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Tesina - Premio maturità 2008
Titolo: De mediolano.ricordi di letterati
Autore: Giulia Onorato
Scuola: Liceo linguistico
Descrizione:L'Italia è un paese ricchissimo di città dal passato illustre, splendide e colte, ma quando si tratta di Milano questa città non viene quasi mai riconosciuta come "città bella". Chi la conosce profondamente, invece ne ha un giudizio del tutto diverso, pur non tralasciando gli aspetti negativi presenti, del resto, in qualsiasi metropoli. Il capoluogo lombardo è certamente molto ricco, indubbiamente i suoi cittadini hanno il dono della laboriosità , dell'efficienza e dell'originalità in diverse attività . Ma è anche una città bella. Di una bellezza elegante, non vistosa, addirittura aristocratica. Se si percorrono le vie dei cosiddetti "quartieri alti" si ammirano palazzi splendidi, ricchi di cortili addirittura fastosi. Bisogna ricordare che il cittadino più illustre è forse Ambrogio, il patrono della città , che è tutt'ora celebrato il 7 dicembre, giorno in cui si inaugura la stagione lirica alla Scala, celebre teatro, che a tutt' oggi ospita rappresentazioni di livello internazionale.
Materie trattate: latino, italiano (Manzoni), francese (Stendhal), inglese (Dickens)
Area: umanistica
Sommario: Introduzione L'Italia è un paese ricchissimo di città dal passato illustre, splendide e colte, ma quando si tratta di Milano questa città non viene quasi mai riconosciuta come "città bella". Chi la conosce profondamente, invece ne ha un giudizio del tutto diverso, pur non tralasciando gli aspetti negativi presenti, del resto, in qualsiasi metropoli. Il capoluogo lombardo è certamente molto ricco, indubbiamente i suoi cittadini hanno il dono della laboriosità , dell'efficienza e dell'originalità in diverse attività . Ma è anche una città bella. Di una bellezza elegante, non vistosa, addirittura aristocratica. Se si percorrono le vie dei cosiddetti "quartieri alti" si ammirano palazzi splendidi, ricchi di cortili addirittura fastosi. Bisogna ricordare che il cittadino più illustre è forse Ambrogio, il patrono della città , che è tutt'ora celebrato il 7 dicembre, giorno in cui si inaugura la stagione lirica alla Scala, celebre teatro, che a tutt' oggi ospita rappresentazioni di livello internazionale. Questa città è sempre stata centro di cultura, teatro di importanti dibattiti, culla di movimenti artistici. Tra gli illustri letterati ed artisti che vi sono vissuti o vi hanno soggiornato, tra fine "700 e inizio "800, si ricordano due grandi letterati italiani, Foscolo e Manzoni. In alcune delle loro opere maggiori, Milano fa da scenario alle vicende narrate. Nel romanzo, considerato come il romanzo storico d'eccellenza, I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, ritroviamo Milano come teatro di scontri ed insurrezioni nel periodo seicentesco. In Foscolo ricordiamo l'episodio dell'accesa discussione tra Parini e Ortis, nel suo romanzo epistolare, sullo sfondo di una città in epoca neoclassica e romantica. Anche gli artisti stranieri non rimasero impassibili davanti a questa città . Ricordiamo Stendhal o meglio Henri Beyle, che si sentiva milanese nel cuore e si rispecchiava negli abitanti milanesi; partecipava sovente alla vita dei salotti prendendo parte alle rappresentazioni del Teatro alla Scala. Mentre Stendhal rimase immediatamente affascinato da Milano, il celebre autore inglese Dickens non provò subito le stesse emozioni, dapprima descrivendo Milano ironicamente, poi apprezzandola per l'arte e i costumi dell'epoca. Origini di Milano â€" Cenni storici
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Introduzione
L’Italia è un paese ricchissimo di città dal passato illustre, splendide e colte, ma quando si tratta di
Milano questa città non viene quasi mai riconosciuta come “città bella”. Chi la conosce
profondamente, invece ne ha un giudizio del tutto diverso, pur non tralasciando gli aspetti negativi
presenti, del resto, in qualsiasi metropoli. Il capoluogo lombardo è certamente molto ricco,
indubbiamente i suoi cittadini hanno il dono della laboriosità, dell’efficienza e dell’originalità in
diverse attività. Ma è anche una città bella. Di una bellezza elegante, non vistosa, addirittura
aristocratica. Se si percorrono le vie dei cosiddetti “quartieri alti” si ammirano palazzi splendidi,
ricchi di cortili addirittura fastosi.
Bisogna ricordare che il cittadino più illustre è forse Ambrogio, il patrono della città, che è tutt’ora
celebrato il 7 dicembre, giorno in cui si inaugura la stagione lirica alla Scala, celebre teatro, che a
tutt’ oggi ospita rappresentazioni di livello internazionale.
Questa città è sempre stata centro di cultura, teatro di importanti dibattiti, culla di movimenti
artistici. Tra gli illustri letterati ed artisti che vi sono vissuti o vi hanno soggiornato, tra fine ‘700 e
inizio ‘800, si ricordano due grandi letterati italiani, Foscolo e Manzoni. In alcune delle loro opere
maggiori, Milano fa da scenario alle vicende narrate. Nel romanzo, considerato come il romanzo
storico d’eccellenza, I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, ritroviamo Milano come teatro di
scontri ed insurrezioni nel periodo seicentesco. In Foscolo ricordiamo l’episodio dell’accesa
discussione tra Parini e Ortis, nel suo romanzo epistolare, sullo sfondo di una città in epoca
neoclassica e romantica.
Anche gli artisti stranieri non rimasero impassibili davanti a questa città. Ricordiamo Stendhal o
meglio Henri Beyle, che si sentiva milanese nel cuore e si rispecchiava negli abitanti milanesi;
partecipava sovente alla vita dei salotti prendendo parte alle rappresentazioni del Teatro alla
Scala. Mentre Stendhal rimase immediatamente affascinato da Milano, il celebre autore inglese
Dickens non provò subito le stesse emozioni, dapprima descrivendo Milano ironicamente, poi
apprezzandola per l’arte e i costumi dell’epoca. 4
Origini di Milano – Cenni storici
Milano, il cui nome latino è Mediolanum, fu fondata circa nel 500 a.C. dagli Insubri. L’etimologia
della parola è tutt’ora incerta: il parere degli esperti sia diviso su due posizioni piuttosto differenti.
“Mediolanum” inteso come “terra di mezzo”, sede di grandi scambi commerciali ed eventi storici,
oppure identificata come “scrofa semilanuta” . Questa definizione, che indica un animale
mitologico, ci rimanda ad un bassorilievo che appare nel Palazzo della Ragione in Via Mercanti. La
leggenda vuole che il fondatore di Milano sia stato il celta Belloveso, che attraversò le Alpi e il
territorio degli Edui per arrivare nella pianura Padana. Belloveso vide nel luogo indicato da una dea
in sogno, una scrofa di cinghiale che aveva la particolarità di avere il pelo molto lungo sulla parte
anteriore del corpo (scrofa Il capo celtico decise quindi di costruire la sua città in quel
semilanuta).
luogo e di chiamarla cioè "semilanuta" (medio-lanum).In ricordo di questa leggenda,
Mediolanum,
e della dedicazione della città di Milano a tale scrofa, si può osservare, in piazza Mercanti a
Milano, un bassorilievo raffigurante l'animale, su di un capitello del Palazzo della Ragione. Lo
stesso animale è raffigurato in uno stemma nella corte interna di Palazzo Marino
• 500 a.C. sorge Mediolanum, primo insediamento degli Insubri
222 a.C. Conquista romana
•
• 89 a.C. Colonia romana
• 49 a.C. Municipio romano con Giulio Cesare
• 286 – 402 d.C. Capitale dell’impero romano d’Occidente con Diocleziano (sede
dell’imperatore Massimiano La città di Mediolanum, nel 286 d.C, fu elevata a
sede imperiale da Diocleziano e diventò residenza
dall'imperatore romano d'Occidente Massimiano.
Fu in questo periodo che le maggiori opere furono
costruite: il circo, le terme, ingrandito il palazzo
imperiale (nei pressi di via Brisa). Fu ingrandita la
cinta muraria di cui rimangono visibili oltre alla torre
della Porta Ticinensis (di età repubblicana) al
Carrobbio, una torre poligonale ed un tratto
fortificato nel Monastero Maggiore (ora Museo
archeologico). Nella prima metà del IV secolo
Milano è per grandezza e numero di abitanti la
seconda città dell'Occidente dopo Roma e con il
passare degli anni Milano divenne un importante
centro del cristianesimo e, proprio per questo
motivo, nel 313 l'imperatore Costantino emanò
l'editto di tolleranza nei confronti della nuova
religione, concedendo la libertà di culto. Una delle
più importanti figure di questo contesto storico fu
Ambrogio, vescovo di Milano dal 374 al 397, che
influenzò l'imperatore Teodosio e lo convinse a
mettere al bando tutti i culti non cristiani 5
La città in seguito all’ampliamento sviluppato in età imperiale assume una forma poligonale con
sviluppo verso nord est. Il poeta gallico Ausonio, rievoca lo splendore architettonico di
Mediolanum negli anni fra il 380 e il 390 d.C.:
«A Milano ogni cosa è degna di ammirazione, vi è profusione di ricchezze e innumerevole sono le
case signorili; la popolazione è di
grandi capacità, eloquente e
affabile. La città si è ingrandita ed
è circondata da una duplice
cerchia di mura; vi sono il circo
dove il popolo gode degli
spettacoli, il teatro con le
gradinate a cuneo, i templi, la
rocca del palazzo imperiale, la
zecca, il quartiere che prende il
nome dalle celebri terme Erculee.
I cortili colonnati sono adorni di
statue marmoree. Le mura sono
circondate da una cintura di argini
fortificati. Le sue costruzioni sono
una più imponente dell’altra come
se fossero tra sé rivali, e non ne
sminuisce la grandezza
nemmeno la vicinanza con
Roma».
Ausonii, Ordo Urbium Nobilium
7. MEDIOLANUM
”Et Mediolani mira omnia, copia rerum,
innumerae cultaeque domus, facunda virorum
ingenia et mores laeti, tum duplice muro
amplificata loci species populique voluptas,
circus, et inclusi moles cuneata theatri, templa
Palatinaeque arces opulensque moneta
et regio Herculei celebris sub honore lavacri;
cunctaque marmoreis ornata peristyla signis
moeniaque in valli formam circumdata limbo.
Omnia quae magnis operum velut aemula formis
excellunt nec iuncta premit vicinia Romae. “
(Burdigala, 310 – Burdigala, 395 circa) nacque probabilmente a
Decimo Magno Ausonio
oggi Bordeaux, attorno al 310 d.C., ma studiò sin da giovane a Tolosa. Ebbe
Burdigala,
un'eccellente educazione in grammatica e in retorica, ma non riuscì mai ad avere una buona
dimesticheza con la lingua greca. Fu poi avvocato, ma detestava questa professione e volle
dedicarsi all'insegnamento. Nel 334 fondò a una scuola di retorica destinata a diventare
Burdigala
molto famosa al suo tempo. Il suo allievo più brillante fu Paolino, futuro vescovo di Ausonio
Nola.
era considerato uno degli uomini più dotti della sua epoca; così l'imperatore dopo
Valentiniano I
trent'anni d'insegnamento lo chiamò a come precettore del figlio Fu insignito
Roma Graziano.
anche della carica di console. Tra le varie opere scrisse anche resoconti di viaggi come Ordo
in cui descrive Milano imperiale.
Urbium Nobilium, 6
Sant’Ambrogio cittadino illustre nell’epoca di Milano capitale
dell’Impero romano
Sant’ Ambrogio (Treviri, 339 - Milano, 397), è venerato dalla Chiesa cattolica che lo annovera tra i
quattro massimi Dottori della Chiesa insieme a san Girolamo, sant'Agostino e san Gregorio I papa.
Assieme a san Carlo Borromeo e san Galdino è patrono
della città di Milano, nella quale è presente una basilica a
lui dedicata, che fu cattedrale prima della costruzione del
duomo.
Quando si tratta di Milano non si può dimenticare che è “la
città ambrosiana” ed infatti i milanesi vengono appellati
anche “ambrosiani”. Non per niente la Chiesa di Milano
segue il “rito ambrosiano” e a Sant’Ambrogio è stata
dedicata una basilica. Eppure Sant’Ambrogio non era nato
a Milano, ma a Treviri, forse nel 339 d.C, morendo poi a
Milano nel 397. Era stato educato a Roma come avvocato
e poi nominato governatore della Liguria – Emilia con sede
a Milano, città nella quale nel 374 fu eletto Vescovo,
ricevette il battesimo e gli ordini sacri. Offrì tutti i suoi beni
alla Chiesa e iniziò una vita di apostolato che lo impose
all’ammirazione di tutti. Seppe magistralmente fondere la
speculazione filosofica greca con la chiarezza e l’equilibrio
romano e quindi fu legislatore, arbitro, consigliere di
vescovi, di imperatori nonché difensore strenuo del papato
e dell’ortodossia. Scrisse molte opere e trattati come il “De
fide ad Gratianum”, il “De Spiritu Sancto”, il “De incarnatione”. Importante è il “Hexaemeron” sui
sei giorni della creazione. I suoi interessi furono soprattutto rivolti alla pratica e alla morale, per cui
scrisse il “De Officiis ministrorum,” sui doveri dei sacerdoti, “De virginibus” e altri ancora.
È utile ricordare che la Milano dei tempi di Sant’Ambrogio era una città in cui le disuguaglianze
sociali erano stridenti. Perciò Ambrogio è ancora simbolo di giustizia sociale. In una delle sue
opere più incisive a tal proposito, il “De Nabuthae“, sermone su Naboth, personaggio biblico (a cui
Acab, re di Samaria, strappò il possesso della vigna dopo averlo fatto uccidere) Sant’Ambrogio
scrive: “il mondo è stato creato per tutti, per i ricchi e anche per i poveri. La natura non fa
distinzioni, perché essa ci genera tutti poveri (…) Nudi nasciamo e bisognosi di cibo e di vestito,
nudi ci riceverà la terra, né potremo portare con noi nel sepolcro le nostre ricchezze”.
Ambrogio vescovo
Ambrogio, vescovo della città di residenza della corte imperiale, influì positivamente sulla politica
religiosa di Teodosio I. Nel 380 con l'editto di Tessalonica il cristianesimo fu proclamato religione di
stato. Nel 381 il concilio di Aquileia si pronunciò contro l'arianesimo.
Nel 390 intervenne severamente sull'imperatore, che aveva ordinato un massacro tra la
popolazione di Tessalonica, colpevole di aver linciato il capo del presidio romano della città. In tre
ore di carneficina erano state assassinate migliaia di persone. Ambrogio impose all'imperatore una
"penitenza pubblica", cioè l'esclusione dalla partecipazione ai riti sacri. Teodosio accettò il castigo
ecclesiale. Nel Natale di quell'anno l'imperatore venne assolto e riammesso ai sacramenti. 7
Rito ambrosiano
Ambrogio introdusse nella chiesa occidentale molti elementi tratti dalle liturgie orientali, in
particolare canti e inni. Le riforme liturgiche furono continuate nella diocesi di Milano anche dai
successori e formarono il Rito ambrosiano sopravvissuto alle unificazioni dei riti di papa Gregorio I
e del Concilio di Trento.
Sant’Ambrogio e il canto liturgico
Con il termine di ambrosiano non si definisce solo la liturgia della chiesa cattolica che fa riferimento
al santo, ma anche un preciso modo di cantare durante la liturgia. Esso viene indicato con il nome
di canto ambrosiano, il quale è caratterizzato dal canto di inni, cioè di nuove composizioni poetiche
in versi, distinte dai salmi, che vengono cantate da tutti i partecipanti al rito, a differenza di quanto
avveniva per i salmi, solitamente cantati da un solista o da un gruppo di coristi. Esso viene invece
cantato da tutti i partecipanti, in cori alternati, normalmente tra donne e uomini.
Il Vescovo e la creazione delle Basiliche milanesi
Sant’Ambrogio, particolarmente sensibile alle opere
d’arte, promosse la realizzazione di importanti
basiliche collocate ai quattro punti cardinali, al di fuori
delle mura cittadine, in forma di croce. Gli edifici sacri
sono: la oggi S. Nazaro, già
Basilica Apostolorum,
consacrata nel 386, la oggi S.
Basilica Martyrum,
Ambrogio, consacrata nel giugno di quello stesso anno
e pensata inizialmente anche come mausoleo, la
oggi S. Simpliciano, uno dei
Basilica Virginum,