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Droga, tesina
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Geografia: La Bolivia
Storia: Le Guerre dell’ Oppio
Tecnica: La Produzione dell’ Oppio
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Scienze: Il Sistema Nervoso
Letteratura: Gabriele D’ Annunzio
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L'OPPIO
In particolare la Compagnia delle Indie aveva instaurato un triangolo commerciale tra Gran Bretagna, India
e Cina, basato sullo smercio di te, seta (dalla Cina), dell'oppio (dal Bengala soprattutto, ma anche dai regni
semi indipendenti del Rajputana e dell' India centrale) e del cotone lavorato (dall' Inghilterra). La Compagnia
acquistava l'intera produzione di oppio in regime monopolistico, e si preoccupava delle seguenti fasi, cioè
della raffinazione e della vendita agli esportatori, scavalcando difatto il divieto decretato da un editto
imperiale che ne proibiva l'importazione in madre patria. Spesso alcune compagnie agivano per conto di
potenze straniere (come la Dent & Co, dove lo stesso Dent era console del Re di Sardegna). Il contrabbando
dell'oppio ed il subentro di liberi mercati scardinarono il vetusto sistema tributario tradizionale con cui
la Cina era solita inquadrare il commercio con gli stranieri. Veniva meno la possibilità di applicare il principio
della responsabilità collettiva, non essendo più i singoli mercanti identificabili con un unico soggetto. Il
contrabbando tra l'altro permetteva di espandere i commerci anche in quei porti a nord di Canton (finora
votata ad unico porto aperto ai commerci con gli stranieri), sino ad allora rimasti chiusi ai mercanti stranieri.
Per un complesso gioco economico di esportazioni tra Europa, India e Cina, le compagnie occidentali
avevano un'estremo bisogno di penetrare economicamente in Cina.I funzionari cinesi addetti al commercio
con l'occidente (hong) si trovarono d'un tratto ad essere nella condizione di non riuscire a gestire i traffici,
aumentati considerevolmente dal divieto di monopolio fatto alla Compagnia nel 1833. Ai problemi
organizzativi da parte cinese si aggiunse anche la piaga della corruzione. Per aumentare il volume degli
affari venne nominato ed inviato a Canton Lord Napier nello stesso anno. Il suo compito sarebbe stato
quello di preparare la strada al successivo intervento diPalmerston (capo del ministero degli esteri
anglosassone), di proteggere, promuovere ed estendere il commercio britannico, di prendere contatti diretti
con Pechino (che fino ad allora aveva tenuto una politica del tutto sinocentrica e snobistica nei confronti
delle potenze straniere, dimostrando in questo caso pochissima lungimiranza). Sin dal suo arrivo a Macao
nel luglio del 1834, Napier si mosse piuttosto maldestramente. Inviò una lettera al vicerè di Canton, e si recò
a Canton. Così facendo, Napier inavvedutamente aveva violato una serie di norme d'etichetta: si era recato
a Canton senza autorizzazione, aveva contattato il vicerè saltando la prassi formale, ed aveva inviato una
lettera e non una petizione, come da protocollo. Il vicerè in un primo tempo ignorò volutamente la presenza
di Napier, poi verso la fine di agosto vietò il commercio con gli occidentali, impedì i rifornimenti a Napier e
circondò le fattorie dei mercanti stranieri. Napier spezzò l'assedio cinese con l'intervento di due fregate, e
schierando i suoi marinai a protezione degli insediamenti occidentali. Temendo però il deteriorarsi del
commercio con l'Europa, decise ad acconsentire alle richieste cinesi e se ne tornò a Macao, dove morì poco
dopo. I suoi successori preferirono tornare alla politica conciliante con le controparti asiatiche. Nel dicembre
dell'anno dopo Palmerston inviò nella zona Charles Elliot a capo di una flotta navale. Elliot continuò
l'arrogante politica inglese inaugurata da Napier comunicando direttamente con il vicerè, il quale invece
insisteva nella necessità di dover essere contattato solo attraverso i suoi funzionari incaricati (le hong,
associazioni di mercanti insigniti da editto imperiale a trattare con gli occidentali). Pagina 6 di 25
La Prima Guerra dell'Oppio (1839-1842)
Da questo momento la situazione cominciò a precipitare. Il contrabbando continuava a dilagare e i danni
morali, fisici, economici e sociali causati dalla droga cominciva ad essere un problema drammatico per
laCina. I mercanti hong nel novembre del 36 decisero di espellere i contrabbandieri più spudorati. Vennero
redatti altri emendamenti che regolavano il commercio dell'oppio. Nel dicembre dell'anno successivo un
gestore di una fumeria d'oppio venne giustiziato davanti alle fattorie occidentali. Verso la fine del 1838,
l'imperatore Tao-Kuang cerca di rendere effettivo il divieto, in seguito anche alla morte di un figlio per colpa
della droga. A settembre arrivò a Canton un funzionario straordinario, Lin Zexu, integerrimo proibizionista.
Lin diede avvio ad una serie di interventi decisivi volti a stroncare una volta per tutte l'odioso commercio:
punizione degli oppiomani accompagnate a misure di assistenza medica, isolamento e repressione dello
spaccio interno, confisca delle riserva degli esportatori stranieri. Lin Zexu però sottovalutò l'importanza per la
Gran Bretagna del commercio dell'oppio. Difatto gli industriali inglesi si trovarono alleati degli spacciatori nel
tentativo di aprire le frontiere economiche cinesi. I britannici furono allontanati con la forza, prima da Canton,
successivamente anche da Macao. La reazione britannica non si fece attendere, e fu estremamente
violenta. Truppe guidate da George Elliot (cugino di Charles) cinsero d'assedio Canton e occuparono l'isola
di Tinghai, ottenendo con la Convenzione di Chuenpi la cessione di Hong Kong e il pagamento di una
indennità (6 milioni di dollari). In seguito altre truppe guidate da Sir Henry Pottinger sbarcarono sulle coste
cinesi occupando Canton, Ningbo e Shanghai (1839-42). Il trattato di Nanchino pose fine alla prima guerra
dell'oppio e costituì il primo di una serie di trattati ineguali che da quel momento cominciarono ad umiliare
la Cina nel corso dei successivi 80 anni. Esso stabiliva la cessione di Hong Kong alla Gran Bretagna,
l'apertura dei porti di Canton, Shanghai, Ningbo, Xiamen e Fuzhou e il pagamento di una forte indennità. Nel
luglio del 1843 il trattato viene perfezionato. Ad ottobre viene stipulato il trattato del Bogue che sanciva il
principio di extraterritorialità per i sudditi britannici, ed in seguito esteso anche ad americani e francesi. I
francesi ottennero anche il diritto per i loro missionari di esercitare la loro missione evangelizzatrice.
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La Seconda Guerra dell'Oppio (1850-1860)
Con la morte nel 1850 di Tao Kuang cambiò la politica estera cinese. Xie Feng, il nuovo imperatore
xenofobo, già l'anno successivo alla sua salita al trono inaugurò una nuova stagione di conflitti, destituendo i
vecchi funzionari con nuovi quadri molto meno concilianti con gli occidentali. Gli inglesi a loro volta inviarono
sul posto Sir John Browning con le precise istruzioni di aumentare il numero di porti e di ottenerne di fluviali
per penetrare economicamente anche all'interno del paese. Presto risorsero le antiche incomprensioni. I
cinesi accusavano gli inglesi di mancanza di collaborazione nello stroncare il contrabbando dell'oppio. Inglesi
e francesi nel 1856 erano alla ricerca del primo pretesto utile per dichiarare nuovamente guerra alla Cina,
insoddisfatte dai risultati ottenuti con la prima guerra. Gli eventi scatenanti furono due episodi nonostante
tutto di limitata importanza, ma per le potenze europee erano più che sufficienti per scatenare un conflitto:
l'arresto dell'equipaggio di una nave contrabbandiera e la morte di un missionario francese. Con il trattato di
Tianjin (1858) e con quello di Pechino (1860) si pose fine a questa seconda guerra. In base al primo
trattato, la Cina doveva pagare un'indennità ancor più pesante di quella versata precedentemente. Dovette
aprire altri porti e concedere libera circolazione ai mercanti e ai missionari. Inoltre venne ceduta la penisola
di Kowloon (Hong Kong). Più avanti i diplomatici cinesi riuscirono ad ottenere dalla Gran Bretagna una
importante concessione: i "nuovi territori" (l'entroterra di Hong Kong) sarebbero difatti tornati alla Cina dopo
99 anni.
E l’ Italia cosa centra in questa guerra?
L’ Italia non partecipò direttamente alle guerre dell’ oppio ma attraverso la rivolta dei Boxer. A quel tempo
era alleata con la Gran Bretagna contro i cinesi. Il parlamento italiano autorizzò il 5 luglio 1900 la creazione
di un corpo di soccorso di circa 2000 soldati, al comando del Colonnello Garioni. Al termine il Regno d'Italia
ottenne la Concessione italiana di Tientsin.
Un accenno sulle cause della rivolta
Alla fine del XIX secolo, il risentimento nei confronti degli occidentali giunse al suo apice a causa della
continua ingerenza straniera negli affari interni della Cina, con la connivenza passiva dell'Imperatrice vedova
Cixi. Oltre a ciò, le coste cinesi furono divise e spartite secondo la sfera d'influenza tra le otto nazioni
straniere maggiormente presenti sul territorio. L'invasione da parte dell'Alleanza delle otto nazioni venne
portata avanti in tutta la parte orientale della Cina. Il saccheggio e la distruzione di antichi edifici e beni
culturali crearono dei sentimenti negativi. La rabbia derivava dall'invasione di una nazione sovrana, una cosa
che ipocriticamente le nazioni occidentali a parole condannavano. Questo risentimento crebbe fino al punto
di portare alla distruzione e alla violenza contro aziende straniere, loro dipendenti, e persino oggetti quali
violini, automobili, linee telefoniche, ecc. Vennero assassinati dei diplomatici, vandalizzate imprese e oggetti
vennero dati alle fiamme nelle strade. Anche se il governo Qing condannò formalmente le azioni violente,
non ne perseguì i responsabili. Con gli interessi commerciali in Cina minacciati, e la necessità di prestare
soccorso alle legazioni di Pechino sotto assedio dei Boxer, l'Alleanza delle otto nazioni inviò delle truppe per
sedare la rivolta. Anche il Regno d'Italia inviò un Corpo di spedizione italiano in Cina. Pagina 8 di 25
L’oppio, pianta erbacea a ciclo annuale, produce un frutto simile a una grande capsula.
Contrariamente a quanto si pensa, il papavero non si incontra soltanto nelle montagne asiatiche, E’
abbastanza comune anche in Europa, dove trova gli stessi terreni calcarei. In diverse nazioni
europee, es. Germania, la coltivazione del papavero somniferum è permessa solo con una licenza
Il primo produttore mondiale d’oppio è l’Afghanistan. L’oppio è un derivato del
statale. papavero
da oppio, pianta a fiore (angiosperma) appartenente alla famiglia delle papaveracee. Il nome
scientifico, papaver somniferum, ne sottolinea le proprietà narcotiche dovute all’azione di avari
alcaloidi, principalmente la morfina, presenti nell’oppio grezzo. L’oppio si ottiene praticando delle
incisioni longitudinali sulle capsule non ancora mature della pianta di papavero. Il s