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Tesina - Premio maturità 2008
Titolo: Giochi d'equilibrio. la matematica in equilibrio in situazioni problematiche e d
Autore: Matteo gregorio modesto Marascio
Descrizione: La Tesina è incentrata sulla Teoria dei Giochi, una branca della matematica che studia situazioni problematiche, in cui più agenti interagiscono tra loro perseguendo fini distinti o comuni. Il primo capitolo di occupa di spiegare cos'è la TdG, partendo
Materie trattate: matematica, economia, letteratura italiana
Area: scientifica
Sommario: La scelta dell'argomento da presentare all'orale della Maturità è stata lunga e complessa. La difficoltà principale è stata quella di sviluppare una trattazione inerente al mio piano di studi curriculare, conciliandola con i miei interessi personali e soprattutto renderla semplice e piacevole da ascoltare a persone che incontrano l'argomento per la prima volta. L'idea di parlare della Teoria dei Giochi è sorta all'improvviso, durante una serie di discussione riguardanti argomenti di natura molto lontani da essa. Sebbene la matematica sia sempre stata una mia grande passione, l'idea di centrare la mia tesina di Maturità sull'argomento mi sembrava di difficile realizzazione, soprattutto evitando i collegamenti forzati o lo sviluppo d' idee ormai consumate dall'usura degli esami sostenuti. Eppure, avvicinandomi per la prima volta all'argomento, mi sono sempre più convinto che questa teoria non solo è estremamente interessante, ma anche che essa abbraccia molti dei campi e delle discipline studiate durante questi cinque anni scolastici. Due sono i punti chiave su cui ho tentato di basarmi per la realizzazione di questo lavoro: l'originalità e la semplicità . Per avvicinare l'argomento anche a coloro i quali hanno buoni rapporti con la matematica ho cercato di affiancare alle nozioni teoriche degli esempi pratici. Questo approccio è utile non solo per meglio comprendere ciò che la teoria ci dice, ma anche perché la Teoria dei Giochi nasce proprio per risolvere problemi concreti, riferiti a situazioni reali. Sebbene ad oggi la teoria goda di grande fama (sono stati introdotti esami di Teoria dei Giochi nelle facoltà di Matematica, Ingegneria e nei corsi di specializzazione di Economia, ma anche nelle lauree di Biologia, Sociologia, Psicologia, Scienze della Comunicazione e altre si fa spesso riferimento ad essa), essa è conosciuta soprattutto per i nomi dei due matematici che più di tutti hanno contribuito a diffonderla e svilupparla: John Nash e John von Neumann. In concomitanza con l'uscita di A Beautiful Mind (film-biografia di Nash) la Teoria dei Giochi è stata osannata anche dal pubblico non addetto ai lavori. Personalmente, pur ritenendo l'opera cinematografica un capolavoro e l'interpretazione di Russel Crowe brillante quasi quanto la teoria stessa, penso che nessun libro, film o ritratto possa descrivere pienamente la genialità e l'aria d'innovazione che essa ha portato in ogni campo delle scienze. Non a caso negli ultimi anni sono stati ben cinque i ricercatori che hanno ricevuto il premio Nobel per i loro lavori sull'argomento (Robert J. Aumann e Thomas C. Schelling nel 2005 "per il loro contributo alla comprensione delle situazioni di cooperazione e di disarmo grazie all'uso accorto della teoria dei giochi" - John Nash, John C. Harsanyi e Reinhard Selten nel 1994 "per la loro analisi pionieristica degli equilibri nei giochi non cooperativi"). Ho deciso di dedicare una parte della tesina al Positivismo e alle correnti letterarie nate dagli influssi di questa corrente filosofica (Naturalismo e Verismo), analizzando in particolare il pensiero di Giovanni Verga, per mezzo di una piccola biografia e di alcune sue opere. La scelta è stata determinata dall'importanza attribuita dai positivisti al modello scientifico, il quale pur essendo "vecchio" di centinaia di anni, ancora oggi ci permette di formalizzare correttamente tutte le nostre scoperte scientifiche. Proprio questa "formalizzazione" o "modellizzazione" accomuna la Teoria dei Giochi alla filosofia Positivista e quindi alle sue correnti letterarie.
GIOCHI D’EQUILIBRI Matteo Marascio
1.4 Campi d’applicazione
Come abbiamo detto la teoria si occupa di analizzare e risolvere situazioni in cui intervengono
più individui. Un classico esempio potrebbe essere le dinamiche conflittuali in un contesto
concorrenziale di stampo oligopolistico, in cui ogni impresa deve tener conto delle azioni delle
società avversarie al fine di compiere delle scelte. Questo genere di problematiche è si
strettamente legata all’economia, ma negli ultimi anni è stata applicata con successo in altri
campi, come nella sociologia, nella psicologia, nella biologia, ecc. Facciamo dunque un breve
excursus sull’applicazione della Teoria dei Giochi, prendendo in riferimento l’economia e la
filosofia sociale.
1.4.1 Applicazioni in economia
Abbiamo individuato nell’introduzione al paragrafo un esempio del possibile utilizzo della TdG
all’interno della teoria dell’organizzazione industriale. Questa però non è l’unica branca
economica a beneficiare degli strumenti della teoria di von Neumann . A livello microscopico,
per esempio, i modelli che formalizzano i processi di scambio (aste, contrattazioni, ecc.)
ricorrono alla Teoria dei Giochi. Dal punto di vista macroeconomico, sappiamo che l’economia
internazionale fa ricorso a strumenti di modellazione matematica per risolvere i problemi di
negoziazione tra l’autorità statale e le altre istituzioni riguardo la fissazione dei prezzi e dei
salati. Un classico esempio è dato dalle frequenti discussioni tra lo Stato e i sindacati per il
rinnovo dei contratti collettivi. Come vedremo in seguito questa rappresenta una delle
problematiche che è possibile modellizzare secondo i principi e gli strumenti della Teoria dei
Giochi. Anche all’interno dell’azienda ci sono situazioni di conflitto: due o più divisioni possono
competere per assicurarsi una quota maggiore del fondo destinato agli investimenti o per
ricevere premi di produzione maggiori. Tornando ad una più vasta visione, possiamo vedere
l’economia come la scienza che si occupa dell’allocazione di risorse scarse e finite fra usi
alternativi. Le risorse sono ritenute scarse e finite in quanto gli individui che concorrono per
ottenerle sono maggiori di quanti potrebbero utilizzarle. Questa teoria, rivendicata
dall’ideologia neoclassica, può essere trattata tramite modelli di TdG solo se essa prevede la
razionalità degli individui. Torneremo sul concetto di razionalità più avanti, chiarendo i dubbi
sulla sua determinazione. Prima della tesi di dottorato pubblicata da John Nash nel 1950, i
principi economici, nei sistemi concorrenziali, erano quelli suggeriti da Adam Smith, fondatore
della scuola economica classica e ideatore del principio della Mano Invisibile. In seguito
all’intuizione di Nash, allora ventisettenne, ci fu un totale sconvolgimento di questa teoria. Nel
capitolo dedicato all’equilibrio di Nash la questione sarà approfondita maggiormente, per ora ci
basti sapere che mentre secondo la prospettiva neoclassica il soggetto economico è visto come
un individuo egoista, per la Teoria dei Giochi è un soggetto interattivo, che si comporta sia in
modo egoista che in modo cooperativo. Per concludere possiamo dire che in economia tratterà
sempre di più la problematica delle scelte razionali, più della questione della scarsità delle
7
risorse. Del resto la metafora dell’asino di Buridano mette l’accento proprio su questa
avversità.
1.4.2 Applicazione nella filosofia sociale
Pur non rientrando la filosofia nelle materie oggetto d’esame, è importante trattare
brevemente come questa teoria abbracci campi molto lontani tra loro. Il pensiero di Thommas
Hobbes, espresso nel suo Leviathan (1651), secondo cui la condizione dell’uomo in natura è
una “guerra di tutti contro tutti”, può essere facilmente ricondotta ad un famoso quesito in
Teoria dei Giochi: il Dilemma del Prigioniero. L’opera di Marx sulla teoria dello sfruttamento
della classe lavoratrice e il gioco sociale di Rousseau sono due altri esempi eclatanti della
7 Giovanni Buridano, che fu rettore dell'Università di Parigi nel 1327, è l'autore della favola dell' asino morente di
farne e di sete, che messo di fronte all'acqua e all'avena, non seppe cosa scegliere e morì. Con la favola di Buridano si
vuole evidenziare il danno, spesso irreparabile, che possono correre coloro che non sanno prendere una decisione
razionale. 9
GIOCHI D’EQUILIBRI Matteo Marascio
possibile (e proficua) applicazione della TdG in questo campo. Qual è il beneficio ottenuto
aggiungendo una trattazione matematica a problemi che sono stati studiati da generazioni di
filosofi e sociologi? Se da un lato la modellizzazione nello studio dei fenomeni sociali richiede
una restrizione del campo d’applicazioni, l’utilizzo di strumenti matematici ci permette di
ottenere risultati precisi. Essa non propone una visione paradigmatica del mondo,
semplicemente la permette. Non la impone, ma la favorisce.
1.5 Conclusioni
Uno dei più grandi problemi della scienza moderna è stato quello di trovare una legge che
fosse in grado di descrivere compiutamente sia i fenomeni microscopici o individuali che quelli
macroscopici o collettivi. Ad esempio nella fisica si fa spesso riferimento alla “Teoria del tutto”,
ossia ad una legge che sia in grado di descrivere perfettamente ogni comportamento della
natura, dalle particelle subatomiche ai movimenti dei grandi ammassi stellari, dalla teoria
quantistica alla relatività generale. Allo stesso modo esistono leggi economiche in grado di
descrivere ottimamente il comportamento di un individuo (un consumatore, un contribuente,
ecc), ma che non possono essere applicate in un discorso macroeconomico, in cui agiscono
soggetti complessi (sistemi economici, politiche fiscali,ecc). Uno dei successi che si può
attribuire alla Teoria dei Giochi è quello di tentare di elaborare un insieme di schemi applicabili
tanto al singolo quanto alla collettività. Essa è il primo grande strumento scientifico di
raccordo. L’universo, gli stati, i fotoni, le proteine, le donne, gli uomini agiscono seguendo un
insieme di procedure, concetti e regolarità altamente compatibili. La conferma ci arriva ogni
giorno, in seguito a sperimentazioni continue e incrociate. Tutti questi giochi sono differenti,
ma essenzialmente uguali nella struttura. Questo non significa che ogni cosa è fatta dagli
stessi ingranaggi meccanici. Tuttavia bisogna rendere merito alla Teoria dei Giochi, la quale
rappresenta uno dei più importanti passi in avanti del progresso scientifico. L’unico mio
rammarico è quello di non poter trattare in maniera adeguata la maggior parte di queste
incredibili scoperte, sia a causa della grande mole di tempo richiesta per studiare gli
argomenti, sia per non annoiare eccessivamente con complessi (ma estremamente
affascinanti) tecnicismi. 10
GIOCHI D’EQUILIBRI Matteo Marascio
Capitolo 2:
ANALISI E CLASSIFICAZIONI
STRUMENTI E METODI DELLA TEORIA
“Vi veri universum vivus vici.”
(Con la forza della verità, vivendo, ho conquistato l'universo.)
da “La tragica storia del Dottor Faust”
Christopher Marlowe
11
GIOCHI D’EQUILIBRI Matteo Marascio
2.1 Definizioni
In questo capitolo analizzeremo la terminologia, i teoremi e i postulati della Teoria dei Giochi.
La Teoria dei Giochi è la scienza matematica che analizza situazioni di
conflitto e ne ricerca soluzioni competitive e cooperative tramite modelli
formali, ovvero uno studio delle decisioni individuali in situazioni in cui vi
sono interazioni tra i diversi soggetti, tali per cui le decisioni di un
soggetto possono influire sui risultati conseguibili da parte di un rivale,
secondo un meccanismo di retroazione.
Procediamo con l’analisi della definizione.
La Teoria dei Giochi è la scienza matematica […]
Come abbiamo già detto nel capitolo precedente, la TdG è una scienza matematica vera e
propria, che rientra nel più generale ramo della matematica applicata. Pur avendo un nome
simpatico, la Teoria dei Giochi tratta argomenti molto complessi!
[…] che analizza situazioni di conflitto e ne ricerca soluzioni competitive
e cooperative […]
Iniziamo con il dire che la parola gioco indica qualsiasi situazione in cui più giocatori si trovano
a controllare ciascuno una o più variabili che influiscono sull’utilità propria e/o degli altri, ossia
descrive l’interazione strategica nelle scelte di giocatori autonomi.
Volendo fornire una descrizione verbale di gioco, diremo che è definito da uno stato iniziale,
dall’evoluzione, da uno stato finale e dal risultato. Portiamo un esempio concreto:
Il gioco dei fiammiferi
Stato iniziale: 2 mucchietti di 2 fiammiferi ciascuno.
Evoluzione: 2 giocatori a turno levano almeno un fiammifero. Possono farlo da un solo
mucchio.
Stato finale: tutti i fiammiferi sono stati tolti.
Risultato: chi toglie l’ultimo fiammifero perde.
Matematicamente: G ={N, S, P, n}
in cui N è l’insieme dei giocatori, S l’insieme delle strategie, P è l’insieme dei PAY OFF, n il
numero delle volte in cui il gioco viene ripetuto. Ciò definisce in modo univoco un gioco,
differenziandolo da ogni altro e creando una situazione ben precisa. E’ facile comprendere la
complessità di un gioco che comprenda numerosi giocatori, ciascuno in grado di scegliere
all’interno di un esteso insieme di strategie che possono dare un gran numero di diverse
combinazioni di pay off. Esso può essere anche ripetuto più volte, come ad esempio un’azione
militare da parte di uno Stato. 12
GIOCHI D’EQUILIBRI Matteo Marascio
PAY OFF
Letteralmente significa “buonuscita”. In TdG indica l’utile o la perdita inferta ad un agente
in seguito ad una sua scelta durante la partita. Un classico esempio di pay off sono i soldi:
nei giochi economici si ha un guadagno, una perdita o pay off nullo. Spesso però il pay off non
è quantificabile in denaro. Com’è possibile determinare il valore di una mossa nella dama o
negli scacchi? Il denaro non è quindi una misura universale. Anche negli stessi giochi
economici è difficile valorizzare con un’unità di misura il pay off. Una scelta può generare un
pay off positivo, ma peggiorare l’immagine di un’azienda (ad esempio la scelta di sfruttare i
propri lavoratori o di utilizzare bambini durante il processo produttivo) e viceversa un pay
off negativo può dare luogo ad un miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza dell’impresa.
In sostanza l’unità di misura del pay off è un’entità astratta, che può essere determinata
solo a “giochi fatti”.
Spendiamo ancora due parole sull’utile. Esso viene definito da una funzione
u : S V
che lega ogni gruppo di strategie ai relativi valori, in funzione del tempo. La stessa strategia, o
meglio lo stesso gruppo di strategie può dare esiti diversi in condizioni di gioco diverse. Un altro
fattore chiave è il numero di volte per cui il gioco viene ripetuto: le strategie e l’utile variano a
seconda che si possa giocare una sola volta o più volte. Inoltre l’utile può essere espresso da
numeri negativi (perdita). Facciamo un esempio. Ci sono due persone, Aldo e Sara. Aldo
vorrebbe andare a vedere una partita di calcio, mentre a Sara piacerebbe guardare un film
romantico al cinema. Le strategie per ciascun giocatore sono quindi due: andare alla partita o al
cinema. Per convenzione indicheremo i due comportamenti con collabora (“C”) e non collabora
(“N”). L’utilità di Aldo (pay off) è data dalla seguente tabella:
Sara va alla partita Sara va al cinema
Aldo va alla partita X X
CC CN
Aldo va al cinema X X
NC NN
La tabella dei pay off di Sara è la seguente:
Sara va alla partita Sara va al cinema
Aldo va alla partita Y Y
CC CN
Aldo va al cinema Y Y
NC NN
E’ possibile unire le due tabelle per comodità
Sara va alla partita Sara va al cinema
Aldo va alla partita X Y X ; Y
CC; CC CN CN
Aldo va al cinema X ; Y X ; Y
NC NC NN NN
dove il primo valore indica l’utile di Aldo (o più generalmente del giocatore a sulla riga) mentre
il secondo quello di Sara (o del giocatore sulla colonna). Ovviamente ogni variabile assume un