- Bleuler non concepiva questa Sindrome come una demenza e coniò un termine a sé stante, “allentamento delle associazioni d’idee” etichettò la Sindrome Schizofrenia come “ autismo “;
- Minkowski ne parla come di perdita del contatto vitale con la realtà;
- Binswanger sostiene che si tratti di inconsistenza dell’ esperienza naturale;
- Blankenburg la configura come un’ incapacità a sintonizzarsi con l’ ovvietà del senso comune, con ciò che ci circonda nella realtà e nelle sue regole basilari;
- Kraepelin classificò la Schizofrenia come demenza precoce, in quanto, si manifesta nei più giovani a differenza delle più note demenze;
Non vi è dubbio che la Schizofrenia sia uno dei disturbi mentali più studiati.
Tale interesse potrebbe essere dovuto ai lati oscuri che sembrano ancora caratterizzala.
2) La decisione del tema è scaturita da un insieme di domande che mi sono posta:
- Cos’è realmente questa malattia?
- Come insorge?
- Che decorso ha?
- Esiste una cura?
- Come bisogna aiutare una persona affetta da tale patologia?
- Esistono dei metodi o approcci che mirano ed hanno al centro la relazione di cura?
- Quali strategie comunicative possono essere sviluppate per soddisfare in maniera ideale i desideri e i bisogni di persone Schizofreniche?
3) La Schizofrenia è una malattia dai mille volti e avere questo disturbo significa percepire differenti realtà, con tutte le conseguenze del caso.
Un soggetto Schizofrenico, per il pensiero comune, è un soggetto dai gravi disturbi mentali e, per questo, pericoloso, folle, imprevedibile, da evitare.
La malattia mentale di un soggetto Schizofrenico, è nell’ immaginario comune, qualcosa di terribile e di spaventoso: sembra essere quasi un delinquente, uno psicopatico, proprio come quelli dei più famosi film dell’ orrore.
Nella realtà, le cose sono ben diverse: un soggetto schizofrenico si spaventa facilmente per i grossi rumori, gli ambienti chiassosi, le tensioni e le discussioni.
Hanno bisogno di vivere in ambienti sereni, tranquilli, silenziosi e privi di tensioni animate.
Non bisogna mai alzare la voce con un soggetto Schizofrenico, potrebbe cadere in una crisi acuta di agitazione e paura.
La realtà di uno Schizofrenico è molto diversa, non ne pazzo ne folle, bensì un soggetto che soffre di una grave malattia mentale che lo rende chiuso in sé stesso, non riesce a vivere la realtà quotidiana, vive in balia delle sue allucinazioni, la sua realtà è deformata, privo di comunicazione verso l’ esterno.
4) Svolgendo lo stage, presso la Comunità alloggio Agorà Cooperativa Sociale Gocce di Messina, ho potuto prendere coscienza dell’ importanza che questa patologia ricopre all’ interno della nostra quotidianità.
Per aiutare un soggetto Schizofrenico può essere utile creare per Lui delle semplici e gestibili routine quotidiane, sviluppando ed incoraggiando la sua autonomia personale, evidenziando i suoi punti di forza, formando interventi di attività creativa che gli permettano di svagarsi, promuovere il benessere personale, migliorare l’ autostima, stimolare il cervello.
Dagli studi condotti ho acquisito che rispetto al passato, le opzioni per trattare la Schizofrenia sono oggi più numerose e migliori.
I moderni approcci terapeutici coniugano misure non farmacologiche, come la psicoterapia e la socioterapia, e terapie medicamentose.
Nel campo della farmacologia antisicotica sono stati fatti grandi passi avanti, negli ultimi anni, oggi sono disponibili molti medicamenti efficaci e ben tollerabili.
L’ operatore socio assistenziale per disabili, si colloca all’ interno della categoria ‘ professionisti dell’ aiuto ’, ovvero di coloro che entrano in contatto con varie tipologie di utenti che necessitano di un sostegno morale e sociale.
Questo comporta la capacità di essere flessibile e in grado di interagire con diversi interlocutori senza mai dimenticare i confini e le peculiarità del proprio ruolo.
Essere Operatore è una sorta di competizione interiore, in quanto non è possibile educare gli altri senza aver prima educato se stessi: questo perché coloro che sono soggetti a un disagio psichico hanno bisogno di trovare qualcuno abbastanza forte da sostenerlo nel suo risollevarsi.
Ciò, però, non significa che l’ operatore debba sostituirsi all’ altro, ma piuttosto che egli dovrebbe farsi rappresentante della realtà.
A tal proposito, vorrei citare il testo di una canzone del 1996, la ‘ La cura’ di Franco Battiato:
‘ Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua vita. Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d’ umore, dalle ossessioni delle tue manie … percorreremo assieme le vie che portano all’ essenza …’
In conclusione, l’ operatore può essere considerato un vero e proprio elemento di cambiamento. Pertanto, è necessario che coloro che si avviano a questa professione, sviluppino una particolare sensibilità e disponibilità a individuare bisogni, solitamente, inespressi.