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Italiano: Pirandello
Storia dell'arte: Van Gogh, Munch
Storia: Hitler e il totalitarismo
Inglese: Little Albert experiment
Scienze: Fredrik Ullen e Mark Millard
●IL GENIO, GENESI ED INTERPRETAZIONI...................................................................3
Secondo KANT.......................................................................................................... 3
Secondo SCHOPENHAUER........................................................................................ 3
Secondo NIETZCHE................................................................................................... 4
●COS’E’ LA FOLLIA?.................................................................................................... 4
CAPITOLO 2 IL RAPPORTO TRA GENIO E FOLLIA..............................................................6
●STUDIO SUL CERVELLO E L’ASPETTO BIOCHIMICO....................................................7
Lo studio di FREDRIK ULLEN e di MARK MILLARD.....................................................7
Il pensiero di CESARE LOMBROSO............................................................................8
●ANALISI DELLA PSICHE.............................................................................................. 9
FREUD...................................................................................................................... 9
LITTLE ALBERT EXPERIMENT................................................................................... 10
CAPITOLO 3 GENIO E FOLLIA NELL’ARTE.......................................................................11
●VINCENT VAN GOGH............................................................................................... 11
I mangiatori di patate............................................................................................. 12 2
Vaso di girasoli....................................................................................................... 13
●EDVARD MUNCH..................................................................................................... 13
CAPITOLO 4 GENIO E FOLLIA NELLA LETTERATURA.......................................................14
● LUIGI PIRANDELLO................................................................................................ 14
Uno, nessun e centomila........................................................................................ 15
CAPITOLO 5 GENIO E FOLLIA NELLA STORIA.................................................................16
● ADOLF HITLER E IL TOTALITARISMO.......................................................................16
SITOGRAFIA.................................................................................................................. 17
BIBLIOGRAFIA............................................................................................................... 17
Liceo Scientifico, G. Marconi Eleonora Cancian A. S. 2013/14
CAPITOLO 1
I CONCETTI DI “GENIO” E “FOLLIA”
●IL GENIO, GENESI ED INTERPRETAZIONI
genius genere,
La parola genio deriva dal latino (cioè da generare, creare) e si usa
per indicare una persona con delle capacità artistiche, scientifiche, etiche o sociali di
una certa importanza. La parte della filosofia che si occupa della figura del genio è
l'estetica (tratta della conoscenza del bello naturale, artistico e scientifico, ovvero del
giudizio, morale e spirituale).
Secondo KANT
Critica del Giudizio
Nella Kant elabora in particolare la
concezione del genio, identificato con l'artista. Il filosofo
"che dà la regola all'arte",
ritiene che il genio è colui ovvero
l'arte bella
colui che produce (una specie di
rappresentazione che ha il suo scopo in se stessa, è
disinteressata). Per Kant la figura del genio è indispensabile
dato che è il mezzo con cui la natura interviene sull'arte: 3
"Il genio è la disposizione innata dell'animo per mezzo della
quale la natura dà la regola dell'arte" (Critica del Giudizio, par. 46)
Kant sottolinea la distinzione tra le teorie e le scoperte scientifiche, che nascono dal
ragionamento e dalla logica della scienza e possono essere dimostrate secondo un
preciso procedimento, e le opere del genio. L'artista infatti contiene in se questo
talento come dono della natura e pertanto è inimitabile:
"l'abilità dell'artista non è comunicabile [...] e muore con lui"
(Critica del Giudizio, par. 47)
L'originalità dell'arte si deve quindi basare sulla spontaneità dell'artista e non su
regole scritte. L'intelletto del genio non è razionale, ma consiste nella capacità di
realizzare l'opera secondo il proprio naturale gusto estetico.
Le prerogative che ha il genio sono: creatività, capacità di produrre opere esemplari e
impossibilità di mostrare scientificamente agli altri come compie la sua produzione.
Molto spesso l'artista non sa nemmeno che cosa lo ha portato a fare la sua opera.
Secondo SCHOPENHAUER
"Genio e follia hanno qualcosa in comune: entrambi vivono in un mondo diverso da
quello che esiste per gli altri"
Liceo Scientifico, G. Marconi Eleonora Cancian A. S. 2013/14
(Arthur Schopenhauer)
Per Schopenhauer, il genio, come avviene nella contemplazione delle idee, è molto
simile al folle, che dimentica il suo corpo abbandonandosi a una sorta di delirio
noluntas,
estetico, che gli permette di cogliere, sia pure momentaneamente, la di
dimenticare la volontà di vivere.
Secondo NIETZCHE
Per Nietzsche il genio artistico coincide con l'origine dell'apollineo che permette
all'uomo di superare la noia e il disgusto per la vita quotidiana. Il genio che nasce da
Superuomo)
una visione apollinea (il porta ad un'esperienza dionisiaca non distruttiva
della negatività dell'esistenza ma ad una volontà positiva di costruzione individuale.
Egli con la creatività trasforma la realtà umana in qualcosa di attraente e desiderabile.
●COS’E’ LA FOLLIA?
Secondo il vocabolario della lingua italiana il folle è colui che agisce senza senno,
irrazionalmente. La follia è uno stato di alienazione mentale.
Quando si parla di folle spesso ci viene in mente la figura di un degente, di una
persona schizofrenica che fa uso di psicofarmaci. Ma grazie ad alcuni studi, primo fra 4
tutti lo studio della psiche di Freud, si è capito che essere soggetti alla follia o ad altri
tipi di malattie mentali simili, significa vivere ed esprimere la realtà in maniera diversa
rispetto agli individui normali. Secondo la psicoanalisi di Freud ognuno di noi possiede
delle caratteristiche tipiche dei folli nel nostro inconscio, la differenza sta nel fatto che
nelle persone normali queste caratteristiche non si manifestano ma rimangono per lo
più “nascoste”. follia, pazzia malattia mentale,
E’ importante sapere che i termini e sebbene l’uso
comune tendi a considerarli sinonimi, hanno significati differenti:
: follis(mantice,
• Follia/folle deriva dal latino soffietto), ricorda un sacco, un
contenitore pieno d’aria, cioè vuoto e si usa per indicare un uomo con la testa
vuota di senno. phatos patiens
• Pazzia/pazzo: deriva forse dal greco (sofferenza) o dal latino
(paziente) ed indica la condizione di un malato che soffre di alterazioni delle
facoltà mentali. Ha quindi un significato diverso da ciò che prova un folle che
non è un “malato”, ma che si limita ad agire in modi bizzarri e stravaganti.
• Malattia mentale: indica una sindrome o una modalità comportamentale o
psicologica legata ad un malessere. Si manifesta con una disfunzione
comportamentale, psicologica o biologica che si può analizzare in campo
scientifico (medicina clinica).
Liceo Scientifico, G. Marconi Eleonora Cancian A. S. 2013/14
“Gli uomini sono così necessariamente folli, che il non esser folle equivarrebbe ad
essere soggetto ad un altro ramo di folli.”
(Blaise Pascal)
Tenendo quindi presente che la follia non è una malattia, ma un aspetto presente in
tutte le persone, nelle quali in alcune si manifesta di più e in altre meno, possiamo dire
che essa non è da considerarsi qualcosa di esclusivamente negativo. D’altronde gli
artisti, gli scienziati, gli scrittori più ingegnosi erano folli.
Con il passare delle epoche storiche vengono a diffondersi diversi modi di concezione
della follia.
Nel mondo greco classico, l’essere folli veniva
attribuito all’influsso di qualche divinità - Platone
infatti affermava che la follia è un dono divino – o di
qualche spirito maligno. Così questa sorta di disturbo
mentale veniva “curato” da esorcisti o inquisitori e i
folli erano considerati indemoniati; per questo si
ricorreva a pratiche come il rogo o l’impalamento,
finalizzate alla distruzione del corpo indemoniato per
liberare l’anima. I folli erano quindi destinati ad
essere rinchiusi in carcere o in ospizi, dove non
ricevevano alcun tipo di cura o assistenza, e a non fare parte della società.
Nel medioevo il folle era largamente ammesso nella società come parte costitutiva di 5
essa anche se era comunque considerato un personaggio diverso dalla massa, che
rappresentava l’insensatezza, i limiti e le paure dell’umanità; da ciò gli uomini folli
cominciano a staccarsi volontariamente dalla società per esprimere le loro sensazioni
in opere concrete, soprattutto nelle opere artistiche (questi uomini folli verranno
considerati in seguito dei geni).
Tra il XVI ed il XVII secolo il folle viveva nel contesto sociale, ma era considerato una
persona pericolosa e pertanto si cercò sempre di più di nascondere il fenomeno e di
contenerlo. Agli
inizi del Novecento dominava ancora la concezione secondo la quale il folle era un
malato irrecuperabile in quanto portava con sé un danno cerebrale e, anzi, venivano
utilizzati trattamenti simili all’elettroshock. Contemporaneamente vengono fatti studi
sulla psicologia e sulla psicoanalisi e le nuove teorie iniziarono a prendere piede. Il
medico Sigmund Freud (1856-1939) studiando la psiche, intuì che per “curare” i folli
era necessario affrontare il problema concentrandosi sul funzionamento mentale
dell’individuo servendosi anche di psicofarmaci e neurolettici. Si comincia a capire
quindi che i disturbi mentali possono essere causati anche da fattori sociali e ciò
contribuisce alla diffusione di nuove discipline come la filosofia fenomenologica, la
sociologia, la psicologia sociale.
Liceo Scientifico, G. Marconi Eleonora Cancian A. S. 2013/14
CAPITOLO 2
IL RAPPORTO TRA GENIO E FOLLIA
Antonin Artaud, un commediografo, attore teatrale, scrittore e regista teatrale
francese, è un esempio di genio folle. Egli fu ritenuto insano di mente e fu rinchiuso
per nove anni in un manicomio dove è stato sottoposto a crudeli trattamenti 6
psichiatrici, come l'elettroshock. Avendo vissuto in prima persona questa esperienza
Van Gogh il suicidato della società,
Artaud scrive un'opera, nella quale esprime il suo
pensiero a riguardo della follia e del suo rapporto con la genialità: la follia nel genio
non esiste.
Secondo Artaud il folle ("alienato autentico") è un uomo che, pur di esprimere le sue
idee in qualcosa di più o meno concreto, preferisce essere malvisto dalla dagli altri ed
essere giudicato "pazzo". Il folle è un uomo che la società non ha voluto ascoltare e al
quale ha impedito di rendere manifesti i suoi pensieri e le sue crisi non sono dovute
alla follia, ma allo stato in cui è costretto a vivere dalla società che lo circonda.
Artaud analizza anche il ruolo della medicina, in particolare della psichiatria e dei
metodi da essa usati come "cura". Egli ritiene che la psichiatria non aiuti questo tipo di
persone ma, anzi, contiene già in sé il concetto di follia come malattia e quindi essa è
"suicidati della
nemica di ogni genio. Artaud sostiene infatti che i geni sono dei
società", dato che sono costretti a non poter vivere la loro vita.
Nella mente di ogni individuo luce e buio coesistono e, come la luce è più splendente
per contrasto con il buio, così i momenti supremi della ragione, che sono quelli del
genio, risplendono a confronto con quelli della massima sragione, cioè la follia. Luce e
buio, cioè ragione e follia sono in certo senso proporzionali in ciascuno di noi: chi
possiede più ragione possiede anche più follia e questo potrebbe giustificare la