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Sintesi
Introduzione Tesina sulla Donna bionda


Questa tesina maturità classica presenta la donna bionda dall'era greca ai giorni nostri. L'estate scorsa, decisa a dimostrare ai miei amici ancora convinti della fondatezza dell'idea della “bionda stupida” che in realtà è un mero stereotipo, iniziai a fare una ricerca sulle origini di questo cliché, e mi imbattei, quasi per caso, nel libro di Joanna Pitman “Tutto sulle bionde”. Probabilmente anche per il fatto di essermi sentita, in un certo senso, “parte in causa” proprio per il colore dei miei capelli, lo trovai molto interessante ed accattivante, e dopo averlo letto tutto d'un fiato mi resi conto che, in effetti, durante il mio percorso di studio, mi sono imbattuta più volte in figure femminili bionde, alle quali, a seconda dell'epoca, venivano attribuite varie caratteristiche. Affascinata e catturata da questo argomento, a settembre decisi di intraprendere ricerche più approfondite da avere come spunto per la mia tesina, al fine di creare un mio personale percorso che legasse attorno al tema centrale alcuni degli argomenti affrontati durante l'iter scolastico.

Collegamenti

Tesina sulla Donna bionda


Storia: Com'è vista la bionda dall'antica Grecia ai giorni nostri; Europa medievale: Eva, la Maddalena e Maria; XVII e XVIII secolo; XX secolo: il risveglio dell'ariano e l'America hollywoodiana; dagli anni Sessanta a oggi.
Greco: Afrodite .
Latino: Il mondo latino.
Storia dell'arte: Il Rinascimento italiano.
Inglese: Victorian Age .
Genetica: Il cromosoma 3 e il colore dei capelli.
Estratto del documento

Liceo Classico

“G. Galilei” - Legnano

a.s. 2012 - 2013

Martina Manzalini

III A classico V. O.

B i o

n d a e r a

e b e l l a

e d i g e n t

i l e

a s p e t

t o

M a g l i u o m i n i

p r e f e r i s c o n o

d a v v e r o l e b i o n d e ?

Indice ...... 3

Premessa: perché ho scelto questo argomento

Quadro storico: com’è vista la bionda dall'antica

............................................. 4

Grecia ai giorni nostri

Antica Grecia: Afrodite ..................................................................................................... 5

Mondo Latino ...................................................................................................................... 7

Europa medievale: Eva, la Maddalena e Maria ........................................................ 10

Rinascimento italiano ..................................................................................................... 13

XVII e XVIII secolo .......................................................................................................... 16

Victorian Age .................................................................................................................... 18

XX secolo: il risveglio dell'ariano e l'America hollywoodiana ................................ 20

Dagli anni ’60 a oggi ........................................................................................................ 24

... 26

Genetica: il cromosoma 3 e il colore dei capelli

Bibliografia: ....................................................................................................................... 28

Sitografia: .......................................................................................................................... 28

Bionda era e bella e di gentile aspetto.

Ma gli uomini preferiscono davvero le bionde? Pag. 2

Premessa: perché ho scelto questo argomento

L'estate scorsa, decisa a dimostrare ai miei amici ancora convinti della

fondatezza dell'idea della “bionda stupida” che in realtà è un mero

stereotipo, iniziai a fare una ricerca sulle origini di questo cliché, e mi

imbattei, quasi per caso, nel libro di Joanna Pitman “Tutto sulle bionde”.

Probabilmente anche per il fatto di essermi sentita, in un certo senso,

“parte in causa” proprio per il colore dei miei capelli, lo trovai molto

interessante ed accattivante, e dopo averlo letto tutto d'un fiato mi resi

conto che, in effetti, durante il mio percorso di studio, mi sono imbattuta

più volte in figure femminili bionde, alle quali, a seconda dell'epoca,

venivano attribuite varie caratteristiche. Affascinata e catturata da questo

argomento, a settembre decisi di intraprendere ricerche più approfondite,

al fine di creare un mio personale percorso che legasse attorno al tema

centrale alcuni degli argomenti affrontati durante l'iter scolastico.

Bionda era e bella e di gentile aspetto.

Ma gli uomini preferiscono davvero le bionde? Pag. 3

Quadro storico: com’è vista la bionda dall'antica

Grecia ai giorni nostri

Il termine “biondo” ha un'origine incerta. Per la maggior parte degli

studiosi deriverebbe dal termine germanico “blund”. “Blonde” penetrò nella

lingua francese nel XII secolo, e due secoli dopo in quella inglese, sotto

forma di “blounde”, termine usato dal poeta Chaucer. E proprio in inglese

il termine “fair” significa non solo “biondo”, “chiaro”, ma anche “propizio”,

“bello”, “sereno”.

Un moderno studio dell'università di Edimburgo ha dimostrato che i

capelli biondi fecero la loro comparsa fra gli umani circa 10.000 anni fa

verso la fine dell'era glaciale come anomalia genetica. La teoria sostiene,

infatti, che la diffusione dei capelli biondi sia dovuta a una selezione

sessuale, poiché le donne con i capelli biondi avrebbero un maggiore

numero di estrogeni e quindi una fertilità maggiore. Un dato a sostegno di

questa teoria è la rapida diffusione dei capelli biondi in determinate aree

come il Nord ed Est Europa: infatti, senza una precisa selezione i biondi

avrebbero avuto bisogno di 850.000 anni per prevalere sulla popolazione

bruna.

È comunque indubbio che il capello biondo abbia da sempre esercitato

un fascino attrattivo particolare, sebbene esso sia stato poi interpretato in

modo differente nelle varie epoche.

Bionda era e bella e di gentile aspetto.

Ma gli uomini preferiscono davvero le bionde? Pag. 4

Antica Grecia: Afrodite

La prima bionda (o almeno immaginata da sempre come tale) a

incarnare l'ideale di bellezza, sensualità, amore e perfezione fu non a caso

una dea: Afrodite (frequente è nel suo caso l'epiteto omerico “Dorata”). Si

può dire, pertanto, che il mito delle bionde nasce con lei. L'iconografia

tradizionale la rappresenta in tutta la sua morbida e aggraziata nudità,

con tratti del volto dolci e delicati, una bocca sensuale e carnosa e lunghi

riccioli biondi, tanto che Prassitele, uno dei più grandi scultori classici, le

dedicò persino una statua a grandezza naturale, nota come “Afrodite di

Cnido”.

La statua, scolpita intorno al 360 a.C. in

marmo pario e colorata con oro e altre tinte

(come scrive Plinio il Vecchio nel

trentaseiesimo libro del V tomo della sua

“Storia naturale”), primo nudo femminile

dell'arte greca, purtroppo non è giunta fino a

noi, ma ci è nota grazie a numerose copie

romane.

La dea, nuda, è colta mentre si appresta

a fare un bagno rituale; la mano destra è

portata a coprire il pube, mentre l'altra

depone la veste su di un'idria appoggiata a

sua volta su una base; veste e vaso fanno poi

da supporto esterno alla statua, che può così

sbilanciarsi leggermente in avanti e verso

sinistra; lo sguardo è trasognato e si perde lontano. Proprio da questo tipo

di comportamento e di situazione prende il nome il ripiegamento intimista

che porta alcuni scultori, come lo stesso Prassitele, e Skopas, a

rappresentare divinità e figure mitologiche in atteggiamenti di svago.

Non solo gli uomini dell'epoca ne rimasero incredibilmente affascinati,

Bionda era e bella e di gentile aspetto.

Ma gli uomini preferiscono davvero le bionde? Pag. 5

ma anche le donne, tanto che si diffuse l'usanza di colorare i capelli di

biondo usando una particolare tintura allo zafferano e fanghi gialli,

piuttosto costosa e maleodorante ciò, gli uomini continuarono a

(nonostante

nutrire una certa predilezione per quelle chiome luminose, che certamente

non passano inosservate in un Paese mediterraneo, in cui i capelli scuri

dominavano incontrastati).

Molti poeti elogiarono i capelli biondi, paragonandoli molto spesso ad

oro puro. È questo il caso di Alcmane, poeta vissuto a Sparta nella seconda

metà del VII secolo a.C.. Egli fu tra i primi esponenti della lirica corale,

ossia di una poesia rivolta all'intera collettività: il poeta diventa il

portavoce della vita associata, e la poesia viene cantata durante cerimonie

di rilevanza sociale e politica. Alcmane più volte si concentrò sulla bellezza

e il fascino della chioma dorata, riferendosi ad essa (nei frammenti giunti

fino a noi) con espressioni quali:

“Criniera.. in fiore come oro puro”

e

“dai dolci capelli desiati e biondi”.

Bionda era e bella e di gentile aspetto.

Ma gli uomini preferiscono davvero le bionde? Pag. 6

Mondo Latino

Così come nel mondo Greco, anche in quello Latino i capelli chiari, e

quelli biondi in particolare, furono sempre associati all'idea di bellezza e di

fascino.

Non è un caso se una delle donne in assoluto più potenti della storia,

emblema di potere e sensualità, Cleopatra, sia stata spesso rappresentata

con una lucente chioma dorata (basti pensare all'immagine di lei data da

Giorgio Vasari, Giambattista Tiepolo e Guido Cagnacci).

È certamente improbabile che una regina egizia potesse essere bionda,

ma è questo un segnale di come da sempre il colore dei capelli abbia avuto

un preciso significato simbolico.

Nemmeno i poeti riuscirono, inoltre, a resistere al fascino di una

bionda. A comprova di ciò, è emblematico il caso di Ovidio.

Publio Ovidio Nasone (Sulmona, 20 marzo 43 a.C. - Tomi, 17/18 d.C.)

scrisse un gran numero di opere, che possono essere facilmente divise in

tre gruppi: le opere elegiache amorose e di pedagogia erotica (15 a.C. - 1

d.C.: “Amores”, “Heroides”, “Ars Amatoria”, “Medicamina faciei femineae”

e “Remedia Amoris”), le opere della maturità (2 – 8 d.C : “Metamorfosi” e

“Fasti”) e le opere della relegazione (8 – 17/18 d.C.: “Tristia” e “Epistulae

ex Ponto”). In particolare, nel libro I degli “Amores” egli, rivolgendosi alla

sua Corinna recrimina:

“Te lo dicevo io! - Smettila di tingerti i capelli! Ormai non ti restano più capelli da

tingere.” (elegia 14).

Ma Corinna non si limitava a tingere i capelli, bensì insisteva nel

volerli trasformare in morbidi boccoli lucenti servendosi di ferro e fuoco,

tanto che a poco a poco li perse tutti. Dovette allora ricorrere all'uso di una

parrucca, rigorosamente bionda, come apprendiamo dallo stesso Ovidio:

“Ora la Germania ti manderà i capelli di quelle sue donne che sono state catturate”.

In epoca augustea, infatti, grazie alle conquiste d'oltralpe, era

Bionda era e bella e di gentile aspetto.

Ma gli uomini preferiscono davvero le bionde? Pag. 7

diventato una vera e propria moda l'utilizzo di parrucche fatte coi capelli

delle donne appartenenti alle popolazioni conquistate (i Sigambri, ad

esempio); questo, tuttavia, non era l'unico espediente per modificare quelle

chiome scure troppo comuni a Roma, e, proprio per questo motivo, non

adatte alle matrone: queste ultime erano solite, dunque, usare tinture a

base di grasso di capra mescolato con cenere di legno di faggio (questa

miscela era detta “sapo”), o la cosiddetta “spuma batava” (ovvero un

sapone colorante proveniente dalla regione del Reno e che dava come

risultato un biondo tendente al rosso), o una particolare sostanza detta

“feccia” consistente in sedimenti di aceto e zafferano mescolati con

escrementi di piccione (contenenti ammoniaca e quindi dal grande potere

schiarente), oppure ancora si cospargevano la chioma con polvere d'oro.

Di segno opposto era invece la concezione della donna bionda secondo i

primi cristiani, inclini a considerare la bionda per eccellenza, Venere, come

il male supremo, il più vergognoso di tutti i demoni olimpici, esempio

perfetto dell'immoralità dilagante di quei tempi. Portavoce di questa

visione fu Tertulliano (Cartagine, 155 circa – 230 circa), uno dei più celebri

apologeti cristiani della sua epoca. Egli, infatti, nel suo “De cultu

feminarum”, si scaglia in modo veemente contro le usanze di tingersi la

chioma e servirsi di parrucche:

“Vergognatevi, così da (…) non collocare sopra una testa santa e cristiana le spoglie

di una testa altrui, magari immonda, forse colpevole e destinata all'inferno. Già

dunque da una testa libera siffatte acconciature che vi rendono schiave”,

e ancora:

“Vedo che alcune donne mutano anche il colore dei capelli con lo zafferano. Esse si

vergognano persino del loro paese natale, perché non sono nate in Germania o in

Gallia. Così cambiano patria grazie ai capelli”.

Questa mentalità rigidamente rigorista espressa da Tertulliano si

conserverà poi, e verrà adottata con ancora maggior fermezza nei secoli

successivi, nel corso del Medioevo.

Giovenale, infine, ultimo grande esponente della Satira di lingua

Bionda era e bella e di gentile aspetto.

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latina, nella sua Satira VI ci parla di una Messalina dedita ad attività non

certo convenienti alla moglie di un imperatore: essa si recava travestita e

con in testa una parrucca bionda in un bordello dove si prostituiva per

tutta la notte, allo scopo di appagare il suo insaziabile appetito sessuale.

Dice, infatti, Giovenale:

“Senti le disavventure di Claudio. La moglie, non appena lo vedeva addormentato,

spingendo la sua audacia di augusta meretrice sino a preferire una stuoia al talamo

del Palatino, incappucciata di nero, l’abbandonava scortata da una sola ancella.

Nascondendo la chioma scura sotto una parrucca bionda, varcava la soglia di un

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