ma anche all’Inghilterra. E noi? Noi dobbiamo prendere ogni
spunto ed osare, allontanando il nostro innato autolesionismo, l'incapacità di non saper cogliere e apprezzare, cercando
invece di valorizzare. Ma come?
Di certo 'La Grande Bellezza' non può esistere se non riusciamo a conservare nel modo giusto i nostri 49 siti
UNESCO o a creare giuste proposte per i turisti. Spetta a noi, ad ogni singolo sfruttare un volano come l’oscar per
eliminare il più possibile la nostra connaturata indolenza e cercare ogni spunto per promuoverci e vendere.
E’ come se l’Italia si identificasse ontologicamente in un ossimoro, per il quale la bellezza fa parte
“naturalmente” del nostro vivere e “naturalmente” ne è lontana. Di qui un’eterna sospensione, che è la sospensione della
vita italiana, quella in cui galleggia questo Paese. Se non cominciamo a smantellare le nostre abitudini quella grande
bellezza rimarrà solo un film. Credo, quindi, che trattare questo argomento sia un'occasione per comprendere meglio il
mio Paese e le sue potenzialità e che questo possa rappresentare un motivo di crescita personale.
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1. LA GRANDE BELLEZZA ITALIANA: TRA IDENTITA' E CULTURA
Di cosa si parla quando si accenna all'identità culturale?
Esiste veramente?
Su cosa si basa?
Genova e Agrigento hanno la stessa identità culturale?
Trento e Lampedusa?
Ateo e cattolico condividono la stessa identità culturale?
L’identità è un concetto fluido e dinamico, composto da vari elementi: genos – l’appartenenza al proprio gruppo da
un punto di vista di continuità fisica, razziale e di discendenza; topos – il luogo da cui si proviene; epos – la storia
vissuta come memoria, in modo mitico e non oggettivo, creando comunque coesione; logos – ossia la parte più
comunicativa; ethos – che è la disposizione e quindi il carattere e il temperamento.
La risposta è un sì 'vivo, mutabile, fluido e dinamico'.
L'esperienza come volontario Intercultura ONLUS, l'associazione attraverso la quale ho trascorso l'anno all'estero,
grazie a convegni molto interessanti inerenti al mondo interculturale mi ha permesso di chiarire concetti di identità e
cultura nazionali. Molti studiosi di fama nazionale e internazionale sono stati invitati nel 2008 dalla Fondazione
Intercultura che, in collaborazione con la Scuola superiore Santa Chiara dell’Università di Siena, ha promosso un
convegno dal titolo “Identità italiana e società multiculturale”.
Ho appreso che molto spesso il concetto di cultura viene associato al concetto di cultura personale, ovvero di
“patrimonio delle cognizioni e delle esperienze acquisite tramite lo studio, ai fini di una più specifica preparazione in
uno o più campi del sapere”. Tuttavia la maggioranza delle conoscenze individuali non è originata da studi accademici,
ma piuttosto dall’esperienza del vivere e del condividere con chi ci sta intorno. In questa terza prospettiva la cultura
è relazione e confronto: è viva e mutabile. Le persone appartenenti a una cultura condividono e seguono queste norme,
ma contemporaneamente contribuiscono a modificarle.
Sicuramente gli aspetti scelti per provare a definire l’identità e la cultura italiane si caratterizzano per la loro ampia
diffusione e per il loro essere in qualche modo storici, ovvero non solo espressione dell’Italia di oggi, ma anche
individuabili nel nostro passato. D’altra parte però è importante riflettere sul fatto che l’identità è un concetto fluido e
dinamico, come ricordava al termine del convegno l’ambasciatore Roberto Toscano, Presidente della Fondazione
Intercultura di cui si riportano le parole: “Il caso italiano dimostra più di altri casi l’inconsistenza delle definizioni
essenzialiste di “identità” perché storicamente l’identità italiana è un’identità composita." L’italiano odierno non è solo
discendente di antichi romani, ma anche dei greci, arabi e visigoti, pertanto non è chiaro perché l’italiano di domani non
possa aver assorbito all’interno della propria identità anche romeni e tunisini. Il caso italiano dimostra anche che
l’identità e il cambiamento non sono in contraddizione. Molto spesso l’identità viene presentata in termini di
conservazione se non di “fobia della trasformazione”, che generano quindi anche spinte di aggressività perché si
percepisce una minaccia... L’identità è fluida, o – come direbbe Bauman – liquida: in altre parole l’identità non si può
fotografare, al massimo la si può filmare”.
È inevitabile che ogni persona, con modalità e tempi diversi, si troverà a chiedersi di cosa è fatta la sua identità
nazionale, a scoprire di averne una come mai forse aveva immaginato e a diventare consapevole che certe
caratteristiche, che pensava essere universali (o naturali), in realtà appartengono alla sua “italianità”. Allo stesso tempo
anche gli altri, gli “stranieri” con cui verrà a contatto, gli chiederanno di raccontare che cos’è l’Italia oggi, di
confermare o meno l’idea che loro stessi hanno dell’identità italiana. Ed è quello che è successo proprio a me. Quella
che segue è una sintesi dei concetti emersi dal Convegno che un gruppo di volontari dell’Associazione, riuniti in una
Commissione di lavoro, ha cercato di rielaborare in funzione di un loro utilizzo pratico nelle attività di Intercultura.Il
gruppo di lavoro, seguendo la metafora dell’iceberg e analizzando tutti gli interventi del Convegno, ha individuato degli
aspetti ricorrenti riferiti all’identità italiana e li ha divisi in caratteristiche visibili – la parte emersa dell’iceberg – e
invisibili, quelle che rappresentano la parte sommersa dell’iceberg.
Si tratta di temi che possono illuminare gli aspetti più persistenti e duraturi della nostra identità e che possono spiegare
comportamenti e atteggiamenti della nostra quotidianità, una pluralità di elementi.
Consideriamo quindi gli effetti meno visibili della nostra identità:
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Pinocchio (marionetta e bambino) come simbolo
dell’iceberg sommerso italiano
• Dualismo di fondo dell’identità italiana (autonomia e
dipendenza)
• Individualismo spinto e desiderio di essere “tutelati”
La natura di Pinocchio è caratterizzata dalla difficoltà a
piegarsi alle regole e dall’ingovernabilità, due aspetti
riconducibili anche al carattere nazionale: se si pensa
all’iceberg, la parte emersa potrebbe essere ben rappresen-
tata dall’endemica breve durata dei governi italiani, dalla difficoltà nel portare avanti riforme condivise, dal rifiuto di
alcuni territori di accettare la sovranità del governo nazionale.
Prevalenza del clan o famiglia sul patto sociale
• Centralità della famiglia e del “clan”, familismo
• La “raccomandazione”: il prevalere del canale
“conoscenze” su quelli istituzionali
• Il cibo come elemento di socializzazione
Per gli italiani la famiglia viene prima di tutto, a volte
anche a scapito del merito e della correttezza.
Il cibo vissuto come elemento di socializzazione ha in sé
molti elementi positivi. A tavola insieme alla famiglia si
imparano tantissime cose: le buone maniere, l’uso corretto
delle bevande alcoliche, il valore della conversazione e
dello scambio di idee e opinioni in situazione rilassata. Prevalenza del locale sul nazionale
• Campanilismo, regionalismo
• Prevalenza dell’interesse particolare sul generale
Tendiamo un po’ tutti ad essere orgogliosi delle nostre