Il fumetto
L’argomento di cui vorrei parlare è il fumetto. Esso è una struttura narrativa formata da una sequenza progressiva e logica di disegni, con integrate le parole. Ogni singolo disegno che compone una tavola è chiamato vignetta. Ufficialmente nasce alla fine del 1800. I fumetti sono visti come moderno strumento d’espressione legati al mezzo giornalistico. Alle origini negli Stati Uniti, il primo pubblico leggente fu quello dei compratori di periodici, ovvero il pubblico adulto e poi, visto che i primi fumetti erano derivati, o ampliamenti, della vignetta comica e dell’illustrazione dei libri per l’infanzia, l’ambito dei lettori si allargò ai figli dei compratori. In seguito, data la materia legata al romanzo d’avventura, presentarono vicende lunghe e complesse con la necessità di strutturare il racconto in puntate successive. Ma solo dagli anni 30 avrebbero iniziato a formarsi con la formula autonoma del comic-book. Uno dei caratteri specifici dei fumetti risiede proprio nella loro natura come espressione di massa. I fumetti cominciano ad adottare le loro convenzioni grafiche più caratteristiche verso il 1895. La prima vignetta comics su un giornale fu quella di “Yellow Kid”; da considerarsi un chiaro antecedente del fumetto o come lo chiamano gli americani “baloon” perché di forma sferica: è la “nuvoletta“ che esce dalla bocca dei personaggi, costituendone il dialogo. Nel “manifesto delle sette arti” quali: architettura, musica, pittura, scultura, poesia, danza e cinema, aggiunge a questa lista la radiotelevisione e definisce come ottava arte il FUMETTO. Inteso come “arte sequenziale“ perché si tratta di una costruzione narrativa basata sull’accostamento di vignette. Il fumetto è un insieme delle arti che lo hanno preceduto, per esempio: la letteratura per quanto riguarda la parte scritta, il teatro per dialoghi e le battute tra i protagonisti, per quanto riguarda la parte visiva si rifà ampiamente al disegno e alla pittura. Nei paesi anglosassoni il racconto così proposto è chiamato Comic o funny story, giacché in origine era una storiella comica con personaggi caricaturali. Oggi, sotto la comune denominazione di fumetto, non sono raggruppate solo storie umoristiche, ma anche quelle western, di paura, di fantascienza, di spionaggio. Durante la seconda metà degli anni Venti, i sociologi erano convinti che nei momenti di crisi sociale la gente ricercasse la “fuga dalla realtà”. Per questo motivo le strisce umoristiche non bastarono più ed i fumetti a carattere avventuroso ottennero un enorme successo. Si innestò così, nel mondo dei fumetti, un vortice tale da coinvolgere tutte le persone in fantasticherie, stravaganze ed illusioni: la gente sognava ad occhi aperti pur mantenendo ben chiara, però, la dura realtà che la nazione stava vivendo. I fumetti d’avventura indirizzano la loro attenzione al mondo sociale.
Il fumetto nel Fascismo
Il fumetto nel Fascismo fu usato per creare il «nuovo italiano» teorizzato da Mussolini. La politica di questo periodo, nei regimi totalitari e in particolare nel fascismo, tratta il popolo come un “bambino” da educare, conquistare, sedurre, per trasformarlo in un punto di forza, un’arma inesauribile nella competizione fra le nazioni. Nell’opera di mobilitazione delle masse e di persuasione del popolo-bambino, le immagini giocano un ruolo essenziale. Un primo esempio di fumetto-propaganda è Capitan America della Marvel che si rifa al Nazismo e nella cui copertina troviamo il supereroe che colpisce il Führer è passando alla storia. Il Capitano è ad oggi uno dei personaggi fumettistici più amati. In Italia un primo fumetto viene stampato in formato giornale sotto il nome di “Corriere dei Piccoli” (1908-1995). Fu il più letto dai giovani dell’epoca, ma fu costretto a rappresentare le proprie storie rispettando le direttive fasciste, cioè l’educazione dei figli d’Italia al credo mussoliniano. Pochi mesi dopo la Marcia su Roma i ragazzi italiani si ritrovarono fra le mani un nuovo giornalino a fumetti, volutamente propagandistico: “Il Balilla” (1923-1926). I minieroi rappresentati in camicia nera avevano delle caratteristiche comuni: tutti si presentavano come avventurosi, invincibili e col morale alto, in modo che potessero dare l’immagine dell’italiano fascista attivo politicamente e socialmente, pronto a dare la vita per il Duce. Anche il linguaggio è simile: si esprimono quasi tutti in rima baciata, con frasi brevi e ad effetto, in modo che i più piccoli potessero memorizzare con più facilità gli insegnamenti espressi. Questi vennero usati nel governo di Mussolini nel 1926 durante l’Operazione Nazionale Balilla, cioè bambini e adolescenti educati come paramilitari con il motto “credere, obbedire, combattere”. Essi erano raggruppati secondo le fasce d’età: 6-8 anni erano figli della lupa; 8-14 chiamati balilla e piccole italiane; 14-18 avanguardisti e giovani italiani. Quattro anni più tardi, seguì «la Piccola Italiana», indirizzato alle solerti figlie della lupa. Sulle riviste a fumetti iniziarono ad apparire timidamente i primi balillini disposti a tutto pur di compiere la loro buona azione quotidiana. Il primo settimanale italiano a fumetti è “Jumbo“, che dal dicembre 1932 pubblica storie a puntate su «Lucio l’avanguardista», personaggio mutuato da un carattere britannico, ha inizio la vera e propria esaltazione a fumetti del regime mussoliniano. Lucio era la rappresentazione del perfetto fascista aviatore. Tutto cambia dopo l’aggressione all’Etiopia, la proclamazione dell’impero, l’alleanza sempre più stretta con la Germania nazista fino all’emanazione delle leggi razziali antisemite nel 1938. Il regime fascista proibisce la pubblicazione dei fumetti comics americani perché i regimi totalitari tendevano a sovrapporre e a confondere l’addestramento con il gioco, l’ideologia con la fantasia e ciò ha portato a sostituire Flash Gordon con I tre di Macallè, sulle pagine dell’Avventuroso, così come aveva vietato ai bambini di giocare ai Boy Scouts per farli giocare con la divisa e le armi da Balilla. L’ordinanza del MinCulPop va al di là della censura, vi sono due aspetti importanti da sottolineare: il primo riguarda la riduzione a metà delle pagine dedicate alla pura illustrazione, che affermano così la supremazia del testo scritto. Qui c’è l’implicita concezione della pericolosità delle immagini, considerate come veicoli di quella immaginazione di cui il regime intendeva avere il monopolio educativo; il secondo aspetto è quello che nelle avventure illustrate i caratteri somatici dei personaggi “siano spiccatamente italiani”. Nascono strisce che ritraggono grottesche controfigure a fumetti dei leaders nemici: Trottapiano Rusveltaccio, presidente americano, e Stalino, sanguinario capo sovietico. Su “l’Avventuroso” compaiono le “Storie di Jitso” che esaltano l’invasione giapponese della Cina. L’unico fumetto straniero a non scomparire è “Topolino”, volontà dettata personalmente da Mussolini, ma nonostante ciò esso è costretto a trasformazioni per essere adattato alle esigenze del regime.
Pirandello: Umorismo e Comicità
Il fumetto viene, quindi usato per educare la popolazione attraverso l’umorismo e la comicità. Questi temi vengono affrontati da Pirandello, che ne indica la netta distinzione. Il comico è la prima impressione che un episodio ci suscita, cioè l’avvertimento di un qualcosa di insolito che, senza riflettere, ci scaturisce una risata. Nell’ umorismo la riflessione non si nasconde, non resta invisibile, ma gli si pone innanzi, da giudice; lo analizza; ne scompone l’immagine; da ciò un altro sentimento sorge: “il sentimento del contrario”. L’esempio della vecchia signora vestita e truccata in modo inadeguato in relazione alla sua età sfocia nella risata, che è dovuta proprio all’avvertimento che la donna rappresenta esattamente il contrario di ciò che dovrebbe essere secondo l’immaginario collettivo. Da tale avvertimento del contrario scaturisce l’effetto comico. Ma dal momento in cui interviene la riflessione, che induce a ricercare le ragioni più profonde di questo comportamento, ci si rende conto che alla base di ciò esiste la necessità di essere accettati all’interno della società. La signora tenta di mascherare la propria figura esteriore creandosi una maschera per migliorare la propria immagine e per evitare di essere derisa, ottenendo l’effetto opposto. Dall’avvertimento del contrario si passa quindi al sentimento del contrario grazie all’intervento della riflessione e, parallelamente, dal comico all’umoristico. Il comico nasce dalla percezione di una dissonanza tra qualcosa che vediamo e ciò che consideriamo “normale”, ma che in realtà è soltanto apparenza, incoerenza, contraddizione. Soltanto l’umorismo è in grado di rappresentare la “vita nuda, la natura senz’ordine almeno apparente, vita di contraddizioni”, che sono causate dal conflitto tra il flusso continuo della vita e le forme stabili della società. La vita è un continuo divenire di eventi, un flusso continuo, ciò che si distacca da questo flusso diventa forma che irrigidendosi tende a morire. L’uomo cerca di fermare questo flusso fissandosi una personalità. Ogni forma è qualcosa di fittizio, noi e la società ci imponiamo una maschera sotto la quale non c’è solo un volto, ma un continuo fluire di stati in trasformazione. Ognuno ha una propria visione del mondo per questo non esiste comunicazione e l’uomo è destinato alla solitudine. Il tema del contrasto tra la vita e la forma scaturisce dal contesto in cui avviene la formazione di Pirandello, caratterizzato da una duplice crisi: la crisi storica e sociale dell’Italia post-risorgimentale e la crisi della cultura positivistica, ovvero la caduta dei valori e delle certezze acquisite. Il crollo dei miti della ragione, della scienza, del progresso, che si esprime nella contemporanea cultura del decadentismo, si manifesta nell’incapacità dell’uomo di conoscere e padroneggiare il mondo esterno, ma soprattutto se stesso. Da ciò scaturisce l’inettitudine pirandelliana e il relativismo: l’uomo non riesce a districarsi tra la realtà e la finzione. La vita è una “buffonata”, una “pupazzata”, un teatro sul quale si muovono personaggi mascherati, dietro i quali si celano le falsità e le apparenze sociali. Nonostante si cerchi la vita vera, autentica, si è costretti a vivere in un mondo falso; dal fallimento di tale ricerca deriva la sconfitta e l’inettitudine, che saranno interpretate da Mattia Pascal. Le uniche reazioni possibili sono l’ironia (Il fu Mattia Pascal), la trasgressione (La patente) e la follia (Enrico IV).
Fumetto creatore di città
“Un dialogo tra due arti, la fumettistica e l’architettura, che lavorano con lo spazio e il tempo per creare mondi nuovi e immaginari.”
Nei fumetti c’è sempre un protagonista messo in secondo piano: si tratta della città dove si muove il personaggio principale. La città definisce il carattere del personaggio, lo rispecchia oppure lo contrasta. Attraverso alcuni accorgimenti ed espedienti il fumetto è da sempre riuscito a raccontare al meglio la costruzione delle città più caratteristiche dei fumetti, come Metropolis, Gotham city.
Sono tanti i progettisti che hanno assunto il linguaggio del fumetto come mezzo grafico per diffondere progetti architettonici difficilmente trasmissibili con i mezzi tradizionali. Scrive le Corbusier: “Si tratta di cercare il bene degli uomini , di attuare le condizioni materiali per le loro attività, di forgiare una nuova attrezzatura affidata alla forma e al volume, e di unità perfettamente efficienti al servizio delle funzioni che occupano il tempo quotidiano. Infine per collegare il tutto e dargli vita occorrono le unità di circolazione, orizzontali per pedoni e automobili.” Questa visione che mira a pianificare e organizzare il mito della città ideale perfetta in tutto ed espressione di unità urbana fondata su norme e principi di funzionalità.
Piano di lottizzazione
Il piano di lottizzazione, realizzato durante l’anno scolastico, si trova in prossimità del Polo Commerciale. Il progetto prevede la redazione di un piano di lottizzazione con opere di edilizia residenziale privata. È stato effettuato il rilievo dell’area con gli strumenti topografici stazione totale o teodolite e sono state riportate le misure prelevate attraverso l’uso di AutoCAD. All’interno del lotto rilevato sono state inserite delle unità abitative bifamiliari.
Dati catastali
L’area in oggetto è ubicata nella periferia del Comune di Modica in zona C4 del vigente P.R.G.C., la zona è destinata all’espansione dell’edilizia residenziale privata.
L’area in esame copre una superficie totale pari a 6289,26 m2 con un indice di fabbricabilità territoriale di 0,50 m3/m2 e un altezza massima di 7,50 m.
La superficie edificata occupa un’area di 1050 m2 con un volume complessivo di circa 3307,50 m3. La superficie di pertinenza è di 5239,26 m2.
Dimensioni
Il lotto confina a nord con la strada pubblica e i rimanenti lati con altre proprietà, il progetto prevede 10 unità abitative bifamiliari.
Il piano di lottizzazione è stato studiato per un numero di circa 40 abitanti, 4 abitanti per ogni unità abitativa. Per ogni abitazione è stato previsto un parcheggio esterno pari a 1/10 m2/m3.
Sono state rispettate gli standard urbanistici per la realizzazione del progetto pari a 18 m2 /abitante previsto dal D.M. 1444 del 1968 relativo agli spazi pubblici per attività collettive verde pubblico e parcheggi con esclusione della rete viaria.
Nella zona in oggetto saranno previste le opere di urbanizzazione primarie e secondarie, quali: rete elettrica, fognaria, idrica; attrezzature per l’istruzione; area verde pubblico; area verde attrezzata; area per parcheggi pubblici.
Descrizione dell'immobile
Il fabbricato si sviluppa su una sola elevazione fuori terra: il piano terra.
Piano terra
Il piano terra è accessibile direttamente dall’esterno, è suddiviso in zona notte e zona giorno. Nella zona giorno è stato previsto un soggiorno con annessa cucina, un ripostiglio e un doppio servizio; nella zona notte si accede tramite una porta scorrevole che suddivide la zona giorno con la zona notte, all’interno della zona notte è stato previsto un piccolo disimpegno, una camera matrimoniale, due camere singole e un bagno.
La pavimentazione è stata prevista in parquet in legno di rovere per le camere, mentre per i vani accessori, la pavimentazione è in piastrelle di ceramica. L’edificio ha una copertura a falde, con tegole, canali di gronda e pluviali.
La struttura è conforme alla normativa vigente in materia di barriere architettoniche.
Per quanto riguarda la parte esterna è stato realizzato un giardino sistemato a verde con prato naturale, mentre per il passaggio pedonale è stata predisposta una pavimentazione in piastrelle di ghiaia lavata.
La recinzione è in ferro zincato verniciato.
Materiali impiegati
In cemento armato sono previsti i seguenti elementi costruttivi:
- Fondazioni continue
- Pilastri.
La struttura portante dell’unità abitativa è stata realizzata in calcestruzzo armato del tipo intelaiato, con fondazioni superficiali a travi rovesce incrociate con sezione a “T” capovolta in modo da costituire un reticolo. La stessa orditura è prevista per le travi degli impalcati in elevazione in modo da vincolare i pilastri nelle due direzioni. I solai sono stati realizzati in latero-cemento con spessore di 22 cm, costituiti da elementi laterizi di altezza pari a 16 cm, caldana in cemento armato di 6 cm e rete elettro saldata. Lo spessore del solaio è di 30 cm.
Tamponamenti esterni realizzati in muratura con blocchi laterizi forati di 30 cm e malta cementizia;
Muri divisori o tramezzi interni in calcestruzzo soffiato con spessore 10 cm;
Intonaci interni le pareti interne sono rivestite con intonaco civile mentre l’esterno è rifinito a graffiato di colore pastello;
Tinteggiature interna in traspirante idrorepellente di colore bianco, mentre le tinteggiature esterne sono state fatte in cemento alla calce;
Pavimenti su massetti alleggeriti con rivestimento in gres porcellanato; tutti i davanzali sono realizzati con lastre di travertino al naturale;
Porte interne in legno, gli infissi sono in legno d’abete lamellare di spessore mm 70, con vetro camera anti intrusione da mm 4/4-15-4/4.;
La muratura portante è intonacata con malta isolante dallo spessore interno di 2 cm ed esterno 3 cm. La copertura è realizzata con struttura portante in calcestruzzo armato. Le tegole sono del tipo coppi siciliani (per i particolari si fa riferimento alla tavola n° 2.2 particolari costruttivi).
Il materiale impiegato nella realizzazione dell’impianto elettrico è conforme alle norme previste dalla legge 37 del 2008.
L’impianto idraulico, in polietilene, è stato studiato in maniera tale da trasferire il minimo rumore e coibentarlo in maniera tale da evitare inutili dissipamenti di calore.
Infrastrutture di reti
Per quanto riguarda le opere di urbanizzazione per l’area in oggetto previste dal piano regolatore comunale, sono state realizzate le seguenti opere:
- Rete viaria: la viabilità che collega la strada principale di Vanella Papa con la strada residenziale dell’area oggetto di intervento. L’asse viario ha una larghezza di circa 9 m compresa di marciapiedi laterali ha una piattaforma stradale costituita da una carreggiata composta da due corsie;
- Parcheggi: li spazi di sosta e parcheggi sono stati realizzati in cinque spazi diversi del lotto in oggetto, ogni stallo ha una dimensione di 5x2,5 m. In base ai metri cubi realizzati sono stati predisposti 34 posti auto;
Rete fognaria
Acqua bianche
L’impianto fognario delle acque bianche è stato predisposto per canalizzare, raccogliere e smaltire il complesso delle acque reflue metodiche provenienti dalle aree aperte e da falde idriche sotterranee. Nell’impianto troviamo i pozzetti realizzati in muratura di 80 cm posizionati lungo la linea fognaria e ad ogni cambio di direzione;
Acque nere
L’impianto di fognatura delle acque nere è stato predisposto per canalizzare, raccogliere e smaltire il complesso delle acque di rifiuto. I pozzetti realizzati sono in murature di dimensioni di 80 cm;
La rete idrica
La rete idrica ha il compito di fornire l’acqua alle varie utenze. Le tubazioni per acquedotto sono realizzati in materiale PVC e il condotto corrispondente è di 50 cm;
Rete elettrica
Per quanto riguarda la rete elettrica sono state previste le reti di trasporto sotterranea e di distribuzione dell’energia alle varie utenze, le condotte corrispondenti sono ciascuno di 50 cm;
Rete del gas
Le condotte utilizzate per la rete del gas sono in acciaio con diametro di 50 cm.
Fattibilità ambientale
Il P.R.G. vigente nel comune di Modica individua l’area destinata all’intervento, all’espansione dell’edilizia residenziale privata.
L’area presa in considerazione non è gravata da vincoli ambientali che ne limitano l’utilizzo.
La realizzazione del fabbricato non altera minimamente l’area, rendendo praticamente nullo l’impatto dell’edificio con l’ambiente circostante anche grazie alla sua altezza contenuta.
Fattibilità tecnica
L’area su cui dovrà sorgere la nuova struttura è attualmente libera, facilitando cosi l’impianto del cantiere. La vicinanza di una strada di accesso non crea problemi ai mezzi che dovranno portare elementi strutturali prefabbricati o materiali di costruzioni.
La zona risulta dotata di tutte le infrastrutture di rete per l’approvvigionamento dell’acqua e dell’energia elettrica, per le telecomunicazioni, per il gas metano e per la rete fognaria.
Servitù: Acquedotto coattivo
La rete idrica trasmette alle varie utenze l’acqua attraverso un acquedotto.
Nell’estimo questo aspetto è curato nelle servitù prediali.
La servitù prediale è un diritto reale secondo cui un fondo (fondo servente) è assoggettato a un altro fondo con un altro proprietario (fondo dominante), per un servizio o utilità che il primo presta al secondo. La norma 1027 la definisce un peso posto sopra un fondo per l’utilità di un altro fondo appartenente a diverso proprietario. I requisiti che deve avere una servitù sono: contiguità dei fondi, utilità del fondo dominante, appartenenza dei due fondi a diversi proprietari. Il proprietario del fondo dominante non può fare innovazioni che aumentino la servitù del fondo servente, mentre il proprietario del fondo servente non può far nulla per far diminuire la servitù.
La servitù prediale è distinta in:
- Servitù volontarie quando non sorgono discussioni sulla costituzione della servitù e sulla misura di indennità prevista per contratto;
- Servitù coattive avviene in caso contrario, la costituzione della servitù viene dettata dal giudice e quindi viene imposta dalla legge.
In particolare andrò ad esporre il caso dell’acquedotto coattivo.
L’acquedotto coattivo è definito dalla legge 1033: il proprietario è tenuto a dare il passaggio per i suoi fondi alle acque di ogni specie condotte da chi ha, anche solo temporaneamente, il diritto di utilizzazione per bisogni di vita, per usi agrari o industriali.
Chi vuole condurre le acque deve avere il diritto di servirsene come proprietario o concessionario acque pubbliche o titolare di diritto di godimento. Il diritto di servirsene deve essere dimostrato e deve essere provata la disponibilità della durata del passaggio richiesto. L’acqua deve essere abbastanza sufficiente e il passaggio deve essere il meno dispendioso possibile per il fondo servente.
La costruzione dell’acquedotto è a carico del proprietario del fondo dominante, ma il proprietario del servente può consentire l’utilizzo di acquedotti già esistenti.
L’indennità varia al luogo dove avviene il passaggio.
Se si usa un acquedotto già esistente l’indennità comprenderà: quantità d’acqua che si introduce, valore acquedotto, opere per il nuovo passaggio, spese di manutenzione.
Se si costruisce un nuovo acquedotto l’indennità sarà pari al valore di stima dei terreni da occupare più la metà del valore del terreno destinato al deposito del materiale estratto, inoltre dovranno essere ricercati i danni di soprassuolo.
Stima sintetica
Ind= V_1+ 〖Imp〗_1/2+1/2 (V_2+〖Imp〗_2/i)+d+Fp
Stima analitica
Ind= (〖Bf〗_1+〖Imp〗_1)/i+〖〖Bf〗_2+Imp〗_2/(2×i)+d+Fp
Progetto stradale
Un altro progetto che abbiamo svolto durante l’anno scolastico è il progetto di un breve tronco stradale.
La strada è un manufatto al quale competono adeguate caratteristiche (percorso, dimensioni geometriche, pendenze .....), che in genere si sviluppa direttamente sul terreno, ma talvolta anche indirettamente tramite opere d'ingegneria (ponti, viadotti, gallerie ) e che deve essere idoneo a permettere la circolazione, in particolare dei veicoli a motore. La progettazione di un'opera stradale nuova deve rispettare determinate norme che definiscono i criteri e le scelte progettuali degli aspetti funzionali e degli elementi geometrici. I criteri di progettazione riguardano sia gli elementi geometrici dell'asse, sia le caratteristiche della piattaforma delle strade urbane ed extraurbane, affinché la circolazione degli utenti ammessi si svolga con sicurezza e regolarità.
Le fasi del progetto stradale
1° fase studio del trucciolino
Costruiamo un rettangolo di formato A3 in scala 1:2000.
Trasportiamo il rettangolo nell’area da rappresentare e ritagliamo le parti esterne al rettangolo.
La mia strada avrà queste caratteristiche:
-Larghezza della piattaforma 11 m
-Pendenza massima 6%, pendenza effettiva 5%
-Raggio minimo di curvatura 80 m
Consideriamo un dislivello di 2m e detraiamo il raggio della circonferenza mediante la formula: d= 2/((6-1))×100=40. Una volta definite le dimensioni geometriche della strada si può passare allo studio del percorso, cioè del tracciato atto a collegare i due estremi della strada stessa. In generale lo studio del tracciato orizzontale presenta varie soluzioni possibili, le quali andranno individuate ed esaminate allo scopo di ottimizzare la scelta. Riportiamo con centro su uno degli estremi da collegare dei cerchi di raggio pari al valore di “d” e costruiamo la tratteggiata. Rimuoviamo i cerchi lasciando dei piccoli archi. Abbiamo così rappresentato il tracciolino. Adesso si è passati alla rettifica il tracciolino inserendo la poligonale d’asse. La rettifica produce un aumento della pendenza utilizzata per costruire il tracciolino. Si inseriscono le curve nella poligonale d’asse. I raggi R delle curve circolari primitive sono scelti dal progettista in modo da armonizzare il percorso stradale.
2° fase poligonale d'asse e planimetria generale
Si eliminano il tracciolino con gli archetti e i riferimenti dei punti iniziale e finale del tracciato. Nella planimetria è stato messo in evidenza l'asse stradale nella sua intera larghezza e si sono andati ad inserire i picchetti, numerati progressivamente, nei vari punti in base ai seguenti criteri:
all'inizio e alla fine della strada
quando l'asse stradale interseca le curve di livello
nei punti caratteristici delle curve (punti di tangenza e medio)
nei punti di divisione delle curve (1/4, 1/6 ecc..)
all'inizio e alla fine di ogni manufatto (tombini, muri, viadotti, ecc.)
in corrispondenza di intersezioni con altre strade
evitare distanze tra due picchetti consecutivi superiori a 60-70m
3˚ fase profilo longitudinale
Una volta scelto l'andamento planimetrico del tracciato stradale ed eseguito i raccordi si può procedere al progetto dell'andamento altimetrico del tracciato stradale. Il profilo longitudinale, nel suo insieme, rappresenta l'andamento altimetrico sia del terreno sia della piattaforma in corrispondenza dell'asse stradale definito nella planimetria, supposti sviluppati sopra un unico piano verticale di rappresentazione. Per lo studio del profilo altimetrico della strada, è necessaria, come base di riferimento e di confronto la conoscenza dell'andamento altimetrico del terreno in corrispondenza della linea secondo la quale si svolge l'asse stradale. Una volta individuate le quote e le distanze progressive di ciascun picchetto delle sezioni che ho individuato lungo l'asse stradale, sono stato in grado di costruire il profilo longitudinale che non è altro che un diagramma nel quale in ascisse vengono riportate le distanze progressive di ogni sessione, mentre in ordinate vengono riportate le corrispondenti quote basandoci su una quota di paragone da noi impostata. Come primo passo vengono riportate nel diagramma le quote del terreno che verranno unite tramite una spezzata che rappresenta il profilo del terreno e viene denominata profilo nero. La fase successiva consiste nel rettificare il profilo nero tramite segmenti a pendenza costante. Ciascuno di questi segmenti prende il nome di livelletta. La fase finale del profilo longitudinale è formata dai raccordi verticali che permettono di raccordare tramite curve di vario raggio due livellette consecutive in modo da prevenire i bruschi cambiamenti di pendenza. Ultimata questa ultima fase siamo in grado di ricostruire l'andamento altimetrico che avrà la strada formando così il cosiddetto profilo rosso, dal quale possiamo ricavare le quote di progetto.
4° fase: le sezioni trasversali
Utilizziamo lo schema predisposto sul quale è stato tracciato l’asse della sezione ed è inserito il registro dove si riportano le quote del terreno e di progetto, del picchetto 1 in corrispondenza del dell’asse stradale (prelevandole dal profilo longitudinale), si fissa la quota del piano di riferimento. Sulla planimetria si estende la linea di sezione fino alle isoipse, si misurano le distanze dal picchetto alle curve a sinistra e a destra e le quote. Si riportano le coordinate: quote e distanze, e si costruisce la sezione del terreno. Si inserisce, copiando dalla sezione tipo il lato SX di scavo e il lato DX di riporto, in corrispondenza dell’asse dove è stata individuata la posizione della piattaforma stradale. Si inseriscono le linee tratteggiate per sottolineare i punti di passaggio fra scavo e riporto. In questo modo ho ottenuto tutti i dati necessari per la rappresentazione grafica delle 16 sezioni componenti il mio progetto.
Nella tavola della sezione tipo viene rappresentata una sezione campione definita tipo o guida, nella quale vengono rappresentati tutti i vari particolari riguardante l'opera stradale come la pavimentazione, il guard rail, le cunette e gli arginelli, i dossi e le scarpe in sterro e in riporto, con ingrandimento dei particolari più interessanti. Nel mio caso ho messo in risalto il guard rail, la pavimentazione e la cunetta di protezione in scala 1:100.
5˚ fase: computo dei movimenti di terra
La realizzazione del corpo stradale è resa possibile dai movimenti di terra, cioè di quell'insieme di operazioni di cantiere con le quali, attraverso lo scavo ed il trasporto dei materiali terrosi, si vengono a formare i rilevati e le trincee che consentono di portare la piattaforma stradale alle quote prestabilite in sede di progetto. Per pianificare le operazioni di movimento delle terre è necessario conoscere i volumi delle masse e la loro distribuzione lungo l’asse stradale. Per effettuare tale calcolo si usa il foglio elettronico. Nelle righe saranno inseriti i dati delle sezioni: Numero d’Ordine, Numero delle sezioni, figure definite in funzione dei tronchi (omogenei o eterogenei), i valori delle aree di sterro o di riporto, la distanza fra le sezioni o la distanza alla linea di passaggio (quest’ultima da ricavare con formula da impostare nella colonna delle annotazioni), per le altre colonne occorre impostare le formule di calcolo dei volumi. Il computo si conclude calcolando:
• il totale degli sterri e dei riporti (eseguendo la somma delle colonne dei volumi corrispondenti), la loro somma deve dare il valore dell’eccedenza totale;
• il totale dei paleggi.
La colonna delle eccedenze totali servirà a costruire il Profilo di Brückner, riportando i rispettivi valori su ogni picchetto.
6° fase: il diagramma di Bruckner
Viene fatto il diagramma di Bruckner, il quale mette in risalto i movimenti di terra lungo l’asse stradale (trasporti longitudinali). Per poter studiare i movimenti di terra longitudinali, occorre calcolare l’area del profilo depurato dai paleggi. Per far ciò occorre riportare lo sterro o il riporto residuo dopo la depurazione su un nuovo asse, e unendo i segmenti longitudinali di sterro o riporto, otteniamo il diagramma delle masse depurato dai paleggi, nel quale in ogni punto compariranno solamente o solo sterri o solo riporti. Infine viene effettuata l'integrazione grafica del diagramma depurato e otteniamo cosi il valore di sterro o di riporto che risulterà necessario per il progetto.
7˚ fase studio dei cantieri
In questo caso il profilo di Bruckner, si svolge tutto sopra la linea fondamentale principale, per cui si traccia una 1afondamentale secondaria. Si realizzano 3 cantieri: n°1 di compenso, n°2 di rifiuto, n°3 di compenso.
Roads
During the school year we have acquired the knowledge to explain in english the
construction of the streets. It happens though three stage.
The first stage in road construction is planning. Road planners first focus on development and land use plans, traffic patterns, environmental and economic impacts, safety and cost estimate. For the second stage, the design, the experts have to determine the size, type and location of the road on the basis of the traffic volume, the function of the road and the terrain. At this point the preliminary design is prepared and submitted to all the people involved in the project (local governments, owners, environmental experts). When the design is approved, negotiations with landowners start and utilities companies for the relocation. At this point construction can begin. The total pavement thickness is about 450 mm.
A typical road pavement consists of several layers.
The wearing course: is the top layer of pavement. It must have a running surface, be durable and resistant to skidding and to the weight of traffic;
The base course: it generally consists of bituminous materials. It must be stiff and resistant to water;
The road base: It’s the main loadspreading/load-bearing layer. It consists of macadam, bituminous material or cement-bound material;
The sub-base level acts as a drainage layer;
The capping layer: it consists of granular material. It’s the working platform during the construction;
The subgrade or embankment is made of natural material, it must be strong because the thickness of the road depends on it.
Teorema fondamentale del calcolo integrale
Questo teorema ci permette di calcolare gli integrali definiti utilizzando il concetto di primitiva.
Consideriamo una funzione integrabile ¦ in un intervallo [a,b] ®R limitato. Ponendo x tra a e b, troviamo che per ogni x Î [a,b].
Quindi poniamo: F(x)=∫_a^x▒f(t)dt
La funzione F si chiama funzione integrabile di ¦ su [a,b].
Ora enunciamo il Teorema di esistenza della primitiva:
Sia ¦ [a,b] ®R una funzione continua in x [a,b]. Allora la sua funzione integrabile è derivabile in [a,b] e per ogni xÎ[a,b] si ha che F’(x)= ¦(x), cioè F(x) è la primitiva della funzione ¦(x).
La relazione tra integrale definito e indefinito è ottenuta perché: L’integrale indefinito è l’insieme di tutte le primitive di una funzione, le quali differiscono per una costante k; l’integrale definito nell’intervallo [a,b] è la differenza della primitiva in b e quella in a, che rappresenta l’area sottesa tra la curva e l’asse x.
Quindi possiamo dire che: ∫_a^b▒〖f(x)dx=F(x)+k→∫_a^b▒〖f(x)=∫_a^x▒〖f(t)dt+k〗〗〗
Avendo fatte le opportune premesse prendiamo in considerazione se:
x=a ® ò¦ (t) dt = 0 + k ® k = -g(a)
x=b ® ò¦ (x) dx ®ò¦ (t) dt + k = g(b)
Otteniamo: ∫_a^b▒〖f(x)dx=g(b)-g(a)〗