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Storia: II guerra mondiale
Biotecnologia: DNA e genetica microbica
Microbiologia: l'acqua
Impianti: depurazione delle acque
Processi: il petrolio
- Italia, paese sconfitto, cedette alla Francia briga e tenda, alla Iugoslavia la Venezia giulia.
L’Italia perse le colonie: Albania Etiopia si resero indipendenti; Libia eritrea e Somalia si rinviò
ogni decisione e il Dodecaneso passarono alla Grecia.
- l’Urss mantenne Estonia, Lituania e Lettonia e ottenne territoti dalla polonia. La polonia tolse
territori alla Germania.
- il Giappone perse la corea, formosa, Sakhalinsk e i territoti in Cina.
Eugenio Montale visse nel periodo della II guerra mondiale.
Eugenio Montale.
Eugenio Montale nacque a Genova il 12 ottobre 1896 da una famiglia benestante.
A causa della sua salute cagionevole, il giovane Eugenio compì studi irregolari, diplomandosi
ragioniere nel 1915, ma dedicandosi con passione allo studio della musica e del canto.
Nell’autunno del 1917 viene chiamato alle armi: frequenta il corso di allievi ufficiali a Parma,
dove tra altri letterati e scrittori conosce Sergio Solmi, il quale lo introdurrà poi nell’ ambiente
degli intellettuali torinesi raccolti intorno a Pietro Gobetti. Viene inviato al fronte in Trentino,
prima a Valmorbia e poi a Rovereto. Al finire della guerra comanderà il campo di prigionia di
Lanzo Torinese.
Congedato, fa ritorno a Genova, e qui entra in amicizia con il poeta Camillo Sbarbaro, con
Angelo Barile, con Adriano Grande e con altri esponenti della vita letteraria e culturale della
città.
Nel 1922 Collabora a "Primo Tempo", rivista torinese di Giacomo Debenedetti e Sergio Solmi.
Nel 1925 collabora anche alla rivista di Piero Gobetti, "Il Baretti". Nello stesso anno firma il
Manifesto degli Intellettuali Antifascisti di Giovanni Amendola e Benedetto Croce. Conosce
Svevo grazie all’azienda chimica del padre: sono proprio gli articoli montaliani sulla narrativa
sveviana pubblicati fra il 1925 e il 1926 a dare inizio alla fortuna critica italiana ed europea di
Svevo.
Nel 1926 Dopo la morte tragica, nel 1926, di Piero Gobetti, esule a Parigi per le persecuzioni
fasciste, stringe amicizia con Italo Svevo, con il quale intratterrà un importante carteggio. A
Trieste, ospite di Svevo, conosce Umberto Saba. In quell'anno collabora ad importanti riviste
come "Il Convegno" e "La Fiera letteraria”.
Nel 1927 Viene assunto come redattore della casa editrice fiorentina Bemporad. Deve quindi
trasferirsi a Firenze, in quegli anni vera capitale culturale della nazio
Nel 1929 E’ direttore della Biblioteca del Gabinetto Vieusseux fino a quando è allontanato
dall’incarico perchè si è rifiutato di prendere la tessera del Partito fascista. Questi anni sono
caratterizzati da una straordinaria intensità di rapporti umani e culturali: assiduo frequentatore
delle "Giubbe Rosse", il caffè punto d’ incontro degli intellettuali fiorentini, Montale conosce, fra
gli altri, Elio Vittorini, Carlo Emilio Gadda, Salvatore Quasimodo, Arturo Loria, Guido Piovene,
Gianna Manzini e i critici Giuseppe de Robertis e Gianfranco Contini.
In quegli anni collabora a "Solaria", la rivista di Carocci, Ferrara e Bonsanti e a "Pegaso", di
Pancrazi e De Robertis. Conosce numerosi scrittori come Vittorini, Gadda, Loria e Drusilla Tanzi,
la "Mosca", che diventerà poi sua moglie (allora era moglie del critico d’arte Matteo
Marangoni).
Nel 1937 E' allontanato dal Gabinetto Viesseux. Collabora a "Campo di Marte" di Gatto e
Pratolini e a "Letteratura" di Bonsanti.
Nel 1940 Cominciano i duri anni di guerra. I compensi per poesie e articoli pubblicati in varie
riviste e per alcune traduzioni sono i soli proventi.
Fra il 1944 e il 1945 si iscrive al Partito d'Azione e lavora per il Comitato Nazionale di
Liberazione toscano; nel '45 fonda, con Bonsanti, Loria e Scavarelli, il quindicinale "Il Mondo",
che diresse per due anni.
Nel 1948 dopo un periodo di collaborazione alla "Nazione", si trasferisce a Milano, dove lavora
come redattore al "Corriere della Sera".
Nel 1967 E' nominato a senatore a vita.
Nel 1975 Ottiene il premio Nobel. Aveva già ricevuto la laurea honoris causa dalle Università di
Milano e di Roma.
Muore il 12 settembre 1981
Ossi di Seppia
La prima raccolta di Montale uscì nel giugno del 1925.Il titolo della raccolta vuole evocare i
relitti che il mare abbandona sulla spiaggia, come gli ossi di seppia che le onde portano a
riva;in questa raccolta Montale esprime il suo “male di vivere”. Nelle liriche predomina lo
scenario brullo del paesaggio ligure. In questa raccolta il poeta privilegia uno stile antiletterario
e l’attenzione per le piccole cose.
In ossi di seppia, Montale introduce Arletta ( una ragazza conosciuta dal poeta durante il suo
soggiorno a Monterosso) e parla della sua morte in giovane età.
Le occasioni
In Le occasioni (1939) la poesia è fatta di simbolo di analogia, di enunciazioni lontane
dall'abbandono dei poeti ottocenteschi. Il mondo poetico di Montale appare desolato, oscuro,
dolente, privo di speranza; infatti, tutto ciò che circonda il poeta è guardato con pietà e con
misurata compassione. Simbolica la data di pubblicazione, 14 ottobre 1939, poco dopo lo
scoppio della seconda guerra mondiale.
Il fascicolo di poesie è dedicato a una misteriosa I.B, iniziali della poetessa e dantista
americana Irma Brandeis, di origini ebraiche e perciò costretta a rimpatriare dopo la
promulgazione delle leggi razziali.
La figura della donna, soprattutto Clizia (senhal di Irma), viene perseguita da Montale
attraverso un'idea lirica della donna-angelo, messaggera divina. I tratti che servono per
descriverla sono rarissimi, ed il desiderio è interamente una visione dell'amore fortemente
idealizzata, che non si traduce necessariamente in realtà.
Il poeta indaga le ragioni della vita, l'idea della morte, l'impossibilità di dare una spiegazione
valida all'esistenza, lo scorrere inesorabile del tempo.
La bufera e altro
Sono componimenti riguardanti temi di guerra e di dolore pubblicati nel 1956. La scomparsa
della donna angelo induce il poeta a rivolgere lo sguardo non più verso il cielo, ma verso il
mondo reale degli uomini: entrano a far parte del suo repertorio poetico Volpe, Mosca e
Crisalide.
Volpe incarna l’eros e la sensualità( è l’antagonista di Clizia).
Mosca è stata la sua compagna di vita, sposata nel 1962, questa figura femminile segna il
passaggio dalla dimensione spirituale a quella quotidiana e privata.
Xenia e Satura
Negli ultimi anni Montale approfondì la propria filosofia di vita, quasi temesse di non avere
abbastanza tempo "per dire tutto" (quasi una sensazione di vicinanza della morte); Xenia
(1966) è una raccolta di poesie dedicate alla propria moglie defunta, Drusilla Tanzi,
amorevolmente soprannominata "Mosca" per le spesse lenti degli occhiali da vista.Il titolo
richiama xenia, che nell'antica Grecia erano i doni fatti all'ospite, e che ora dunque
costituirebbero il dono alla propria moglie. Le poesie di Xenia furono pubblicate insieme alla
raccolta Satura, con il titolo complessivo Satura, nel gennaio 1971.
Come Montale, anche Barbara McClintock visse nel periodo della II guerra mondiale
Barbara McClintock.
Barbara McClintock (Hartford, 16 giugno 1902 – New York, 2 settembre 1992) è stata una
biologa statunitense. Negli anni cinquanta, con esperimenti sulle pannocchie di granturco ha
scoperto l'esistenza dei trasposoni, ovverosia porzioni di DNA in grado di spostarsi da un
cromosoma all'altro; questa scoperta le valse il premio Nobel per la medicina nel 1983.
Barbara McClintock nacque ad Hartford, nel Connecticut, da Sara Hardy McClintock, pianista e
pittrice, e da Thomas McClintock, di professione medico. Si appassionò alla scienza fin dalle
scuole superiori, e si iscrisse poi alla Cornell University, intenzionata a proseguire gli studi in
genetica. A quell'epoca, tuttavia, gli unici corsi di genetica erano quelli del Dipartimento di
miglioramento vegetale, il cui accesso era vietato alle donne. La McClintock dovette perciò
aggirare il problema, iscrivendosi al Dipartimento di botanica e specializzandosi poi in citologia,
portando genetica come materia accessoria. Dopo la laurea, lavorò per breve tempo per la
stessa Cornell University, come assistente retribuito, occupandosi della citogenetica del mais.
Alcuni dei suoi lavori sui cromosomi della pianta di mais vennero pubblicate su Science.
Nel 1927 conseguì il Ph.D. e venne assunta dalla
Cornell University come insegnante non di ruolo; continuò a dedicarsi agli studi sulla genetica
del mais, insieme ad altri colleghi, e sulla ricombinazione genetica in queste piante. Nel 1931
pubblicò i risultati delle sue ricerche in un lavoro in cui dimostrava che la ricombinazione era
dovuta ad uno scambio fisico di parti di cromosomi omologhi, lavoro, questo, che apportò un
notevole contributo allo studio della genetica, all'epoca ancora agli albori.
Una foto di alcune delle pannocchie di mais utilizzate da Barbara
McClintock per i suoi studi sui trasposoni.
Nel 1936 abbandonò la Cornwell per trasferirsi all'Università del Missouri, che le aveva offerto
un posto di professore. Qui la McClintock lavorò per sei anni concentrando i suoi studi sui
cromosomi di mais danneggiati dalla esposizione ai raggi X. Successivamente, nel 1941, si
trasferì nuovamente, questa volta per lavorare come ricercatrice al Dipartimento di genetica
del Carnegie Institute of Technology a Washington. Qui continuò i suoi studi sulle mutazioni
cromosomiche del mais, e fu durante gli anni trascorsi al Carnegie che iniziò ad interessarsi ad
alcuni comportamenti anomali dei cromosomi che l'avrebbero portata alla sua scoperta più
importante, quella dell'esistenza dei trasposoni.
Nel frattempo fu eletta, nel 1944, membro della Accademia Nazionale delle Scienze, e nel 1945
divenne presidente della Società Genetica d'America.
Terminò sempre al Carnegie i suoi studi sui trasposoni, dimostrando la loro esistenza e la loro
capacità di spostarsi da una posizione all'altra all'interno dei cromosomi e a dar luogo a
mutazioni instabili. Presentò i suoi lavori nel 1951 e li pubblicò in seguito su diverse riviste
scientifiche, ma la reazione della comunità scientifica fu diffidente, quando non apertamente
ostile. In quegli anni, le donne venivano ancora sottostimate in ambito scientifico, e questo non
aiutò la McClintock ad essere creduta. In aggiunta a questo, le sue conclusioni erano tanto
innovative e rivoluzionarie da essere in contrasto con la visione scientifica del tempo, che
voleva i geni come entità fisse sui cromosomi, incapaci di spostarsi. Va ricordato che, agli inizi
degli anni cinquanta, le conoscenze in genetica erano ancora alquanto nebulose: basti pensare
che la scoperta della struttura a doppia elica del DNA avvenne nel 1953, dunque due anni dopo
la pubblicazione dei lavori della McClintock. Frustrata dalla risposta negativa alle sue ricerche,
la McClintock continuò ugualmente i suoi studi sui trasposoni per molti anni, fino al suo
pensionamento.
Fu solo nei primi anni anni settanta, quando aveva ormai abbandonato il lavoro, che la Mc
McClintock vide riconosciuti i suoi meriti. Gli enormi passi avanti compiuti dalle tecniche di
genetica e di biologia molecolare permisero di evidenziare l'esistenza degli elementi
trasponibili in molti essere viventi, oltre che nel mais, e gli studi della McClintock vennero
rivalutati e apprezzati. Ricevette così la National Medal of Science nel 1970, l'Horowitz Prize ed
il Premio Wolff nel 1981 e infine il premio Nobel per la medicina nel 1983 , 35 anni dopo la
[1]
prima pubblicazione dei suoi lavori sui trasposoni.
Barbara McClintock morì a New York nel 1992, a 90 anni.
Barbara McClintock scoprì l’esistenza dei trasposoni e lavorò parecchio sui cromosomi di mais
danneggiati dai raggi X. Il DNA
Il DNA è la macromolecola depositaria di tutte le informazioni a disposizione di un organismo,
è costituita da subunità chiamate nucleotidi. Il nucleotide a sua voltaa è formato da una base
azotata, dal deossiribosio e da un gruppo fosfato.
Le basi azotate preasenti nel DNA sono derivati di due sole classi di composti azotati
eterociclici, le purine e le pirimidine.