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Introduzione Fumetto, tesina
Nell'immaginario collettivo adulto, la visione di cartoni o la lettura di fumetti è ritenuta una cosa legata prevalentemente all’età infantile. Tuttavia i fumetti nascondono in sé molte potenzialità.
Sono potenti trasmettitori di valori, positivi o negativi a seconda del periodo storico, in particolare nei ragazzini.
Dietro il loro significato manifesto, si nasconde una finalità latente: inculcare nei bambini o ragazzi nozioni di qualsiasi genere: è possibile apprendere la storia, la matematica, le scienze e altre discipline con un approccio ludico.
Dai primi anni '40, negli USA, molti educatori, come W.W. D. Sones (1944), hanno condotto uno studio specifico sull'uso dei comic books in ambito educativo, ricavando dati circa la loro utilità.
Nel 1970, c’è stata una ripresa nell’utilizzo dei fumetti da parte di insegnanti, ed una successiva crescita fino al raggiungimento di un importante traguardo: nel 1992, il libro a fumetti “Maus” di Art Spiegelman, dedicato alla tragedia dell'Olocausto, vinse il premio Pulitzer, il premio letterario più prestigioso americano.
Collegamenti
Fumetto, tesina
Italiano - Pirandello l'umorismo
Storia - propaganda politica del fascismo
Inglese - Dickens
Storia dell'arte - Daumier
Filosofia - Marx & Fredu
Astronomia e fisica - reazione protone protone
Matematica - disegni
FUMETTO: TRA SVAGO E DIDATTICA
Nell' immaginario collettivo adulto, la visione di cartoni o la lettura di fumetti è
ritenuta una cosa legata prevalentemente all’età infantile. Tuttavia i fumetti
nascondono in sé molte potenzialità.
Sono potenti trasmettitori di valori, positivi o negativi a seconda del periodo
storico, in particolare nei ragazzini.
Dietro il loro significato manifesto, si nasconde una finalità latente : inculcare
nei bambini o ragazzi nozioni di qualsiasi genere: è possibile apprendere la
storia, la matematica, le scienze e altre discipline con un approccio ludico.
Dai primi anni '40, negli USA, molti educatori, come W.W. D. Sones (1944),
hanno condotto uno studio specifico sull'uso dei comic books in ambito
educativo, ricavando dati circa la loro utilità.
Nel 1970, c’è stata una ripresa nell’utilizzo dei fumetti da parte di insegnanti,
ed una successiva crescita fino al raggiungimento di un importante traguardo:
nel 1992, il libro a fumetti “Maus” di Art Spiegelman, dedicato alla tragedia
dell'Olocausto, vinse il premio Pulitzer, il premio letterario più prestigioso
americano.
Strumento di divulgazione
Inizialmente i fumetti non avevano la forma da noi oggi conosciuta: erano per
lo più caricature anche se l’intento è rimasto invariato nel tempo.
Tra i fumettisti europei ricordiamo Daumier. Egli nel 1830 partecipò
alla Rivoluzione, e nel 1835 passò a lavorare al giornale "La Caricature" dove
nell'anno successivo fu arrestato per aver pubblicato una sua caricatura del Re
di Luigi che soprannominato Gargantua, lo vede intento a soggiogare il popolo
e a corrompere la classe politica. Per questo motivo Daumier fu processato e
condannato a sei mesi di carcere. Scontata la pena, riprese la sua lotta
personale con il Re, ritraendolo continuamente con il volto a forma di pera.
Daumier si può considerare uno dei padri di fondo del genere della satira
politica, che avrà grande diffusione nel 900’. A differenza di loro Daumier non
scade mai nella volgarità, grazie alla fulminea rapidità di segno, per la quale,
che si tratti di litografie o di sculture o di dipinti a olio, egli sa essere così
graffiante e immediato da non dover ricorrere a un linguaggio sguaiato per
colpire. Solo con la caduta della monarchia Daumier iniziò la sua carriera di
pittore. I suoi primi dipinti si datano al 1848 ; sono eseguiti con macchie quasi
monocrome di bruni, alla maniera delle litografie; il colore si spande oltre il
contorno tracciato dal disegno e così le composizioni acquistano un ritmo
concitato, molto adatto allo spirito della caricatura.
Più in avanti in epoca fascista in Italia, il fumetto assumerà un ruolo di
maggiore importanza.
Secondo Renzo De felice i regimi totalitari hanno sempre teso a demobilitare le
masse e ad escluderle dalla partecipazione attiva politica. Al contrario il
fascismo ha sempre teso a creare nelle masse la sensazione di avere un
rapporto con il capo e di partecipare attivamente a una rivoluzione dalla quale
sarebbe nato un nuovo stato, il fascismo cercava il consenso delle masse, non
le escludeva. Per raggiungere questi scopi cercò di raggiungere il massimo
grado di sviluppo delle organizzazioni educative fasciste
Quest’importanza data al fumetto si mostra appieno già nel febbraio 1923, a
poche settimane dalla marcia su Roma, quando nelle edicole di tutta Italia fa la
sua comparsa “Il Balilla”: un muovo albo illustrato per ragazzi, volutamente
propagandistico, in diretta concorrenza con il “Corriere dei Piccoli” al quale si
ispirava anche nella impostazione e nella grafica. Lo scopo dichiarato era
quello di far nascere nuovi eroi italiani contrapposti a quelli d’importazione,
nuovi modelli di italianità da imitare.
Il proliferare dell’editoria per ragazzi, incentivato in quegli anni dalla fiorente
attività di editori come Nerbini e Mondadori, favorì il diffondersi di pubblicazioni
di vario genere che ammiccavano ai contenuti indicati dal regime.
L’autarchia e la successiva entrata in guerra dell’Italia provocarono poi un
ulteriore cambiamento, tutti i fumetti d’importazione scomparvero: a
sopravvivere in un primo momento fu solo Topolino (pare fosse particolarmente
gradito al Duce e ai suoi figli), e l’ostracismo verso tutto ciò che poteva dirsi
straniero coinvolse anche gli eroi di carta. A sostituire fumetti del calibro di
Flash Gordon, Mandrake e Phantom furono allora tavole dal sapore
propagandistico apparse sulla stampa periodica per ragazzi. Tra le più celebri
quelle di Dick Fulmine, disegnato con i tratti di Primo Carnera, immagine d’eroe
italico sfruttata anche durante la guerra, quando gli vennero fatti indossare i
panni del soldato invincibile. L’esaltazione dell’italianità passata anche
attraverso le storie di Lucio l’Avanguardista, nato dalla curiosa fantasia di
redattori nostrani che, manipolando una striscia anglosassone, ritoccarono le
tavole originali mettendo camicie nere posticce ai personaggi, cercando anche
di “romanizzare” le strade di Londra. A partire dagli anni ‘40, a fianco di giovani
balilla ed eroi della guerra abissina, nacquero anche strisce che ritraevano
grottesche controfigure a fumetti dei nemici in guerra: da Trottapiano
Rusveltaccio, presidente americano, a Stalino, sanguinario capo sovietico.
Il principale strumento usato dai fumetti per divulgare le proprie nozioni è il
bambino.
Children are often the most important characters in Dickens’s novels.He
reverses,the natural order of things,by making children the moral teachers
instead of the taught,the example instead of the imitators.The novelist’s ability
making his readers love his children, and putting them forward as models of
the way people ought to behave towards one another. Many Dickens’s novels
are reworked as comics such as Christmas carol or Oliver Twist.
Metodo di apprendimento
I fumetti possono catturare e mantenere l’interesse del lettore grazie alla
sollecitazione visiva delle immagini; la “persistenza visiva” è infatti, una
caratteristica unica dei fumetti perché il tempo avanza al ritmo del lettore, a
differenza di film e animazioni. Il fumetto funge, inoltre, da ponte verso
discipline e concetti difficili, sviluppando le capacità analitiche e critiche del
pensiero. Secondo Berkowitz & Packer i fumetti possono essere utilizzati nella
didattica di discipline e contesti formativi diversi; essi utilizzano, infatti, un
linguaggio che, apparentemente, è compreso quasi universalmente; il loro uso
nell’educazione è basato sulla teoria della doppia codifica di Paivio (1991): il
dell’informazione sia in forma
riconoscimento è arricchito dalla presenza
verbale che visiva.
PAIVIO, TEORIA DELLA DOPPIA CODIFICA
Secondo la teoria della doppia codifica nella mente umana esistono due
il sistema
sistemi simbolici indipendenti ma strettamente interconnessi:
immaginativo, che è specializzato nella codifica, trasformazione,
memorizzazione e richiamo di informazioni relative ad oggetti ed eventi
sistema
rappresentate in forma analogica e processate in modo parallelo, e un
verbale specializzato nel trattamento di informazioni di tipo linguistico o
astratto rappresentate in forma proposizionale e processate in modo
sequenziale. Secondo l'autore le figure sono più facili da ricordare perché
attivano una codifica di tipo analogico a cui può affiancarsi anche una codifica
verbale, ma solo se l'individuo ha già memorizzato la corrispondente etichetta
verbale: in questo caso l'item subisce una doppia codifica