Anteprima
Vedrai una selezione di 11 pagine su 47
Follia e Novecento Pag. 1 Follia e Novecento Pag. 2
Anteprima di 11 pagg. su 47.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Follia e Novecento Pag. 6
Anteprima di 11 pagg. su 47.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Follia e Novecento Pag. 11
Anteprima di 11 pagg. su 47.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Follia e Novecento Pag. 16
Anteprima di 11 pagg. su 47.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Follia e Novecento Pag. 21
Anteprima di 11 pagg. su 47.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Follia e Novecento Pag. 26
Anteprima di 11 pagg. su 47.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Follia e Novecento Pag. 31
Anteprima di 11 pagg. su 47.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Follia e Novecento Pag. 36
Anteprima di 11 pagg. su 47.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Follia e Novecento Pag. 41
Anteprima di 11 pagg. su 47.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Follia e Novecento Pag. 46
1 su 47
Disdici quando vuoi 162x117
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Sintesi
Italiano: Luigi Pirandello

Storia: Nazismo e Fascismo

Diritto: forme di stato e forme di governo

Scienze delle finanze: la spesa pubblica e l'entrata pubblica

Economia aziendale: offshore; outsourcing

Inglese: offshoring

Informatica: la gestione nella memoria centrale

Matematica: il problema delle scorte
Estratto del documento

UNO, NESSUNO E CENTOMILA

Un giorno a Vitangelo Mostarda, il protagonista

del romanzo, la moglie Dida, che chiama il

marito Gengè, fa osservare che il naso di lui

pende verso destra e che, come uomo ha

molti difetti. Da questa rivelazione casuale

incomincia la meditazione sulla vita che porta

Vitangelo alla follia. Ciò che lo colpisce non è

la rivelazione dei difetti, ma il fatto che egli

per 28 anni non è stato, per la moglie e per gli

altri, quello che lui credeva di essere, e che

ciascuno lo ha visto a suo modo. Ed allora egli

distrugge le forme o immagini che gli altri si

son fatti di lui, e prende una serie di iniziative

che gettano lo scompiglio nel suo ambiente,

fino ad alienare le sue ricchezze per la

costruzione di un ospizio per mendicanti, dove

finisce anch’egli come ospite. Egli rifiuta le centomila forme che gli altri gli

attribuiscono, preferisce annullarsi come persona e vivere senza alcuna

coscienza di essere.

Tra Il fu Mattia Pascal e Uno, nessuno e centomila, vi è una differenza: nel

primo romanzo il relativismo psicologico si svolge prevalentemente in senso

orizzontale, perché è centrato sul rapporto di Mattia, sdoppiato, con la società;

in Uno, nessuno e centomila il relativismo psicologico si svolge

prevalentemente in senso verticale, è centrato sul ripiegamento in se stesso di

Vitangelo Mostarda che vede frantumarsi in centomila aspetti la propria

personalità, fino alla follia e all’autodistruzione. In comune i due romanzi hanno

il senso della solitudine dell’uomo in un mondo mutevole, incomprensibile ed

assurdo.

Oltre a queste opere ve ne sono altre come per esempio L’esclusa e Enrico IV.

L’ESCLUSA

Marta è una giovane,sposata con Rocco. Dopo che un giorno il marito ha

scoperto alcune lettere che le erano inviate da un ammiratore (Gregorio

Alvignani) viene subito accusata ingiustamente di tradimento: il marito la

abbandona e viene disprezzata da tutti. Il padre si chiude nella sua camera e al

momento del difficile parto di Marta, viene trovato morto. Muore anche il

bambino di Marta. La famiglia Ajala cade così nella disperazione. La famiglia

subisce ogni sorta di soprusi e ingiustizie da parte della gente del paese, che è

ormai al corrente dei fatti accaduti; come se non bastasse alla morte del padre

9

la conceria viene affidata a Paolo Sistri, l'attività fallisce e la famiglia cade in

miseria. Marta comincia a studiare e partecipa, nonostante la disapprovazione

sia dell'ex marito, Rocco, che di Anna e Agata al concorso per il posto di

maestra presso la scuola dell'istituto.

Marta vince il concorso, ma viene “scartata” e sostituita da una raccomandata.

La madre decide di parlare col direttore della scuola, che le concede un posto:

la notizia non è accolta bene dalle alte cariche del paese, che costringono

Marta a fingersi malata. Il direttore, con l'aiuto dell'oramai deputato Alvignani,

trova di nuovo una soluzione, trasferire Marta assieme alla sorella ed alla

madre a Palermo.

La vita a Palermo migliora molto: nessuno conosce la loro vicenda e a scuola

Marta si trova bene, nonostante la maggior parte dei suoi colleghi le facesse la

corte. Durante la permanenza a Palermo, Marta rincontra l' Alvignani e,

credendosi innamorata, ha un figlio da lui. Intanto viene chiamata dalla madre

di Rocco, anche lei accusata di tradimento, Marta chiama subito Rocco. Quando

arriva, i due assistono alle ultime ore della madre. Paradossalmente, Marta

viene completamente riabilitata e riaccettata in famiglia, nonostante il fatto

che per la prima volta sia veramente accaduto un tradimento.

IL TEATRO

Il teatro rappresenta la parte più valida ed interessante della produzione

artistica del Pirandello. Egli vi giunse piuttosto tardi; debuttò a Roma,al teatro

Metastasio, il 9 dicembre 1910, poi man mano che si maturava in lui il distacco

dal Verismo verso il Decadentismo,si dedicò ad esso quasi totalmente,

comprendendo che la sua concezione tragica della vita,calata in situazioni

drammatiche, umoristiche e paradossali, poteva trovare nell’azione scenica più

che nella narrativa il mezzo espressivo più adatto ed efficace. Dal 1925 diresse

la compagnia “Teatro d’arte di Roma”, che per merito anche di due attori,

Ruggero Ruggeri e Marta Abba, rappresentò trionfalmente le sue commedie sui

più importanti palcoscenici dell’Europa e delle Americhe. E fu allora la gloria e il

premio Nobel (1934). Conformemente alla sua poetica,Pirandello chiamò il suo

teatro “teatro dello specchio”,perché in esso si rappresenta la vita nuda, cioè

senza maschera,con le sue reali verità e amarezze,così che chi assiste, si vede

come in uno specchio cos’ com’è, e diventa migliore. Alla base quindi del suo

teatro c’è la forte esigenza morale di strappare gli uomini dalle

menzogne,perché il mondo si rinnovi secondo giustizia,verità e libertà.

Pirandello compose complessivamente 43 fra drammi e commedie. Nel teatro

di Pirandello possiamo distinguere varie fasi:

Prima fase - Il teatro siciliano

 Seconda fase - Il teatro umoristico;

 10

Terza fase - Il teatro nel teatro;

 Il teatro dei miti.

Nella fase del Teatro Siciliano Pirandello è alle prime armi e ha ancora molto da

imparare. Anch'essa come le altre presenta varie caratteristiche di rilievo e in

questo caso abbiamo il fatto che esso è scritto tutto, interamente in dialetto

Siciliano perché considerato dall'autore più vivo dell'italiano ed esprime di più

l'aderenza alla realtà.

Mano a mano che l'autore si distacca dal verismo e si avvicina al decadentismo

si ha l'inizio della seconda fase con il teatro umoristico con numerosi paradossi,

infatti Pirandello presenta personaggi che spezzano le certezze del mondo

borghese introducendo la versione relativistica della realtà in cui lui vorrebbe

trovare la dimensione autentica della vita al di la della maschera.

Nella fase del teatro nel teatro le cose cambiano radicalmente, per Pirandello il

teatro deve parlare anche agli occhi non solo alle orecchie, a tal scopo

ripristinerà una tecnica teatrale di Shakespeare, il palcoscenico multiplo, in cui

vi può per esempio essere una casa divisa in cui si vedono varie scene fatte in

varie stanze contemporaneamente; inoltre nel teatro si vede il mondo

trasformarsi sul palcoscenico. Pirandello abolisce anche il concetto della quarta

parete, cioè la parete trasparente che sta tra attori e pubblico: in questa fase,

infatti, Pirandello tende a coinvolgere il pubblico che non è più passivo ma che

rispecchia la propria vita in quella agita degli attori sulla scena.

Per quanto riguarda il teatro dei miti, solo tre opere della produzione

pirandelliana si possono considerare dei miti. Esse sono: La nuova colonia,

Lazzaro e I giganti della montagna.

ENRICO IV

Un borghese romano prende parte ad una battuta di caccia nella quale

impersona Enrico IV, alla messa in scena prendono parte anche Matilde di

Spina, donna di cui è innamorato, ed il suo rivale in amore Belcredi.

Quest'ultimo disarciona Enrico IV che nella caduta batte la testa e si convince

di essere realmente il personaggio storico che stava impersonando.

La follia dell'uomo viene assecondata dai servitori che la sorella mette al suo

servizio per alleviare le sue sofferenze; tuttavia dopo 12 anni Enrico guarisce e

comprende che Belcredi lo ha fatto cadere intenzionalmente per rubargli

l'amore di Matilde, che poi si è sposata con Belcredi ed è fuggita con lui. Decide

così di fingere di essere ancora pazzo, di immedesimarsi nella sua maschera

per non voler vedere la realtà dolorosa.

Dopo 20 anni dalla caduta, Matilde, in compagnia di Belcredi, della loro figlia e

di uno psichiatra vanno a trovare Enrico IV. Lo psichiatra è molto interessato al

caso della pazzia Enrico IV che continua a fingersi pazzo, e dice che per farlo

11

guarire si potrebbe provare a ricostruire la stessa scena di 20 anni prima e di

ripetere la caduta da cavallo. La scena viene così allestita, ma al posto di

Matilde recita la figlia. Enrico IV si ritrova così di fronte la ragazza, che è

esattamente uguale alla madre Matilde da giovane, la donna che Enrico aveva

amato e che amava ancora. Ha così uno slancio che lo porta ad abbracciare la

ragazza, ma Belcredi, il suo rivale, non vuole che sua figlia si abbracciata da

Enrico IV e si oppone. Enrico IV sguaina così la spada e trafigge Belcredi

uccidendolo e, per sfuggire alla prigione, decide di fingersi pazzo per sempre.

SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE

Il dramma Sei personaggi in cerca d'autore è scritto in un italiano semplice ma

un po' antiquato e narra di un capocomico che, mentre prova sulla scena "Il

giuoco delle parti" dello stesso Pirandello, si vede piombare in teatro sei

persone, sei personaggi, i componenti di una strana famiglia. Sono personaggi

che il loro autore abbandonò dopo averli creati e cercano ora qualcuno che

voglia realizzare il loro dramma rimasto inespresso.

La storia che loro narrano è questa

"La Madre, dopo alcuni anni di matrimonio con il Padre e la nascita del Figlio, è

andata a vivere con il segretario del marito, a cui lei, buona donna semplice e

priva di ambizioni, è legata da una profonda affinità. Dall'amante ha tre figli (la

Figliastra, il Giovinetto, la Bambina), ma alla morte di lui rimane con essi nella

miseria. La Figliastra, nel tentativo di aiutare la Madre, finisce allora nella rete

di Madama ace che gestisce, sotto aspetto di negozio di mode, una casa

d'appuntamenti. Qui, la Madre, allibita, troverà la Figliastra tra le braccia del

Padre e da questo incontro nascerà il nodo tormentoso che avvince assieme i

sei personaggi. Il Padre, vergognoso per i suoi tardivi appetiti, inorridito dal

baratro in cui la moglie e i figli di Lei sono caduti e ambiguamente desideroso

di tormentarsi, accoglierà tutti loro in casa, in una coesistenza che si rivela

impossibile. Il Figlio, infatti, che intuisce la vergogna del Padre, disprezza la

Figliastra e non sa perdonare alla Madre di averlo abbandonato, gelerà tutti con

il suo contegno sdegnoso e appartato. In questo clima di disprezzo e solitudine

nascerà la più allucinante tragedia, che colpisce i più deboli e innocenti. La

Bambina s'annega in una vasca del giardino e il Giovinetto, che se ne stava

dietro gli alberi "lì fermo, con occhi da pazzo, a guardare nella vasca la sorellina

affogata", si uccide con un colpo di pistola. Finzione, realtà? Realtà per i tragici

protagonisti, la cui tragedia è sata, eppure continuamente rivive.

NOVELLE Novelle per un

Pirandello raccolse le sue novelle sotto un unico titolo: “

anno “La patente” “La carriola”.

”, comprendenti anche e

12

La patente

“ ”: racconta la storia di un uomo che tutti pensavano fosse uno

iettatore. Inizialmente vi è una situazione comica, mentre l’umorismo subentra

quando il protagonista afferma che a causa di questa maldicenza ha perso il

lavoro, nessuno vuole sposare le sue figlie e non sa come curare la moglie

malata. E’ per questo che decide di richiedere una “patente”, che riconosceva

la sua fama di iettatore in modo tale che egli potesse ricavare denaro da tutto

ciò.

La carriola

“ ”: il protagonista si sente non nato poiché si sente il protagonista

della sua vita a lui estranea. Un giorno quest’uomo sempre serio ed impostato,

viene colto da un attacco di pazzia che si ripercuote sul cane. Gli fa eseguire la

carriola, assicurandosi di non essere visto da nessuno. Egli si sfoga con il cane

perché l’unico in grado di non rivelare la sua vera identità.

Queste possono essere suddivise in tre periodi:

I periodo: novelle ambientate in Sicilia, che hanno per protagonisti i

 contadini (La giara, Liolà);

II periodo: novelle ambientate a Roma, i cui protagonisti appartenevano

 al ceto Borghese (La carriola, Il treno ha fischiato).

Infine, negli ultimi anni della sua vita che corrispondono al III periodo,

 Pirandello compone Novelle surreali (Il soffio).

Da esse emerge il carattere del personaggio pirandelliano. Esso è in genere di

bassa estrazione sociale e pervaso da un forte senso di frustrazione e di

vuoto, ha scarsa considerazione di se stesso e attraversa una forte crisi

d’identità.

Dettagli
Publisher
47 pagine
384 download