Anteprima
Vedrai una selezione di 8 pagine su 34
Echelon - Tesina Pag. 1 Echelon - Tesina Pag. 2
Anteprima di 8 pagg. su 34.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Echelon - Tesina Pag. 6
Anteprima di 8 pagg. su 34.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Echelon - Tesina Pag. 11
Anteprima di 8 pagg. su 34.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Echelon - Tesina Pag. 16
Anteprima di 8 pagg. su 34.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Echelon - Tesina Pag. 21
Anteprima di 8 pagg. su 34.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Echelon - Tesina Pag. 26
Anteprima di 8 pagg. su 34.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Echelon - Tesina Pag. 31
1 su 34
Disdici quando vuoi 162x117
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Sintesi
- STORIA : SIONISMO (1880) – Cattura ADOLF HEICHMANN
- GEOGRAFIA ECONOMICA : Sistema ECHELON – Rivoluzione delle COMUNICAZIONI (fenomeno della GLOBALIZZAZIONE)
- ENGLISH : “Anti-Utopian society” GEORGE ORWELL, 1984 – The concept of “ THE BIG BROTHER IS WHATCHING YOU”
- DIRITTO : Violazione diritto di Quarta Generazione - LA PRIVACY – e di diritti di generazioni antecedenti alla Quarta ; I DIRITTI UMANI
Estratto del documento

[3] deriva da “Sion”, il nome del monte su cui si erge Gerusalemme; il Sionismo in realtà

nasce prima di Herzl, nel 1880, da un gruppo di nazionalisti ebraici chiamati “gli Amanti di

Sion”

Il ritorno alla Terra Promessa di Israele, che per duemila anni era stato solo una aspirazione

spirituale e sentimentale, trovò una forma pratica: il Sionismo, il ritorno a Sion. Il congresso

sionista di Basilea stabilì quattro punti fondamentali da mettere in pratica per raggiungere

l'obiettivo:

l'insediamento

- crescente e persistente di agricoltori ebrei nella Palestina turca;

l'organizzazione e l’unione

- gli ebrei di tutto il mondo attraverso la creazione di gruppi

che diffondessero gli obiettivi del Sionismo: questi non dovevano esistere in

clandestinità, ma in conformità delle leggi locali degli Stati in cui essi si trovavano;

promozione di una coscienza nazionale

- la negli ebrei della Diaspora, coinvolgendoli

direttamente nel tentativo di raggiungere gli obiettivi che il Sionismo si proponeva;

l'organizzazione di un appoggio politico

- per ottenere il supporto di vari governi del

mondo per la causa Sionista.

All’epoca del primo Congresso Sionista di

Basilea nel 1897, circa 20 mila ebrei già

vivevano in Palestina: questi erano in

maggioranza agricoltori. I Congressi Sionisti

si riunivano ogni anno per proseguire l’opera

di stabilizzazione di una “National Home” in

Palestina. Nel 1901, quattro anni dopo il

primo Congresso, un fondo speciale

denominato Jewish National Fund (JNF) fu istituito per acquistare terre nella regione,

sulle quali gli ebrei avrebbero potuto insediarsi e lavorare. I soldi del fondo provenivano da

tutto il mondo, donati dagli ebrei che erano rimasti affascinati dagli ideali sionisti.

Si iniziò lentamente. Solo tre anni dopo l’istituzione del JNF, tempo necessario per avere il

Kfar Hittim

denaro sufficiente, si poté procedere con il primo acquisto: il (il Villaggio del

Grano) in Galilea.

Per proteggersi dagli attacchi, gli immigrati ebrei misero a punto una propria organizzazione

di autodifesa.

Ebrei e arabi vivevano gli uni accanto agli altri nelle città della regione palestinese. Solo a

Gerusalemme gli ebrei costituivano la maggioranza sin dai primi anni del 1800. Il movimento

sionista volle costruire una città interamente ebraica. Fu scelto un luogo sulle dune di sabbia

della costa mediterranea, nei pressi del sovraffollato porto di Giaffa. Chiamarono la città Tel

Aviv (che significa “Collina della Primavera”); era il 1909.

DURANTE LA PRIMA GUERRA MONDIALE

C on l’avvento della Prima Guerra Mondiale nel 1914, l’Inghilterra attaccò l’Impero

Ottomano su tre fronti: Mesopotamia (oggi Iraq), Gallipoli e deserto del Sinai.

Considerando che gli ebrei della

Palestina confidavano nel fatto che una

sconfitta turca avrebbe permesso loro di

fondare il loro Stato, le autorità ottomane si

insospettirono e ne espulsero molti dalla

regione attraverso il Sinai verso verso la zona

dell’Egitto controllata dagli inglesi. Quelli che

raggiunsero l’Egitto furono disposti a

collaborare con l’Inghilterra, sperando di

condurre i turchi fuori dalla Palestina per contribuire alla costruzione del futuro Stato. Dietro le

Nili Group

linee turche, un gruppo di ebrei palestinesi conosciuto come (dall’acronimo ebraico

Netzah Yisrael lo yeshakker

della frase tratta dal libro di Samuel “ ”: la forza di Israele non

mentirà) forniva agli inglesi informazioni importantissime di intelligence sulla posizione delle

forze nemiche nonché sul modo migliore di avanzare nel deserto del Sinai verso la Palestina.

Come riconoscenza per l’aiuto dato all’esercito inglese dal Nili Group e sperando di spingere

gli ebrei di Russia e Stati Uniti a stimolare i loro governi nel supportare la guerra contro la

Germania, il segretario agli affari esteri Arthur James Balfour il 2 novembre 1917 inviò una

lettera a Lord Rothschild, il leader dell’ebraismo inglese, promettendo la nascita di un

focolare ebraico (“National Home”) in Palestina in caso di sconfitta dei Turchi. L’Inghilterra,

prometteva la Dichiarazione di Balfour, avrebbe ”fatto tutto il possibile” (“their best

endeavours”) per far sì che questa National Home

diventasse realtà. La Prima Guerra Mondiale in Europa era

ancora in corso quando nell’aprile 1917 gli Stati Uniti vi

entrarono. Due giovani ebrei palestinesi,David Ben-

Gurion (che 30 anni dopo sarà il primo Presidente

israeliano) eYitzhak Ben-Zvi (in seguito il secondo

Presidente) si recarono negli USA per reclutare ebrei

americani (molti dei quali erano russi di nascita) come

Jewish Legion (Legione ebraica)

membri della creata per la

liberazione della Palestina del nord : alla fine della guerra,

queste persone avrebbero dovuto trasferirsi come pionieri

ad abitare nella regione.

Il 10 dicembre 1917, sei settimane dopo che

la Dichiarazione di Balfour era stata resa pubblica, le truppe

inglesi cacciarono l’esercito turco da Gerusalemme,

estendendo il controllo britannico alla parte meridionale della Palestina. Nove mesi dopo,

alla Conferenza di Pace di Parigi, venne posta la questione della National Home ebraica

all’attenzione dei leader delle nazioni vittoriose della guerra. La conferenza accordò

il Mandato della Palestina all’Inghilterra, per “facilitare” la stabilizzazione della nazione

degli ebrei nella regione.

PALESTINA SOTTO MANDATO BRITANNICO

Nel 1921, dopo quattro anni di controllo militare britannico in Palestina, l’Inghilterra stabilì la

sua autorità nella regione attraverso un Mandato sancito dalla Società delle Nazioni. Fu

designato un Alto Commissario, con il preciso compito di consentire agli ebrei di costruire il

loro “focolare nazionale”, principalmente attraverso l’immigrazione e l’acquisto di terre, nel

rispetto dei diritti della popolazione araba che costituiva la maggioranza. Kibbutzìm

L’insediamento e lo sviluppo dell’agricoltura continuarono. Il movimento dei (forme

associative volontarie di lavoratori basate su regole rigidamente egualitarie e sul concetto di

Moshav

proprietà comune) cresceva sempre di più e nel 1921 fu stabilito il primo (unione tra

cooperative e fattorie private). Temendo l’isolamento degli ebrei di Gerusalemme

dalle città e dai villaggi della costa del Mediterraneo,

il Presidente del JNF, incoraggiò l’acquisto di terre

vicino ai villaggi arabi nel corridoio di Gerusalemme

per costituirvi comunità agricole. La bonifica di

questo territorio, attraverso un programma di

imboschimento, trasformò colline pietrose e sterili in

villaggi che svilupparono la coltivazione di frutta e

l’allevamento di bovini. Il Segretario Coloniale

inglese responsabile del Mandato nella regione

era Winston Churchill. Egli visitò la Palestina nel 1921 e rimase stupito nel constatare

l’intensità dell’ostilità araba nei riguardi dell’immigrazione ebraica.

L’autodifesa ebraica divenne un elemento fondamentale per la protezione delle fattorie e

delle case degli ebrei dagli attacchi arabi. A questo fine fu istituita nel 1921 dall’Agenzia

Ebraica anche un’organizzazione di difesa, l’Haganah (che significa, appunto, “difesa”), con

cui fu addestrata una generazione di giovani residenti nei Kibbutz alla salvaguardia delle loro

terre dalle violenze arabe. L’organizzazione operava senza l’approvazione delle autorità

inglesi dato che erano proprio queste teoricamente ad essere preposte per la difesa delle città

e delle terre nel territorio, anche se adempievano a questo ruolo in maniera piuttosto

riluttante e non erano molto efficienti. La degenerazione di una violenta protesta araba contro

le continue immigrazioni di ebrei lasciò un segno indelebile nel 1929 nella città di Hebron,

dove risiedeva già da secoli un’antichissima comunità. Nell’agosto di quell’anno, gruppi di

arabi attaccarono gli ebrei in tutta la regione. In una settimana di scontri, 133 ebrei rimasero

uccisi. Gli inglesi tentarono di prevenire la strage, sparando e finendo per uccidere 80

manifestanti arabi.

DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE

Nel 1933 Adolf Hitler salì al potere in Germania. In conseguenza

del risveglio del sentimento antisemita e dell’aumento delle

violenze contro gli ebrei in Europa, la Palestina divenne

improvvisamente un luogo di rifugio per gli ebrei perseguitati. Si

generarono così degli importanti flussi migratori e a causa di questi

nel 1936 esplose una nuova violenta protesta araba, rivolta sia agli

ebrei che agli inglesi. Gli arabi pretendevano la fine

dell’immigrazione ebraica, nonché la cancellazione di qualsiasi

promessa di Stato ebraico. Venne istituita una commissione

britannica, la Commissione Peel, per la risoluzione delle

problematiche palestinesi. La soluzione proposta

dalla Commissione Peel era radicale: dividere la Palestina in due

Stati indipendenti l’uno dall’altro, uno ebraico (più piccolo) ed uno

arabo, con la città di Gerusalemme e l’area circostante che

sarebbe rimasta sotto il controllo del Mandato britannico. L’Agenzia

Ebraica, con a capo David Ben-Gurion, pur dispiacendosi per

Gerusalemme che sarebbe rimasta al di fuori dello Stato ebraico,

accettò il piano di spartizione; gli arabi lo rifiutarono in toto perché

contrari a qualsiasi diritto di Stato per gli ebrei, anche in aree della regione a maggioranza

ebraica.

La Gran Bretagna, nel tentativo di

placare la rabbia degli arabi, decise di

imporre delle drastiche limitazioni

all’immigrazione ebraica. Nel maggio

del 1939 il governo inglese rilasciò un

documento, il cosiddetto Foglio

(Palestine White

Bianco di Palestina

Paper): in esso si stabiliva che non più

di 50 mila ebrei sarebbero stati

accettati in Palestina entro i

successivi cinque anni, con ulteriori

25 mila visti (meglio conosciuti

Certificati di Palestina)

come a

disposizione solo per casi eccezionali.

Anche il diritto di acquistare terre in Palestina fu drasticamente limitato per gli ebrei. Per

aiutare gli ebrei, il figlio di Churchill, Randolph Churchill, lui stesso calatosi dietro le linee

tedesche in Jugoslavia, suggerì al padre, divenuto Primo Ministro nel 1940, di utilizzare gli

aerei, che solitamente servivano per i rifornimenti dei partigiani antinazisti di Tito, per

condurre più ebrei possibile fuori dall’Italia verso la Jugoslavia, con l’intento di portarli in

salvo. Churchill riportò il suggerimento a Tito che accettò e in questo modo furono tratte in

salvo diverse centinaia di persone. Il Primo Ministro inglese stabilì anche che le restrizioni

sull’immigrazione ebraica introdotte nel maggio del 1939 non avrebbero dovuto riguardare

coloro che provenivano dai paesi occupati dalla Germania.

1945-1947

Con la sconfitta della Germania, sancita nel maggio del 1945, decine di migliaia di ebrei

festeggiarono la vittoria per le strade di Tel Aviv, convinti che la vittoria nei confronti di Hitler

avrebbe comportato la creazione dello Stato ebraico. Quando, in Inghilterra, le elezioni del 26

luglio 1945 costrinsero Churchill ad essere sostituito nel ruolo di Primo Ministro da Clement

Attlee, il nuovo ministro degli Esteri Ernest Bevin insistette affinché fossero mantenute

le restrizioni all’immigrazione ebraica dell’anteguerra. Gli ebrei continuarono a giungere

illegalmente in Palestina per anni, spesso ammassati su mezzi di fortuna.

L’Agenzia Ebraica continuò a pretendere il riconoscimento da parte degli inglesi di uno Stato

ebraico nelle aree con ampia densità di città e villaggi popolati da ebrei. Gli attacchi

dell’Haganah continuavano. Il 15 febbraio del 1947 il governo inglese, preso atto di aver perso

definitivamente il controllo della Palestina (e avendo anche deciso di arrendersi in India, altro

paese dell’Impero britannico che combatteva per l’indipendenza) annunciò di rimettere il

proprio mandato sulla regione nelle mani dell’ONU, l’Organizzazione delle Nazioni Unite, che

dopo il 1945 aveva preso il posto della Società delle Nazioni. Un Comitato Speciale delle

(UNSCOP,

Nazioni Unite sulla Palestina da “United Nations Special Committee on

Palestine”) visitò i sopravvissuti della Shoah nei campi profughi sparsi in Europa e il 1

Dettagli
34 pagine
7 download