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• LATINO: Agostino d’Ippona e la sua avversione per le pratiche eugeniche
• ITALIANO: Il positivismo in letteratura (Verga e Zola) , “Le Vergini delle rocce “(D’Annunzio)
• FILOSOFIA: Habermas (Il futura della natura umana)
• STORIA:Eugenetica nazista, Aktion t4, Progetto Lebensborn, sperimentazione nei campi nazisti
• INGLESE: “Dr.Frankestein”by Mary Shelley, “Dr. Jeckyll and Mr Hyde” by Stevenson , “The Island of Dr. Moreau” by G.H. Wells
• SCIENZE: DNA e ingegneria genetica
• FISICA: onde elettromagnetiche e DNA
• MATEMATICA: i limiti nella teoria maltusiana della crescita della popolazione
NATURALISMO
I presupposti filosofici del naturalismo si iscrivono nella cultura del dominante
positivismo e implicano l'idea che il comportamento umano sia, secondo un
principio deterministico, conseguenza diretta, oltre che dei fattori naturali, delle
condizioni socio-ambientali.
Un altro presupposto è l'idea che la società sia luogo di sopraffazione e
abbrutimento; ne consegue che il male e la malattia sono il prodotto delle
strutture sociali distorte.
A ciò si aggiunge l'ipotesi che la psiche umana possa essere studiata
dall'artista così come il mondo naturale viene indagato dallo scienziato e,
quindi, la convinzione che lo scrittore, rinunciando alla dimensione soggettiva e
sentimentale e ai pregiudizi ideologici, debba assumere l'abito mentale del
ricercatore impassibile di fronte all'oggetto della sua osservazione, o meglio
quello di un medico di fronte a una situazione patologica.
Il nuovo pensiero scientifico e filosofico ebbe immediati riflessi sulla letteratura
del tempo. Per questa via, Taine tentò di creare una “biologia dell'arte”,
interpretando i comportamenti umani come il prodotto :
Dell’EREDITARIETA’ (la race)
Dell’AMBIENTE(il milieu)
Del MOMENTO STORICO(il moment)
Perciò la letteratura deve abbandonare il suggestivo, il sentimentale, il
fantastico, e attenersi al positivo e al concreto per scoprire le leggi fisiche e
biologiche che determinano il comportamento umano e agire su di esso in un
processo di eugenetica sociale e morale.
Per Taine il modello di scrittore scienziato era Balzac, l’autore di quel quadro
della società francese nell’età della Restaurazione, che è la Commedia
umana, sottolineando la sua precisione di anatomista e di chimico
nell’analizzare la natura umana e le sue eccezioni patologiche. Queste
premesse comportano l'attenzione per la realtà urbana (soprattutto parigina)
contemporanea e per i suoi aspetti patologici, che risultano più vistosi nella
grande città che non nei piccoli centri della provincia. Nell'intento di offrire
un'immagine fedele della realtà, gli scrittori naturalisti concentrano l'interesse
sulla materia della narrazione più che sulle forme impiegate e prediligono un
linguaggio diretto, senza artifici retorici, quasi documentario.
Accanto a Balzac, modelli letterari della scuola naturalista furono i romanzieri
realisti degli anni Cinquanta e Sessanta: in primo luogo Gustave Flaubert,
Madame Bovary
l’autore di (1857), per la sua teoria dell’impersonalità
L’artista deve essere nella sua opera come
(scriveva Flaubert nel 1857: “
Dio nella creazione, invisibile e onnipotente, sì che lo si senta
ovunque, ma non lo si veda mai. ”); in secondo luogo i fratelli Jules ed
Edmond de Goncourt, per la loro cura di costruire i loro romanzi in base ad
una documentazione minuziosa e diretta degli ambienti sociali rappresentati e
per l’attenzione dimostrata ai ceti inferiori, a fenomeni di degradazione umana
Germinie
e a casi patologici. Esemplare in tale direzione è il romanzo
Lacerteux (1865), che analizza la degradazione fisica e psicologica di una
serva isterica. EMILE ZOLA
Ma il vero caposcuola del Naturalismo fu Emile Zola (1840-1902). Le
concezioni che stanno alla base della narrativa zoliana si trovano esposte nel
Il romanzo sperimentale
volume del 1880. Zola sostiene che il metodo
sperimentale delle scienze, applicato in un primo tempo ai corpi inanimati
(chimica, fisica), poi ai corpi viventi (fisiologia), deve essere ora applicato
anche alla sfera “spirituale”, agli atti intellettuali e passionali dell’uomo.
Di conseguenza la letteratura e la filosofia, che hanno come oggetto di
indagine tali atti, devono entrare a far parte delle scienze, adottando il metodo
“romanzo sperimentale”).
sperimentale (da qui la formula
“Quando avremo provato che il corpo dell'uomo è una macchina di cui
un giorno si potranno smontare e rimontare gli ingranaggi a
piacimento dello sperimentatore, si dovrà ben passare alle
manifestazioni passionali ed intellettuali dell'uomo. Da quel momento
entreremo nel dominio che, fino ad ora, apparteneva alla filosofia ed
alla letteratura; sarà la conquista decisiva, da parte della scienza,
delle ipotesi dei filosofi e degli scrittori.”
“Dunque questo è lo scopo, questa è la moralità della fisiologia e della
medicina sperimentale: divenire padroni della vita per dirigerla. Allora
il medico sarà padrone delle malattie; guarirà infallibilmente agendo
sul corpo umano per la felicità ed il vigore della specie. Si entrerà in
un secolo in cui l'uomo, divenuto onnipotente, avrà soggiogato la
natura utilizzandone le leggi per fare regnare su questa terra tutta la
giustizia e la libertà possibili. Non vi è scopo più nobile, più elevato,
più grande. In esso consiste il nostro compito di esseri intelligenti:
penetrare il come delle cose per dominarle e ridurle allo stato di
meccanismi ubbidienti.”
“Ecco dunque in che consistono l'utilità pratica e la elevata moralità
delle nostre opere naturaliste, che sperimentano sull'uomo, che
smontano e rimontano pezzo per pezzo la macchina umana per farla
funzionare sotto l'influenza dei vari ambienti. Col procedere del
tempo, col divenire padroni delle leggi, si tratterà soltanto di agire
sugli individui e sugli ambienti, se si vuole arrivare allo stato sociale
migliore. Essere in grado di controllare il bene ed il male, regolare la
vita, guidare la società, risolvere alla lunga tutti i problemi del
socialismo, conferire soprattutto solide basi alla giustizia dando una
risposta con l'esperimento ai problemi della criminalità, non è forse
essere gli operai più utili e più morali del lavoro umano?” I Rougon-
Queste concezioni prendono corpo nell’opera fondamentale di Zola,
Macquart, storia naturale e sociale di una famiglia sotto il secondo
Impero . Si tratta di un ciclo di venti romanzi, pubblicati fra il 1871 e il 1893, in
Commedia umana
cui rifacendosi alla di Balzac, lo scrittore traccia un quadro
della società francese del secondo Impero attraverso le vicende dei membri di
una famiglia. Il ventre
Si tratta di un'analisi che ebbe un grande successo di pubblico: così
di Parigi L'ammazzatoio
(1873), sulla vita dei quartieri popolari della città;
Nanà
(1877), sulle conseguenze dell'alcolismo; (1880), sulla prostituzione e la
Germinal
"buona società" della borghesia parigina; (1885), sulla vita dei
La bestia umana La
minatori; (1890), sulla ferrovia e sulla follia omicida;
disfatta (1892), sulla guerra e sulla caduta del secondo impero.
"Fortuna
Questa è la prefazione esplicativa del primo romanzo la ”dei Rougon-
Vorrei spiegare come una famiglia,un piccolo gruppo di
Macquart": "
esseri,si comportano in una società, dando vita nel suo sviluppo a
dieci, a venti individui che sembrano ,al primo colpo d'occhio,
profondamente dissimili, ma che l'analisi mostra intimamente legati
gli uni agli altri. L'ereditarietà ha le sue leggi, come la gravità. Io
cercherò di trovare e di seguire,risolvendo la doppia questione dei
tormenti e degli ambienti, il filo che conduce matematicamente da un
uomo a un altro uomo.
E quando terrò tutti i fili,quando avrò fra le mani tutto il gruppo
sociale,mostrerò questo gruppo all'opera come attore di un'epoca
storica. Io creerò mentre agisce nella complessità dei suoi
sforzi,analizzerò nello stesso tempo la somma delle volontà di
ciascuno dei suoi membri,la spinta generale dell'insieme".
Gli intrecci di Zola si caratterizzano per i personaggi dediti al crimine e alla
violenza e ogni vizio si caratterizza per un determinato elemento fisiognomico
così come aveva teorizzato Lombroso. Lo scopo di Zola sembra dunque quello
di mettere in guardia la popolazione sui pericoli della degenerazione ereditaria
quasi da far pensare al lettore “e no! Così non si può andare avanti. Qualcuno
provveda”. La via all’eugenismo era stata aperta. Ai tempi in cui Zola
concludeva il ciclo dei Rougon Macquart e la sua diagnosi della generazione
umana, alcuni eugenetisti avevano già delineato misure e provvedimenti in
difesa dalla diffusione di mali ereditari come le limitazioni matrimoniali.
VERISMO:
è un movimento letterario sorto in Italia nell'ultimo trentennio del XIX secolo. Il
termine "verismo" viene impiegato specificamente per indicare la narrativa
orientata verso la scientificità del modello del naturalismo francese, benché il
riferimento, come affermava Luigi Capuana, fosse più al metodo e ai principi
del narrare che non alla materia trattata.
Il termine aveva avuto corso in Italia, a partire dagli anni Sessanta, per indicare
le esperienze narrative degli anni Cinquanta, posteriori ad Alessandro Manzoni,
che si collocavano nella prospettiva del realismo, e per rendere
immediatamente comprensibile l'intenzione degli scrittori di accostarsi al
"vero" cogliendolo nelle forme più evidenti e dirette. Fu il caso della letteratura
"campagnola", di cui il maggiore rappresentante fu Ippolito Nievo, e della
scapigliatura. Un salto di qualità, nel progetto di offrire una rappresentazione
non convenzionale del "vero", si verificò a partire dagli anni Settanta con la
ripresa del modello narrativo francese e con la poetica del naturalismo. A
questa ripresa si aggiunse una nuova attenzione per la realtà regionale,
soprattutto meridionale. Proprio dalla combinazione di questi due interessi
(naturalismo e realtà regionale) derivarono i risultati maggiori del verismo
italiano, che raggiunse il suo momento più alto negli anni Ottanta con l'opera di
Giovanni Verga e di Luigi Capuana.
Questi autori rappresentano un mondo immobile, in cui i personaggi vivono
sentimenti elementari e radicali, entro un contesto di ingiustizie e sofferenze
collettive, senza speranza di riscatto e senza capacità di elaborare un progetto
di redenzione. Sono scrittori (soprattutto Verga) che raccontano in modo
distaccato, senza attivare processi di identificazione tra il lettore e la materia
narrata. È questo uno dei modi di applicare il principio dell'impersonalità. Un
altro modo di garantire il distacco da parte dall'autore è quello di non proporre
il mondo narrato come un modello o come carico di valori, bensì di presentarlo
come