Sintesi
La tesina tratta dell'evoluzione umana divisa in 3 filoni principali. Il primo filone tende ad osservare l'evoluzione dall'ambito strettamente biologico, fornendo dei richiami a Darwin e alle sue teorie fino ad entrare nell'ambito della genetica e della discendenza dalle scimmie. in secondo luogo si ha una divisione bilaterale che permette di osservare l'evoluzione umana in ambito delle tecnologie, delle arti e dei mestieri, osservando come questa sia dovuta allo stato evolutivo umano, e permette di osservare anche l'evoluzione in ambito sociale, ricollegando l'evolzione della società all'ambito tecnologico raggiunto.

L'EVOLUZIONE:
TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO



Evoluzione:perché questa scelta?

Etimologia della parola

Evoluzione dal punto di vista biologico
• L'uomo: dalla scimmia a noi
• Evoluzione biologica: da che cosa è dovuta?
• I geni
• Darwin e le sue scoperte

Evoluzione dal punto di vista tecnico-scientifico
• Premesse
• I primi utensili
• Le rivoluzioni industriali
• le Guerre Mondiali
• Conclusioni

Evoluzione dal punto di vista sociale
• Premesse
• Divisione in classi sociali
• Giustificazione del colonialismo
• Superiorità razziale di Hitler
• Conclusioni

Bibliografia



EVOLUZIONE:PERCHE' QUESTA SCELTA?

Tra tutte le discipline approfondite durante l'anno scolastico, quella dell'evoluzione è stata quella che più è riuscita a imprimersi nella mia mente, sia per un fattore di puro interesse scientifico, sia per il fatto che essa rappresenta uno degli sbocchi lavorativi a cui miro di arrivare dopo il mio percorso universitario, come ricercatore biotecnologo. In questo lavoro cercheremo, quindi, di analizzare tale tema sia dal punto di vista biologico, sia da quello tecnologico e sociale, poiché, come arriveremo a spiegare al termine di esso, la crescita in questi campi non è altro che una diretta conseguenza dell'evoluzione umana, da intendere sia come evoluzione fisica, ma anche mentale e materiale.

ETIMOLOGIA DELLA PAROLA

Evoluzione:sviluppo lento e graduale, cambiamento da una forma ad un'altra generalmente più completa e perfetta.

Evoluzione dal punto di vista biologico
L'uomo: dalla scimmia a noi

Per evoluzione umana si intendono le origini e lo sviluppo dell'homo sapiens come specie e la sua diffusione nel mondo. Le teorie più accreditate stimane che la famiglia Hominiade, quella dalla quale discendiamo, si sia a sua volta evoluta da un gruppo di scimpanzé circa 5-6 milioni di anni fa(m.a.) e 2,3 m.a. Il genere homo si sia distinto dall Australopitecus. Per la sua distribuzione, si pensa che essa fu dovuta principalmente alla migrazione delle specie dall'Africa. Tale teoria viene chiamata Eva Africana. L'antenato a noi più lontano è l'australopiteco, una scimmia dell'emisfero australe, che vissero in Tanzania sino alla loro scomparsa 1 milione di anni fa. Non erano in grado di costruire utensili, ma cacciavano, vivevano in gruppo e raccoglievano frutti e bacche. La prima vera specie simile a noi fu l'homo sapiens. A differenza del suo predecessore, egli era capace già di costruire utensili e di raccogliere cibo. Nella specie homo, si ricordano l'homo habilis, la prima razza capace di vivere in gruppo solidamente costruendosi rifugi, ma solo con l'homo erectus si iniziarono ad intravvedere le caratteristiche tipiche dell'uomo così come lo si conosce, grazie alla postura migliore, la scomparsa della maggior parte dei peli, sebbene la fisionomia, soprattutto quella del cranio, fosse ancora lontana dall'odierna, così come la massa celebrale. L'esemplare a noi più simile fu l'homo sapiens, caratterizzato da una massa celebrale simile a quella odierna. Questo gruppo si divise in 2 branchie distinte, non imparentato tra loro, l'uomo di Neanderthal e l'homo sapiens propriamente detto. Infine, la sottospecie che sviluppò una forte coscienza di se, inventò e sviluppò nuove arti, come la pittura, e possedendo una massa celebrale simile alla nostra. Per questo si può considerare il nostro antenato antenato più vicino.

Evoluzione biologica:da che cosa è dovuta?

Prima di continuare ad esporre il contenuto, occorre fare una premessa: come mai i nostri antenati si sono evoluti? Che cosa gli ha condotti a ciò? Anche qui le teorie sono alquanto diverse e contraddittorie, ma si pensa, seguendo la teoria maggiormente diffusa, che essa sia stata determinata da cambiamenti del territorio. Per poter sopravvivere nelle condizioni primordiali in cui la terra giaceva, in continuo mutamento, i primi australopitechi iniziarono a sviluppare degli adattamenti (non immediati, come si può pensare, ma attraverso milioni di anni) che, successivamente, vennero trasmessi ai loro figli. Dunque le prime forme di cambiamento si svilupparono proprio in risposta all'ambiente. Ed è questo il principale argomento trattato in questi paragrafi, ovvero la dimostrazione che l'evoluzione (in tutti gli aspetti qui considerati)è un prodotto di adattamento dell'uomo in risposta ai cambiamenti ambientali.
Bisogna inoltre aggiungere che ciò che viene trasmesso in eredità non è la caratteristica vera e propria, ma la possibilità di quell'individuo di possederla. La differenza sostanziale tra le due cose risiede nel fatto che, mentre la prima comporta un passaggio certo, nel secondo caso il passaggio è solamente ipotetico. Ciò che permette tale passaggio sono i geni, responsabili del genotipo di una persona, ovvero la sua sequenza cromosomica interna che, a sua volta, determina il fenotipo, ovvero i caratteri fisici dello stesso.

I geni

il gene è l'unità ereditaria fondamentale degli essere viventi. Essa corrisponde ad una sequenza di acidi nucleici (DNA). La somma delle sequenze geniche è detta genoma. Sono i geni a influire sullo sviluppo fisico e comportamentale di un essere vivente, poiché codifica per proteine e altri importanti fattori indispensabili alla crescita. Durante la meiosi avviene la divisione del DNA, generalmente definito diploide, poiché possiede una sequenza di 46 cromosomi appaiati, in 2 gameti( spermatozoo e cellula uovo, a seconda del sesso dell'individuo) di 23 cromosomi l'uno, e quindi chiamati aploidi. Di conseguenza, durante la riproduzione, solo metà del corredo genico di un genitore, necessario alla formazione del carattere, viene trasmesso alla prole, mentre l'altra metà deriva dal corredo della madre. Tutti questi fatti furono spiegati dalle teorie del monaco Gregor Mendel, considerato il padre nella genetica, nella seconda metà del 1800.

Darwin e le sue scoperte

La teoria sull'evoluzione fu concepita dallo studioso Charles Darwin nel corso dell'800, sebbene anche nel precedente secolo molti scienziati avevano iniziato a dubitare della concezione del mondo come “fermo ed immutabile”. Numerosi viaggi e spedizioni furono effettuate per dimostrare che i fossili (fino ad allora considerati alla stregua di “buffi sassi”) erano in realtà i resti di antichi animali. Darwin, partendo dalle considerazioni errate di 2 teorie diffuse sino ad allora, ovvero quelle di Lamark, riassumibile nei suoi 2 concetti cardine, “ereditarietà dei caratteri acquisiti” e “uso e disuso delle parti” e quella di Cuvier sul catastrofismo. Mentre la teoria di Lamark presupponeva che, durante la vita dell'individuo, gli esseri umani acquisissero le caratteristiche più favorevoli alla vita nell'ambiente, la teoria di Cuvier, assai più fantasiosa, poneva invece al centro dell'evoluzione grandi catastrofi naturali, capaci di spazzare via le specie esistenti e permettere, così, la ripopolazione del mondo attraverso nuove e più evolute forme di vita. Dopo aver viaggiato a lungo il mondo su una nave di scienziati per compiere ricerche intorno al mondo, il ventiduenne Darwin tornò a casa, e formulò la teorie sull'evoluzione, contenuta nel libro L'origine della specie. Ciò che scopri può essere così riassunto: l'evoluzione avviene per un cambiamento dell'ambiente. Questo comporta che una specie, attraverso principi non determinabili, come per esempio, le mutazioni, possono acquisire caratteristiche che le porti in vantaggio (su quel determinato territorio= rispetto ad altri che non le possiedono. E' qui che agisce la selezione naturale, concetto introdotto dallo stesso scienziato, che avversa il principio secondo il quale la specie con più possibilità di riprodursi prendendo a poco a poco il sopravvento su quelle altre le cui possibilità risultino inferiori e, di conseguenza, riescono a creare maggiore prole. E' questo il principio che agisce in natura. Tale teoria venne sostenuta grazie all'apporto di molti altri elementi, come ad esempio la BIOGEOGRAFIA, ovvero lo studio della distribuzione geografica delle specie, L'EMBRIOLOGIA COMPARATA, ovvero lo studio degli embrioni delle diverse razze e L'ANATOMIA COMPARATA, ovvero la disciplina che mette in relazione tra loro le strutture corporee di animali diversi, aventi però una discendenza comune.


Evoluzione dal punto di vista tecnico-scientifico
Premesse

Nel suo percorso evolutivo, l'uomo ha prodotto nuovi e sempre più dettagliati strumenti per migliorare le sue condizioni di vita. Occorre dunque, a mio avviso, procedere con una piccola analisi dei principali eventi che hanno portato alla formazione delle moderne tecnologie, dagli albori ad oggi, per poter infine dimostrare una verità di fondo: le scoperte tecnologiche e le invenzioni vengono costruite per per poter meglio progredire all'interno di un determinato contesto ambientale.

I primi utensili

Nella storia dello sviluppo degli oggetti, è molto importante menzionare l'inizio del loro utilizzo, ovvero il periodo compreso tra le tre principali ETA' (età della pietra, età del bronzo ed età del ferro). E' durante la prima di queste, l'età della pietra, che gli ominidi iniziano a diffondersi in tutta Europa circa 3,4 milioni di anni fa. I tratti più significativi di quest'epoca sono, di sicuro, l'inizio della circolazione dei primi strumenti e utensili, principalmente ricavati dalla pietra, dalle ossa o dalle conchiglie. Nella prima delle tre ere in cui è comunemente suddivisa l'età della pietra,il Paleolitico, l'uomo riuscì ad apprendere l'abilità del fuoco. Le testimonianze più importanti dell'epoca sono date da coltelli e asce primitive. Durante il Mesolitico, gli oggetti, prima rozzi o dozzinali, iniziano ad avere forme e rifiniture più fini. Inoltre, l'uomo imparò l'arte della pesca. Infine, durante il Neolitico, cominciarono ad apparire le prime forme di agricoltura, dell'utilizzo dell'argilla e della creazione di vasellame, sebbene i principali strumenti fossero ancora rigorosamente in legno, conchiglia, pietra e ossa.
Durante l'età del bronzo, invece, le conoscenze acquisite crebbero enormemente. Si arrivò a scoprire la fusione, principalmente di rame e stagno, per la produzione di suppellettili in bronzo. Iniziarono a comparire le prime spade e i primi gioielli, mentre la lavorazione del metallo iniziò a essere eseguita da persone competenti nelle prime fucine, grazie all'utilizzo di grandi forni.
Tuttavia, fu solo con la venuta dell'età del ferro ( che, come per il passato passaggio tra l'età della pietra e del bronzo, fu alquanto lenta e graduale) che lo sviluppo della tecnica di fusione del metallo raggiunse il suo vertice. Gli oggetti persero la loro caratteristica dozzinale e rozza, abbandonando gli strumenti in pietra, già abbastanza rari, per oggetti in ferro. I principali strumenti così prodotti furono, principalmente, arnesi per la caccia, la pesca, con la creazione dei primi ami, per l'agricoltura e guerra, con il perfezionamento delle spade e l'invenzione delle prime corazze. Inoltre, altro fattore di grande importanza che si riscontra in questo periodo risulta la divisione delle popolazioni sull'intero continente europeo, che finalmente ha raggiunto la sua massima forma.


Le rivoluzioni industriali

Le diverse conoscenze in ambito scientifico- tecnologico sono continuate ad evolversi man mano che l'uomo ha continuato a progredire sulla terra. A ogni problema che nasceva, esso trovava nuove soluzioni. Una delle svolte più significative è stata sicuramente la Prima rivoluzione industriale, avvenuta in Inghilterra nel 1750. Grazie all'invenzione della macchina a vapore, scoperta casualmente dal meccanico Smith mentre riparava una pompa di estrazione dell'acqua delle miniere di carbone. Grazie a questa nuova invenzione, il livello tecnologico industriale salì smisuratamente, portando all'utilizzo di nuove fonti di energia fino ad allora considerate inutili, come il carbone, usato per alimentare le grandi macchine usate nell'industria. Il primo settore a risentire di questo incremento fu quello tessile, che vide notevolmente innalzarsi i suoi livelli di produzione e, di contro, un abbassamento dei costi di produzioni. Lo sviluppo del motore, inoltre, favorì altri settori della vita umana, primi tra tutti i trasporti, con l'invenzione dei primi piroscafi e delle ferrovie.
Il secondo passo decisivo avvenne con la seconda rivoluzione industriale. Lo sviluppo perseguito allora si ripercuote ancora oggi sulla nostra vita. Infatti, grazie a tale evento, vennero scoperte nuove forme di energia, come i petrolio, molto più utili e versatili del carbone, vennero inventati nuovi apparecchi per la comunicazione, come il telefono e l'automobile, considerato un bene sempre più ricercato e lussuoso. L'applicazione della corrente elettrica in campo industriale e delle illuminazioni, grazie all'invenzione della pila da parte di James Watt, contribuì a sostituire i tradizionali sistemi di illuminazione con i nuovi e più moderni lampione a corrente elettrica, mentre lo sviluppo di nuovi metodi di fabbricazione dell'acciaio, considerato una lega preziosissima grazie alle sue qualità portarono alla costruzione di materiali più resistenti e, quando venne applicato alle abitazioni, anche alle prime costruzioni moderne, come i grattacieli.

Le guerre mondiali

Purtroppo, un capitolo molto triste della storia dell'umanità, quello costituito dalle guerre mondiali, si è dimostrato uno scenario di evoluzione tecnica senza eguali. In particolare, durante la Prima Guerra Mondiale, va menzionato l'uso dei mitragliatri, dei gas asfissianti e dei nuovi cannoni a lunga gittata, capaci di creare grande scompiglio e seminare morte e distruzione. Persino le armi, che aveva già subito considerevoli perfezionamenti durante le guerre del 1800, vennero ulteriormente potenziate. Grazie all'uso dei lanciafiamme, dei sommergibili dei primi modelli di carri armati (forza impiegata massicciamente nella Seconda Guerra Mondiale dai tedeschi) la guerra, solitamente vista come scontro aperto tra 2 fazioni, divenne una guerra da vincere, oltre che sul campo di battaglia, anche dal punto di vista tecnologico.
Durante il periodo di pace che intercorre la prima e la seconda guerra, lo sviluppo dei grandi magazzini permise ad un numero sempre maggiore di persone (quasi esclusivamente in America) di acquistare, anche a rate, i nuovi beni di consumo durevoli come radio, frigoriferi, lavatrici e molti altri.
Anche la Seconda Guerra Mondiale è degna di nota per quanto riguarda l'uso di nuove tecnologie, grazie allo sviluppo sorprendente dell'aviazione, dei sonar e della bomba atomica.

Conclusioni

Perché è stato affrontato un argomento così diverso dall'evoluzione dell'uomo? Per il semplice motivo che si è voluto dimostrare che, proprio durante lo sviluppo umano, il livello tecnologico raggiunto ha giocato sempre un ruolo decisivo. È possibile affermare, di conseguenza, che l'uomo e la tecnologia si sono evoluti insieme, completando l'uno le carenze dell'altro.

Evoluzione dal punto di vista sociale
Premesse

Abbiamo illustrato come l'uomo, progredendo negli anni, abbia cercato l'apporto di nuove tecnologie. Ma tutto ciò ha avuto, com'è' comprensibili, delle ripercussioni dal punto di vista sociale. Vogliamo ora dimostrare che, anche in tale contesto, vale la regola prima illustrata, ovvero che l'uomo condiziona l'andamento della propria società in risposta a stimoli ambientali o tecnologici, dato che abbiamo viso come questi due campi siano correlati tra loro.


Divisione in classi sociali

La divisione della società è antichissima, risalente addirittura alle prime società di uomini, nelle quali la vita era suddivisa tra agricoltori, pescatori, allevatori e cacciatori. La società, tuttavia, così basata non riusciva a tenere il passo con le nuove richieste di vita, prima tra tutte la necessitò di procacciarsi cibo.
Nacque, allora, come unica forma di scambio, il baratto che, come conseguenza, portò alla formazione dei primi rudimentali sistemi economici da cui derivarono, in seguito, la divisione dei compiti e la proprietà privata, come fonte di guadagno individuale. Era nata la prima divisione della società.
Essa subisce particolari modifiche già a partire dalla civiltà greca e, in particolare, da quella romana. Infatti queste civiltà basavano la loro principale fonte di nutrimento dalla terra, la quale necessità di contadini. Tuttavia, a differenza del passato, ora la maggior parte della popolazione che lavora la terra non è formata da persone libere, bensì schiavi. Compare ora una figura che può essere considerata la base di moltissime civiltà. Persino con la caduta dell'impero romano nel 476 d. C, a causa dei continui conflitti con le popolazioni germaniche provenienti dal nord e la successiva divisione del territorio, tale figura non scomparve dallo scenario sociale.
Passando alla successiva epoca storica, definita correttamente Medioevo, notiamo che la struttura sociale si modifica ulteriormente. Le figure classiche (sovrano, sacerdote, commerciante e contadino) rimangono sostanzialmente invariate, ma cambia il rapporto con la classe più umile, quella degli schiavi. Infatti, grazie all'intercessione della religione, in particolar modo quella cristiana, tale fenomeno viene in qualche modo contrastato e arginato, poiché un dogma di tale dottrina considerava tutti gli uomini uguali davanti a Dio e, di conseguenza, sanciva un punto di rottura con le precedenti visioni di conquistatore/conquistato. Ecco allora che compare una nuova figura :quella del servo. I servi (denominati della gleba poiché il loro unico possesso era dato dai loro figli) erano costretti a coltivare la terra per il signore che, a sua volta, provvedeva alla loro “difesa”.
E' quindi possibile osservare che non si riscontra nessun cambiamento effettivo dall'ordine imposto dai romani. Durante il periodo delle grandi scoperte, che sancisce, con il 1492, la fine del Medioevo (scoperta dell'America da parte di Cristoforo Colombo), sebbene vi fu un sensibile cambiamento, causato soprattutto dalla scissione della chiesa cattolica nel 1517 ad opera di Martin Lutero, questo causò problemi principalmente all'interno di una singola casta sociale, senza modificare le altre.
Il cambiamento vero e proprio, il simbolo della rottura con il passato avviene nel diciassettesimo secolo, con l'avvento della Prima (seguita, nel 1800, dalla Seconda) Rivoluzione Industriale.
Con l'invenzione della macchina a vapore vennero completamente modificati i principi gerarchici dell'ordine sociale. Infatti, sebbene al potere rimanesse un sovrano, il cui potere era stato tuttavia limitato da movimenti popolari atti a conquistare una costituzione, al secondo gradino non troviamo più l'aristocrazia, bensì la borghesia, che grazie agli investimenti compiuti nel nascente settore industriale, erano riusciti in poco tempo a guadagnare enormi capitali a scapito dei primi e, di conseguenza, a sorpassarli nella scala sociale. Anche il gradino più basso di tale scala venne modificato. Infatti affiancato dalla figura del servo della gleba troviamo una nuova entità: l'operaio. Infatti, un numero sempre maggiore di persone, decise ad abbandonare la loro vita in campagna per tentare la fortuna nelle città, si riversò in esse formando la schiera degli operai. E' quasi possibile affermare che l'operaio è una diretta “evoluzione” del servo della gleba. Ciò non passò, naturalmente, inosservato. Nacquero a tutela dei lavoratori nuovi organi, primi tra tutti i sindacati. I principali mezzi di lotta furono, oltre a essi, lo sciopero e il marxismo. Ma da cosa nacque tale necessità? Proprio dalla volontà di migliorare una sorta di cambiamento evolutivo dovuto al progresso tecnologico che lo stesso uomo aveva portato avanti.
L'esempio più spettacolare di questa tendenza al “ritorno”, di questa voglia di eliminare il modello capitalistico/industriale, considerato oppressivo, è racchiuso nella Rivoluzione Russa, la rivoluzione comunista. Essa può essere considerata, nei suoi principi teorici, il più completo tentativo di rivolta e ritorno al passato. Tuttavia, esso è solo in apparenza realizzato. Infatti, nonostante la reale vittoria sui borghesi capitalisti, quindi con l'eliminazione delle due classi dirigenti(lo Zar di Russia fu imprigionato in seguito alle insurrezioni avvenute nel Marzo dello stesso anno) il controllo dei mezzi di produzione venne concentrato non nelle mani di tutto il popolo, ma nelle mani di un partito (il partito bolscevico) che usò ogni stratagemma per mantenere il potere sulla popolazione.

Giustificazione del colonialismo

Tra le diverse conseguenze dell'evoluzione sociale dell'uomo vi sta, inoltre, l'erronea convinzione della supremazia di una razza sulle altre. Seguendo tale concetto molte civiltà hanno compiuto diversi soprusi sulle altre, seguendo sempre lo stesso principio. Vediamo ora brevemente due esempi esaustivi di quanto detto, considerando il colonialismo e la concezione hitleriana sulla razza ariana.
Grazie alle teorie sull'evoluzione esposte da Darwin, si era scoperto i caratteri evolutivi dell'uomo. Seguendo questa pista per i propri scopi personali, alcune Nazioni invasero i territori africani, rivendicandone il possesso proprio in base alla concezione secondo la quale gli abitanti di tali regioni, essendo meno sviluppati di loro, dovevano essere trattati alla stregua di “bambini da educare”. Tale teoria, conosciuta con il nome di Darwinismo Sociale, venne impiegato a tale scopo durante tutto il periodo di conquista, portando ad uno sfruttamento massiccio degli abitanti. Siamo, così , arrivati ad una contraddizione. Se l'evoluzione sociale e tecnologica è dovuta principalmente ad un adattamento all'ambiente in cui si vive, non è vero che una specie è più arretrata di un'altra, poiché, in tale ambiente, la specie che vi vive da secoli ha adottato una cultura e un modo di esistere che la soddisfa pienamente in relazione alla natura, per cui non è inferiore a nessun'altra razza di uomini.

Superiorità razziale di Hitler

Lo stesso concetto è applicabile alle concezioni razziali imposte da Adolf Hitler nel Mein Kampf (le mie memorie), nel quale veniva esposta la credenza in cui la popolazione tedesca, superiore a tutte le altre, potesse essere definita razza ariana, in quanto pura e incorruttibile e, proprio grazie a questi privilegi, governare sulle altre, considerate impure. Anche in questo caso in concetto è essenzialmente scorretto, poiché non si può considerare meno evoluta una popolazione solo per una credenza puramente ideologica. Premetto che non è mia intenzione addentrarsi nelle ideologie hitleriane, ma solo dimostrare un aspetto erronei, poiché ogni razza deriva da un diverso sviluppo sociale e tecnologico, determinato dalle diverse condizioni ambientali, della stessa razza di partenza.

Conclusioni

E' quindi osservabile come anche tale aspetto sociale della vita dell'uomo si possa considerare come una precaria conseguenza dei due concetti prima esposti. Questo è importante poiché arriva ad affermare che, in linea generale, ogni aspetto è essenzialmente guidato da come ci si comporta in relazione a ciò che ci circonda, da cui nascono conoscenze, modi di vita e concezioni.

Bibliografia

TESTI SCOLASTICI
• volume b di biologia;
• volume 2 e 3a di storia;
• dizionario Zannichelli;

PAGINE WEB
• http://it.wikipedia.org/wiki/Et%C3%A0_della_pietra;
• http://www.etimo.it/?term=evoluzione;
• http://it.wikipedia.org/wiki/Evoluzione;
• http://it.wikipedia.org/wiki/Evoluzione_umana;
• http://it.wikipedia.org/wiki/Gene;
• http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=100257;
• http://it.wikipedia.org/wiki/Storia_del_colonialismo_in_Africa;

FINE
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